Le punizioni di Ruggero - parte X: Ruggero e le "canne".
8 Febbraio 2012, 12:33 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti]
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Dopo una lunga passeggiata per le vie del Centro Storico, Ruggero e il suo seguito se ne tornavano verso il Liceo.
I loro visi erano sorridenti, quando ricordavano le battute salaci che ognuno di loro aveva detto in occasione di alcune conversazioni casualmente captate durante la passeggiata, e mesti, quando invece ricordavano episodi tristi.
Un uomo, più rimbambito che vecchio, aveva urlato, rivolto ad altri a lui simili:
“Voi non capite niente. L'arbitro non se n'è accorto, ma c'era il rigore! Io lo manderei a zappare... se per colpa sua perderemo il primo posto... U Signuri ci l'avi a fari paari! Iddu sì ca ieni arbitru veru!... Un' mi faciti arrabbiari, ca sugnu malatu di cori!”
Intanto che i poveri rimbambiti commentavano e reclamavano interventi divini per rompere gambe ai giocatori citati o per mandare all'inferno qualche arbitro, di fronte a loro stavano per abbattere un ficus secolare, uno dei due rimasti dopo il disboscamento voluto dall'amministrazione per evitare gli assembramenti protetti dalla loro ombra. Ne erano stati lasciati soltanto due per fare ombra sulla zona riservata a parco giochi dei bambini. L'amministrazione, affidandone però la potatura a mani inesperte e stabilendo per essa periodi dell'anno sbagliati, aveva fatto sì che i due alberi si ammalassero, per cui bisognava abbatterli per la sicurezza dei bambini.
La malattia dei due alberi aveva avuto un crescendo durato diversi anni e nessuno se n'era accorto. Botta, che dietro quegli alberi sapeva esserci una sua statua, disse:
“Si è trattato di un suicidio. I poveri alberi non ce la facevano più a sentire le troppe imbecillità, che purtroppo non danno requie e che questi vecchi rimbambiti ripetono dal lunedì alla domenica di ogni settimana dell'anno!”
“Credo, comunque, che fanno bene a tagliarli” intervenne Lo Duca “perché la loro presenza è un invito a mentire fatto ai cittadini: mentono, perché si ostinano a chiamare villa i due ficus. Potenza della fantasia o della menzogna!”
Quando il gruppetto fu dietro questa fantomatica villa, si accorsero di un gruppo di giovinastri seduti un po' dappertutto e non sorretti da alcun sedile, ma dal nudo selciato. Tutti, uomini e donne, fumavano e a ogni aspirata tiravano in su la testa, come per volgere lo sguardo al cielo, e poi facevano uscire dalla bocca il fumo aspirato, ma lo facevano con esasperante lentezza, come se non volessero liberare i loro polmoni, ma riversarlo tutto nel sangue.
“Che strano modo di fumare!” disse Mandralisca “Noi, quando fumavamo i sigari, facevamo meno smorfie e avevamo uno sguardo meno ebete. Ma forse è effetto della qualità del tabacco.”
E nel dire queste parole, si chinò e prese dalle dita di una ragazza uno di quei piccoli sigari. La ragazza si guardava intorno e poi guardava per terra, alla ricerca della sigaretta scomparsa. Per quanto impegno mettesse nella ricerca, non la trovava, perché essa, tra le dita del Barone, era diventata invisibile.
Con calma il Barone l'annusò, la palpò in lungo e in largo, ne tirò una punta di tabacco e l'assaggiò. Poi la passò a Spinuzza, che dopo un breve controllo, la passò a Botta. Lo Duca e il Re, invece, si schernirono.
“Che strano tabacco!” disse il Barone.
“Davvero strano!” gli fece eco Botta.
“Io non me ne intendo, perché in vita mia non fumai” disse Spinuzza “ma, dai racconti che qualche nuovo arrivato mi ha fatto nell'Aldilà, deve trattarsi di marijuana, le cui sigarette chiamano canne. Chi ne parlava, diceva che grazie al suo fumo era riuscito a raggiungerci con molto anticipo rispetto a quanto stabilito da Fato.”
“Ma allora perché fumano questi veleni?” disse il Re.
“Per sfuggire alla noia o per vivere intensamente.” disse il Barone “Ma non è vero che vivono intensamente, perché non hanno alcun ricordo dei momenti vissuti mentre erano sotto l'effetto della marijuana. Fumano per la stupida curiosità propria dei giovani. I genitori e i loro maestri dovrebbero aiutarli a indirizzare meglio questa loro curiosità. Ma se i genitori sono come quelli che abbiamo sentito poco fa e i maestri sono tutti come coloro che abbiamo sentito e visto questa mattina, questi poveri giovani sono perduti.”
“Questo, fra quelli che abbiamo visto, è il problema più importante di Cefalù.” disse Ruggero. Poi soggiunse: “Intanto andiamo al Liceo. Fra poco comincerà il ricevimento e non voglio perdermene una parola. Chissà che seguirlo non ci faccia capire qualcosa! E magari che non troviamo suggerimenti per migliorare questa situazione.”
Si avviarono e in pochi minuti raggiunsero il Liceo. Entrarono e si ritrovarono nel corridoio affollato di donne. A Ruggero sembrò per un momento di essere ad Algeri in un harem, così tanto numerose erano le donne, mentre gli uomini non superavano il numero di tre. Forse fu per questa ragione che i tre gli sembrarono per un attimo gli eunuchi di servizio.
In un'aula erano state unite tre cattedre e dietro di esse sedevano gli insegnanti. Di fronte si sedevano invece i genitori, a mano a mano che veniva il loro turno. Ruggero e il Barone si posero ai lati opposti di quello ch'era divenuto un lungo tavolo e cominciarono ad ascoltare con la massima attenzione i colloqui di questa udienza generale.
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Le precedenti "puntate"
1 - Le punizioni di Ruggero (http://www.laltracefalu.it/node/6667)
2 - Le punizioni di Ruggero - parte II (http://www.laltracefalu.it/node/6679)
3 - Le punizioni di Ruggero - parte III (http://www.laltracefalu.it/node/6691)
4 - Le punizioni di Ruggero - parte IV: Cefalù in fermento. (http://www.laltracefalu.it/node/6701)
5 - Le punizioni di Ruggero - parte V: l'incontro con il Grande Peppe (http://www.laltracefalu.it/node/6715)
6 - Le punizioni di Ruggero - parte VI: Ruggero e la damigella (http://www.laltracefalu.it/node/6717)
7 - Le punizioni di Ruggero - parte VII: La grande trasformazione
(http://www.laltracefalu.it/node/6721)
8 - Le punizioni di Ruggero - parte VIII: I Topi nelle fogne (http://www.laltracefalu.it/node/6732)
9 - Le punizioni di Ruggero - parte IX: il Liceo Mandralisca (http://www.laltracefalu.it/node/6765)