Quale Centro Storico?

ritratto di Angelo Sciortino

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Il Centro Storico è certamente una irripetibile ricchezza, che l'Amministrazione e cittadini farebbero bene a difendere. Sembra che ce ne sia la volontà, ma nel coacervo delle polemiche, che recentemente si sono susseguite su questo blog e su Cefalunews, non sono riuscito a intravedere quale idea hanno del “centro storico” coloro che dicono di battersi per difenderlo.
Credo che proprio per questo sarebbe opportuno che ci chiarissimo le idee e stabilissimo subito che cosa deve intendersi per “centro storico”. Non si tratta di un chiarimento senza importanza, se negli ultimi trent'anni fior di architetti di tutto il mondo ne hanno discusso con grande impegno.
Le conclusioni, ormai da tutti accettate, vogliono che per “centro storico” non deve intendersi soltanto un insieme urbanistico senza vita propria, sul quale inserire tutti possibili mutamenti di destinazione d'uso, come sembra, per esempio, che si stia silenziosamente facendo a Cefalù. Secondo questi studiosi ogni “centro storico” è il risultato di una storia peculiare, che non si può impunemente distruggere, se non si vuole che la conclusione sia proprio la morte di questo stesso “centro storico”. Se Cefalù, per una malintesa legge di mercato, si vedrà trasformato in un agglomerato di B&B e le sue piazze e le sue vie saranno occupate da tavoli e tavolini, allora sarà finita la sua storia: sarà una città fantasma. La Cattedrale, la chiesa di Santo Stefano, il Lavatoio medievale e tanti altri monumenti se ne resteranno solitari in attesa che frotte di turisti li guardino e li ammirino e poi vadano via come quel turista che diceva di aver girato il mondo, perché in ogni città aveva salutato il capostazione.
Non credo che Rosa e Concetta vogliano questo né credo che lo vogliano veramente quegli Amministratori, che ancora credono nella ineluttabilità di questo destino di Cefalù. Né credo che lo vogliano i promotori di quel “Comitato”, che per qualcuno non rappresenta tutto il Centro Storico, ma ha certamente il merito di avere aperto un dibattito, al quale faremmo bene a partecipare e non a definirlo “non rappresentativo” in nome di una unanimità che ne smorzerebbe lo scopo e la funzione.
Se questo necessario dibattito prenderà una forma nel senso indicato, sarò lieto di parteciparvi e di darvi il mio modesto contributo.

ritratto di Saro Di Paola

CARO ANGELO,

sono perfettamente d'accordo con te.