Progetto Patanella e le nuove "contaminazioni"

ritratto di Pino Lo Presti

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A Radio Cammarata, in “Parlando di...”, condotta da A. Geraci, domenica scorsa, nuovo incontro diretto tra l’assessore ed il consigliere Franco.

Altro importante tema affrontato nella trasmissione quello delle conseguenze dirette, per il prossimo anno scolastico, per gli studenti e le famiglie, della Riforma Germini. Al centro, il prof. Giuseppe Riggio, ex Preside del Liceo Mandralisca di Cefalù.

Riportiamo soltanto dell’incontro sul “turismo” perchè è un tema che “L’altracefalù” segue ed intende continuare a seguire, ritenendolo, con tutte le sue implicazioni, centrale ed urgente per la vita di Cefalù.

Geraci

L’assessore Patanella, la settimana scorsa, ha fatto una riunione nella Sala delle capriate, dove, in un certo senso, ha presentato - se possiamo dire così -, una specie di programma, o una “sua proposta”, in ogni caso, per quello che potrebbe essere un progetto che serva a rilanciare il turismo a Cefalù. Quali sono le linee guida di questa proposta?

Patanella
Ricordo che nel corso di quella iniziativa era presente la vostra radio, quindi vi ringrazio doppiamente: per l’invito di oggi e per quella diretta radio. Non si tratta di “una specie di programma” ma della volontà di questa amministrazione di aprire un dibattito, serio, con tutta la città e gli operatori del settore; quindi con coloro che svolgono attività di albergatori, ristoratori - ma anche commercianti -, i docenti dell’alberghiero, i docenti del liceo classico ... cioè tutti quegli elementi, quei soggetti che, evidentemente, puntano sullo sviluppo economico della città attraverso il turismo, e che, quindi a loro modo, si sono fatti un’idea, negli anni, per averlo vissuto, e sperimentato sul campo.

L’intento è quello di aprire un dibattito; un dibattito che però conduca ad una decisione!
E’, quindi, dovere dell’amministrazione dare delle “linee guida” sulle quali ragionare. A questo io non ho inteso sottrarmi, anzi ho cercato - grazie anche alla presenza di Aurelio Pes - di presentare, intanto, l’anno di Ruggero II - sul quale puntiamo parecchio (sette manifestazioni, già calendarizzate). Progetto aperta al contributo di tutti coloro che vorranno arricchire questo calendario per tutto il 2010 e fino al 2011, con il contributo della Tegione siciliana. Quindi già dare una impronta forte!

Ho sentito anche delle critiche, rispetto all’anno di Ruggero, non tanto sul contenuto, quanto sul fatto di dedicare un anno a Ruggero II, in un periodo in cui non vi è alcuna ricorrenza.
Dico subito che, secondo me, una moglie preferisce ricevere le rose non nel giorno del suo compleanno ma in un giorno qualsiasi dell’anno. Perché questo sicuramente esce fuori dagli schemi e dimostra l’amore che si ha per questa donna. Allora, al città di cefalù, nel dedicare un anno intero, di eventi, a Ruggero II, dimostra il proprio amore nei confronti di chi ha dato lustro a questa città. Non fosse altro per aver reso possibile il Duomo, che è l’emblema e il simbolo, in tutto il mondo, della città di Cefalù. Quindi, sotto questo profilo, sgombrerei subito il campo dalla polemica di chi dice: ma perché un anno dedicato a Ruggero? Semplicemente, come spiegavo nella riunione, perché a Cefalù non esiste un monumento dedicato a Ruggero. Partendo da questo piccolo spunto (dopo abbiamo scoperto che lo scultore Salvato ha già fatto un’opera che peraltro ho visto - meravigliosa -, e che presto allestiremo nel suo luogo naturale che è il molo, appunto, di Cefalù), partendo da questo spunto, si è immaginato un percorso che ci porti a ragionare un anno intero, attraverso alcuni eventi di rilievo (che non sto qui a ripetere rispetto a quanto già abbiamo detto). Questo per quanto riguarda l’anno di Ruggero.

Per quanto riguarda invece la proposta sul turismo, l’idea è quella di sgombrare il campo, ormai, da un concetto che in tutto il mondo è consolidato, cioè il fatto che i beni monumentali, ambientali e culturali vanno salvaguardati ma che questa salvaguardia ha un costo economico, e questo costo economico non può essere più affidato alle casse pubbliche, ma deve - in un certo qual modo - autofinanziarsi!
Per fare questo vi sono dei professionisti, ormai acclarati, che svolgono (da più di 10 anni, con professionalità, in tutto il mondo, in particolare in Italia - dove abbiamo il 40% delle bellezze ambientali e culturali -), con grande professionalità, il loro ruolo nella valorizzazione e nella fruizione dei beni culturali.
Siccome io immagino Cefalù come “un unico bene culturale”, cioè non penso che vi sia distanza, tra il promontorio - per intenderci del club med -, sino alla Calura; ma che tutto questo sia un contesto che deve essere offerto al turista in maniera fruibile ed apprezzabile, e dal momento in cui varca i confini cosiddetti del “Santa Lucia” (io parlerei addirittura di Mazzaforno, dove c’è la splendida villa Bordonaro) sino, appunto, a dopo la Rocca, le Calette, Sant’Ambrogio; allora, in quest’ottica, è necessario che il turista venga condotto “mano per mano”, evitando che lo si usi come un calzino sporco (cioè che lo si sprema fino all’inverosimile per poi buttarlo via), facendolo con la professionalità dovuta.

