Turismo: Cefalù e la sua infinita marginalità
15 Gennaio 2010, 20:46 - Salvatore Solaro [suoi interventi e commenti]
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Negli anni '50, nasce a Cefalù la prima struttura ricettiva il cui nome, non a caso, era "Village Magique".
Fù il preludio per l'inizio di un'importante esperienza sociale, culturale ed economica per un piccolo centro la cui economia era legata, essenzialmente alla pesca, all'agricoltura e al pubblico impiego.
Cefalù é stata sempre "scoperta" e conquistata da altri, dallo "straniero", che vede cose che, chi ci vive dentro non vede; affetto da quell'atavica miopia che l'ha trascinata nella drammatica condizione in cui vive adesso.
Un francese si trovo' di li a passare, e rimase estasiato dalla bellezza dei luoghi e dallo "scrigno" che le custodiva. Decise, allora, di iniziare quell'affascinante esperienza. Cefalù, conquisto' dopo alcuni anni, visibilità fra quelle località considerate luoghi di interesse turistico. Fù luogo del viaggio fruito, e non della vacanza consumata in modo usa e getta. Fù luogo che ti suggeriva l'abbandono per il "viaggio" che curava l'anima e la mente. Si comincio', frettolosamente, a costruire alberghi, campeggi, villaggi, residences, etc. pensando che il turismo fosse esclusivamente una questione di carattere economico; slegato dal contesto in cui la stessa esperienza si collocava. Il pensiero della cultura dominante era ed é: "fare soldi", nient'altro. Nasce, nello stesso periodo, il "partito del cemento", che non ha mai perso una sola competizione elettorale, producendo il risultato di una smisurata e disordinata crescita del tessuto urbano, oltre ogni ragionevole e razionale considerazione. Si invertono le parti e La Città Antica diventa quasi la periferia della Città Nuova, assumendo rispetto alla seconda un ruolo di marginalità, che modifica il rapporto di relazione con i suoi stessi abitanti.
Possiamo disquisire, sul numero degli arrivi e delle presenze, chi viene, da dove viene e quanti giorni si ferma. Quanto conta tutto questo? Nulla, in una realtà dove l'incapacità, l'ignoranza e la miopia di chi dirige la barca, costringe Cefalù a galleggiare in una condizione di "dinamico" immobilismo.
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E, questa l'hai sentita?
Il responsabile della Confindustria alberghi, nel comprensorio di Cefalù-Madonie, (Crm 10 gennaio): “mi dispiace per quelli che vogliono un turismo d’èlite, perché, ormai, non siamo noi a determinare il turismo ”d’èlite”, ma, abbiamo il mondo globale, quindi sono tutti i turismi che determinano questo Turismo che abbiamo noi”. Se ho ben compreso, la “politica turistica la fanno i tour operator”: un elemento che rende più angosciosa la sensazione di un “futuro" che ormai "sfugge di mano”!
Cefalù, venduta a prezzi da saldo
Le multinazionali del turismo vendono il prodotto turistico allo stesso modo che un barattolo di marmellata. Hanno usato, ed usano Cefalù solo per il loro esclusivo tornaconto.
Cefalù, si riduce ad essere soltanto un'etichetta da incollare sul prodotto nella "catena di montaggio", venduta o svenduta a secondo delle stagioni, a prezzi da saldo.
Scelta da chi, al Supermarket del turismo, cerca un prodotto che costa poco, e non deve porsi troppe domande su cosa c'é dentro il barattolo di marmellata che si porta a casa.
Notizia: Ieri, la Giunta Regionale nel piano di riordino degli uffici turistici, ha istituito i SS.TT.RR. Servizi Turistici Regionali, dislocati uno per ogni capoluogo di provincia, con le competenze delle soppresse AA.AA.SS.TT.. Taormina, che sicuramente avrà qualche Santo in Paradiso é stata inclusa, in questo elenco - PUR NON ESSENDO CAPOLUOGO DI PROVINCIA - con tutti i benefici economici che ne deriveranno. Cefalù........estrema periferia del turismo, diventa una U.O.B. - Unità Operativa di Base. Come vedete, si fanno passi all'indietro da giganti.
Allah é grande, speriamo che lo Sceicco torna subito.