L’idea Patanella sui Beni di Cefalù: se la cambia è uno stupido?
30 Gennaio 2010, 21:45 - Antonio Franco [suoi interventi e commenti]
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Non ero presente all’incontro promosso dall’Amministrazione comunale sulla “gestione” dei beni artistici e culturali di Cefalù: e questo senz’altro non per l’istintiva antipatia che mi suscita chi vuol venire da fuori ad istruire i retrogradi indigeni sulle potenzialità incomprese dei luoghi in cui – pare quasi dirsi – si limitano a vegetare, né certamente perché rifiuto il dialogo sui più impellenti temi della cultura locale, anzi… Ma non ho potuto affatto lasciare il mio lavoro a scuola e ho appreso i contenuti dell’incontro dai resoconti degli amici e dal dettagliatissimo reportage de L’altra Cefalù.
La sensazione è quella di non essermi perso altro se non forti attacchi di gastrite indotti dall’enorme quantità di sciocchezze da ascoltare, pur non potendo comunque evitare adesso il senso di sconcerto che dà la lettura degli interventi dell’assessore Patanella e del dott. Pes, illustre invitato all’incontro.
L’avv. Patanella, che viene da una Città con i Beni Culturali tra i peggio valorizzati al mondo, ha il piglio di chi vuol far uscire Cefalù dalle tenebre dell’incultura con il Progetto del Secolo: l’anno di Ruggero II. Parte maluccio, però, se si presenta ad un appuntamento così ben architettato senza aver ripassato quanto meno gli elementi basilari, diremmo la storia e la geografia dell’argomento: se, per enfatizzare, infatti, l’opera di Ruggero, afferma che a lui si devono pure la realizzazione del Duomo di Monreale (in realtà voluto dal nipote Guglielmo II quando il nonno era morto da vent’anni) e del Castello sulla nostra Rocca (che tutti sanno essere un sito già fortificato in età antica, ma ancor più in età bizantina, comunque di sicuro con un castello che resiste ad un assedio arabo nell’837 circa) quanta credibilità può ricevere l’assessore già da un ascoltatore di media cultura? Che dire poi di quando, parlando delle sue difficoltà a trovare la Cefalù turistica su Google, chiama la nostra città (spero si tratti di un refuso di trascrizione o di un lapsus per la stanchezza di aver parlato tanto) “perla dello Ionio”: ma non è il Tirreno il mare davanti a noi? Forse è per questo che l’assessore ha avuto difficoltà nella ricerca su Google!
Dopo queste indispensabili precisazioni, andiamo ai contenuti dell’incontro.
Il dott. Pes (prof per cosa? se è per rispetto del livello culturale, ringrazio a nome di tutti i prof, ma Aurelio Pes è laureato in legge, lavora all’assessorato regionale BBCC, esperto d’arte e musicologo, è un intellettuale di lungo corso con molte nomine assessoriali, anche saggista e drammaturgo di un certo successo, ma non mi pare abbia sia mai stato nei ruoli dell’università o della scuola pubblica), dicevo il dott. Pes è venuto a fare la sua parte, cioè quella dell’affabulatore che deve ammaliare il pubblico saltando di palo in frasca su Cefalù e le Madonie: da Ruggero alla ceramica di S. Stefano, dai Gagini ai formaggi, dal ritratto di Antonello (che, tra parentesi fu rinvenuto in una farmacia e non in un’osteria) al Village Magique al filosofo cinese, cioè il solito abile tourbillon di nozioni in sé banali ma atte a confondere un pubblico preso alla sprovvista perché convenuto su altra tematica; sì, perché, di fatto, l’intervento risulta solo genericamente riferibile alla questione della gestione dei Beni culturali di Cefalù e minimamente utile sul piano operativo. Di esso si ricorderà, soprattutto, la infelice battuta, espressione di laicismo qualunquista, sulla Chiesa del Rinascimento “grande perché dentro c’erano i banchieri”, come se lo splendore di un’epoca dipenda solo dal quattrino (e la chiesa delle cattedrali gotiche, e il ciclo di Assisi, e le stesse cattedrali normanne?)… e poi gli alti punti del “programma ruggeriano” – mi pare – riducibili a tre: 1) la statua dello scultore Salvato, da mettere al molo, ma ancora non si è capito com’è fatta, chi l’ha commissionata e con quali soldi si paga (ma quell’area non sarebbe, invece, da ripulire e curare per non farne degradare il restauro?); 2) l’opera lirica di Szymanowski, con annessa rappresentazione dell’incoronazione di Ruggero (ma il dramma in questione è forse il più complesso e monumentale dell’artista, di ben difficile messa in scena), di cui, però, non si è capito se sarà recitato dal vivo (quindi davvero con costumi e materiali realizzati a Cefalù, come hanno detto) o solo con la musica dal vivo sullo sfondo di video di scena muti (una soluzione mortificante per l’opera e di pessimo gusto per il programma, lo voglio dire subito); 3) il gemellaggio con Monaco di Baviera, così tanto per mirare in basso, ma ci dovrebbero spiegare se è nello stesso stile di quello, appena del 2008, con la città francese di Plougastel, pure motivato con le comuni identità normanne, ma rivelatosi solo un espediente per accedere a qualche elemosina dagli enti pubblici, senza alcuna attività né ricaduta di valore turistico-culturale.