Professionalità che innanzitutto deve partire dal territorio.
Sono contento che oggi sia stato qui il professore Riggio, perché essendo stato Preside dell’Alberghiero, avendo sottoposto un tema - importantissimo - che è quello della formazione dei suoi allievi, meglio di tutti sa qual è il contributo che quell’istituto può dare, e i ragazzi, che stanno in quell’istituto, possono dare. Ma, accanto a questo, le associazioni culturali, le associazioni di categoria non devono - e mi dispiace dire questo -, non devono sottrarsi a questa loro responsabilità.
Leggevo su un blog, recentemente, che c’è stato il tentativo di fare una riunione di associazioni culturali: grande spontaneità, grande sensibilità da parte di chi lo ha organizzato, e, poi, alla fine, a questa riunione non è andato quasi nessuno. Questo a me dispiace perché questi momenti non possono avere colore politico, non possono avere strumentalizzazioni di alcun tipo, ma sono luoghi di ragionamento, a destra come a sinistra come al centro; scevri evidentemente da qualunque cappello politico, e che devono aiutare l’amministrazione, e l’amministrazione aiutare questi momenti, perché “una proposta” scaturisca fuori.
Allora, tornando al concetto - e voglio essere breve ma chiaro -, del bene culturale unico di Cefalù, l’idea portata sul campo è stata quella di un Bando, ad evidenza pubblica, a cui partecipassero i soggetti con i requisiti previsti per legge, per la gestione dei servizi aggiuntivi.
Cosa sono i servizi aggiuntivi.
I servizi aggiuntivi sono i servizi di guida, i servizi di audio-guida, i servizi di accompagnamento, i servizi di biglietteria; di ingresso nei musei, di ingresso - in questo caso - presso la rocca, il lavatoio, presso il Bastione, in sinergia tra loro attraverso un percorso evidentemente guidato che li porti, per il passaggio del centro storico, ad approdare poi nella spiaggia, che deve essere trovata in maniera pulita, sempre efficiente sempre gradevole - soprattutto alla vista - e scevra da qualsiasi bruttura che purtroppo spesso, e sotto attenzione di tutti quanti, accade.
In quell’assemblea però non ci siamo fermati a questo, proprio perché il mio ragionamento è partito innanzitutto - e, qui, riprendo il tema di oggi -, dalla scuola, cioè dalla formazione che noi dobbiamo dare ai nostri figli. Questa formazione che, sempre più spesso, è delegata, da parte dai genitori, alla scuola, deve trovare “un punto di formazione sul rispetto della cosa pubblica”. Cefalù è di tutti, e, per questo, va rispettata; perché io a casa mia non vado, alle tre di notte, a fare la pipì nel salotto, vado in un bagno - anche pulito, accogliente (perché mia madre e mio padre, io ho contribuito a tenerlo, conservarlo in questo modo). Allora, perché “questo” lo faccio a casa mia e invece, poi, improvvisamente, nel momento in cui ci troviamo nella cosa di tutti, nella res pubblica, ci sentiamo autorizzati a farlo, al lavatoio - spesso da parte del cittadino ma soprattutto da parte del turista? Allora, lì, un grosso aiuto possono darlo i docenti, possiamo darlo noi, attraverso degli interventi mirati nella scuola. Io, come assessore alle politiche giovanili, nei prossimi giorni incontrerò tutti gli studenti, spero dentro le scuole - se mi sarà consentito dai presidi e dai responsabili -, per iniziare a fare la mia parte su questo tema, e creare quella cultura di conservazione del bene pubblico come fosse - come è nei fatti - una cosa propria, quindi con il rispetto che essa merita.
Accanto, a questo primo passo che dobbiamo compiere, viene, evidentemente, l’ausilio, l’apporto che può dare chi fa questo mestiere di professione. Quindi un bando ad evidenza pubblica!
In quella sede, però, abbiamo ragionato con - soprattutto, devo dire - Legambiente, Cai e le Giubbe d’Italia (che si sono occupati, in questi anni, l’una dopo l’altra, della rocca di Cefalù). Si è pensato, per la sua specificità, di sganciare, da questo ragionamento, la Rocca. Ovverosia - e questo poi dal dibattito che abbiamo continuato anche il giorno successivo sempre con i rappresentanti delle associazioni - conservare la Rocca e gestirla “in proprio” il Comune, attraverso l’ausilio di queste associazioni. Associazioni che ho invitato a costituirsi in un Consorzio unico, perché - come dicevamo poc’anzi - la burocrazia è quell’elefante che interviene in ogni cosa come se si trattasse di una cristalleria. Quindi per evitare che, dialogando con tre soggetti diversi, tutto dovesse arrestarsi per il complicarsi delle carte, ho chiesto loro di costituirsi in un Consorzio unico, un unico “soggetto” con il quale dialogare.
L’amministrazione ha elaborato un sistema di conservazione della rocca, l’istituzione di una biglietteria (il cui importo del biglietto deciderà il consiglio comunale prossimamente, perché la competenza delle tariffe è del consiglio comunale); e, quindi, gestendo in proprio, attraverso proprio personale, l’apertura e la chiusura della Rocca, sistemando i viali, creando un corrimano di legno di castagno e creando una manutenzione perenne del sito, unitamente a questo Consorzio, proporre dei pacchetti di iniziativa turistica; come può essere: la scalata, il piano - che loro stanno proponendo - di tutela del verde.
Nico Marino, in quella riunione, ebbe un’idea molto interessante che è quella del restauro biologico del sito, cioè cercare di comprendere come è stato nei secoli il sito, perché obiettivamente abbiamo visto che ci sono dei pini, ci sono degli alberi che non hanno una loro storia in quel sito. Allora come recuperare quella macchia, quella specificità di vita della rocca? Questo lo si può fare insieme a questo consorzio! Quindi, da un lato, agire attraverso una gestione pubblica - attraverso queste risorse che esistono nel territorio -, dall’altro lato, per la città di Cefalù, pensiamo ad un Bando. Stiamo anche valutando una seconda ipotesi che è quella di interagire con la Università di Palermo e qui, nella città di Cefalù, con il corso di laurea in scienze turistiche; e quindi vedere e capire come poter “fare sistema” con l’università di Palermo, con l’Istituto alberghiero e il Comune stesso. Se troveremo, dall’altro lato, risposte concrete e stesso entusiasmo e partecipazione, è una strada che continueremo a percorrere. Se, dall’altro lato, evidentemente, non vi sarà riscontro, non vi sarà interesse, ritorneremo sulla strada del Bando ad evidenza pubblica!

