LA FINE degli A.T.O.

ritratto di Rosario Fertitta

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Il Senato della Repubblica ha definitivamente convertito in Legge il c.d. “decreto sugli Enti Locali”.
In altre parole è ufficiale la soppressione degli A.T.O. (rifiuti ed idrici).
E’ di tutta evidenza, però, che si impone in tempi strettissimi una totale rielaborazione delle modalità di gestione dei servizi di raccolta rifiuti e della distribuzione idrica.
Il provvedimento legislativo, infatti, ha l’unico effetto di spazzare via le strutture A.T.O., riconosciute tanto a destra quanto a sinistra, come veri e propri “carrozzoni politici” che negli anni hanno contribuito a mettere in ginocchio i bilanci di tantissimi Comuni.
Ma il problema fondamentale adesso è capire cosa succede.
A chi verrà trasferita la competenza nella gestione dei servizi.
Non basta, infatti, adottare un provvedimento legislativo che faccia piazza pulita in un solo colpo delle strutture ATO: occorre chiarezza sulle competenze, sulle responsabilità, su chi – a livello territoriale – sarà chiamato a gestire i relativi servizi.
Si faccia bene attenzione perché la prima conseguenza di questa nuova volontà del Legislatore sarà, evidentemente, l’impossibilità dei singoli Comuni a poter determinare e/o contribuire alle scelte programmatiche (investimenti, qualità dei servizi, etc..) all’interno del proprio bacino territoriale ATO.
Aboliti gli ATO, infatti, non esisteranno più (a cascata) tutti gli organi collegiali e rappresentativi (pro quota) dei singoli comuni di ciascun ATO.
A questo punto viene da chiedersi: chi determinerà, in futuro e così stando le cose, le nuove eventuali tariffe? Come faranno gli attuali gestori a poter continuare la gestione essendo venuto meno il presupposto fondamentale ovvero l’Autorità d’ Ambito Territoriale la cui delimitazione, sia essa geografica che funzionale, era il presupposto giuridico dell’affidamento del servizio al privato ?
Il cittadino potrebbe chiedersi…..a che titolo dovrà pagare le “bollette” ad un soggetto che non risulta più legittimato ??
Cordialmente.
Rosario Fertitta.

ritratto di Rosa Di Francesca

La decisione di abolire gli ATO

La decisione di abolire gli ATO (soprattutto quelli Idrici), non può che essere salutata con soddisfazione da quei cittadini, che come me, si sono battuti affinché l'acqua restasse un bene pubblico e continuasse ad essere gestita direttamente dai comuni. Rappresenta, inoltre, una vittoria per quelle amministrazioni comunali 'coraggiose' che, a suo tempo, si sono rifiutate di consegnare la propria rete idrica. Speriamo che il Parlamento modifichi la scelta di privatizzare l'acqua (che deve essere considerata anzi un bene primario e disponibile a tutti). Mi rammarico del fatto che l'allora Giunta Comunale della quale faceva parte l’assessore Fertitta, decise, nonostante la diversa opinione di circa 3.000 cittadini e della totalità del Consiglio Comunale, di cedere gli impianti. Avremmo evitato, forse, quella situazione di confusione sulla legittimità dei pagamenti che l'ex assessore Fertitta paventa, e, sicuramente, gli esponenziali aumenti cui i cittadini andranno incontro. Purtroppo la 'frittata' è stata fatta; siamo sicuri che questa decisione cambi qualche cosa per Cefalù?

ritratto di Rosario Fertitta

Gentile Signora,adesso la

Gentile Signora,
adesso la palla passa al nostro Legislatore Regionale, questo è soltanto un primo passo.
Lei potrà rammaricarsi quanto vuole ma il coraggio (cui Lei fa riferimento) non lo si dimostra infrangendo le regole e le norme.
Sa benissimo che l'Amministrazione venne formalmente diffidata a consegnare il servizio idrico al gestore e che se ciò non fosse avvenuto l'Amministrazione (e quindi la Città) avrebbe potuto subìre gravi conseguenze per eventuali azioni di danno.
D'altronde in quel momento nessuno, nemmeno Lei, poteva immaginare che sarebbe intervenuto questo drastico provvedimento legislativo.
Sarebbe questa la frittata ?
Volga il suo sguardo intorno a sè.... e vedrà che le frittate sono ben altre...
Sempre che si abbia la volontà di vederle !
Rosario Fertitta

