Il muro contro muro non serve alla Città e ai cefalutani.
27 Febbraio 2010, 17:26 - Francesco Calabrese [suoi interventi e commenti]
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Pare proprio che Cefalù stia per essere risucchiata dal “vortice rifiuti” che, ormai da tempo, ha investito il capoluogo siciliano e molti altri comuni dell’isola.
Mi sento di dire, tuttavia, che il problema cefaluduse ha una sua peculiarità, dal momento che nasce non tanto da una mala gestio della Società d’Ambito Ecologia e Ambiente s.p.a. che opera nel territorio dell’ATO PA5, quanto piuttosto dall’ormai incancrenito inadempimento del Comune di Cefalù verso la stessa Società.
Com’è noto, infatti, l’Ente non è fin’ora riuscito a far fronte ai svariati milioni di euro di debito dovuti al gestore del servizio di raccolta dei rifiuti.
Abbiamo appreso nel corso del Consiglio comunale di giovedì 25 febbraio 2010 che il Sindaco, Dott. G. Guercio, ha contestato alla Ecologia e Ambiente s.p.a. una serie di pretesi inadempimenti nella gestione del servizio di raccolta dei rifiuti, ed a tale contestazione è seguita una nota della Società d’Ambito con la quale ha annunciato di non essere nelle condizioni di garantire il servizio di raccolta, atteso che anche per il prolungato inadempimento del Comune di Cefalù non potrà più conferire i rifiuti nella discarica catanese di Motta Sant’Anastasia.
Ebbene, a prescindere dalla fondatezza o meno delle contestate inadempienze contrattuali che sarebbero imputabili alla Società d’Ambito, non v’è dubbio alcuno che l’inadempimento primo, pure per la sua importanza e rilevanza nel rapporto negoziale tra le parti, è costituito dal mancato pagamento delle fatture da parte del Comune di Cefalù a fronte del servizio erogato.
Stando così le cose, mi sento di dire - prima da cittadino e poi da Consigliere comunale di opposizione - che alla vigilia della stagione estiva e delle imminenti vacanze pasquali, non è certo questo il momento più appropriato per intavolare le legittime discussioni circa l’efficienza, la valenza, la convenienza dell’istituzione degli ATO rifiuti, o sull’inarrestabile aumento della TARSU, o ancora sui pretesi inadempimenti.
È invece giunto il momento di trovare delle immediate e non più procrastinabili soluzioni alle questioni contrattuali insorte. Soluzioni che non potranno che passare da un quanto più celere tavolo di confronto tra le parti, in cui il Comune di Cefalù dovrà necessariamente proporre un serio e credibile piano di rientro del cospicuo debito verso l’ATO PA5 e quindi verso la Società d’Ambito, nonché una seria politica di razionalizzazione delle risorse umane impiegate nella nostra città durante il periodo invernale.
E questo è un appello che da capogruppo del PDL Sicilia rivolgo all’Amministrazione comunale e all’ATO PA5. Ma per fare tutto ciò occorre, fin da subito, abbandonare il muro contro muro, non solo perché le conseguenze di tale atteggiamento sono già sotto gli occhi e il naso di tutti - cittadini e turisti - ma anche perché, purtroppo, il Comune di Cefalù non è nelle condizioni di poter fare la voce grossa.
(Francesco Calabrese)
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Egregio consigliere Calabrese,
quando ci si contrappone "muro contro muro" i segni rimangono anche nel più solido dei muri.
Figuriamoci nel meno solido.
Se, poi, uno dei muri ha la consistenza di un tramezzo, nella contrapposizione, non può che risultarne demolito.
Nella contrapposizione con l'ATO è l'immagine di Cefalù che può uscirne demolita.
La monnezza per le strade, per Cefalù, può essere il colpo letale.
Non solo per la stagione turistica che va ad iniziare.
Sono, pertanto, in assoluta sintonia col contenuto del suo post.
bravo avvocato !
bravo avvocato! Perfettamente d'accordo con lei.
Ma questa nuova giunta non doveva sistemare tali cose?
Come mai invece le peggiora?