Cosa significherà questo?
Che il turista arriverà a Cefalù e dovrà, comunque per questi servizi, dare un contributo - che io ho chiamato “contributo di conservazione del sito”, cioè per far sì che Cefalù possa essere migliorata negli anni, e non abbandonata.
Da resoconti economici di mercato, rispetto alle affluenze, a Cefalù, di 587.000 visitatori, immaginiamo un introito, che, nella migliore delle ipotesi, porti a circa 3 milioni di euro. Tre milioni di euro che, se si fa un bando pubblico, andranno divisi con la percentuale di rialzo offerta dalla società; e comunque, io immagino da un minimo di 1 milione a 1.400.000 euro annui. Somma che evidentemente deve avere una “destinazione di scopo”, come dicevo prima, e cioè un 50% alle opere di restauro e conservazione nel Centro storico (si pensava un piano colore, un piano paesaggistico integrato con la Sovrintendenza, da ragionare).
Io, stamattina, passeggiando lungo le vie, vedevo tantissimi locali, immobili abbandonati; e la cosa dispiace, dispiace perché sono risorse, ogni pietra è storia. Se tu l’abbandoni, abbandoni un pezzo della storia di questo paese, e Cefalù non si può permettere di lasciare alle spalle la propria storia; ha il dovere morale e civico di conservarla.
Detto questo, il 50%, l’altro 50% delle risorse: immaginiamo tre eventi di carattere internazionale, da ripetersi negli anni e da svolgersi nei periodi cosiddetti di “destagionalizzazione turistica”, cioè gennaio, febbraio, marzo, ottobre, novembre, dicembre. Perché? Perché questo garantirebbe quella continuità di affluenza turistica che dà la possibilità ad un albergo, ad un ristorante, ad un operatore di stare aperti 12 mesi all’anno, e quindi di creare occupazione stabile e definitiva.

Da una telefonata giungono dei rilievi, peraltro abbondantemente fatti da più parti nella riunione del 27, che Geraci così riassume:

Geraci
Mi sembra che la signora (Laura Frezza) mette il dito nella piaga, nel senso che sembra che questo è un progetto quasi faraonico - vorrei dire molto grosso - mentre si dovrebbe cominciare dalle cose più semplici.

Patanella
Rispondo subito, dicendo che, per il Teatro, è necessario fare un ragionamento a parte. È una struttura che si è aperta ora, il regolamento deve andare ancora in consiglio comunale, e quindi lì va aperto un discorso per i fatti suoi. Poi, quando il consiglio comunale stabilirà le regole per gestire questo teatro, allora potremo iniziare a discutere come intervenire. E quindi io lo lascerei fuori, in questo momento.
Per quanto riguarda il Palazzetto dello sport, la competenza è della Provincia di Palermo. Possiamo portare alla Provincia di Palermo tutte le iniziative, tutte quelle che vogliamo! Ho sentito parlare di Consorzio dei comuni delle Madonie e di Cefalù per la gestione dello stesso. Fino a quando comunque la Provincia non dirà che quel Palazzetto “si può aprire”, (e purtroppo, da 10 anni, da rinvio in rinvio, sembrava che eravamo arrivati alla fine con l’allaccio delle fognature ..., e invece, l’altro giorno, abbiamo visto sorgere una impalcatura sul prospetto. Ironicamente si è detto “per posizionare le bandiere”, ma è evidente che le forti piogge avranno portato delle infiltrazioni che bisognerà, da parte della Provincia, evidentemente, risolvere.