ritratto di Rosa Di Francesca

Gentile avvocato,

non essendo un legale non so se la mancata cessione della rete idrica, alla società Acque Potabili Siciliane, avrebbe causato un danno all’Amministrazione Comunale (o a qualche suo componente); tanto più che il Consiglio Comunale aveva chiesto, all’unanimità, di sospendere la cessione in considerazione di una sospensiva che era stata votata dall’Assemblea Regionale. Mi limito soltanto a constatare che, diversamente da quanto accaduto a Cefalù, le Amministrazioni di numerosi Comuni hanno avuto il coraggio di andare sino in fondo, nella lotta contro gli ATO idrici, rifiutandosi di consegnare gli impianti e, forse, la decisione del Parlamento non è stata casuale ma è anche frutto delle iniziative intraprese da questi Comuni.
Evidentemente quegli Amministratori hanno ritenuto che mantenere la rete idrica in mani pubbliche fosse un valore per l’affermazione del quale non hanno esitato ad assumersi responsabilità anche a livello personale. Penso che sia stato un bell’esempio di come la politica possa ancora essere intesa, nonostante tutto, come un servizio alla collettività.
cordialmente

ritratto di Rosario Fertitta

Senza voler tediare chi ci

Senza voler tediare chi ci legge, è necessario fornire alcuni brevissimi chiarimenti su una vicenda che, per la sua complessità, meriterebbe ben altro spazio.
Vorrei soltanto rammentare alla Signora che il Consiglio Comunale "impegnò" l'Amministrazione Comunale a non consegnare le reti idriche sul presupposto che la nota-diffida proveniente dall'A.R.R.A. (Agenzia Regionale Rifiuti Acque)era da ritenere priva di efficacia e non vincolante in alcun modo (ricordo che venne pure detto che trattavasi di un organo "già sciolto" ).
Il voto unanime dell'ARS, relativo alla sospensione della nomina dei Commisari (già avvenuta in parecchi Comuni siciliani), è del 23 luglio 2009 e, quindi, successivo al mese di aprile 2009, data sotto la quale avvenne la consegna degli impianti da parte del nostro Comune.
Ho sempre sostenuto pubblicamente ( ci sono le trascrizioni delle varie sedute consiliari) che il "passaggio all'ATO" sarebbe stato una grave iattura per la nostra città.
Ma le gravi responsabilità che sarebbero potute derivare, nella ipotesi di mancata cessione, sono state ritenute sussistenti non soltanto dal sottoscritto ma dall'intera Giunta Municipale e con il conforto di altri soggetti istituzionali.
Ricorderà, pure, che nel corso della seduta del Consiglio Comunale dedicata all'argomento - durante una breve pausa dei lavori - proposi ai Consiglieri Comunali poi sottoscrittori del documento da Lei richiamato - di assumersi personalmente, insieme alla Giunta intera, le eventuali responsabilità civili, amministrative e/o penali che sarebbero potute derivare da quell'atto "di ribellione".
Sarebbe stato un bel gesto, questo sì, per combattere insieme quella battaglia da Lei tanto esaltata.
Ci fu risposto di NO, che la responsabilità dovevamo assumercela noi amministratori.
La politica al servizio della collettività, mia gentile Signora, non la si misura dalla scelta adottata: è stata una scelta sofferta, ma dovuta.
Poi ciascuno può avere le proprie convinzioni, com'è giusto che sia in un paese civile e democratico.

ritratto di Rosa Di Francesca

Al di la delle, diverse, legittime convinzioni

che abbiamo dimostrato di avere, attraverso questo nostro confronto, vorrei invitarla a riflettere su un aspetto oggettivo della vicenda.
A tutt'oggi mi risulta che nell'intera Sicilia ci siano circa 130 comuni che hanno rifiutato di consegnare la propria rete idrica agli Ambiti Territoriali.
Penso, in proposito, che delle due l'una: o le Civiche Amministrazioni, di questi comuni, hanno così agito ritenendo insussistenti le eventuali responsabilità civili e amministrative derivanti 'dall'atto di ribellione', come lo definisce lei; oppure, pur ravvisando la possibilità di incorrere in tali responsabilità, hanno deciso di correre, ugualmente, il rischio in nome della difesa di un principio che ritenevano sacrosanto.
Qualunque sia la motivazione alla base dell'operato di queste 130 Amministrazioni 'ribelli', mi pare di poterne ricavare che la decisione di consegnare gli impianti, presa dalla nostra Giunta comunale, seppur legittima, non era, forse, l'unica possibile. Non le pare?
con cordialità