A Cefalù non c'è una biblioteca pubblica.
Dentro questa frase racchiusa la storia di una città che, nei 130 anni seguiti al lascito dell'illustre barone Mandralisca, è andata avanti in un susseguirsi di periodi più o meno culturalmente illuminati. È infatti il 26 ottobre 1853 quando il Mandralisca, nel testamento olografo, rende manifesta l'intenzione di costituire, con i propri libri, una Biblioteca da mettere a disposizione del Liceo e dunque della comunità cefaludese, organizzata in modo moderno e dotata pecuniariamente per potersi alimentare e durare nel tempo, almeno nelle sue intenzioni.
Da allora tuttavia i cambiamenti non sono stati molti. Ad oggi, sebbene dopo quasi un secolo e mezzo sia del tutto insufficiente a far fronte le esigenze di un utenza certamente diversa, e nonostante l'esiguità del patrimonio librario complessivo, soprattutto recente, la Biblioteca Mandralisca è ancora l’unica biblioteca pubblica di Cefalù.