Caro Sgarbi, in nome di Dio ritirati!

ritratto di Angelo Sciortino

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Continuano le conseguenze dell'interesse di Sgarbi per Cefalù.
A leggere la pagina di Repubblica (http://palermo.repubblica.it/cronaca/2012/04/06/news/sgarbi_e_il_cugino_...), siamo saliti agli onori della cronaca nazionale.
A leggere l'articolo, verrebbe voglia di dire a Sgarbi: IN NOME DI DIO, RITIRATI!
Ritirati non perché hai commesso reati o perché si dubita della tua onestà, ma perché sbagli a credere di conoscere il nostro carattere, la nostra storia e tutto ciò che soltanto vissuto con l'esperienza consente di distinguere i buoni dai cattivi, gli stupidi dagli intelligenti. Noi questa distinzione la facciamo già guardando le espressioni del viso o il modo di pronunciare le parole del nostro interlocutore: capiamo che dalla maniera e dall'espressione assunta nel momento in cui egli dice di qualcuno che è "nu buonu carusu", questo può significare che è un giovane corretto o un giovane disponibile a commettere reati per la "famiglia".
Sappiamo quanto te che spesso si esagera nel cavalcare la cosiddetta lotta alla mafia, ma sappiamo, diversamente da te, che per non esagerare non si può negare.
Evitaci ancora simili vergogne, prestandoti alle critiche dei "professionisti antimafia". Li conosciamo anche noi e sappiamo neutralizzarli. Cosa che tu non sai fare.
Allora, per carità di Dio, non aggiungere le tue rivoluzioni alle nostre sofferenze. Ce la sapremo cavare da soli, come abbiamo fatto per venticinque secoli.
Addio, caro amico!

ritratto di Saro Di Paola

CEFALU' : RIALZATI!

Altro che "rivoluzione" : DEVASTAZIONE, SFACELO !
CEFALU' : RIALZATI !

ritratto di Giuseppe Aquia

Questo giornalista

Questo giornalista sicuramente non è ben informato non sà chi ha fatto in modo che vi fosse il salto della quaglia,ed anche chi ha mantenuto le fila per orchestrare a suo modo e piacimento l'amministrazione comunale, caro giornalista informati bene hai dimenticato quello che interessa ai cefaludesi chi ha fatto andare il paese in (quasi)default.

ritratto di Stephen Davola

Notizia presa da una fonte

Notizia presa da una fonte esterna, della quale non riesca a risalire alla fonte originaria.

La replica di Vittorio Sgarbi al “servizio” di «Repubblica»: «Intimidazione e terrorismo psicologico che hanno l’obiettivo di ostacolare o infangare la mia candidatura. Una buona ragione per non ritirarla»