Insomma, una presentazione confusa e artefatta, che ben si riassume nelle seguenti parole di Aurelio Pes: “tutto questo, lentamente, lentamente, poi ve lo leggerete attraverso questo programma che ho già preparato con l’assessore” … cioè “è già tutto pronto, quest’incontro è tanto per parlarne e, se volete avere qualche tozzo di pane, non avete che farvi avanti rivolgendovi, a capo chino e come si fa di solito, a chi comanda a Cefalù” … altro che confusione: tutto chiaro, no?
In questo modo, quindi, s’è promesso che arriveranno quattrini, anche se a chi gioveranno non si sa; poi, è avvenuta un’altra “tempestata” di dati, telematici e numerici, da parte dell’assessore Patanella sulla gestione dei Beni culturali di Cefalù: prima, un’orgia di parole per dire che Cefalù non è più nel turismo che conta in Sicilia; ce n’eravamo accorti tutti, in particolare i lavoratori a spasso o in nero, ma perché non chiede delucidazioni allo sponsor della sua giunta, la sen. Vicari, che, dopo 10 anni di “luna park Cefalù”, ha lasciato un turismo locale screditato e in macerie, oppure al sindaco suo, Pippo Guercio, che alle elezioni aveva promesso che, in due anni, Cefalù avrebbe raggiunto i livelli turistici di Taormina, oppure agli albergatori suoi sostenitori, Neri e Farinella, che da decenni hanno una loro forte influenza sulle politiche turistiche locali? L’avv. Patanella vuol sistemare tutto con un ticket? Ma di cosa parla? La proposta è di grande fumosità: la questione dell’euro è tutta da verificare e impostare, la moltiplicazione per 4 euro un gioco di prestigio perché chi può garantire che TUTTI gli assai presunti 700.000 visitatori spenderanno tale cifra per visitare siti e monumenti? A mio parere, il gioco d’artificio dell’assessore mira a depistare gli interlocutori dal vero concetto, cioè quello della privatizzazione della gestione, rassicurandoli su presunti introiti pubblici e sulle solite promesse di interazione delle realtà locali e delle opportunità per i lavoratori locali … TUTTE poi da verificare, purtroppo quando la frittata sarebbe già fatta! Vogliamo scommettere che, come per il programma ruggeriano, l’abitino su misura per i gestori privati è già predisposto?
Mi sono espresso più volte sul modello di gestione a guida pubblica dei Beni culturali: sono solo chiacchiere quelle sulla mancanza di risorse e personale, perché la gestione in economia di alcuni Beni è necessaria per verificarne costantemente la tutela, quando si tratta di piccole entità; quando si parla di realtà più complesse, come la Rocca e il teatro, si tratta di valorizzare le competenze che ci sono in loco supportandole anche con poche unità di personale comunale, accettando di rimetterci qualcosa recuperandola da un’altra parte, legandosi con Enti sovracomunali, insomma tirando fuori le idee e il prestigio della Città, che ha la forza di generare un indotto pure più ampio di lavoratori e permettendo, ad esempio, di integrare in esperienze di formazione-lavoro gli studenti del corso di laurea in Turismo Culturale o degli Istituti superiori di Cefalù, con progetti che li responsabilizzino come animatori dei servizi turistici e, in prospettiva, come operatori e imprenditori turistici.
