A Cefalù nel 2050 - Le punizioni di Ruggero - parte 0
20 Gennaio 2012, 18:29 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti]
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Il 15 gennaio del 2050 mi trovavo già da da quattro decenni nell'Aldilà. Me ne stavo seduto con il barone Mandralisca, Salvatore Spinuzza, Carlo Botta, Iacopo Lo Duca, il mio Nonno materno e altre due persone, che ancora non mi erano state presentate.
Si parlava del tempo in cui c'era a Cefalù l'abitudine di vendere la neve, per raffreddare le bevande o il pesce, da consumare il giorno successivo. Il buon Mandralisca ricordava di quella volta in cui il Vescovo fece arrestare un uomo di Collesano, che si era permesso di vendere senza il suo permesso la neve.
Non aveva finito il suo racconto, che s'udì uno strepito assordante: qualcuno aveva amplificato le voci che venivano dalla Cefalù terrena.
Uno dei due a me ancora ignoti disse: “Affacciamoci! Vediamo che cosa accade nella mia diletta e placida Cefalù.” e con passo regale si avviò verso il terrazzo, dal quale potevamo vedere il Paese. In quel momento lo riconobbi, era Ruggero II e io ero seduto accanto a lui!
Ci affacciammo e guardammo verso Cefalù: la piazza del Duomo era colma di uomini e donne che mangiavano; tre lunghe bancarelle esponevano insaccati di dubbia qualità; mutande femminili e reggiseni, e numerose donne vi si affollavano intorno; pantaloni e camicie di finto cotone, ottenuto dagli scarti del petrolio. Su un palchetto un uomo parlava, ma nessuno lo ascoltava.
Che cosa accade, chiese il Re. Il secondo uomo a me ancora ignoto disse: “Vaju a ppigghiari a paggina du prugramma, accussì viriemu di chi ssi tratta, Voscenza.” e si allontanò, per tornare poco dopo. Era Carmine Papa. Quando tornò con i famosi fogli e li porse al Re, per deferenza, ma soprattutto perché egli non sapeva leggere, lo guardai con maggiore attenzione, che gli era dovuta, perché si trattava del famoso Poeta Zappatore.
Il Re lesse i fogli e disse: “Il giorno 14 del loro calendario c'era una manifestazione contro la chiusura del Centro nascite di Cefalù, ma non abbiamo sentito nulla, perché i manifestanti erano soltanto cinque, e di questi gli uomini erano due. Il 16 dello stesso mese e dello stesso calendario c'era una manifestazione contro la chiusura dei tribunali, come se lì non ci fosse bisogno di giustizia! Erano presenti in tre soltanto e nessuno era avvocato. Il 18 dello stesso mese e dello stesso calendario un'altra manifestazione riguardava la crisi della pesca e dell'agricoltura e i presenti erano poche decine. Ma si sono rifatti oggi. Il programma prevedeva di parlare del Nulla e senza alcuna consapevolezza. Esso anticipava che durante la manifestazione sarebbero stati offerti bignè con crema di ricotta o di latte e bevande gasate, soprattutto Coca Cola. Tre bancarelle, poi, avrebbero permesso di comprare la loro mercanzia al costo simbolico di un sorriso, mentre gli oratori avrebbero parlato del Nulla e gruppo di veline si sarebbero esibite per la gioia del pubblico.”
“Ecco spiegato tutto!” esclamò il Re.
“E perché tutto finisse così, io mi sono fatto fucilare! Ecco perché assistettero alla mia morte senza fiatare. Non gliene importava nulla e non erano contriti!” disse Spinuzza.
“E io ho lasciato a costoro i tesori da me raccolti nella mia breve vita e una scuola, perché imparassero a elevarsi. Ecco perché la scuola è diventata un mediocre liceo e i miei tesori hanno bisogno di un critico chiacchierone per essere conosciuti!” disse Mandralisca.
“E io che cosa dovrei dire? Sono stato il loro sindaco e nemmeno mi ricordano. Hanno fatto perdere anche la mia tomba!” disse Botta.
“Meno male che in vita ebbi la stima del mio maestro Michelangelo! Loro si sono fatti sottrarre il mio quadro raffigurante la Madonna con il Bambino, che si trovava nella Chiesa di San Domenico e pensano di ripagarmi storpiandomi il nome e intitolandomi una scuola tecnica!” disse Lo Duca.
“Accussì va lu munnu. Nascieru tunni e u'n ponnu moriri quadrati. Lassatuli perdiri, sunnu sempri li stissi. Sunnu comu a cchiddi chi mi facievunu a baja quannu passavu.”
Ci allontanammo sconsolati e riprendemmo, seduti sotto la quercia che ci aveva ospitato prima, la nostra chiacchierata.
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Continuando così...
Continuando così, credo proprio che non occorrerà attendere il 2050.
Tra qualche mese sapremo se questo sarà il nostro destino o se riusciremo a dare una svolta al nostro futuro.
Intanto, complimenti!
Scusami Angelo ma devo
Scusami Angelo ma devo rimproverarti, amichevolmente, come puoi asserire che i cefaludesi non si sono elevati?.
Molti di essi abitano nei piani alti, altri risiedono al pisciotto, alcuni risiedono al primo piano di piazza Duomo e ultimi ma non ultimi sono saliti sulle predelle delle cattedre.
Sei ingrato a dire certe cose così cattive dei Cefaludesi!