ROMA – Vittorio Sgarbi replica ai contenuti dell’articolo, a firma di Attilio Bolzoni, dal titolo «Sgarbi e il cugino del boss ergastolano: nuove ombre sulla candidatura a Cefalù», pubblicato sull’odierna edizione del quotidiano «La Repubblica»
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Io non so dove sia la mafia in Sicilia. Lo saprà Attilio Bolzoni che ne parla.
So però bene dov’è l’antimafia e come lavora nell’ingiustizia e contro i cittadini, con arroganza e prepotenza.
Lo so da quando quattro magistrati indagarono me e Tiziana Maiolo in concorso esterno in associazione mafiosa in Calabria, senza alcun fondamento e costretti ad archiviare tutto dopo otto mesi con l’intervento del procuratore generale Pierluigi Vigna.
Pensavo che un errore bastasse. E invece l’arbitrio e la violenza di questa antimafia impunita, che agisce con metodi mafiosi, non hanno limiti e si manifestano con atti infondati in nome dello Stato contro una inerme cittadinanza.
La specialità di questa antimafia in vetrina sono gli «odori» e le «aure», registrati da giornalisti compiacenti, prima a Salemi dove un indagato per riciclaggio, non per mafia, da decenni attivo sulla scena politica del trapanese in modo palese, dà origine allo scioglimento del comune per infiltrazioni mafiosa e della «criminalità organizzata». Un uomo solo è in questi teoremi, la «criminalità organizzata».
Naturalmente Bolzoni sa benissimo che la mafia è in sonno, inattiva, distratta, a Salemi, da almeno vent’anni. Però, in perfetta malafede, s’interessa all’«ombra di Pino», per ricordarne il potere sul Comune che non ha avuto, nonostante avesse democraticamente presentato liste post-democristiane, ottenendo, sempre democraticamente, la maggioranza dei consiglieri comunali.
Gli sfugge che i suoi affari, che io non conosco, nella sanità pubblica e privata, sono sotto osservazione nel periodo 2001-2005, quando nessuno si preoccupò di sciogliere il Comune e quando ancora io non ero sindaco.
Dovrà ora rispondere, con il ministro dell’Interno in tribunale, di menzogne del genere: «Questi (Giammarinaro) partecipando alle riunioni di giunta, ed avvalendosi di fidati esponenti della compagine elettiva, sui quali esercita il proprio ascendente, è riuscito a condizionare l’attività»
Nella realtà Giammarinaro non ha condizionato nulla e non ha mai partecipato alle riunioni di giunta. Sono illazioni non documentate e non provate dall’antimafia intimidatoria, con la controfirma del ministro dell’Interno. Pure edimostrabili, falsità.
Vigliacco e in malafede, Bolzoni finge di ignorare il mio personale e antico contrasto con i professionisti dell’antimafia, e che le mie decisioni non possono essere in alcun modo condizionate dai desideri di Giammarinaro.
Testimoni, interventi giornalistici, l’assessore Peter Glidewell, l’assessore ex Pd Nina Grillo, possono confermarlo, senza difficoltà, che io fin da subito proposi i terreni confiscati alla mafia, a Salemi, ignorando il parere di Giammarinaro, a Slow Food, che condizionò però la sua disponibilità a un contributo di 50 mila euro, di cui il Comune di Salemi non disponeva.
Tutto qua: gli ispettori del prefetto, il ministro e Bolzoni potevano documentarsi. Ma non l’hanno fatto per mancanza di serietà e cieca fede nei luoghi comuni e nelle illazioni.
Come può un giornalista ignorare deliberatamente quello che il suo stesso giornale ha pubblicato ?
Ora il TAR dovrà esaminare le carte che hanno determinato lo scioglimento.
Che Bolzoni sia abituato a mentire, a scrivere de relato, a non documentarsi, è provato dalla sua ricostruzione delle vicende di Cefalù.
Lo sponsor politico, che politico non è, di cui narra, non ha «una Porsche rossa», né dentro né fuori, ma grigia. Basterebbe questo a rivelare la superficialità dell’obiettivo dissuasorio rispetto all’amico avventato o spregiudicato attraverso «l’avviso» del suo articolo.
Il metodo è evidente: intimidazione e terrorismo psicologico in un crescendo che ha l’obiettivo di ostacolare o infangare la mia candidatura. Una buona ragione per non ritirarla.
Inutile dire che Giuseppe Farinella è un elettore con tutti i diritti civili. Ma il “servizio” di Bolzoni ha altri scopi. E così si guarda bene dal ricordare che i giudici del Tribunale di Sorveglianza di Palermo il 13 luglio del 2007, chiamati a valutare la riabilitazione (concessa) dalle condanne penali di Giuseppe Farinella, citando a loro volta la Corte di Appello di Palermo che il 21 gennaio 2005 ha riabilitato l’albergatore anche dalla misura di prevenzione della sorveglianza speciale, scrivono: «Dalla cessazione di tale misura (la sorveglianza speciale, avuta nel lontano 1999) il condannato non si è più posto all’attenzione degli organi di Polizia... evidenziandosi altresì alcune circostanze significative di un’affrancazione dalle logiche caratterizzanti tipicamente il sodalizio mafioso».
Non solo. I giudici del Tribunale di Sorveglianza di Palermo sottolineano come «il Farinella si è costituito parte civile in alcuni procedimenti per tentata estorsione aggravata consumata ai suoi danni (avete letto bene,. “ai suoi danni”) da esponenti dell’associazione mafiosa operante nel territorio di Cefalù».
Farinella è come tanti elettori di Leoluca Orlando e di qualunque altro antimafioso in esercizio permanente ed effettivo.
A Bolzoni dovrebbe interessare di più un mio sostenitore vero, Gugliemo Serio, che è stato, per più di un anno, Commissario straordinario con le funzioni di Sindaco a Palermo, magistrato del Tar, presidente di sezione del Consiglio di Stato, presidente del Consiglio di Giustizia amministrativa. E che a propormi la candidatura a sindaco sono stati il Vicesindaco Corsello, oggi schierato in altra lista, esponente del Pdl indicato dalla senatrice Simona Vicari, già sindaco di Cefalù e di cui fu grande elettore Giuseppe Farinella (ma di cui nessun Bolzoni si preoccupò); il segretario del Partito Liberale Stefano De Luca; il presidente dell’«Istituto Vite e Vino» Dino Agueci, un tempo vicino ad Alleanza Nazionale; e la parte maggioritaria dell’Udc locale.
Ma Bolzoni non è interessato alla verità ma agli «odori». E li trasforma nelle puzze dei suoi articoli.
Io ho provveduto a chiedere al ministro dell’Interno Cancellieri se, in una situazione cosi inquinata e alterata da intimidazioni - non ultimo l’invio di uomini «suoi» da parte di Manfredi Borsellino, per aver copia di un mio intervento radiofonico che ricordava espressioni affettuose di sua madre - e poi falsificazioni e «messaggi», come quello di Bolzoni nell’articolo pubblicato oggi da «La Repubblica», sia opportuno che io mi candidi.