Sulle piccole cose da fare ogni giorno.
Allora, io sono stanco di far pesare sui cefalutani un disagio economico del Comune, perché noi ci troviamo in una situazione di pre-dissesto, con oltre 10 milioni di debiti, e giudizi - che risalgono agli anni ’80 - che, di giorno in giorno, ci portano a “condanne”per altri milioni. Quindi, io dico subito: sono stanco di far pesare questo sui cittadini; perché non possiamo, da amministratori, “accanzare” - chiedo scusa per questo vocabolo -sempre questa scusa. Però, dobbiamo immaginare dei percorsi che ci facciano trovare nuove risorse. Allora, questo progetto, che non è faraonico ma è un “ragionamento sul tavolo” - dove, mi fa piacere che si sia stimolato l’intervento della radio ascoltatrice (perché evidentemente sottopone un problema, al quale pensavo di aver risposto in maniera più ampia, ma probabilmente generica, però che è quello di dire: i fili che pendono, la piccola cosa, la buca, il verde, l’aiuola abbandonata, come li curo, come , perché non parte da questo?).
Ecco, quelle risorse economiche - quando io parlo del 50% che vengono destinate alla conservazione del Centro storico, ma anche del lungomare e di quei luoghi che vengono più frequentemente visti e goduti dai cittadini, prima, e dai turisti poi -, evidentemente quel 50% di risorse è indirizzato proprio a questo. È un intervento di scopo che ci porterebbe ad utilizzare queste somme esclusivamente per questo tipo di interventi. L’altro 50%, alla promozione - di cui dicevamo prima - l’Immagine di Cefalù.
I tre eventi di carattere internazionale significano pubblicità negli aeroporti, nei porti, in televisione e soprattutto far venire in questo luogo, meraviglioso per tutto il mondo, soggetti che hanno il “richiamo e una sensibilità internazionale”: attori, intellettuali, uomini dello spettacolo, uomini del giornalismo, che evidentemente si ritrovano qui annualmente (auspico in un periodo di destagionalizzazione), per avere l’ “evento” che, appunto, attragga in periodi di non grossa affluenza turistica e che valorizza l’immagine. C’è una proposta - che avevo fatto l’altro giorno e sulla quale intendo andar avanti -, che è quella di creare proprio uno spot, su Cefalù, da far passare sulle televisioni locali - ma anche nazionali - (e su questo so che ci sono grandi risorse intellettuali ma anche del mondo del cinema e della regia, qua a Cefalù stessa, che potranno dare un contributo.

Geraci
In un passaggio dell’assessore, si è parlato di una riunione di associazioni che si fatta e che poi sembra, in un certo senso, decaduta. In realtà non è così. In un certo senso, a seguito di quella sua assemblea, è sorta spontanea la necessità di un certo gruppo di associazioni, e anche di individui, di far sorgere un comitato per la salvaguardia della identità culturale di Cefalù. Proprio perché, in quella riunione è sembrato che l’identità culturale di Cefalù poteva essere un po’, diciamo, messa in dubbio, tant’è che le cose vengono da fuori e da gente che arriva da fuori con progetti preparati, senza utilizzare le risorse culturali di Cefalù e quindi senza anche studiare bene quello che succede a Cefalù.

Patanella
Io non leggo questo in quella riunione perché, poi, ho letto uno statuto sul sito de l’altracefalù: non dice questo mi si consenta! Quello statuto non dice questo, si propone di salvaguardare l’identità di Cefalù ma non di contrapposizione a chi porta ricette preconfezionate da fuori, anche perché mi creda non è questo il mio intento, l’ho detto in quella sede è l’ho ribadito anche oggi.

Geraci
Nello statuto è chiaro che non c’è scritto, però la nascita di questo comitato è avvenuta dopo, proprio, l’indomani, di quella assemblea.

Patanella
Trovo paradossale tutto questo, la salvaguardia dell’identità di Cefalù o dei siciliani, fatta soltanto dai siciliani, significa arroccarsi in quelle conventicole che non portano a nulla. La Sicilia, per prima, è stata resa, nel mondo, luogo di turismo, da un tedesco. E’ questa la realtà. La Sicilia è stata porto di tutte le civiltà, nella storia, nei secoli, che venivano da tutto il mondo; la Sicilia è stata resa grande dei greci, dai normanni e così via. Chè non venivano a fare turismo, ma che hanno portato dopo turisti (perché venivano per trovare un luogo a loro congeniale e poi questo ha prodotto le meraviglie che sono sotto gli occhi di tutti e di cui noi ci facciamo vanto). Allora ragionare sulla conservazione della identità di Cefalù, nei confronti di un ipotetico straniero che venga qui a colonizzare, mi sembra un ragionamento che io intanto non ho letto, e lo dico con chiarezza: non l’ho letto in quella riunione delle associazioni, non l’ho letto in quel loro documento che pensavano di promuovere. Probabilmente ho dato una lettura sbagliata, ma ritengo invece che era “raccogliere” quello sforzo dell’amministrazione di dialogare per andare verso un percorso comune o, comunque, anche se diviso, che contribuisce a creare quel percorso.

Geraci (rivolto adesso a Franco)
In Consiglio probabilmente arriverà quel regolamento sul come gestire i beni pubblici.

