A Crm Happy radio confronto sulla questione della potabilità dell'acqua

ritratto di Vincenzo Garbo

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Nella puntata del 7 febbraio della consueta trasmissione domenicale di Cefalù Radio Madonie Happy radio sono state affrontate le vicende legate alla potabilità dell’acqua e alla mozione, approvata dall’opposizione,
che chiede al Sindaco di richiedere ai NAS di Palermo l’accertamento delle responsabilità su quanto accaduto e di avanzare, nell’immediato, la richiesta tendente ad ottenere, ex D.A. del 21/07/1999, l’autorizzazione sanitaria per l’utilizzo per il consumo umano delle acque provenienti dalla sorgente Presidiana , dal pozzo S. Barbara ed in ogni caso di quelle che vengono effettivamente utilizzate.

Sono stati ospiti in studio: il Sindaco di Cefalù Giuseppe Guercio, i consiglieri comunali Rosario La Punzina e Pietro Rasa, e l’Ing: Rosario Di Paola.

Sono intervenuti, in collegamento telefonico dal Burundi: il Presidente della Fondazione San Raffaele Giglio Stefano Cirillo, il responsabile del Pronto Soccorso Rosario Squatrito, il giornalista Vincenzo Lombardo , l’Ing. Giuseppe Franco, componenti di una equipe in missione nel Paese africano, e Mons. Serapion Bambonanire, Vescovo del luogo.

In apertura di trasmissione il conduttore, Mario Lombardo, chiede al Sindaco di fare la cronistoria della vicenda che lo ha indotto ad assumere un provvedimento con il quale è stato vietato l’uso dell’acqua della rete idrica per usi legati al consumo umano, a causa di un aumento della presenza dei cloriti pari al doppio del limite consentito dalla legge.
Il Primo cittadino esordisce chiedendo un minuto di silenzio in memoria di Salvatore Glorioso, il nostro concittadino deceduto in un incidente di lavoro, invitando tutti i lavoratori al rispetto delle norme sulla sicurezza. Il conduttore precisa che il Punto era stato anticipato dal Sindaco rispetto alla loro “scaletta”. Nel condividere i sentimento di solidarietà e aderire al minuto di silenzio, Lombardo cede la parola al Sindaco, ma intervenendo subito a ricordargli del “silenzio”, essendo che questi era già passato a relazionare sulla vicenda dell’acqua.

Si apprende che la causa, che ha determinato l’adozione del provvedimento cautelare di sospensione della potabilità dell’acqua (revocato dopo quattro giorni), è stata l’aumento dei cloriti (un sottoprodotto del biossido di cloro, che viene utilizzato nel trattamento di potabilizzazione da parte della società Sorgenti Presidiana). Il provvedimento era stato, peraltro, richiesto dal S.I.A.N. (Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Palermo) che aveva effettuato i controlli dai quali era emersa una concentrazione di cloriti pari quasi al doppio di quanto tollerato dalla norma.

A detta del Primo cittadino i cloriti provocano conseguenze per la salute solo “se assunti per lungo tempo, venti o trent’anni”, ma comunque, al fine di rientrare nei parametri, la società che gestisce il potabilizzatore ha sostituito il biossido di cloro con l’ipoclorito (che è un prodotto che non causa la formazione di cloriti ma può provocare un eccesso di cloro). In questo modo i valori sono rientrati nella norma ed è stata nuovamente autorizzato l’uso dell’acqua per il consumo umano ma sono stati intensificati i controlli in quanto, allo stato, non si può essere certi delle cause che hanno determinato l’aumento dei valori dei cloriti. Il Sindaco ribadisce, in oltre, che i controlli sono effettuati nelle fontanelle pubbliche in quanto non è possibile, a suo dire, effettuarli direttamente nelle utenze private perché “come comune siamo responsabili sino al contatore”, informa, in fine, che è errata la convinzione di alcuni cittadini che pensano che nella fontanella di Santa Lucia scorra l’acqua proveniente da Collesano, perché si tratta di acqua proveniente dal serbatoio di Crocepparino.

Interviene, quindi, il Consigliere Rosario Lapunzina, il quale, ricorda il concittadino scomparso tragicamente a causa di un incidente di lavoro e chiede al Sindaco di utilizzare la Polizia Municipale per intensificare i controlli nei cantieri e fa un appello alle associazioni cittadine affinché si facciano carico di una iniziativa di solidarietà in favore della famiglia della vittima di questo incidente. Nel merito della questione dell’acqua chiarisce il fatto che la mozione è stata approvata in consiglio dall’opposizione e che non esiste, allo stato, una maggioranza che sostiene l’Amministrazione Guercio. Ribadisce che la problematica idrica deve essere tenuta fuori da strumentalizzazioni politiche ma è indispensabile fare piena luce, e in tal senso il Consiglio Comunale con il documento approvato ha chiesto al Sindaco di chiedere l’intervento dei NAS e delle autorizzazioni, perché è indispensabile procedere ad un accertamento delle responsabilità, perché occorre tutelare la salute dei cittadini e sostiene che, inoltre, è necessario che il sindaco chieda l’autorizzazione sanitaria delle sorgenti utilizzate (sappiamo che oltre a Santa Barbara vengono utilizzate anche le sorgenti di Nocilla e Favara, ma non sappiamo se l’APS usa altre sorgenti) e occorre chiedere al SIAN di fare i prelievi prima dei contatori.

