29 Settembre 2012, 12:20 - Pino Lo Presti [suoi interventi e commenti] |
a destra la scuola "Loi", a sinistra i siti da bonificare (poco più sopra ancora, l' "Isola ecologica")
Pare che, nella primavera di quest’anno - appena eletto Lapunzina - per iniziativa di alcune mamme della Scuola elementare “Loi” (località Caldura) di Cefalu’, si indisse una riunione con la dirigenza (a cui partecipò anche il Direttore Didattico) - per porre la questione della presenza di Amianto nei pressi della scuola, nella copertura di un sito di proprietà comunale , adiacente all’ex macello, nonchè all’interno del perimetro scolastico (un “tettuccio”).
Ne nasce una Petizione:
PETIZIONE
Al Sig. Sindaco del Comune di Cefalù
All’ Ufficio Att. Produttive Patrimonio e Controllo Ambiente
-All’Ufficio Manutenzione, Protezione Civile e Conc. Cimiteriali
-Al Responsabile U. O. P. D.essa Coniglio
e per conoscenza:
-Al Direttore del Distretto Sanitario N°33 Dott. Di Paola
- Al Dirigente Scolastico Dott. Domenico Castiglia
I Sottoscritti Genitori e Concittadini
denunciano che a pochi metri dalla Scuola Loi (località Caldura) di Cefalu’ è stata rilevata la presenza di un capannone in disuso (ex macello comunale) dal tetto in ETERNIT, materiale realizzato con una miscela di cemento e fibre di amianto.
L’inalazione di fibre di amianto risulta gravemente dannosa per la salute e il livello di rischio dipende dalla dispersione delle fibre in questione nell’aria e nel suolo.
Queste fibre possono essere inalate e le malattie che ne conseguono sono pertanto associate all’apparato respiratorio.
Un progressivo degrado dell’eternit tale da provocare il rilascio di fibre può essere dovuto all’azione di agenti atmosferici, alle piogge acide, agli sbalzi termici, all’erosione eolica a delle scosse di terremoto e all’azione dell’uomo.
Ne risulta una situazione di totale insicurezza per i bambini che attualmente frequentano e per quelli che nel futuro frequenteranno la scuola, per gli insegnanti e gli operatori, nonché per tutti coloro che vivono e\o lavorano nei pressi del manufatto, dato che l’amianto è stato riconosciuto come un cancerogeno certo per l’essere umano, ( l’impiego dell’amianto è proibito in Italia dal 1992).
Il Ministero della Salute dichiara che:
“A differenza dell’ “ASBESTOSI”, processo degenerativo polmonare… correlato all’inalazione di amianto… per cui è necessaria un’inalazione intensa e prolungata, il MESOTELIOMA è un tumore maligno legato all’esposizione di amianto… per cui non è possibile stabilire una soglia di rischio, ossia un livello di esposizione così ridotto all’amianto al di sotto del quale risulti innocuo.”
Alla luce delle precedenti considerazioni richiediamo un intervento sollecito da parte delle autorità competenti per effettuare al più presto i necessari rilievi sul manufatto e procedere alla rimozione sia del tetto del capannone, che si trova a pochi metri dalla scuola, sia di un tettuccio in eternit che si trova all’interno del perimetro scolastico.
Questa Petizione fu corredata da oltre 400 firme!
A settembre - il 15 mi pare da capire dalla data (in alto) del FAx - viene data per risposta la risultanza di una analisi compiuta il 19 giugno da una consulente:
(Vedi allegato pdf: “relazione tecnica.pdf”)
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Una nota per un mio amico: Caro arch. Salvatore Culotta, quindi smettila di fare terrorismo sociale con tutte quelle tue segnalazioni (dovremmo chiedere al prof. Franco se forse si possono definire “inchieste”), sulla presenza di eternit fra le nostre case o nelle nostre campagne. Hai la prova che sono friabili, lo hai toccato, provato a sfarinarlo e a respirarlo, no? E, allora smettila, potresti essere accusato di falso allarme sociale, di giornalismo fazioso alla ricerca di titoli dal facile effetto pur di attirare lettori! E se non sei un giornalista, peggio ancora; chi ti ha autorizzato a spacciarti come uno che informa quando invece disinformi?
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Una analisi l’anno, moltiplicata per tutte le situazione di pericolo “in riposo”, in città e nel territorio, per 1000 euro circa ciascuna (tanto pare sia costata quella consulenza) sarà una spesa (mettiamo in dieci anni) maggiore o minore di quella che deriverebbe dal rimuovere subito l’eternit ovunque si trovi, senza “se” e senza “ma”?
L’eventuale improbabile risparmio giustificherebbe il rischio (considerato che, fra un anno e l’altro, ci sono 12 mesi in cui possono succedere tante cose a ciascun diverso pezzo di amianto)?
Ma, è chiaro che questa è un ipotesi provocatoria!
Non si farà nulla, basta nascondere agli occhi (e alle orecchie) che poi le cose si sistemeranno pure con la coscienza!
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E’ stata segnalata pure una discarica all’interno dell’ex-macello, dove è stato ritrovato pure dell’amianto, ma le operazioni di bonifica sono state interrotte all’ inizio di questo mese perchè l’edificio sovrastante è risultato pericolante.
