Il Crocifisso sostanza e non simbolo

ritratto di Angelo Sciortino

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Calderoli, il ministro leghista di questa povera parvenza di Repubblica, ha definito il cardinale Tettamanzi un imam, perché ha difeso i rom, costretti a sgomberare un campo alle porte di Milano, per cui decine di bambini, che frequentavano le scuole italiane, sono stati costretti a dormire all'addiaccio.
Lo ha accusato pure, questo potente teologo, di non difendere il crocifisso, come se difendere i deboli e gli inermi non significhi difendere il crocifisso nella sostanza e non soltanto nella forma. Come ha fatto, invece, questo potente teologo, che insieme a un suo collega ha difeso, in una discussione pubblica a Genova, il catechismo a suon di bestemmie.
Di una cosa sono certo, comunque: che se Gesù scendesse da quel crocifisso, darebbe ragione a Tettamanzi e non a Calderoli. Il primo tiene conto della sostanza e quindi del rispetto per l'uomo a prescindere dal colore della pelle e dalla diversa cultura e dell'amore che dobbiamo sentire per i nostri simili, l'altro considera il cristianesimo come una cotoletta alla milanese o un risotto allo zafferano, che sono sì elementi di una identità lombarda, ma sono cosa assai diversa da una identità più profonda dataci da una fede.

ritratto di Saro Di Paola

Caro Angelo,

di tanti tuoi scritti ho condiviso il contenuto.
Mai, però, nella misura in cui condivido questo tuo ultimo.
Non aggiungo altro.
Non vorrei si pensasse che ce la cantiamo e ce la suoniamo da soli.

ritratto di Angelo Sciortino

Ce la cantiamo?

Grazie, Saro. E non preoccuparti se qualcuno pensa che ce la "cantiamo", perché ce la siamo "cantata" lealmente sia quando condividevamo le opinioni, sia quando eravamo in disaccordo.