L’ho fatta lunga, lo so, ma su queste cose aspetto da anni un confronto pubblico con amministratori che non vendano fumo bensì presentino un progetto “sistemico” sull’integrazione turismo-cultura a Cefalù: per l’assessore Patanella, spero che cambi idea, tanto egli ha detto che farlo è espressione di intelligenza; da una facile ricerca su Google, strumento che ci ha esortato ad usare, alla voce “Vito Patanella” vien fuori un suo notevole intervento del 03.07.1993 ad un’assemblea della Rete con il suo leader di allora, Leoluca Orlando, insieme (ma guarda) con Simona Vicari, in cui egli difendeva la propria identità di socialista del circolo “Liberazione” contro – diceva – il riemergere della balena bianca Diccì e a favore di un “governo partecipato della Città, a partire dalla priorità antimafia”; ma oggi è assessore dell’UDC in una giunta che non ha mai avuto il voto del popolo di Cefalù e che di socialista forse ha caratteristiche più legate alle evoluzioni craxiane che agli ideali originari. Però, ci dirà che ha cambiato idea: va bene, speriamo che la cambi anche sulla gestione dei Beni culturali di Cefalù; certo non lo giudicheremo uno stupido, specie se si dedicherà davvero a risolvere problemi più urgenti di questa Città che ne degradano l’immagine.
Altrimenti finirà che cambieranno idea anche quei molto meno di 700 mila turisti che ancora ci onorano di scegliere Cefalù come loro meta.
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La gatta frettolosa fa i gattini ciechi
dalla terza parte del dibattito del 27 gennaio 2010
Patanella
Volevo aggiungere altre informazioni a quanto già detto. Nella prima parte, ho illustrato questa ipotesi di “gestione dei servizi aggiuntivi”. Devo però dire che,, al di là di questa idea forte, stiamo mettendo in cantiere, grazie ai bandi che sono stati pubblicati dall’assessorato al turismo, altre due ipotesi molto interessanti: la prima è la valorizzazione di villa Bordonaro, che è stata sede, fino a due anni fa, del Pit, e sulla quale puntiamo per farne un teatro all’aperto e un centro polivalente culturale. Questo bando è aperto: proprio per la ristrutturazione e l’abbellimento di strutture a fini culturali e turistici. Abbiamo visitato i luoghi con alcuni giornalisti, e abbiamo immaginato l’ipotesi di un teatro che funzionasse nel periodo estivo (un po’ - per intenderci, se qualcuno lo conosce -, il teatro della Verdura di Palermo), dove allestire un cartellone di altissima qualità; al contempo, riparandone i tetti (perché lì purtroppo c’è stato l’intervento di restauro ma adesso ha bisogno nuovamente di essere recuperato). Un centro permanente di cultura, dove fare quei famosi dibattiti,” dedicati”, con molto più tempo, dove la cultura Cefaludese - che ho avuto più volte modo di apprezzare -, abbia una cassa di risonanza più alta e più elevata, come base di confronto con la “intellighentia” nazionale. Sono d’accordo con il discorso “università” del professore Pes, e poi - un’altra cosa -, pensiamo ad un progetto di ricerca sul turismo perché un campione come Cefalù, dove ci sono 700.000 presenze l’anno, - mi dice l’università di Palermo - è fondamentale per sviluppare dei percorsi alternativi per il turismo, e quindi fare ricerche in questo settore. Infine l’idea che ho lanciato, la settimana scorsa, che ha già trovato, per esempio, il consenso del Sindaco di Campofelice e di diversi assessori delle Madonie, e che attende il consenso di tanti altri operatori del settore, e cioè il fatto di creare un “polo ecologico” da Termini Imerese sino a Cefalù, che coinvolga tutte le Madonie, proprio per creare quel circuito di “turismo alternativo” che cerca percorsi dove si possa semplicemente “respirare”! Già questo, oggi, credetemi, è tanto! E allora, il polo ecologico significa evidentemente: centri storici aperti soltanto alle auto elettriche, tutti i mezzi pubblici riconvertiti con pannelli solari, la raccolta differenziata almeno al 70%, dei percorsi trekking, per esempio, sulla rocca. Quindi, non solo il parco ecologico, ma tutto quello che porti a questo “turismo alternativo”, che deve essere semplicemente, ripeto, promosso e guidato.
