Il pericolo dell'informazione provinciale
25 Novembre 2011, 18:44 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Da tempo rimango sempre più meravigliato per l'assenza totale di informazioni e commenti sulla politica nazionale, come se Cefalù e le Madonie vivessero in un altro Paese e non subissero alcuna conseguenza per le decisioni che vengono prese altrove, quasi a loro insaputa. Salvo protestare con forza quando le decisioni sono state prese, com'è accaduto con la ventilata chiusura dei “punti nascita” di Cefalù e di Petralia; con quella di alcune scuole obbligatorie; con la minacciata chiusura di tanti Uffici di Giudici di Pace e di sezioni distaccate del Tribunale di Termini Imerese.
Si tratta di una atavica forma di provincialismo, che rende piccole le nostre menti e ci obbliga spesso a lottare quando è già troppo tardi, quando, cioè, sono diminuite le possibilità di successo ed è invece aumentata la necessità degli sforzi richiesti per una improbabile vittoria. Per carità di patria, tralascio ogni osservazione sulle conseguenze sul piano morale e su quello culturale, perché è indubbio che tale provincialismo ci rende immeritevoli del rispetto altrui.
Questo difetto, quasi congenito, di tanta stampa locale, telematica e cartacea, è diseducativo per le popolazioni locali, perché le isola e le costringe a subire le decisioni politiche come se si trattasse di un favore divino miracoloso, se le loro conseguenze sono positive; di una calamità naturale, invece, quando le loro conseguenze sono negative.
Tutto ciò nell'epoca della globalizzazione!
E non solo: tutto ciò in uno dei più difficili momenti della nostra storia. In uno di quei momenti in cui bisogna correggere gli ultimi decenni di storia, per cancellarne i suoi effetti negativi e per riguadagnare un futuro. Soltanto l'informazione indipendente – e quella locale lo è più di ogni altra – può spiegare e rendere comprensibili le cause di quel che accade, le colpe dei tanti politici e i meriti degli altri che hanno permesso l'ultimo tentativo del Presidente Napolitano e di Monti. Soltanto così l'informazione darà qualche strumento ai suoi lettori per scegliere alle prossime elezioni con maggior consapevolezza e maggiore discernimento. L'alternativa saranno le immortali clientele o la disaffezione dalla politica. In una parola, la morte non soltanto della democrazia, ma anche della libertà.
Spero di veder presto, quindi, un angolo dedicato a riflessioni più ampie e meno meschine su tutti i giornali telematici locali, che devono innalzarsi per vedere lontano, per vedere per tempo se chi sta arrivando è un amico o un nemico, come seppero fare le popolazioni madonite, quando le loro valli potevano essere invase da orde nemiche.
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Il merito dell'informazione "provinciale"
Caro Angelo, in questo blog è da sempre prevista una sezione dedicata alle "riflessioni sopra le mura", che manifesta la volontà di offrire uno spazio di discussione su temi "sovracefalutani". Quando si sono aperti dei dibattiti in tal direzione, sono sempre stati molto seguiti e ricchi di commenti (basta dare un'occhiata agli articoli sulla caduta del governo Berlusconi, per citare i più recenti).
E'chiaro che gli eventi e le problematiche locali hanno una presenza dominante, ma non parlerei di provincialismo, nell'accezione negativa di trincea o peggio di una visione ristretta della realtà, quanto di bisogno di comunicare una sensibilità più attenta a problematiche che toccano più da vicino. Per citare un esempio su tutti: un grande maestro di giornalismo, Sandro Curzi, si inventò i TG regionali, portando alla ribalta il piccolo, il quotidiano, il "provinciale", altrimenti destinato al perenne anonimato. Una scommessa vinta. I vari TG regionali sono oggi un pilastro del giornalismo nazionale e un momento irrinunciabile, insieme al caffè, nel quotidiano di ogni italiano. L'informazione "provinciale" è un fatto positivo e di crescita civile e culturale che va stimolata e sostenuta, soprattutto come stimolo "culturale e civico", nell'ottica delle giovani generazioni, le più esposte al rischio di quell'assorbimento mass mediatico che, nell'inganno di esaltare le individualità, celebrando l'emotività come unica sfera di completa realizzazione della persona umana, mortifica le coscienze e gli intelletti, li omologa e li appiattisce nella superficialità e nel banale.
E' chiaro che se l'informazione locale si risolve ad essere puro chiacchericcio o banale rotocalco cronachistico rischia di diventare un fattore di regresso più che di sviluppo; se viene subordinata all'interesse particolare, all'uso strumentale ed esclusivamente propagandistico, mortificando la ricerca della verità, il diritto di chi legge di farsi un'opinione corretta delle cose, libera e autonoma, non promuove la crescita ma la deprime.
Sono sicuro, infine, che chi legge le pagine di questo blog o di altri siti di informazione, e lo fa con attenzione, interesse e partecipazione, non rinuncia di certo alla lettura di quatidiani o riviste di più ampio respiro. In molti commenti o riflessioni, i tuoi in primis, su fatti locali si legge chiaramente la presenza di una coscienza civile e politica attenta e matura.
Mi permetto di aggiungere
Alle giuste parole di Daniele, da collaboratore, mi permetto di aggiungere che al più presto si spera di creare una nuova "impaginazione" per il sito de L'altraCefalù anche al fine di poter dare più visibilità alle notizie pubblicate nella sezione "Fuori le mura" o alle riflessioni avviate in "Sopra le mura".
Al momento, purtroppo, ci siamo resi conto che, nel momento in cui le notizie a carattere provinciale, regionale e statale non direttamente collegate alla nostra Cefalù, per quanto da attenzionare, non vengono pubblicate in prima pagina, gli interventi risulatno essere eccessivamente penalizzati nella visibilità e, quindi, nella possibilità di essere letti e di avviare su di essi una discussione/confronto.
Informazione?
Caro Daniele, come darti torto? I giornali locali devono dare notizie locali, magari interpretandole in un contesto non "provinciale" e i lettori cercheranno su altri quotidiani le notizie nazionali e, si spera, anche europee.
Il problema che ho posto io, però, non riguarda le notizie, ma le riflessioni. Queste non possono e non devono avere come "suggeritore" una notizia locale, ma i fatti della cultura e della politica, che nascono sia dai fatti locali che da quelli nazionali e persino sovranazionali.
Queste riflessioni devono avere una valenza storica, altrimenti il nostro impegno si riduce a mera cronaca, che viene presto dimenticata e non lascia alcun insegnamento né stimola la crescita del buon senso, perché si è trasformata, come dici tu, "in puro chiacchericcio".
Quelle di Gianfranco D'Anna le considero parole di conforto e foriere di speranza, specialmente quando scrive "nel momento in cui le notizie a carattere provinciale, regionale e statale non direttamente collegate alla nostra Cefalù, per quanto da attenzionare, non vengono pubblicate in prima pagina, gli interventi risulatno essere eccessivamente penalizzati nella visibilità e, quindi, nella possibilità di essere letti e di avviare su di essi una discussione/confronto."
Comunque, vi ringrazio entrambi affettuosamente.