(piccola parentesi: esempio locale di riparazione buche)
(chiusa parentesi)
questo è quello che oggi si può vedere da qualche fessura, ma nel 2010 era aperto e siamo entrati
(Per l'interno del Macello, vedi allegato pdf: "Un macello".pdf (del 1 dicembre 2010)
Le mamme hanno infine sottolineato la inopportunità di una “isola ecologica” così vicina ad una scuola per l’infanzia; a parte le acque di scolo del lavaggio dei compattatori (che scendono verso l’ingresso della scuola) la puzza, a seconda della direzione del vento, è spesso insopportabile.
la scuola l' "isola ecologica"
A seguire, l'ex macello visto dalla strada più in alto ....
... e il sito adiacente col tetto in amianto
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Commenti
Angelo Sciortino -
Sant'Agata li protegga!
Se non sbaglio lì vicino c'è la chiesa di Sant'Agata: che cosa fa il suo parroco? Prega o fa sentire la sua voce in difesa dei bambini, che hanno il solo torto di andare a scuola per essere migliori?
Marcello Panzarella -
Brutta Bestia l'Amianto
Ho segnalato in diverse occasioni ai quotidiani regionali che sull'Autostrada Palermo-Catania ci sono lungo i viadotti tra Scillato e Palermo, collocati tra le due carreggiate, circa OTTANTA vasi di Eternit (cemento-amianto) ridipinti dall'ANAS di verde e bianco, a nascondere il marchio. Dentro i vasi sono piantate delle agavi. Il tutto risale ad ALCUNI DECENNI FA, ma ora i vasi, ciascuno della capienza di oltre un metro cubo, oltre ad essersi scoloriti fino al punto da scoprire il marchio incriminato, SI STANNO SFARINANDO, i pezzi cadono nei torrenti sottostanti e le polveri si diffondono intorno. E' successo qualcosa, dopo le mie segnalazioni? Non pare proprio. I vasi sono ancora là, a degradarsi ogni giorno di più e a rilasciare lentamente il loro tremendo veleno.
Ho una foto scattata anni fa sul viadotto di Casteldaccia, durante un ingorgo, dove si vede uno di questi vasi ancora in buone condizioni; sul suo collare si legge distintamente il marchio Eternit, rivelato dalla vernice scolorita. Come fare a pubblicare qui questa foto?________________________________________________________________________________________________________________________
Foto scattata sul viadotto di Casteldaccia dall'Arch. Panzarella (inserita dallo Staff di Quale Cefalù)
Quale Cefalù -
Caro Arch. Panzarella
Invii la fotografia al nostro indirizzo e-mail info@qualecefalu.it e provvederemo a inserirla nel suo commento.
Lo Staff
Saro Di Paola -
Non siamo piromani
Caro Pino,
di "titoli dal facile effetto per attirare i lettori" se ne potrebbero fare tanti.
Veramente tanti!
Basterebbe riproporre in corsivo tra virgolette, tante, veramente tante, dichiarazioni che, nel recente passato, sono state rese in dibattiti ufficiali che sono agli atti del Consiglio comunale e negli archivi dei siti telematici cittadini.
Dichiarazioni che i fatti, ex post, hanno dimostrato essere state, soltanto, "dal facile effetto".
Per attirare elettori.
Sarebbero titoli contro qualcuno che avrebbero l'effetto della benzina sul fuoco.
In questi giorni, però, sul fuoco sentiamo di dovere gettare acqua.
Non apparteniamo alla razza maledetta dei piromani.
Mauro Calio' -
Tra il pericolo e le norme
Legambiente ha accompagnato con una sua lettera la presentazione al Sindaco della petizione, chiedendo che si prendessero i necessari provvedimenti e che si desse notizia all'associazione.
Apprendiamo dal documento pervenuto ad una delle promotrici della petizione, che secondo le analisi effettuate, le coperture in fibra di amianto non sarebbero al momento perciolose in quanto integre e quindi non a rischio di rilascio di fibre.
Mi domando però, se questo dato, rassicurante da un punto di vista "burocratico", possa essere considerato esaustivo per dei manufatti che si trovano in prossimità di una scuola.
La sotria ha spesso insegnato che i limiti di legge non sempre garantiscono la salute della collettività e proprio in questo giorni si ricomincia a parlare della cancerogenicità del mais OGM.
Nel caso dell'amianto, chi garantisce che il giorno dopo la stesura della perizia non possano accadere dei fatti tali da mutare le condizioni della struttura? chi può impedire che semplicemente qualche delinquente tiri una pietra sul tetto provocando una lesione dalla quale potrebbero liberarsi anche poche fibre?
La relazione prescrive il monitoraggio ma, a meno che non si vogliano spendere migliaia di euro l'anno per controlli periodici, sono convinto che l'amministrazione in primis, e la cittadinanza al seguito, dovrebbero iniziare una guerra affinché la copertura venga messa in sicurezza. E se l'unico modo per operare sull'ex macello è quello di abbaterlo, che si faccia.
Tra le soluzioni possibile vi sono quella dell'installazione di fotovoltaico e in ultimo quella della pubblica sottoscrizione.
Non apsettiamo di pentirci di quello che avremmo potuto fare!