A proposito della promozione, ci sono i Bit che sono una vetrina incredibile per dare un prodotto. Però se noi questo prodotto non lo creiamo e non lo definiamo, rischiamo di sprecare queste occasioni; non vorrei trovarmi ad andare all’ennesimo Bit per dire Cefalù è bella, ma senza dire cosa c’è di concreto e cosa si fa a Cefalù, quale è il nostro cartellone. Ci sono poi altri eventi sui quali continuiamo a puntare: lo sherbeth festival (che comunque ha portato 150.000 presenze, che non sono una cosa da poco), e quello che volgarmente chiamiamo “il pasta festival”. Si sta immaginando un nome diverso ma sostanzialmente sulle orme del “couscous festival” di San Vito lo Capo. Il tema della pasta è molto più ampio e ci appartiene di più come tradizione.
C’è sul Vilage Magique - l’avete letto probabilmente sui giornali -, un interesse degli emirati arabi, che vorrebbero restituire a quei luoghi la sua storia e la sua tradizione; sotto questo profilo si sta discutendo. Tutto il mondo arabo sta puntando parecchio sulla Sicilia. Per esempio, oggi in Sicilia ci sono sette ministri, dell’Oman, che stanno girando Palermo, probabilmente per fare un po’ di “spesucce. La cosa non dispiace, se queste spese sono bene indirizzate a valorizzare le nostre risorse. Se invece si tratta di colonizzazione, certamente non le possiamo sottoscrivere.
Patanella
Su questo rispondo subito.
Intanto le associazioni possono liberamente organizzarsi per partecipare al bando sia in forma singola che associata.
Comunque una cosa è certa, l’ho detto prima, in una griglia di valutazione, un punteggio sarà specificatamente attribuito a quei soggetti che porranno all’interno della società, le realtà locali, in forma singola o associata. Cioè a dire: - siccome io vado a valutare anche i curricula- se tu metti dei professionisti (faccio un nome per tutti, il professore Saja) mentre un altro soggetto, tra i suoi curricula, non inserisce nessun cefaludese, è evidente che il punteggio più alto andrà al primo soggetto. Così, come un’altra voce del bando: se tu in Ati (associazione temporanea d’impresa), hai una associazione cefaludese, più associazioni cefaludesi, società, imprese, di Cefalù, anche lì il punteggio sarà più elevato. Cioè inseriamo dei meccanismi che comunque impongano a soggetti, anche esterni alla città di Cefalù, di servirsi, tra virgolette sempre, del territorio. Perché non accada quello che tutti si preoccupano che accada, cioè la “colonizzazione”! Questo, se, da un lato, è da deprecare, da un punto di vista, invece, di noau è una “colonizzazione” positiva. Il fatto che io di porto del noau, e lo trasferisco - come competenze -, è da auspicare. L’importante che questo trasferimento di competenze avviene già “a monte” e non “a valle”; cioè a dire: tu me lo dici prima; mi dici chi siete, e, in questo caso, io so che è certo quel risultato di trasferimento di noau. Così che (la legge prevede un rinnovo 4 + 4 + 4 anni) magari dopo i primi quattro anni, probabilmente quelle associazioni, quei soggetti coinvolti, decideranno, alla riapertura del bando, di associarsi tra di loro e di escludere chi ha trasferito loro quel noau. Anzi, tutto questo è auspicabile, significa che ci si è professionalizzati a tal punto che non c’è più bisogno di avere la società che viene da fuori. Aggiungo, mi auguro che non ci sia bisogno neanche adesso; nel senso che io non conosco tutte le realtà imprenditoriali di Cefalù; non so se già c’è la capacità, a Cefalù stessa, di organizzarsi in tal senso. Ve lo chiedo; cioè la riunione di oggi va pure in questa direzione! Se c’è chi ritiene di potersi candidare, e mi dimostra, e ci dimostra, che ha le carte in regola e le capacità per farlo, ma io sono pronto a sedermi e a diventare, non l’artefice, ma colui che impara da questo soggetto. Diversamente, aprioristicamente dire “no” a chi è in condizioni di trasferirvi questa noau, è folle!