Sicuramente adesso diranno che ci stanno lavorando e noi intanto ci sopportiamo a munnizza!!!!!!!!.
e intanto....
noi cittadini ci dobbiamo sobbarcare gli aumenti ,a questo punto ingiustificati,sui servizi che dovremmo avere,ma che di fatto non soddisfano le esigenze della città.Qui secondo me non si tratta di muro contro muro ma è bene che la cittadinanza sappia come stanno effettivamente le cose,è bene che chi ha competenza in materia si faccia avanti con soluzioni che siano in grado di risolvere il problema una volta per tutte!E se venisse Bertolaso?Saluti.
è deprimente...
vedere che in ogni dove,tutti i cassonetti sono stracolmi di rifiuti,è vergognoso che una città che si professa turistica si presenti in queste condizioni ,considerando pure che la stagione estiva è alle porte.Ne vedremo delle belle....
Stato di calamità artificiale
La situazione nella quale versano i nostri cassonetti d’immondizia, oramai stracolmi ed ahimè circondati da numerosi sacchetti a terra, che vanno aumentando di ora in ora, richiederebbe la dichiarazione di uno stato di calamità questa volta “artificiale”, in quanto provocato dall’uomo e dalla sua imbecillità.
Non si comprende come noi cittadini possiamo restare così inerti dinanzi allo stato di degrado che ci viene esibito, quasi come se questo fosse il portato di un destino cinico e baro, al quale opporsi è cosa vana. Non solo ma riusciamo ad essere anche co-autori di questa rappresentazione tragicomica, sia perché non siamo in grado di reclamare in massa dai nostri governanti di porre con immediatezza rimedio a tale sfacelo, sia perché contribuiamo ad aggravare la situazione continuando a conferire rifiuti in cassonetti già stracolmi, che finiscono puntualmente a terra preda di animali ed auto che li cospargono a destra ed a manca.
Dovremmo quindi tenerci i sacchetti a casa, creando problemi di salubrità al nostro habitat domestico? Penso che per pochi giorni questo sacrificio si potrebbe anche fare, perché altrimenti rischiamo di innescare sull’intero paese cattive condizioni igieniche-sanitarie che finirebbero per essere fonte di infezioni e malattie, oltre al pessimo spettacolo dato ai turisti. Questo soprassedere dal conferire rifiuti in questi giorni di caos, deve però spingerci a tempestare di chiamate sia l’ ATO che il Comune, chiedendo di provvedere alla raccolta con somma urgenza senza se e senza ma, mentre le autorità di Pubblica sicurezza devono accertare se vi sono le condizioni perchè si configuri il reato di interruzione di pubblico servizio onde avviare a processo i responsabili, infine all’Azienda sanitaria locale il compito di monitorare l’evoluzione della situazione igienica al fine scongiurare il peggio.
Ricordo a me stesso che gli ATO Rifiuti dovevano, nelle intenzioni di chi li istituì, migliorare il servizio di raccolta, renderlo più razionale mediante la convergenza di tutto il personale e dei macchinari dei servizi di ecologia comunali in un'unica struttura specializzata, dove la tariffa sarebbe dovuta gradatamente diminuire in virtù dell’avvio della raccolta differenziata, con la quale i rifiuti anziché costituire un costo avrebbero determinato degli introiti. Nulla di tutto questo si è realizzato, il servizio è peggiorato, le tariffe sono aumentate, la immondizia ci sommerge, la differenziata è praticata da pochi amanti della natura, le discariche chiudono e non si varano i termovalorizzatori, gli ATO sono in dissesto economico anche a causa di Comuni come il nostro che non pagano con regolarità i loro contributi ma anche per esuberi nelle assunzioni di personale.
Meglio tornare quindi ad un servizio rifiuti comunale, dove almeno, se questo non funzionava, l’indomani sotto il municipio ci sarebbe stato un assembramento di cittadini che avrebbe reclamato la testa del Sindaco. Se poi non ci sono le discariche dove conferire i rifiuti, questi sono problemi che non devono piangere i cittadini, i quali lavorano,pagano le tasse, votano ed esigono da chi ricopre incarichi di governo che venga loro garantito un servizio di raccolta rifiuti degno di questo nome.
Interruzione smaltimento rifiuti
Caro Francesco,l'interruzione del servizio di smaltimento rifiuti non credo sia una risposta alla lettera che il sindaco ha inviato in pari data; l'estremo provvedimento che la Società ha messo in atto nei confronti del Comune di Cefalù è la conseguenza di promesse non mantenute;già il 05/06/2009, con una un'interpellanza urgente, al fine di non recare danni all'immagine della Città, ho chiesto al Sindaco di concordare un piano di rientro per far fronte alla grave esposizione debitoria. E' la stessa richiesta che ho fatto in questi giorni.