Franco
Lo stiamo aspettando con ansia, anche perché ritengo che sia fondamentale da un punto di vista della legittimità degli atti che l’amministrazione comunale intende fare. Adesso dovrei parlare mezz’ora, 35, 40 minuti; non lo farò logicamente, anche perché già molte cose, all’assessore Patanella, gliele ho messe per iscritto. Magari cercherò di fare una sintesi, anche perché mi sono reso conto che, nell’intervento di oggi dell’assessore Patanella, qualche qualche cosa è cambiato. Cioè c’è stato qualche passo indietro e qualche ripensamento che evidentemente è stato dettato dall’avere percepito - anche da coloro che in consiglio comunale sostengono questa giunta, di cui lui fa parte, è probabilmente anche da qualcun altro della stessa giunta -, una serie perplessità su quel progetto, che effettivamente ha qualcosa di troppo pretenzioso per la nostra città; ma, anche per le condizioni stesse nella quale la nostra città, in questo momento, vive (dico io, da politico che fa anche l’opposizione: a causa della incapacità attuale del sindaco Guercio e della dissennatezza della politica turistica e culturale che è stata operata in 10 anni dal sindaco Vicari.
Ritengo che il problema delle identità culturale di questa città sia molto serio invece, e, che ci sia qualcuno che si preoccupi del possibile suo stravolgimento, a vantaggio di una sorta di melassa o marmellata culturale, nella quale tutto ci sta bene e tutto può andar bene, io credo che il problema e il rischio ci sia veramente!
Perché il discorso parte dalla riunione del 27, indetta dall’assessore Patanella. Quello che si vuole fare in questa città, da un punto di vista ideale, credo sia venuto fuori nella reazione che l’assessore Pantanella ha avuto nei tuoi confronti, Armando, cioè: nessuna volontà di accettare un dialogo serio e costruttivo, critico sul progetto che si intende proporre. Si propone un progetto, e “questo è quello che verrà attuato”. Anno ruggeriano? Vi dovete prendere l’anno ruggeriano! Sagra della pasta? Vi dovete prendere la sagra della pasta! Gestione centralizzata dei Beni Culturali di Cefalù? Vi dovete prendere la gestione dei beni culturali di Cefalù, centralizzata! Perché questi sono obiettivi che stanno bene, evidentemente, a una idea che si ha della politica turistica e culturale di questa città, che è una idea, a mio giudizio, di sfruttamento e non di valorizzazione. Per questo io ritengo che già (non solo nel regolamento che c’è bisogno di approvare, di far passare dal consiglio comunale, al più presto, perché se ne discuta, se ne parli in maniera approfondita), la città si rende conto di quale è la scelta, da parte dell’amministrazione, e che cosa, in consiglio comunale, i consiglieri vogliono invece proporre come Regolamento di gestione dei beni immobili del Comune, e, anche, soprattutto dei monumenti. Però, così come io proporrò nel regolamento, la gestione di questi beni deve essere una attenzione differenziata per ciascuno dei beni monumentali di questa città. Perché questa città ha beni ambientali e monumentali che sono l’uno diverso dall’altro e che vanno trattati in maniera differenziata e non centralizzata. La gestione unica è a vantaggio solo dell’aspetto squisitamente, se vogliamo, finanziario, neanche, dico, “economico”, perché non ritengo che vada ad incidere - nella maniera che dice l’assessore Patanella -, nella valorizzazione economica di questi beni. Io ritengo che per ogni bene, il regolamento deve dire delle cose molto severe ma molto chiare, che sicuramente mettano al primo posto la valorizzazione pubblica di quel bene, la gestione pubblica del bene, e, secondariamente, quando si pensa ad una azione sui singoli beni, si deve discuterlo con quelle realtà locali, in primo luogo, che hanno specificità e esperienza nella gestione di quei beni. Io ritengo che quello che è stato detto, per esempio, sulla rocca, adesso, dall’assessore Patanella (non prima), vada nella giusta retta, adesso che si discute con il Cai, con Legambiente, con le Giubbe d’Italia, e io dico anche con altre realtà che ci sono in questa città, e che conoscono molto bene la rocca di Cefalù. Allora, questo è un percorso che si può fare, è un discorso che valorizza e che affida anche la gestione del bene, e di alcune capacità di questo bene, alle singole associazioni. Io ritengo che, invece, l’altro discorso che è stato fatto, e che è esclusivamente di natura finanziaria, non mi troverà d’accordo, non mi può trovare d’accordo, perché significa probabilmente spostare la gestione dei beni all’esterno persino di Cefalù.

Patanella
Volevo sapere anche sulla seconda ipotesi: Università, alberghiero!

Franco
Anche perché, su questo, penso di poterle parlare direttamente, perché l’istituto alberghiero è parte della scuola per la quale lavoro da 13 anni, e la università mi ha visto anche come professore a contratto.
Ritengo che questa è una proposta, che - non a caso anche da parte mia è venuta, ed è stata messa per iscritto -, cioè quella della valorizzazione di questo patrimonio straordinario che sono gli studenti dell’ Ipsar, per le loro competenze che maturano nell’arco di cinque anni, di carattere, appunto, alberghiero e di carattere anche turistico (perché all’ Ipsar di Cefalù vi è una sezione di accoglienza turistica). Per quanto riguarda, la Università, il corso di laurea in scienze turistiche, l’assessore Patanella si dovrebbe chiedere perché la Università, sempre più, si è dichiarata delusa dal Comune di Cefalù fino al punto da richiedere quasi di spostare nuovamente il corso a Palermo. È stato un tradimento da parte del Comune di Cefalù, persino di quel Consorzio che si era creato con il Parco è con gli altri comuni, per la gestione di questo corso di laurea, e nel quale il Comune ha fatto la bella statuina, si è fregiato di questo corso di laurea ma lo ha semplicemente abbandonato a se stesso, e il corso di laurea si è trovato nelle difficoltà economiche in cui si trovano tutti i corsi di laurea universitari che non hanno finanziamenti da sponsor o da privati ma si devono gestire in maniera diretta dal pubblico. Quindi credo che sia una azione tutta da rivedere quella del rapporto con il corso di laurea. Se avverrà, anche nel segno delle possibilità e delle prospettive di lavoro di questi giovani che operano all’interno dell’università, ben venga, anzi io mi chiedo allora che bisogno abbiamo, come Comune, di andare a cercare una agenzia esterna che faccia la “bigliettazione” o faccia l’ “accoglienza” presso i nostri monumenti, se abbiamo a disposizione la possibilità di fare delle convenzioni con la scuola e con la Università e avere a disposizione personale giovane, motivato e che sicuramente può presentare anche un’immagine totalmente nuova e soprattutto l’immagine anche di un comune che si affida, consorziandosi, all’università. Ma io penso anche... ci sono anche altri beni che vanno fruiti dalla gente; che sono quelli per esempio a gestione delle Chiesa di Cefalù. Io penso ad un dialogo importante da parte del Comune con la Chiesa cefaludese per la fruizione del Chiostro, per i restauri di altri beni importanti, per la utilizzazione di strutture come il convento di San Domenico. Io credo che ci sia una un vero e proprio sistema da reimpostare rispetto a quelle quattro cose che sono state dette l’altra volta!

