23 Febbraio 2013, 16:24 - Antonio Franco [suoi interventi e commenti] |
La morte di Frank Di Maio è un evento tragico, colmo di rabbia, di dolore e tristezza: sentimenti dettati dalla scomparsa di un uomo giovane e coraggioso, intelligente e gioviale. Ancor più grande si fa lo sconforto a pensare alla dipartita di un magistrato integro e corretto, preparato e innamorato dello Stato, al cui servizio ha speso la sua professionalità e le sue energie, senza sosta, fra la sua adorata Sicilia e quella Milano che ne ha consacrato i meriti con inchieste e processi famosi. Milano e la Sicilia: le due “frontiere”, nelle cui trincee Frank Di Maio ha combattuto la sua buona battaglia, per affermare i valori della legalità contro la corruzione morale e materiale del Paese. Con fierezza e gratitudine inducono a ricordarlo tanto i più noti processi milanesi di “Vallettopoli”, quanto la sua coraggiosa azione contro le connessioni fra mafia e politica di questo territorio, con varie inchieste presso la Procura di Termini che meriterebbero di essere più conosciute e approfondite ancor oggi.
Come dimenticare poi la sua tenace attività professionale per il recupero dagli U.S.A. della Phiale aurea di Caltavuturo, oggi – grazie a lui – conservata all’Antiquarium d’Himera? Come studioso di storia antica gliene sono riconoscente, insieme a tutta la comunità degli archeologi e degli storici!
Soprattutto, però, ricorderò sempre Frank per l’amicizia e la simpatia che ci legava, insieme alle nostre famiglie: ci siamo conosciuti ragazzini, abbiamo abitato sinora nella stessa scala dello stesso palazzo, abbiamo frequentato, in anni prossimi, il Liceo Mandralisca, dove io arrivavo a piedi e lui in contemporanea ogni mattina, libero e determinato, sul suo motore; ogni volta che ci rivedevamo era una festa di battute, di riflessioni, di empatia, di ricordi; io gli dicevo quanto fossi orgoglioso di quanto stava facendo per rendere migliore la nostra Società e lui mi ribadiva sempre l’affetto per la sua Città, per tutti noi, l’attenzione costante per il nostro palazzo, le sue famiglie e i suoi problemi, per ogni evento, anche piccolo, di Cefalù, mi stupiva per come fosse informato di tutto e di tutti. Mi confessò più volte che sarebbe stato un suo grande desiderio impegnarsi di più per Cefalù, spendersi con la sua faccia per farla risorgere e contribuire ad affermare anche qui i valori in cui credeva: poi, però, la malattia, la sua lotta anche in questo caso forte, determinata, coraggiosa, ma purtroppo vana. Se c’è un senso in tutto questo, se c’è – e credo che ci sia – una prospettiva di futuro, sta nella lezione che Frank Di Maio affida come eredità a ciascun cefaludese: umile devozione allo Stato, ferreo rigore morale, tenace coerenza di ideali, rispetto supremo per la Legge e per la dignità di ogni cittadino.
Il vero magistrato, cioè – come voleva Cicerone – la Legge fatta persona, parlante e dotata di anima.
Ci stringiamo con affetto, nella comune preghiera e nel silenzio attonito, alla famiglia e a quanti lo amano, in particolare ai genitori e alla sorella Rosangela, al cognato Fabio e alle nipotine, porgendo loro le nostre condoglianze e interpretando i sentimenti di stima della Città tutta. Da Presidente del Consiglio Comunale, insieme a tutti i Consiglieri esprimiamo il cordoglio di Cefalù, certi che il suo impegno e la sua testimonianza non andranno dispersi: Cefalù non dimenticherà Frank Di Maio.
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