Ancora altri sgarbi e altre croci per Cefalù?

ritratto di Angelo Sciortino

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Cefalù sta vivendo il suo momento di gloria, complici i tanti che l'amano e l'hanno amata e che hanno chiesto ad almeno due glorie nazionali di dare il loro illuminato contributo per riuscire dove essi non sono riusciti in oltre un decennio.
E così Simona Vicari, oggi senatrice del regno di Silvio e già sindaco di Cefalù, e Gianfranco Micciché, novello Ducezio, il principe siculo che combatté per l'indipendenza della Sicilia dai Greci e dai Cartaginesi, hanno chiesto a Edoardo Croci di dedicare la sua limpida intelligenza e il suo sapere bocconiano alla resurrezione di Cefalù.
L'ex Sindaco e il novello principe siculo, con una modestia degna di miglior causa e con la consapevolezza che Cefalù non ha uomini degni e capaci, hanno chiesto l'intervento del Nord, come La Farina e Crispi chiesero quello di Garibaldi per liberare la Sicilia.
Ma La Farina e Crispi, pur con i loro limiti, avevano intelligenza sufficiente per riconoscere un bravo generale. Una capacità della quale è lecito dubitare nel caso di Simona Vicari e di Gianfranco Micciché, se si considerano dell'una i risultati dei suoi passati dieci anni di amministrazione e dell'altro la sua lunga attività politica.
Se Croci aveva una sia pur piccola possibilità di essere credibile, l'ha persa in quanto proposto e presentato dai sopraddetti e accolto da quanti ai sopraddetti fecero la corte nel momento del loro massimo fulgore nell'opera di distruzione di quel che restava di Cefalù.
C'è un'altra gloria nazionale che offre il suo illuminato contributo a Cefalù: Vittorio Sgarbi, critico d'arte, uomo di immensa cultura e di tale fama internazionale, che, se eletto sindaco, farebbe di Cefalù una novella Gerusalemme o una Lourdes sicula, tanti e tali sarebbero i suoi estimatori, che verrebbero a visitarla.
Sgarbi che, a quanto pare, ha fondato il partito della rivoluzione per raccogliere sostegno. Bisogna stare attenti, però, perché le rivoluzioni le teste le tagliano, non le contano.
Ecco i due aspiranti del Nord. Questo sostenuto dal gruppetto che lo accolse al Teatro Comunale qualche mese fa, l'altro presentato come un esperto di lingua greca antica da chi non ne conosce neppure l'alfabeto.
Per fortuna ci sono altri candidati e confido che i Cefalutani sapranno distinguere la farina dalla crusca.

ritratto di Rosario Fertitta

Caro Angelo, nel condividere

Caro Angelo, nel condividere la tua analisi mi sono chiesto, in questi ultimi giorni: ma se "alcuni" ritengono che Cefalù non sia capace di esprimere un candidato sindaco capace di governare la città (e già questa considerazione mi suona altamente offensiva...), perchè mai - di contro - dovrebbero esserci soggetti capaci di rivestire la carica di vice o di assessore ?
Pur sempre di amministratori si tratta...
E allora l'operazione mi appare come un classico intervento di "restyling" (per analogia con quanto avviene nel mercato dell'auto).
Io credo che quando si ama la propria città CI SI METTE LA FACCIA IN PRIMA PERSONA non delegando ad altri....
Oppure, coerentemente, si delega in toto, vista la motivazione di fondo e cioè che in questa città non ci sarebbero uomini all'altezza e non soltanto per la carica di sindaco.
Questo sarebbe il coerente e consequenziale gesto politico.
Io, personalmente, voterò UN SINDACO CEFALUTANO senza guardare se di destra, centro o sinistra perchè in questo "giochetto" della finta ideologia qualcuno ci "sguazza" da anni....
Ad maiora.

ritratto di Angelo Sciortino

Devo risponderti? Sono

Devo risponderti? Sono d'accordo con te e aggiungo che non soltanto consiglieri e assessori dovrebbero essere di fuori, se di fuori dev'essere il sindaco, ma anche i cittadini non meriterebbero di autogovernarsi. Almeno così mi sembra che pensino coloro che scelgono per loro conto gli amministratori da imporre, con il beneplacito dei tanti utili idioti, che credono di essere statisti e depositari di ogni verità.
Per quanto l'ultimo sindaco sia stato un cefalutano, credi che la scelta sia caduta su di lui per questa "qualità"? O non piuttosto perché qualcuno da fuori lo ha scelto e ha reso così "credibile" la sua candidatura?
Anch'io voterò un sindaco cefalutano, a patto che non sia una scelta dei partiti, fatta dopo aver misurato con il loro bilancino le loro convenienze, ma no quelle della Città.

ritratto di Vincenzo Nastasi

personalmente..

Credo che una persona che ha rivestito la carica di primo cittadino in un altro comune siciliano, dimessosi perchè in Sicilia non si può governare,ritornando al nord,magari in attesa di qualche sua comparsata in tv,risulti poco credibile anche per quei seguaci che credono di avere ritrovato il nuovo Messia,in grado di risolvere i problemi di unaq città.Credo pure che il sindaco deve essere locale ,deve essere un sindaco che sia presente 24ore al giorno, un sindaco che salti se occorre il pasto, o non dorma perchè impegnato nel suo ufficio o meglio per le strade della città per capire e tastare con mano i problemi reali della città.Il sindaco che dovrà governare dovrà prima di promuovere l'azienda Cefalù a livello internazionale occuparsi delle piccole cose che fanno grande un amministrazione,per preparare appunto il prodotto Cefalù da offrire ai turisti....Sarò forse capra?????

ritratto di Giusi Farinella

Chissà perche esiste questa legge ..... ..

Secondo l'art. 55 del D.Lgs. 267/2000 "sono eleggibili a sindaco gli elettori di un qualsiasi comune della Repubblica che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età, nel primo giorno fissato per la votazione".
Quindi può essere eletto sindaco di un comune anche chi non risiede nel comune stesso.

PS: La scelta, quel processo mentale di pensiero, per fortuna è ampia.
Saranno così tanti i cadidati a sindaco che ogni elettore avrà ampia possibilità di scelta .. cefaludese o no ... medico o avvocato .. professore o critico d'arte ...
e poi .... carissimi pensatori .. non è così difficile candidarsi a sindaco .. perchè non scendete in campo ??
Forza .. dalle parole ai fatti ..

ritratto di Riccardo Gervasi

Le "scatole cinesi"

ritratto di Gianfranco D Anna

Restando in Sicilia

«Quando in Sicilia si vedeva un prete o un frate camminare in compagnia di un mafioso si era soliti esclamare: «Ficiru paci li cani e li lupi, poviri picurari, affritti capri» [Fecero pace i cani e i lupi, poveri pastori, afflitte capre,nda

Tratto da: Isaia Sales, I preti e i mafiosi: storia dei rapporti tra mafie e Chiesa cattolica, Baldini Castoldi Dalai Editote, 2010, pag. 80.

PS In questa vicenda i protagonisti non sono preti, frati o mafiosi ma per il resto... il proverbio - ieri riportato su Cefalunews a firma del Sig. Nino Di Paola - credo sia proprio pertinente.