In più, se questo tu lo sposi con la facoltà di scienze turistiche, che c’è qui a Cefalù, e che stiamo facendo di tutto perché vi rimanga (purtroppo l’Università ha già stabilito che vuole portarla via), ma se si riesce a sposarlo con un progetto di ricerca universitaria che vada verso una direzione di avanscoperta per creare il futuro di Cefalù, secondo me, non è che scopriamo la carta vetrata, andiamo a fare quello che normalmente e solitamente avviene in realtà dove, credetemi, non hanno nulla se non il mare Adriatico grigio, la sabbia grigia e il sole a giorni alterni. Ma se loro ci riescono, perché noi dobbiamo essere così miopi da non capire che avendo molto, ma molto di più di loro, anzi non essendo neanche paragonabili con gabich-mare, (e qui, l’assessore riprende il tema della importanta di un uso intelligente di Internet: non più una realtà “virtuale” ma la realtà a tutti gli effetti della “nuova economia”). Questo, insieme alla storia della città, questo mi deve servire per creare quella ricchezza che tuteli la storia. Questo deve venire fuori non dalle conventicole, o dai piccoli gruppuscoli che fanno “l’isola”, a loro modo, “felic”, deve venire dai tanti che si aprono e che mettono la loro intelligenza e le loro enormi capacità - e le conosciamo - a servizio dell’intera collettività!
Patanella
Sul controllo.
Non l’ho detto prima, l’ ho dimenticato e me ne scuso. Mi fa piacere il suo intervento, proprio perché nessuno si vuole deresponsabilizzare, e affidare tutto al privato è anche una forma di deresponsabilizzazione.
Abbiamo perciò immaginato una sorta di autority, dove soggetti particolarmente esperti e capaci, individuati dal consiglio comunale, dalla giunta, dalla città (la forma la troviamo, non è questo il tema), abbiano il compito preciso di verificare la puntuale realizzazione di quello che è indicato nel progetto. Una convenzione che si va a sottoscrivere tra l’aggiudicatario e il concessionario, tra l’aggiudicatario e il Comune, da proprio la possibilità di revocare l’appalto, laddove non vi è un puntuale adempimento di tutte le indicazioni progettuali. Perché è facile dire: “porterò la luna sulla terra” se poi non lo faccio, tanto, nel frattempo, ho incassato! Se tu stabilisci, in maniera puntuale, che porti “la luna sulla terra”, ti assumi la responsabilità di quello che dici, esattamente come stiamo facendo noi questa mattina.
Patanella
Quando tu immagini questo, e cioè: il comune tiene per sé soltanto la rocca, e invece, sul resto, fa’ quel ragionamento che dicevamo prima, e utilizza, o si serve, o collabora con delle associazioni, il ragionamento che io faccio è sempre però la difficoltà burocratica ed economica della gestione. Ci sono tre soggetti (Legambiente, Giubbe d’italia, Cai) ma tre convenzioni separate sarebbe una cosa da folle. Assodato che questi tre soggetti raggiungono un’intesa per creare un unico soggetto di riferimento, e che, comunque, il Comune mantenga la, chiamiamola, “competenza” sulla rocca, come faccio, io, poi, a far passare gli introiti dal Comune alle associazioni o viceversa? O io faccio un affidamento, totalmente, a questi tre soggetti e mantengo l’autority pei servizi aggiuntivi, oppure il Comune mantiene tutto e, poi, può acquistare - sempre che il regolamento comunale, poi, lo va a consentire - alcuni servizi da questo “consorzio”. L’idea non mi dispiace, attenzione, perché, comunque, se io ho le risorse in casa, intendo dire a Cefalù, per valorizzare questo soggetto, poi devo trovare lo strumento burocratico perché questo possa avvenire; perché non si vive di sola gloria, né il Comune, nè voi. Per quanto siate associazioni che nascono dal volontariato, a meno che non mi dite ... ma, allora, domani mattina, noi possiamo fare una convenzione subito; anzi a Dario e alla dottoressa Fertitta diremo che vi mettete immediatamente al servizio, a disposizione, con i ragazzi delle vostre associazioni, e il Comune deve semplicemente mettere un po’ a posto e occuparsi della manutenzione. Questa convenzione la possiamo fare subito! Ma non credo che sia questo lo spirito, almeno non mi pare di comprendere, perché l’esperienza passata è stata “un servizio” che avete fatto; se, ora, lo volete continuare in questo modo, sediamoci e ragioniamone. Dubito che possono convivere due realtà, dove una guadagna, e l’altra dà soltanto. Mi sembra veramente iniquo nei confronti di chi si spende per questa città! Comunque è un argomento importante su cui ragionare. Però questo deve prevedere una vostra volontà, di questi tre soggetti o di qualunque altro soggetto - oggi ne vedo solo tre, non so se ce ne sono altri immagino di no - che si consorziano in un unico soggetto, con il quale interloquisce il Comune. Su questo, ragioniamone.