Già allora l'ATO 5, con nota del 04/06/2009, ha sospeso alcuni servizi, come la raccolta differenziata porta a porta nel centro storico, e la riduzione dello spazzamento. I debiti che il Comune ha con la Società, oltre alla fatture scoperte del 2009 sono imputabili a 970.000,00 euro per debiti fuori bilancio del 2006 e a 300.000,00 euro per debiti fuori bilancio del 2007.E' impossibile fronteggiare tale situazione con versamenti saltuari.
Bisogna destinare l'intero incasso del prossimo ruolo TARSU alla copertura del servizio e chiedere un ulteriore anticipazione alla Regione per il debito maturato.
Bisogna tenere comportamenti responsabili e mantenere gli impegni assunti.
A maggiore chiarimento
Caro Rosario, nel mio post non ho voluto dire affatto che quanto sta accadendo nella nostra città sulla raccolta dei rifiuti sia una risposta alla lettera del Sindaco. Ho soltanto tenuto a precisare che il problema primo è l'inadempimento del nostro Comune nel pagamento delle fatture. Mi piace, inoltre,evidenziare che, a quanto mi è dato sapere, il servizio in parola è stato garantito esclusivamente per il centro storico, per le scuole e per l'ospedale. Dunque, parlerei di "riduzione" e non di "interruzione" del servizio.
Monnezza
Ho la sensazione che questa "riduzione" in effetti sia una vera e propria interruzione surrettizia, considerato che il centro storico produce pochi rifiuti rispetto al resto della città così come l'ospedale e le scuole.
Fuor di dubbio che la colpa principale è del comune che si è cullato, probabilmente, sul fatto che non si sarebbe mai arrivati a questo punto.
Inoltre la proposta dell'ATO della rescissione del contratto contenuta nella nota, (provocazione ??) è una proposta accettabile? Il comune sarà in grado di effettuare il servizio senza interruzioni...o riduzioni?
Povera Cefalù......quasi rimpiango...il carretto con la trombetta..di lontana memoria
Giovanni Marino
Lo spettro della monnezza
Davanti allo spettro della “monnezza” non si scherza.
Il ricordo dei roghi di Napoli e Palermo sono ancora sotto i nostri occhi e ciò che sta accadendo, in queste ore, potrebbe essere la prova generale di una nuova emergenza che rischierebbe di portare la nostra città al definitivo collasso.
E’ innegabile che l’esperienza “ATO” rifiuti (al capitolo acqua è necessario riservare autonoma attenzione) è stata, a dir poco, fallimentare.
E non perché lo dica il sottoscritto ma perchè basta leggere i quotidiani, nazionali e regionali, per rendersi facilmente conto della gravità della crisi che attanaglia i singoli enti locali nella problematica afferente la gestione dei rifiuti solidi urbani.
Finalmente tutti si accorgono, oggi, che il “carrozzone ATO”, quale innovativa forma di gestione a suo tempo fortemente voluto dai nostri Governanti, si è rivelata soltanto quella determinante causa di gravissimi deficit finanziari per la stragrande maggioranza dei singoli comuni.
Prova ne è che, quotidianamente, la Regione è costretta a dover fronteggiare le innumerevoli richieste, formulate dai vari Sindaci, di anticipazioni da erogarsi attingendo al Fondo di Rotazione.
Il costo del servizio per la raccolta dei rifiuti solidi urbani, dal momento del passaggio all’ATO, ha letteralmente messo in ginocchio il bilancio del nostro Comune.
Non dimentichiamo che, prima dell’avvento di questa innovativa forma gestionale, il servizio veniva gestito “in proprio” dal nostro Comune, con propri mezzi e propri uomini.
Pochi dirà qualcuno.
Di certo con risultati dignitosi, aggiungo io.
Poi, la svolta. Sotto tutti i punti di vista.
E quel servizio che il nostro Ente riusciva a garantire con quel manipolo di uomini e mezzi, improvvisamente richiese più del doppio in termini di forze umane e mezzi da distaccare sul nostro territorio.
Si badi bene, il tutto a carico della quota “societaria” da imputare al Comune di Cefalù e, quindi, con consequenziale riflesso sul costo del servizio.
