QUANDO LA GIUSTIZIA NON ESISTE

ritratto di Salvatore Solaro

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Questa storia nasce il 1° giugno 1984. E' la storia di un mio caro amico dipendente della regione Sicilia.

Nel 1997 decide di fare un ricorso al Tar di Palermo, per porre rimedio ad una questione legata alle mansioni espletate nel suo ufficio.

Viene assunto nel giugno del 1984, con la qualifica di Commesso-Agente Tecnico-Autista. Subito dopo il colloquio con il capo ufficio, il suo carico di lavoro, oltre alle mansioni previste dalla propria qualifica, comprendono anche quelle previste dalla qualifica di Assistente Amministrativo.

Quest'ultime mansioni affidategli per iscritto, le ha svolte ininterrottamente, dal 1984 fino al 1997, quando lo stesso decide di fare ricorso al Tar per avere corrisposte le differenze retributive per le mansioni svolte, considerato che quelle figure professionali previste nella pianta organica, risultavano scoperte.

Nel contempo l'ufficio bandisce il concorso pubblico per l'assunzione di n.3 Assistenti amministrativi con l'obbligo della conoscenza di almeno due lingue straniere.

Il nuovo Direttore, fresco di conio -il primo era già andato in pensione - decide di non riservare nessuno dei 3 posti messi a concorso, nemmeno per chi, come per il mio amico, quelle mansioni le aveva svolte con dedizione e competenza, sopperendo nei limiti delle condizioni esistenti alla mancanza dei posti vuoti in organico.
Insomma, l'ufficio pagava 1 prendeva 3.

Da notare che durante quegli anni, il lavoro svolto dal mio amico, ha riscontrato non pochi commenti positivi espressi su numerose guide turistiche internazionali.

Nel Giugno del 1997, quando il Tar notifica il ricorso, comincia la Via Crucis del mio amico.

Purtroppo, non avendo santi in Paradiso, il mio amico venne allontanato dalla sua postazione di lavoro e "isolato" in una stanza nel piano ammezzato dell'edificio. Nel mentre si adottarono tutte quelle misure affinché il "recluso" non avesse accesso a nessun documento prodotto dall'ufficio.

I suoi colleghi, venivano invitati dalla Direzione a tenere il soggetto a debita distanza, al punto che alcuni di essi, non lo salutarono più.
Con pochi altri invece, padroni del proprio cervello, i buoni rapporti continuarono come prima.

Sono passati più di 13 anni, l'Avvocato del ricorrente, dopo aver presentato il ricorso, non ha mai dato notizie sullo stato dello stesso. Nemmeno una telefonata.
Malgrado fosse stata presentata alcuni anni dopo un'istanza di prelievo ed un'altra per la fissazione della data della prima udienza, il Tar di Palermo, ad oggi, non ha dato seguito ad alcun provvedimento, come se il ricorso non fosse stato mai presentato.

Si ha ragione di pensare che le carte del ricorso, nel loro aspetto materiale, visti gli anni passati, siano diventate delle pergamene, mentre le persone che si sono adoperate per insabbiarlo, delle mummie.

Cosi và la giustizia in Italia, e quanti di questi casi dormono nei cassetti polverosi dei Tar?

ritratto di Pino Lo Presti

Avvilente

Finchè non funzionerà la giustizia civile non si smetterà di alimentare la cultura che, dal basso, sostiene la Mafia in tutte le sue forme.

ritratto di Vincenzo Gerone

Se avesse lavorato presso

Se avesse lavorato presso una struttura privata avrebbe vinto il ricorso in tempi brevi e..messo in seria difficoltà le casse dell'azienda..