Patanella
Sui tempi.
Per quanto riguarda l’anno dedicato a Ruggero, penso che nei prossimi 10 giorni, 15, al massimo, avremo contezza delle risorse economiche da parte dell’assessorato. E, speriamo, anche da parte del Ministero degli Esteri. Avuta contezza delle risorse economiche, a quel punto, ecco, passeremo alla fase operativa. Il cartellone, le iniziative sono assolutamente aperte all’intervento di chiunque abbia idee ,abbia contributi da offrire, e, tenuto conto che, comunque, 7/8 manifestazioni già sono messi a calendario. Per quanto riguarda invece il bando sui servizi aggiuntivi, laddove dovessimo riscontrare evidentemente il consenso di tutte le categorie e le associazioni (perché è mia intenzione continuare a confrontarmi su questo tema), il tutto dipende dall’approvazione del regolamento da parte del consiglio comunale. Prima il regolamento arriva in consiglio comunale - sulla gestione dei beni comunali -, prima il consiglio sarà messo nelle condizioni di poterne discutere, e di approvarlo! Là dove appunto il regolamento dovesse dare la possibilità del bando e della gestione affidata a terzi - cosa che noi riteniamo una possibilità ovvia ed evidente -, l’amministrazione, a sua volta, sceglierà come reagire, come farlo, e con quali tempi. Evidentemente, c’è questo passaggio, che deve essere fatto perché questa è la democrazia (i beni appartengono alla città e quindi al consiglio comunale che anche al suo interno rappresenta l’amministrazione) -. Successivamente, poi, evidentemente, potremo parlare di un Bando che, devo dire, nei fatti, c’è, nel senso che abbiamo già una bozza di bando - che ho appena illustrato - anche questa soggetta a modifiche ed interventi da parte di chi ha suggerimenti da offrire.
L’ultima domanda è il ticket. Allora, per carità, la giunta e sovrana, ma la mia idea del ticket nasce come misura in corresponsione di un servizio. Se io non offro il servizio alternativo da offrire al turista, creare un balzello credo sia un disincentivo per venire a Cefalù, a prescindere se il balzello lo riscuote l’albergatore, e se me lo dà o non me lo dà. La polemica è graziosissima, e aprirebbe una ferita, tra il Comune e gli albergatori, lunga, ma io non vado a sottoporre un balzello ai turisti senza dare in cambio un servizio. Sarei uno sprovveduto, sarei un folle; sì mi porta € 700.000, freschi, in cassa al Comune, ma mi porta pure un danno di immagine, e una aggressione da parte della stampa e delle associazioni di categoria, che mi fa perdere, come introiti, sicuramente, 10 volte tanto. Quindi, mai andrò ad istituire un ticket, se non avrò prima prestabilito i servizi che dò in funzione di questo ticket.
