Svegliati, Sindaco, adesso tocca a te!

ritratto di Angelo Sciortino

Versione stampabile

La cosiddetta “Area Micciché” è stata sottoposta a sequestro. Un'altra indagine del Commissariato di Cefalù, coadiuvato dal Comando della Polizia municipale, che viene presa in considerazione dal Magistrato. Per l'esattezza, si tratta del quarto sequestro.
Non possiamo nasconderci che le indagini non saranno state facili, specialmente se si considera che il deturpamento del territorio e il disinteresse degli anni passati si sono ormai storicizzati nelle loro espressioni e a molti sembrano il frutto di un ineluttabile destino, piuttosto che l'evitabile conseguenza di reati o di omissioni o di ignoranza. Per farcelo capire è dovuto venire a Cefalù un demiurgo. Tale era il nome che nell'antica Grecia si dava al magistrato, che trattava questioni d'interesse pubblico, e che Platone considerò artefice dell'Universo. In senso lato oggi con tale nome si indica una persona dotata di forti capacità creative, che gli consentono di dare vita a nuove realtà. Ed è quello che Manfredi Borsellino sta facendo: egli sta ridando vita a una realtà in cui torna lentamente la legalità impunemente calpestata da decenni.
Non possiamo lasciarlo solo, dobbiamo aiutarlo, facendo ognuno di noi il nostro dovere. Facendo così l'interesse nostro e di tutta la comunità.
Aiutarlo non significa offrirgli il nostro braccio o la nostra mente, ma fargli sentire che crediamo in lui e che dalla sua opera meritoria traiamo la forza per tornare a vivere secondo diritto. Soprattutto la forza e il coraggio di pretendere rispetto per noi stessi e per ciò che è bene di tutti.
Se si pensa per un momento alla storia dell'Area Micciché, c'è da rimanere sbalorditi non tanto di come sia stato possibile accettarne la presenza per circa un trentennio in un'area cittadina considerata l'ingresso al Centro Storico, quanto piuttosto di come ne sia stata possibile la nascita, nonostante un servizio urbanistico del Comune. Un servizio urbanistico che non soltanto non ha vigilato, ma ha forse favorito la nascita di quello che oggi si definisce “eco-mostro”.
Quando i proprietari ottennero il permesso di costruire, perché dopo gli scavi l'ufficio competente ritardò il sopralluogo di due anni, come una sentenza del TAR dimostra? E perché questo ritardo fu computato come colpa dei proprietari e furono conseguentemente fermati i lavori? Certo, le vicende interne dei proprietari e una forse esagerata litigiosità bloccarono definitivamente i lavori, ma ciò non toglie che vi sia stata una prima responsabilità proprio del Comune.
Si tratta di un'abitudine inveterata, questa di creare problemi ai cittadini, se ancora oggi il mancato versamento delle ultime due rate di un debito dilazionato con l'assenso del creditore passa da 60.000,00 euro a 150.000,00 euro, essendo lievitato per interessi e spese legali. E tutto ciò non perché mancassero le somme in bilancio, perché queste erano state impegnate, ma perché chi doveva provvedere era distratto!
Ecco, caro Sindaco, qual è la tua parte, il tuo dovere. Imporre alla pletora di capi-servizio di fare il loro dovere, altrimenti a nulla serviranno questi provvidenziali e coraggiosi sequestri. Bisogna che tu ne punisca dieci per educarne cento. Fallo, finalmente, se vuoi essere il sindaco di tutti. Imponi anche all'interno del Comune la nuova atmosfera di laboriosità e legalità, che va diffondendosi sempre più nella nostra società. Liberati delle manovre di corridoio, dei corteggiamenti e degli aiuti di politici più o meno interessati al perpetuarsi di questo stato di cose. Non tener conto di quei consiglieri che non sanno che cosa decidere sul loro Paese, se non vengono imbeccati dai loro “protettori”, che tante volte hanno dimostrato di considerare Cefalù terra di conquista. Vai avanti per la strada giusta: perderai l'appoggio di costoro, ma guadagnerai quello della maggioranza del paese.
Soprattutto, caro Sindaco, risponderai concretamente alle speranze di uomini come Pino Lo Presti o l'ingegnere Saro Di Paola, che vorrebbero che il “sequestro” sia non una conclusione, ma un avvio. Se non ti accorgi che questi atti giudiziari sono la punta di un iceberg e che presto esso si ergerà in tutta la sua grandezza; se non ti accorgi della grande occasione che ti è data di fare il bene del Paese con l'aiuto di tanti e non da solitario Donchisciotte, allora dimettiti. Non puoi restare impelagato in questa ragnatela di chiacchiere da corridoio, mentre la casa brucia. Svegliati!

ritratto di Mauro Caliò

Accanimento terapeutico

Caro Angelo, non so se definire il tuo tentativo un atto di speranza o un caso di accanimento terapeutico.
Se non ci si è svegliati in oltre due anni, perchè si dovrebbe, proprio durante l'inverno poi, risvegliarsi improvvisamente?
Piuttosto, se di risveglio vogliamo parlare, mi auguro che ciò accada a tutti i cittadini affinchè dopo il "letargo" si possa trovare un nuovo vigore senza lasciarsi cantare altre ninne nanne.
Per il resto concordo pienamente sull'importanza dell'operato del Commissariato di PS negli ultimi tempi.
Con simpatia
Mauro Caliò

ritratto di Angelo Sciortino

Il cavallo parlante

Caro Mauro, in un antico regno arabo un condannato a morte, avendo saputo che il califfo era legatissimo al suo cavallo e che lo considerava il migliore, con l'aiuto del carceriere si fece ricevere e disse di essere in condizione di far parlare il cavallo, ma di aver bisogno di un anno di tempo.
Il califfo accettò, aggiungendo che se nell'arco dell'anno ciò non fosse accaduto, la sentenza di condanna a morte sarebbe stata eseguita.
Quando fu chiuso nella sua cella, il carceriere gli chiese perché mai, per un solo anno di vita, aveva promesso una cosa impossibile.
Ecco la risposta: in un anno potrebbe morire il califfo e al suo posto potrebbe venirne uno più buono e graziarmi. Ma potrebbe morire il cavallo e in questo caso dovrei aver salva la vita, perché non è colpa mia se esso non ha aspettato la scadenza pattuita con il suo padrone, che invece dovrebbe rispettare la sua parola di darmi salva la vita. A ciò aggiungi che né tu né io possiamo escludere che il cavallo potrebbe alla fine parlare veramente!
E' indispensabile, nella vita e nella Cefalù di oggi, questo ottimismo, che chiamo l'ottimismo nella disperazione, per non finire allo stato di un invertebrato.
Con altrettanta simpatia e con stima
Angelo Sciortino