Geraci
Nel ringraziare i presenti, vanta come il dialogo - così come si è svolto - sia, oltre che piacevole, utile; ritenendo che anche dei suggerimenti della opposizione possono essere, valutati preventivamente, e accolti.

Patanella
Quando si adotta uno spirito costruttivo di dialogo, di dibattito, comprendo di essere nel segno del giusto, nel senso che aver stimolato il dibattito aiuta la città di Cefalù. E, siccome il compito di un assessore è quello di garantire la crescita culturale e la salvaguardia della identità sociale e culturale del luogo, dove opera; se questo lo fa, con il consenso più ampio possibile, ha fatto il suo dovere. Se lo impone, se importa altri modelli pensando di adattarli, quel corpo civico lo respingerà come un tumore.
L’indirizzo dell’amministrazione, ripeto, è quello di trovare comunque una soluzione culturale ed economica per la valorizzazione del paese di Cefalù.
Su un punto, credo, che siamo d’accordo - e questo lo riscontro nella gente -, quello della valorizzazione “unica e complessiva” del bene-Cefalù. Quindi, non staccare il mare dal Centro storico, vivendoli come momenti separati, ma come “percorso-unico” da offrire al turista. Così come riscontro la necessità di quei piccoli interventi; il marciapiede, la buca, quelsto non è più un piccolo intervento ma è un grande intervento di sensibilità nei confronti del cittadino stesso.

Franco
L’assessore Patanella ha anche altre deleghe, sulle quali io chiederei, anche, che cosa sta facendo. Venendo qui ho incontrato dei ragazzi che mi hanno detto che da otto mesi si allenano nel campo sportivo di Santa Barbara, senza illuminazione, e che le problematiche dello sport in questo paese languono e addirittura questo Comune ritarda, ancora per un altro anno, l’intervento sullo stadio di Santa Barbara. Ha anche la delega alle politiche giovanili! In questo paese si fa sempre più grave il disagio giovanile, come anche dimostrano recenti fatti che sono venuti a conoscenza dei mezzi di comunicazione, a proposito dei giovani che vengono in questa città e che - voglio ribadirlo - nel caso in oggetto, non erano ragazzi di Cefalù ma ragazzi che frequentano le scuole di Cefalù. Io credo che ci sia necessità! E’ vero, in questo senso non mi tiro indietro rispetto agli stimoli che un assessore chiunque esso sia, cefaludese o non cefaludese, vuole lanciare in questa città. Però, ecco, che ci sia un maggiore ascolto delle realtà locali in maniera interattiva per crescere insieme; non soltanto proporre delle iniziative che, poi, se piacciono ai cittadini, bene che contribuiscano, che partecipino; se non piacciono, le dobbiamo subire perché vengono da una intelligenza superiore...

Patanella
Ma lei, consigliere Franco, non può dire tutto e il contrario di tutto; io dico che collaborando si arriva alla soluzione, lei torna di nuovo sul discorso delle ricette preconfezionate!

Franco
Io sto dicendo che, su alcune cose, lei ha delle ricette preconfezionate da portare a Cefalù; su altre cose ha cambiato la sua opinione relativamente, in particolar modo, alla rocca, e si è aperto ad una maggiore discussione. Questo mi fa piacere, però devo dire che da parte dell’amministrazione, non c’è una proposta chiara, una proposta fondata anche su dati che siano certi. Perché quelli che lei propone, sulle presenze e sugli introiti che dovrebbero venirne, sono dati totalmente vaghi e fondati su delle ipotesi!

Pantanella
“Vaghi” non lo accetto!

Franco
Il 1.400.000 euro, di cui lei ha parlato, viene dalle 700.000 presenze che “non ci sono”, in questa città.

Patanella
No: 587 mila presenze, questi sono dati dell’osservatorio regionale!

Franco
E, poi, l’euro, lei lo vuole chiedere a tutti quanti, anche a quelli che da Resuttana si vengono a fare una passeggiata a Cefalù? Questi sono pure “turisti” che devono pagare un’euro, o quelli che devono pagare un’euro sono quelli che vengono negli alberghi di Cefalù, o anche quelli che vengono nelle case di affitto? Queste, sono tutte cose di cui dovevamo parlare oggi?

ritratto di Leonardo Mento

Ma Cefalù ha un "Piano di marketing turistico"?

Vorrei chiedere a chi di competenza, se Il Comune di Cefalù ha predisposto nel tempo, un “Piano di Marketing turistico” essenziale per affrontare la questione turismo. In assenza di questo documento base, ogni intervento è fine a se stesso in quanto svincolato da una progettualità e finalità. Suggerirei a quanti sta a cuore Cefalù ed il suo sviluppo sostenibile, di prendere visione ( per conoscenza personale e nell'interesse della collettività) di un piano di marketing, tra i tanti e molto ben fatto, che è quello di Potenza (www.comune.potenza.it/turismo/Marketing_Turistico/). Inoltre quale migliore opportunità , visto che a Cefalù abbiamo un corso di laurea di scienze turistiche, di chiedere all'Università di predisporre un (nuovo/aggiornato?) “Piano di marketing turistico” per Cefalù. Voglio sperare che il Comune o gli operatori turistici abbiano stanziato, nel tempo, un “borsa di studio” per una ”Tesi di Laurea” sul turismo nella nostra Città. Sicuramente l'assessore Patanella, converrà sull'importanza di disporre di un tale documento.

ritratto di Vito Patanella

Convengo

Il suo prezioso suggerimento diventerà il primo passo per un dialogo serio da aprire con l'Università al quale Lei, spero, possa collaborare. Ho visionato il sito di Potenza e devo dire di esserne rimasto davvero colpito per la capacità certosina di servirsi di uno strumento valido ed efficace quale quello del piano di marketing. Non vorrei però che qualcuno ancora una volta, parlando di marketing, dica che sto cercando di svendere Cefalù.

ritratto di Leonardo Mento

L'importante sono le finalità....

