27 Maggio 2013, 19:19 - Centro di Cultu... [suoi interventi e commenti] |
La nostra città vanta tradizioni storiche rilevanti dal punto di vista antropologico, spesso poco conosciute. Il sabato che precede il Corpus Domini, da molto tempo si svolge una festa sentita, la festa che attraverso dei carri allegorici è comunemente chiamata “frottola” o flottola (fruottula).
La frottola è un componimento poetico che ebbe una sua fortuna soprattutto nel XIV secolo.
E’ una festa antica comune legata a quella religiosa del Corpus Domini e che si intreccia e si amalgama, come molto spesso avviene, con aspetti palesemente folcloristici. Detti festeggiamenti in passato avevano una durata di otto giorni ed interessavano le otto corporazioni di arti e mestieri più importanti della nostra amata città. Una festa dalle antiche radici che si rinnova per dare forza e vigore al rapporto tra terra e il lavoro dell’uomo attraverso questi carri allestiti con fiori e primizie di stagione (corporazione dei viddani). Il corteo da sempre ha interessato le vie del centro storico cittadino e si svolge nel tardo pomeriggio, con la benedizione del pane nella scalinata della Cattedrale al cospetto dell’imponente simbolo cittadino. Storicamente il corteo veniva aperto da un gruppo di bambini che portano dei bastoni con appeso nell’estremità superiore, il pane a forma di ciambella (cucciddata) prodotto con la farina del primo frumento dell’anno. Durante l’itinerario cittadino i bambini gridano ripetutamente “VIVA U PANI CUNSACRATU”. A seguire sfilavano i carri infiorati, tra cui quello con lo stemma della Città di Cefalù, raffigurante un pane con i tre pesci, il Sacramento, un albero con frutta e primizie della terra. La sfilata si dislocava da Piazza Duomo per interessare via via il cuore storico della città.
Si tratta di una manifestazione ricca di colori, di sorrisi e di suoni che viene riproposta giorno 1 giugno 2013 a partire dalle ore 17.30, dopo due anni di pausa, grazie alla volontà di un comitato spontaneo di nostri concittadini con accanto il Centro di Cultura Polis Kephaloidion, che amano mantenere viva questa tradizione, rilanciandola per le future generazioni.
Massimo Portera
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