Costo ben presto lievitato, nel tempo, a quasi 4 milioni di euro annui (!!) per garantire il servizio in una cittadina come la nostra.
Il nostro Comune, attraverso il ruolo TARSU, riesce a coprire quasi l’80% del costo del servizio.
Sarebbe meglio dire “dovrebbe coprire” perchè, in realtà le somme che l’Ente riesce a riscuotere sfiorano il 60% di quanto annualmente necessario.
Quindi, senza scomodare altisonanti principi di economia e/o matematica, si viaggia con disavanzi annui nella copertura del servizio nell’ordine di centinaia di migliaia di euro.
Ed allora, così stando le cose (a meno di essere smentito clamorosamente) e pur condividendo soltanto in linea di principio il pensiero del consigliere Calabrese di evitare il “muro contro muro”, quale “credibile piano di rientro” potremmo proporre alla Società d’Ambito con una “matematica” che ci è palesemente nemica ??
Quanto ad una eventuale auspicata ulteriore anticipazione della Regione, questa – se concessa – servirebbe a traslare il problema in un futuro, più o meno prossimo.
Risolveremmo, forse, l’emergenza contingente che si ripresenterebbe, di certo ancor più gravemente, tra qualche mese o qualche anno.
Un po’ come avvenuto con il passato.
E già, perché il tempo è sempre un gran signore.
Cordialmente.
Rosario Fertitta
All'ex assessore Fertitta
Non v'è dubbio che l'excursus normativo e statistico prospettato dall'ex Assessore Rosario Fertitta è perfettamente condivisibile, dal momento che le nobili ragioni normative che hanno dato vita all'istituzione degli ATO sono state mortificate dalla storia: maggiori prelievi dalla tasche dei cittadini da un lato e dall’altro, assenza di quella codificata ottimizzazione e maggiore qualità dei servizi offerti. Il vero problema, caro Rosario, in questo particolare frangente non è questo, è quello di trovare immediate soluzioni alla pericolosa vicenda che si sta delineando. Per tale inconfutabile motivo ho scritto e ribadisco che il muro contro muro non serve a nessuno. E per lo stesso motivo, ritengo che l'unica soluzione all'attuale questione che attiene al pagamento dei crediti maturati e cristallizzatisi in favore dell'ATO Rifiuti sia quella del piano di rientro. Tutti sappiamo che la "coperta è corta" e per tale ragione ho prospettato altre soluzioni accessorie alla prima, come la razionalizzazione e l'ottimizzazione delle risorse umane impiegate nel servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani. Ma a queste se ne possono accompagnare altre, per esempio: a parziale compensazione del cospicuo debito-credito si potrebbe riproporre la cessione all'ATO Rifiuti dell'immobile comunale di contrada "Torretonda", ove allocare la già prospettata stazione di compostaggio che farebbe ridurre i costi di trasporto per i mezzi dell'ATO che poi paga il Comune.
Sul futuro tutti assieme possiamo lavorare, per il contingente occorrono soluzioni immediate non chiacchiere!
(Francesco Calabrese)
si ....
caro SAro La Punzina tutto quello che hai detto è giusto ma mi domando e giro anche a voi il quesito,ma perché a pagare dobbiamo essere sempre e solo noi cittadini?Ai politici chiedo se hanno intenzione di prendere il toro per le corna,se hanno l'intendimento di fare qualcosa ma sul serio!SIAMO STANCHI DELLE PAROLE,CI VOGLIONO I FATTI!
Chiaro è lucido il commento di Rosario Fertitta
Chiaro è lucido il commento di Rosario Fertitta che ha sintetizzato i veri motivi dei problemi, oggi, connessi allo smaltimento rifiuti domani alle altre, ormai, obbligatorie privatizzazioni (vedi acqua, ecc...). I servizi una volta erogati direttamente dai comuni erano più economici è sicuramente non si assisteva a spettacoli disdicevoli come i rifiuti accatastati degli ultimi periodi. Bisogna dire la verità le privatizzazioni in Italia a tutto servono tranne che ad abbassare i costi ed a dare servizi più efficienti, almeno per questo si diceva dovevano nascere. Forse i veri motivi risiedono in logiche di profitto per gli enti che, di contro, sono costretti, chissà perchè, ad assumere forse più personale del necessario, personale che non viene selezioneto in graduatorie di merito ma......