Patanella
Il regolamento (la bozza), per quanto io ho avuto modo di vedere e sapere, dagli uffici - che mi hanno peraltro fatto avere copia di un’ipotesi di regolamento da portare in consiglio - è pronta. Lo era già, pronta, ad ottobre; poi il consiglio, purtroppo per noi, si è dovuto occupare di cose molto più urgenti e, probabilmente, anche importanti: di aspetti economici (Lapunzina “solo per una questione di informazione: non è mai arrivata in consiglio”!). Ho detto che ad ottobre era pronta, poi in consiglio si sono dovuti affrontare problemi molto più urgente - parliamo del disavanzo economico del comune -, e, quindi risolvere, intanto, questo aspetto di sopravvivenza, oggi, probabilmente, siamo pronti per mandarlo al consiglio, perché il consiglio ne discuta. Certamente la bozza del regolamento, la giunta l’ha già definita è pronta; io ho avuto modo di leggerla, poi sarà il consiglio, laddove riterrà di approvarla, così com’è, o di emendarla, di aggiungere o togliere, nella sua sovranità, a stabilire quale deve essere poi la stesura definitiva del regolamento. Quindi, da parte mia, figuriamoci se non lo manderei al consiglio domani mattina! E’ quello che proporrò di fare alla giunta, quello che spero si decida di fare immediatamente. Quindi poi sarà la presidenza del consiglio, insieme alla conferenza dei capigruppo, a stabilire l’ordine del giorno, e quando inserirlo.
Su un aspetto voglio intervenire perché non vorrei che - non è il caso vostro -, domani, ci fosse un ipotetico quotidiano che intitolasse: “l’assessore Patanella mette la tassa di un euro a Cefalù”; perché questa sarebbe una menzogna terribile, falsa, sarebbe una bugia che immediatamente dovrei smentire; sono sicuro che così non sarà. Ho spiegato che non si parla di una tassa di un euro; ho immaginato un percorso che dìa alla città, e al turista, dei servizi che, evidentemente, dovranno essere pagati. Ho fatto l’esempio di un euro per ricordare altre strutture, altre realtà, dove questo già avviene, ma non è detto che necessariamente si debba porre questo euro come accesso ai luoghi. Se, per esempio, già in un albergo tu compri un pacchetto di iniziative. Allora, se io, per esempio, prenoto la guida, o l’audio-guida, non pagherò l’euro, ma se io devo usufruire semplicemente della visita libera, per godere di un bene, se quel bene - come bene ricordavi tu - si presta a presentarsi con pulizia, cultura, tradizione, rispetto; se quel bene - in una sola parola - ti riesce a dare “emozione”, perché, tu che vieni qui, non devi metterci in condizione di conservarla, dando il tuo aiuto economico? Quindi, non una “tassa” ma uno “spirito di servizio” da parte del turista, che mi dà un aiuto economico per conservare un bene che - come dice bene il professore Pes - è un patrimonio per l’umanità intera, e lo diventa se fa sistema, se valorizza le sue risorse intellettuali, prima, e manuali, dopo. Se, invece, resta nella sua nicchia, fa bene l’Unesco a dire: non siamo interessati, abbiamo di meglio! Se quello invece è un sistema - come ce l’ha ben spiegato il professor Aurelio Pes -, evidentemente l’Unesco dovrà prestarci attenzione.
Quanto al duomo di Monreale correggo il mio errore. Il resto è solo sterile polemica personale alla quale per dovere istituzionale in questa sede non intendo replicare.
Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco ...
Quanto lei ha proposto, assessore Patanella, è fumoso e contraddittorio né corrisponde alle reali attese culturali di Cefalù: qualcuno in questa Città deve pur avere il coraggio di esprimerle chiaramente quel che pensa; non vorrei che lei ritenesse di avere il 100% dei consensi su quel che propone, né d'altronde sono state poche o poco autorevoli le perplessità che la sua proposta ha suscitato nell'incontro con le realtà culturali locali! O non se n'è accorto?
a) Sul ticket sì o ticket no, a quanto pare, già lei ha fatto, in quell'occasione, più di mezzo passo indietro registrando la posizione contraria di taluni albergatori: io le ho detto che sono contrario, ma non perché lo dicono gli albergatori, bensì perché creerebbe disparità fra turisti che lo pagano e altri che non lo pagano (perché non intercettabili); aggiungo che non sono affatto per la gratuità dei monumenti, perché farei pagare un ticket anche di 10 euro per i non residenti purché vi fosse un minimo di servizio pubblico di accoglienza/guida e un massimo di decoro, che il Comune può far curare in convenzione, più servizi aggiuntivi a fruizione facoltativa gestiti da associazioni o privati (e questo vale per tutto, dalla Rocca alla Corte delle stelle, dal teatro al bastione).
