Dall'eccellenza al catorcio?
19 Mag 2012, 16:26 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti]
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Per commentare bene la vicenda del ritiro del San Raffaele dalla Fondazione San Raffaele-Giglio, sarà necessario servirsi di una metafora. Grazie a essa, tra l'altro, ci sarà possibile pure risalire a eventuali responsabilità delle Amministrazioni presente e passata. E sia chiaro, responsabilità delle amministrazioni e non del personale medico e paramedico, al quale, invece, tutti riconoscono capacità professionali e dedizione, al punto che essi considerano la loro professione non un lavoro, ma piuttosto una missione.
Prima ancora dei cittadini, sono perciò essi che devono sentirsi traditi. Penso e spero che presto dimostreranno il loro disappunto con agitazioni sindacali e con altri mezzi civili. Soprattutto coinvolgendo i cittadini, che sono con loro, perché gli uni e gli altri hanno lo stesso scopo: un ospedale che funzioni.
E veniamo alla metafora. Do atto che l'associazione del San Raffaele alla Fondazione sia stata voluta dall'allora sindaco Vicari e che grazie a questa associazione l'ex ospedale Giglio si è trasformato in una realtà sanitaria, della quale trarre vanto. Una realtà, che avrebbe dato i suoi frutti, se il “sogno” di un polo sanitario di eccellenza si fosse trasformato in realtà senza mistificazioni.
Queste, però, divennero presto le frasi di gran parte di coloro che vollero l'associazione. Costoro si comportarono – ed ecco la metafora – come l'uomo poco abile alla guida, che acquista una bella automobile, ma la fa andare troppo spesso “fuori giri” e la lascia magari senza olio nel motore. L'automobile sarà sempre bella – come il nostro ospedale – ma presto comincerà a funzionare male e infine si ridurrà in un catorcio.
Siamo sicuri che chi volle il nuovo ospedale non se ne servì disastrosamente come il cattivo pilota, portandolo “fuori giri”? Perché, ammettiamolo, riempirlo di hostess, equivaleva a portarlo “fuori giri” e spendere in viaggi e taxi cifre esagerate equivaleva ad accelerare un motore già al massimo.
Lo stesso giudizio che abbiamo per il cattivo guidatore che acquista un'automobile veloce io ce l'ho per coloro che hanno acquistato il San Raffaele-Giglio, ma non hanno saputo guidarlo.
E se i primi guidarono male, questi ultimi hanno dato il colpo di grazia. Basta guardare all'ospedale, stando attenti ad andare oltre le apparenze. Basta ascoltare o leggere i suoi amministratori di oggi.
Spero che il pericolo di oggi venga scongiurato e che chi ha l'obbligo di non far patire ai cittadini le conseguenze della perdita non tanto di un'eccellenza, ma semplicemente di un ospedale, guardi con attenzione ai bilanci passati e alla controversia con la Regione, che ha contestato milioni di crediti vantati dall'ospedale a pagamento di prestazioni date.
Soltanto controllando la gestione passata, si potrà tornare a sperare di salvare l'ospedale.
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Sarò anche uno sputa
Sarò anche uno sputa sentenze, ma fin quando queste strutture saranno dei contenitori di voti od ammaortizzatori sociali, prima o poi finiranno come Pomigliano D'arco e Termini Imerese.
Meditate gente, meditate