Non volendo entrare nel merito della questione, mi sembra semplicemente ingiustificato l'attacco del giornalista.

ritratto di Giuseppe Aquia

Caro Stephen nom volendo

Caro Stephen nom volendo entrare nel merito come te della questione una cosa ti è dovuta "grande"elettore della Vicari si. ma sponsor e creatore di liste come è in atto in questo momento sicuramente no!!!!sicuramente il giornalista è stato pesante nel dire i fatti ma tante fesserie guarda che non ci sono!!!!!Questo te lo dice uno che conosce e ha sempre attaccato un certo modo di porsi in politica,ed anche i tempi che questo "signore"era un grande elettore della Vicari.

ritratto di Stephen Davola

Non difendo Farinella, né

Non difendo Farinella, né il modo di fare politica che lei gli addebita, perché non sono informato.
Mi sembra che tirare fuori una questione di anni fa, quando ormai la pena è estinta ed il reato non è stato reiterato, sia inutile, dannoso e offensivo.
Inutile perché cosa si vuole dimostrare? Il giornalista non ha scritto falsità per quanto riguarda la pena, ma ha impostato l'articolo volto a far intendere altro. Altro che ad oggi non è.
Dannoso poiché inasprisce ancora più il clima elettorale, tirando fuori discorsi di mafia laddove mafia non ce ne è.
Cefalù non ha bisogno di tensioni, neanche di giornalisti che danneggiano l'immagine della città (più di quella dell'imprenditore), di una Cefalù già malata e sofferente.
La candidatura di Sgarbi è del tutto legittima, come è del tutto legittimo che Farinella possa appoggiare il critico d'arte.

ritratto di Angelo Sciortino

D'accordo su

D'accordo su tutto.
D'accordo, come ho già detto, anche sulla legittimità della candidatura Sgarbi. Infatti non è questa legittimità che contesto, ma l'opportunità.
Contesto pure lo spirito polemico di Sgarbi e la logica delle sue argomentazioni, troppo simili a quella dei suoi detrattori, ivi compreso Bolzoni, al quale molto correttamente attribuisci una impostazione sbagliata del suo articolo.
Purtroppo a polemizzare non siamo tu, caro Stephen, e io, ma Sgarbi e i suoi sostenitori da una parte e coloro che ne temono la probabile forza elettorale. E tra costoro dobbiamo includere coloro che lo avevano chiamato al loro fianco, per poi abbandonarlo.
Altri dovrebbero essere i temi della polemica e le ragioni della opposizione alla candidatura Sgarbi, ma non possiamo svilupparli senza correre il rischio di essere fraintesi, dall'una e dall'altra parte.

ritratto di Giuseppe Aquia

Sicuramente per certi reati

Sicuramente per certi reati dovresti chiedere alle famiglie che all'epoca dei fatti hanno subito!!!!Facile per te e per me dire cose passate!!!!

ritratto di Leonardo Mento

Francamente....

sarà pure "legittimo" ma non si può pretendere di "legittimare" (autorizzare, legalizzare, regolarizzare, difendere, giustificare, consacrare,far passare, ratificare) come un fatto del tutto normale la chiusura di un Comune per infiltrazione mafiose. Qualche disattenzione ci sarà pure stata.....

ritratto di Angelo Sciortino

Sgarbi e Bolzoni

Ho letto con attenzione la replica di Sgarbi e sento che il mio invito si è trasformato in una implorazione.
Personalmente non ho molta simpatia per chi fa cronaca come ha fatto Bolzoni in questo caso, ma ne ho meno per chi replica come ha fatto Sgarbi.
Entrambi sembrano essere retti soltanto dall'esercizio delle aporie o di una logica apodittica e non si preoccupano, sempre entrambi, del male che arrecano alla società italiana e alla credibilità delle Istituzioni.
Differiscono soltanto nel fatto che Bolzoni fa il giornalista, mentre Sgarbi vuole rappresentare le Istituzioni. Non mi sembra una differenza di poco conto.
Amen

ritratto di Saro Di Paola

UN ABISSO NON 164 KM DI AUTOSTRADA!

Tra Salemi e Cefalù : UN ABISSO NON 164 KM DI AUTOSTRADA!
In tutti i campi!

ritratto di Nicchi Salvatore

Era prevedibile la

Era prevedibile la trasformazione in "PILATO" dopo quello che è stato fatto detto.
Prima non si pensa mai alle conseguenze.
Era tutto prevedibile!
"Mi sono spesso pentito di aver parlato, mai di aver taciuto" (Publilio Sirio).