Gentile Assessore Patanella, vede le definizione e le applicazione del marketing sono varie. Il marketing è sempre esistito e utilizzato, ma non si definiva marketing. Si basa su una serie di processi mediante i quali vengono “individuati,” “sollecitati” e ” soddisfatti “ i nostri bisogni materiali ed immateriali. Nei secoli le religione, le idiologie , i sindacati, le produzioni etc, ne hanno fatto largo uso per individuare,sollecitare, soddisfare quanto da loro rappresentato. Pertanto l'importante sono le finalità che si prefigge, così come evidenziato nel progetto Potenza ovvero:
“La stesura di un piano di marketing a finalità turistica, mirato alla valorizzazione, organizzazione e promozione delle risorse di unicità e tipicità di un territorio, consiste in una serie di interventi e azioni,sia sul piano dell'analisi teorica sia a livello di progettazione e di proposte, che forniscono una panoranica esaustiva delle caratteristiche, delle possibilità e dei limiti di tutte le risorse su cui contare..........”
Questo “documento” oggi è determinante ai fini della “costruzione” del nuovo Piano Regolatore che proietterà Cefalù nei prossimi decenni in funzione “delle risorse su cui contare”. Poiché le risorse non sono infinite e necessario che il futuro venga preso in considerazione.
L'Agenda 21 suggerisce che:
1.per essere sostenibile lo sviluppo turistico deve tener conto in primo luogo delle caratteristiche naturali, culturali e socio-economiche dell’area, pena la perdita di attrattività da parte del territorio stesso ;
2.deve inoltre tenere conto della vivibilità del territorio sia per i residenti che per i turisti. Mentre il turista è sempre più alla ricerca di un ambiente rilassante e confortevole, i residenti al contempo necessitano, soprattutto nei periodi di alta stagione, di poter continuare a svolgere le proprie attività minimizzando il più possibile i disagi causati dall’incremento della pressione sul territorio e le relative infrastrutture generato dalle presenze turistiche ; ciò è tanto più rilevante se si considera che la presenza turistica vissuta in maniera non conflittuale contribuisce a far si che la popolazione residente sia meglio predisposta ad offrire collaborazioni e servizi di qualità.
3.un piano turistico di successo nasce da una forte integrazione e collaborazione tra tutti gli stakeholders coinvolti, pubblici e privati. Un’area turistica è composta da molteplici fattori che rientrano di volta in volta negli ambiti di competenza della gestione privata dei differenti operatori e dei soggetti pubblici considerati a diversi livelli istituzionali.
Ho avuto già modo di rappresentare questo mio pensiero :
” senza un progetto, un piano industriale, un piano di marketing in questo caso turistico, non credo che si possa pensare di consolidare le quote di mercato acquisite né a nuove quote di sviluppo. Credo che sia arrivato il momento di evitare le annose e sterile critiche e passare ai fatti . Pertanto le forze politiche, le forze economiche e sociali dovrebbero attivarsi, contribuire affinché “Progetto Cefalù” possa essere predisposto e realizzato nell’interesse di tutti. Di norma chi elabora il progetto è un “ente terzo”; chi commissiona il progetto sono le forze politiche, le forze economiche e sociali (cefaludesi), che definiscono gli obiettivi di sviluppo (sostenibile) e di tutela sociale e di territorio” .
Pertanto Gentile Assessore, voglio sperare che l'Università possa predisporre, con il contributo di tutti “gli interessi materiali e immateriali coinvolti ” questo “Progetto Cefalù”.
Cefalù dispone di ottime professionalità, che sono sicuro, vorranno partecipare alla stesura di questo piano ( le critiche fanno parte del “gioco”). Per quanto riguarda la mia partecipazione La ringrazio, ma vivendo a Roma non potrò dare un grande contributo. Comunque mi sono limitato (ai fini del marketing ) ad “individuare” e “sollecitare” un “bisogno/necessità” a Lei ed alle forze sociali ed economiche di Cefalù compito di Soddisfarle. Buon lavoro