b) Sulla gestione del teatro sono pronto a confrontarmi con lei e con qualunque altro amministratore perché le dimostrerò come si può gestire da Ente pubblico una struttura come la nostra senza regalarla alla gestione di privati o di altri enti che ne farebbero il loro canapè: questo non perché ho la scienza infusa ma perché ritengo di potermi avvalere di esperti di qualità anche superiore a quelli che consulta lei, e per un maggiore interesse della collettività!
c) Sull'anno ruggeriano, guardi, la invito a chiedere non a quelli che erano lì all'incontro, ma in giro, in particolare ai giovani e, soprattutto, ai visitatori (non ai turisti mordi e fuggi) per sapere cosa si aspettano dalla Città perché risalga nelle classifiche turistiche: le diranno TUTTI che si aspettano più cura dei luoghi, più strutture funzionanti, più servizi essenziali, l'acqua potabile, le strade a posto, un traffico regolare, meno rumori notturni, ecc., a cui aggiungeranno, infine, delle manifestazioni che li coinvolgano; lei pensa che l'inaugurazione di una statua, un'opera lirica di Szymanowski, un gemellaggio e la messa in scena di un'incoronazione vadano in questo senso? faccia pure!
d) sul Regolamento per i Beni comunali, sto aspettando che qualche amministrazione abbia il senso di responsabilità di spingere gli Uffici a completarne la bozza e di portarlo in Consiglio, altrimenti continuerò a pensare che si vuol persistere nel rimanerne senza, perché - nelle more - si continui a fare come prima, cioè a discrezione e simpatia di chi governa la Città.
e) Sui festival che vuol organizzare: anzitutto mi sono sempre chiesto perché lo Sherbeth dev'esser fatto in autunno, quando a Cefalù c'è poca gente e poca ne richiama una manifestazione sul gelato che, invece, fatta (non dico ad agosto) ma a fine maggio, a giugno, ai primi di luglio potrebbe lanciare il prodotto e fungere da promozione stagionale per la Città; inoltre, sulla pasta (guardi che su quest'argomento, come diamo a vedere entrambi, con lei reggo il confronto da esperto) non farei un festival generalista, ma partirei dalla "pasta a taianu", nostro piatto tipico, di cui la benemerita associazione Polis Kephaloidion già organizza una sagra, che si potrebbe potenziare aprendola al confronto con altre tipologie di pasta e di piatti connessi.
Come vede, a Cefalù - se cerca un confronto istituzionale vero - troverà chi ha idee per amministrare questa Città; se ne cerca uno di maniera, su proposte preconfenzionate, discusse "tanto per parlare" e dimostrare che si convocano gli interessati ma " ahimè gli interlocutori sono pochi o non ci sono le competenze", non potrà che ricevere le mie critiche (e non solo le mie). E, in conclusione, non si rifugi nelle ritrite frasi fatte: lei ha il DOVERE istituzionale di rispondermi in qualunque sede, perché io sono un consigliere comunale, quindi eletto dai cittadini, che le chiede, a nome loro e non solo, conto e ragione del suo operato; lei non è stato eletto ma è un assessore di questa Città, quindi lasci stare espressioni come "sterile polemica personale". La sterilità culturale, anche in funzione polemica, non mi appartiene e, glielo dico sinceramente, non si offenda: se lei fosse solo l'avv. Vito Patanella, cittadino di Palermo, e io fossi solo il prof. Antonio Franco, cittadino di Cefalù, non prenderei neanche in considerazione le sue proposte né perderei tempo a valutarne con il bilancino in milligrammi il peso culturale; invece, sono tenuto a degnarle di discussione e, siccome non le condivido, a dibatterle dialetticamente perché riguardano la mia Città, di cui sono consigliere comunale e di cui lei non è più un osservatore esterno (con cui la polemica sarebbe personale) ma un assessore, vedremo quanto pro tempore.