Interviene l’ing. Rosario Di Paola il quale sostiene che la sorgente di Presidiana è dotata di autorizzazione sanitaria che è stata concessa all’AMAP ( Azienda Municipalizzata Acquedotti Palermo n.d.r.) in deroga, in quanto questa azienda la miscela con altre acque, ma ammesso che sia così l’eccesso di cloriti avrebbe comunque vanificato tale concessione. Rispondendo ad una domanda Di Mario Lombardo ritiene, inoltre, che le cause dell’aumento di cloriti possono essere molteplici e comunque non possono essere accertate dai NAS perché sarebbe come “voler accertare le cause della morte di un corpo che è stato cremato”.

Il consigliere Pietro Rasa, dopo aver indirizzato un pensiero alla famiglia dell’operaio morto, dichiara che il documento approvato dal Consiglio Comunale non è stato accettato dai gruppi che sostengono l’Amministrazione perché non “potevamo accettare il discorso sull’autorizzazione sanitaria perché una volta in Consiglio Comunale Saro di Paola disse che l’autorizzazione sta nelle cose stesse perché, già una volta l’AMAP era stata autorizzata nella prima fonte di approvvigionamento che sono le sorgenti di Presidiana”.

Interviene nuovamente il Consigliere Lapunzina per precisare, a fronte di quanto sostenuto dall’Ing. Di Paola, che “ l’autorizzazione in deroga all’AMAP era una autorizzazione che scadeva il 31/12/2005, successivamente, nel 2007 è stata fatta un’altra autorizzazione per miscelare l’acqua con Scillato, ma a Palermo l’acqua non si vende come acqua potabile; l’unica acqua che si vende come potabile è quella di Cefalù, e al Sindaco è arrivata una nota dove c’è scritto quali sono i documenti che vanno portati per chiedere l’autorizzazione sanitaria, tra i quali documenti ci sono: analisi batteriologiche recenti di cui si è in possesso, effettuati sull’acqua grezza della sorgente, sull’acqua prima dell’impianto di trattamento e dopo il trattamento. Cioè già il SIAN sa che bisogna accertare se le acque che vanno al trattamento di potabilizzazione (ora anche Nocilla) siano in possesso di qualità che le rendano idonee all’uso per il consumo umano. Se gli uffici della Regione si sono assunti la responsabilità di dire al Sindaco, che aveva fatto una richiesta a febbraio del 2008 per sapere se ci vuole o meno l’autorizzazione sanitaria, che l’autorizzazione sanitaria ci vuole e che bisogna chiederla, perché non dobbiamo essere rispettosi di questa norma e vedere se arriva l’autorizzazione sanitaria? Che non è soltanto per la sorgente di Presidiana ma anche per il pozzo di Santa Barbara”.

Nella seconda parte del programma si da luogo ad un lungo collegamento con il Burundi, Nazione africana nella quale si trova in missione una equipe della fondazione San Raffaele Giglio, con la quale si discute delle disastrose condizioni della Sanità in uno dei paesi più poveri al mondo, e degli sforzi che il San Raffaele Giglio intende fare per migliorare le possibilità di cura degli abitanti di quello sfortunato Paese.

Al termine si riprende a trattare, con gli ospiti in studio, la questione dell’acqua potabile e interviene nuovamente il Sindaco per dire che “l’acqua è potabile al 100%, si può bere, si può cucinare, la possiamo utilizzare anche per lavarci, a maggior ragione, quindi i cittadini possono stare tranquillissimi”.

Il Consigliere Lapunzina sostiene che la scarsa fiducia dei cittadini nel portare l’acqua a tavola sia causata da una rete fatiscente che fa si che l’acqua arrivi, spesso, maleodorante e di un colore giallastro, e anche dal fatto che il giudizio sulla potabilità nasce da un documento che, affermando che "si ritiene che al momento l’acqua della rete idrica del Comune di Cefalù si possa ritenere idonea al consumo umano” , non contribuisce a rafforzare la fiducia da parte dei cittadini. Inoltre L’allora Sindaco Vicari e il presidente della società Sorgenti Presidiana, Vazzana, in data 5 aprile 2006 hanno firmato un documento congiunto per chiedere se il giudizio di idoneità dell’acqua fosse da intendersi come esaustiva autorizzazione all’operatività dell’impianto, e la risposta del SIAN fu che quel giudizio era solo sull’acqua in distribuzione, in quanto, l’autorizzazione sulle fonti dell’approvvigionamento deve essere rilasciata dal SIAV (servizio igiene ambienti di vita). Davanti a questa evidenza non c’è nulla di strano che il Consiglio con la mozione approvata abbia chiesto di fare chiarezza.

L’ing. Di Paola ritiene, quindi, che il fatto che alcuni cittadini non bevano l’acqua dipende da un fatto personale e che la questione del potabilizzatore è una lunga vicenda, e ne ricostruisce le fasi a partire da una vignetta, pubblicata nel 1998 sul "Corriere delle Madonie", che prendeva spunto da un manifesto della lista civica “Cefalù Democratica” che contestava la mancata realizzazione del potabilizzatore, che avrebbe dovuto costruire l’Amap, e conclude che l'impianto di potabilizzazione è stato oggetto di contestazione politica sia prima che fosse realizzato, sia dopo la sua costruzione.

Conclude la serie di interventi il Consigliere Rasa dicendo che il problema dell’acqua di Cefalù consiste nel fatto che l’acqua è potabile ma “devo riconoscere che è imbevibile perché la rete idrica è fatiscente”.