ritratto di Pino Lo Presti

C'è marketing e marketing

Quando si parte dal rispetto della Identità di una persona, come di una comunità, o di un luogo (inteso come “organismo”); e questa Identità sia colta sia sul piano “fisico” che su quello culturale e, direi, anche della “anima” (qualcosa che viene percepita come “suggestione”) e si lavora per metterne “in luce” le caratteristiche (cioè renderle evidenti alla coscienza del visitatore e soprattutto farle acquisire alla consapevolezza degli abitanti); quando si lavora per far si che queste caratteristiche possano conservarsi e svilupparsi secondo una necessità naturale, “interna”, di crescita della Comunità ancor prima che essere “corrotte” dalla necessità "esterna" di “compiacere” altri, non si può parlare di “svendita” pur se quella Identità viene poi “tradotta in prodotto” commerciabile. Non vi è niente di male, anzi, che qualcuno “paghi” per condividere il piacere della qualità della vita, patrimonio della comunità locale; sarà piuttosto un “contributo” al processo di maturazione di quella Identità.
Quando invece le “richieste del mercato”, siano indirizzate solo ad una parte del “corpo” di quell’organismo e si lavora perchè esso si “identifichi” solo con quella parte (più facilmente individuabile come prodotto commerciabile) si avrà uno snaturamento della Identità ed una mortificazione della dignità, un assottigliamento pericoloso dello spessore di quella “persona”, al punto da ridursi a quello di un oggetto fragile come può essere una “Pin up” da copertina o una “cartolina”.
Le tecniche pubblicitarie hanno raggiunto livelli tali per cui è più importante l’ ”arte illusiva” del “creativo” di turno che le qualità proprie del prodotto. Di fatto gran parte del mercato è oggi costituito da “immagini- confezioni” prive di un reale rapporto di significanza col contenuto. Spazzatura di cui sono stracolme le discariche!
Non si può chiedere ad una città di rinunciare a se stessa per adattarsi ad essere una “cartolina” o un luogo di compiacimento degli ego frustrati altrui.
Questo è “svendere”, cioè “sfruttare” una parte mortificando il tutto. Questo è quello che io chiamo “prostituzione”!
Altra cosa è la “Ospitalità” da parte di chi, continuando a svolgere la propria vita, consapevole dei propri valori, riceva nella propria casa - da padrone - degli “ospiti”, appunto, ricavandone una integrazione economica utile a dare maggiore “lustro”, proprio, a quei valori, siano essi materiali che immateriali!
Se il denaro ricevuto è “un contributo” ad, ancor meglio, essere se stessi, è “benedetto”, quando invece è uno “strumento di potere” finalizzato a corrompere la “naturalezza”, non può mai esserlo!
Si può parlare di marketing “valorizzante” quando esso faccia perno sulla difesa e potenziamento delle qualità tipiche dei luoghi, dei prodotti, e dello spirito vero della comunità.

Noi invece stiamo distruggendo la comunità locale, “cacciandola” dal Centro storico, abbiamo distrutto la naturalità fisica e visiva del territorio; nei nostri ristoranti si consuma frutta e cibo senza storia nè sapore, olio di oliva che non viene dal nostro territorio per quanto esso sia tutto un uliveto (ancora per poco); è persino impossibile (per quanto alle spalle abbiamo un Parco cosiddetto “delle Madonie”) trovare del “Pecorino” che non sia fatto con latte di vacca o, peggio, in polvere se non con la caseina!
Non basta mettere delle belle ragazze in accattivante divisa a riscuotere qua e là dei tickets, o che accompagnano con bei modi dei turisti “intruppati”, “tradotti” in “container” organizzati, fornendoli di depliant sgargianti, patinati, su percorsi definiti da elegante cartellonistica, come animali da latte alla mangiatoia.
Non è questo il “turismo” di cui si può - io credo - andare orgogliosi!

ritratto di Leonardo Mento

Caro Pino, la Sua è una

Caro Pino, la Sua è una posizione condivisibile, ha “INDIVIDUATO” delle aree di criticità che oggi in mancanza di un “Progetto turistico per Cefalù”, sono la testimonianza del suo , e non solo, “...del nostro scontento” nel vedere come si è e si va sviluppando e realizzando il turismo a Cefalù ed il relativo impatto. Il turismo ha dato molto a Cefalù sia nel bene che nel male; nondimeno confrontandosi con altre realtà siciliane, siamo stati risparmiati da scempi ben più pesanti. Bene, non possiamo limitarci alla denuncia, è tempo di incalzare chi ha responsabilità politiche e socio/economiche sulla questione. L'Assessore sembra disposto a raccogliere la sfida, mettiamolo alla prova!.
Usi il marketing “SOLLECITI”chi condivide le Sue posizioni attraverso il suo blog, si avvalga della documentazione disponibile in rete “Turismo Sostenibile” ed “Agenda 21”, elaborate delle proposte, portate il vostro contributo alla discussione, diventate parte attiva con chi verrà incaricato di predisporre il “progetto” (l'Università credo). Se qualcosa si otterrà ( io sono un fautore – per esperienza – della riduzione del danno) vorrà dire che ha “SODDISFATTO" anche se in parte, la difesa di “quei valori, siano essi materiali che immateriali”. Inoltre “quella “Ospitalità” da parte di chi, continuando a svolgere la propria vita, consapevole dei propri valori, riceva nella propria casa - da padrone - degli “ospiti”............” era il turismo nostro degli anni 50 e 60 dopo........,

ritratto di Leonardo Mento

Cefalù..... del nostro scontento

francamente non ho ben capito quale "è" la posizione del centro sinistra sulla questione turismo e cosa intende proporre oltre a "non mi tiro indietro", "si", "ma" etc. Dico queste cose perchè ho cercato di stimolare, su questo blog, un confronto sulla questione del turismo. Quello che io evidenziavo sono cose elementari e in definitiva banali per un paese che vive di turismo da circa 60 anni. Sono cose che una amministrazione comunale come Cefalù, avrebbe dovuto avere nel proprio assessorato al turismo, da anni. Queste cose a livello politico sono state mai affrontate verificate o sollecitate? Quali sono le proposte della commissione consiliare turismo del comune?. Mi chiedo su che base verrà elaborato il NPR in assenza di una analisi seria delle linee di sviluppo economico di Cefalù le cui fonti di entrate sono in larga parte generate da: Turismo, Ospedale e Terziario per poi alimentare tutto il resto.