Le punizioni di Ruggero - parte VII: La grande trasformazione
31 Gennaio 2012, 18:34 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti]
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Dopo aver pronunciato questa implorazione, Mandralisca avanzò verso Ruggero e, quando gli fu di fronte, inchinandosi in segno di rispetto, così parlò:
“Maestà, io stesso sono rimasto irritato da quel che sono stato costretto a sentire, ma credo che noi, per essere diversi da costoro, dobbiamo cercare di dar loro la possibilità di difendersi prima della condanna. Vi prego, pertanto, di dar modo alla Madamigella di parlare e di spiegare le sue ragioni, poi deciderete.”
Il Re ascoltò e poi, rivolto alla giovane donna, le disse:
“Parlate, dunque! Spiegate meglio qual è la vostra opinione sull'esercizio del governo, anche alla luce di quella che definite democrazia.”
La giovane donna inghiottì saliva, come se quella domanda l'avesse emozionata. Effettivamente non sapeva che cosa rispondere. “L'esercizio del governo?” si chiedeva “ma che cosa significa? E poi “alla luce della democrazia”! Quest'uomo vuol tendermi un qualche tranello. Lo sa bene, se è stato veramente un re, che l'esercizio del governo equivale all'esercizio del potere, ma non posso dirglielo davanti a tutti. Ho cercato di convincerli che chiedo la loro fiducia per governare e ora non posso ammettere impunemente che l'ho fatto per avere il potere. Che cosa c'è di male ad amarlo, il potere, tanto e come lo amo io? Che gioia averlo e vedere gli altri che te lo invidiano! Non per niente nella loro lingua barbara non si dice che “cumannari è megghiu di f....ri”? Ma adesso devo inventarmi una risposta.”
Così, incrociando le dita in segno scaramantico, disse:
“L'esercizio del governo consiste nel decidere... consiste, cioè... Voi lo sapete bene in che cosa consiste, se siete stato veramente un re.”
“Io non vi ho chiesto di definirmi l'esercizio del governo. Certo che conosco la sua definizione! A voi ho chiesto qual è la vostra opinione. L'avrete sicuramente un'opinione!” e, mentre diceva queste parole, l'irritazione del Re cresceva.
A questo punto venne in soccorso della poveretta uno dei tre uomini sul palco: “L'opinione della Signora la conosciamo tutti!”
“Chi è costui?” chiese il Re, guardando la giovane donna.
“E' un mio sodale e non solo un mio sostenitore.” disse la giovane donna.
“Sostenitore? Sostenitore di che cosa?” esclamò il Re.
“Sostiene la mia battaglia politica.”
“La vostra battaglia politica? Volete prendermi in giro? Come potete condurre una battaglia politica, se non avete un'opinione per esercitarla, la politica. Facile sostenere il nulla!”
Il Re guardava Mandralisca, che taceva e aveva un atteggiamento mortificato. Si rendeva conto di aver fatto perdere tempo al Re e ne era rammaricato. Non sapeva che cosa dire, quando giunse in suo soccorso Spinuzza:
“A cento cinquant'anni dal mio sacrificio finalmente mi spiego perché mi hanno dimenticato: non hanno capito o hanno dimenticato la vera ragione del mio sacrificio. Non hanno capito che non li volevo sudditi dei Borboni perché li volevo finalmente cittadini liberi e non sudditi di altri. Di altri che spesso sono inferiori ai Borboni e spadroneggiano senza neppure quei limiti che essi s'imponevano per decenza.”
“Avete ragione, caro Spinuzza!” disse rianimato Mandralisca, ma non poté continuare, perché prese a parlare Botta.
“Un tempo anch'io amministrai questa Città. Fu dopo che il delegato straordinario del Governo, Morvillo, in appena tre mesi cambiò la sua fisionomia e persino la toponomastica. In quel breve lasso di tempo scelse l'area del Cimitero, aprì l'attuale Discesa Paramuro, rese lineare e completo il tragitto del Corso, risistemò la piazza del Duomo. Alla fine, richiamato per altri incarichi, lasciò Cefalù, raccomandando ai suoi cittadini di dotarsi di un piano edilizio, per evitare che la Città continuasse a crescere senza regole e quindi caoticamente e senza rispetto per se stessa. Io mi ritrovai un compito gravoso e cercai di fare del mio meglio. Cercai innanzitutto di rendere partecipi i cittadini, perché sentissero la Città come una cosa loro.”
“Me ne ricordo” disse Mandralisca “furono anni di grande impegno, ma di quel che voi e io, collaborati da tanti altri, facemmo, non rimane che qualche piccolo e vago ricordo.”
E Spinuzza: “Tagliamo corto, Sua Maestà stava ascoltando Madamigella.”
“Non ho nulla da chiederle” disse il Re “e mi dispiace, perché il fatto mi costringe a ritenerla incapace di essere un degno successore vostro, caro Botta, e persino di Morvillo. Adesso ci sposteremo in altri luoghi, per seguire altre riunioni.” Poi, rivolto all'uditorio: “Voi state per assistere a qualcosa che ricorderete per il resto dei vostri giorni. Che vi serva da lezione, perché impariate a essere più orgogliosi e soprattutto più consapevoli del fatto che non siete bambini che credono ancora alle favole.”
Dette queste cose, si volse verso il palcoscenico e indicò con l'indice la giovane donna e i tre uomini che vi si trovavano. Come gli uomini di Ulisse, che furono trasformati dalla maga Circe in porci, essi furono trasformati in topi, che cominciarono a squittire e a correre, per poi sparire fra le pieghe della grande tenda.
Dietro di loro, lasciando gli astanti sbalorditi e impauriti, uscirono anche Ruggero e i suoi amici.
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Le puntate precedenti....
1 - Le punizioni di Ruggero http://www.laltracefalu.it/node/6667
2 - Le punizioni di Ruggero - II parte http://www.laltracefalu.it/node/6679
3 - Le punizioni di Ruggero - III parte http://www.laltracefalu.it/node/6691
4 - Le punizioni di Ruggero - IV parte: Cefalù in fermento. http://www.laltracefalu.it/node/6701
5 - Le punizioni di Ruggero - parte V: l'incontro con il Grande Peppe http://www.laltracefalu.it/node/6715
6 - Le punizioni di Ruggero - parte VI: Ruggero e la damigella http://www.laltracefalu.it/node/6717
7 - Le punizioni di Ruggero - parte VII: La grande trasformazione
http://www.laltracefalu.it/node/6721