Conferenza Archeolclub del 3 Febbario 2012
2 Febbraio 2012, 15:53 - Flora Rizzo [suoi interventi e commenti]
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Comunicato stampa
Venerdì, 3 febbraio 2012, alle ore 17.00, presso la sala conferenze della Fondazione Culturale Mandralisca, l’Archeoclub d’Italia di Cefalù presenta la tesi di laurea “Gli affreschi della Cappella di San Biagio nel territorio di Cefalù” del dott. Massimo Falletta.
Della piccola chiesa di San Biagio la sede locale dell’Archeoclub d’Italia si è già occupata in occasione della manifestazione nazionale “Chiese Aperte” (10 maggio 2009); in quella occasione è stato realizzato un pieghevole con un testo storico di Nico Marino e fotografie di Armando Geraci.
Quest’anno, nella giornata in cui la Chiesa fa memoria di San Biagio Vescovo, l’Archeoclub coglie l’occasione per ritornare sull’argomento con una conferenza che ne approfondisce la conoscenza dal punto di vista della storia dell’arte. La tesi del nostro concittadino Massimo Falletta, che sarà presentata dalla prof. Rosalinda Brancato, è stata elaborata a conclusione del percorso di studi in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali, presso l’Università degli Studi di Palermo. Alla conferenza, che sarà introdotta dal Presidente dell’Archeoclub d’Italia di Cefalù, prof. Flora Rizzo, interverranno la relatrice della tesi, prof. Patrizia Sardina, Associato di Storia Medievale presso l’Università di Palermo, e il correlatore prof. Giovanni Travagliato, docente di Storia delle Arti Decorative presso la stessa Università. Interverrà inoltre Don Rosario Dispenza, rettore della chiesa di San Biagio.
Archeoclub d’Italia di Cefalù
Cefalù, 01 febbraio 2012
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Vorrei aggiungere un
Vorrei aggiungere un commento, che è invero una piacevole descrizione, tratta da uno scritto del 1951 del Prof. Salvatore Zito ,mio indimenticato professore di storia dell’arte, che credo sia stato il primo ad occuparsi e preoccuparsi degli affreschi di San Biagio, già nel 1945.
“San Biagio, che costituisce una bella e fiorente contrada del comune di Cefalù, è posta a ridosso di un sistema collinoso coperto di uliveti e vigne, denominato « Serre ». Partendo da Cefalù e prendendo la trazzera comune, dopo circa un'ora e mezza di cammino si arriva alla sommità delle Serre o meglio, piegando un pò verso ponente, ad un sito alquanto pianeggiante, detto «Vadalara».
Da questi luoghi si apre un'incantevole e vasto orizzonte panoramico, in cui si profilano le bianche e rocciose montagne delle Madonie, e molto vicino si presenta il Santuario di Gibilmanna, addossato al Pizzo Sant'Angelo (m. 1081), e la zona prospiciente coperta di verdi boschi.
Ma una visione bella e caratteristica mentre ci avviciniamo,scendendo, ce l'offre un tipico casale in fondo alla valle, che simile ad una borgatuccia alpina se ne sta appartato dal mondo in una quiete riposante. Lì è San Biagio.
Dietro quel mucchio di case sta la Cappella, relitta ed isolata, all'ombra di un noce, rinfrescato da una viva sorgente. La sua posizione non è privilegiata, ma è raccolta, restando nascosta agli occhi del profano viandante, che gode da lontano lo spettacolo di quel romito luogo.
Certamente per queste peculiari doti, questo sito sarà stato scelto come luogo di romitaggio da monaci pii e laboriosi, che vi eressero addossato a questo poggio omonimo (m. 500) la loro Cappella, non meno decorosa delle chiese e cappelle dei più rinomati monasteri dell'Italia centro-meridionale, che davano vita ad una fiorente attività artistica.
Dinnanzi al sacello si allarga un piccolo ripiano, e siccome un grosso muro superstite viene a combaciare, seguendone la direzione, col muro della Cappella, è evidente che esso doveva essere aperto alla pietà dei fedeli.
Il casotto esterno del sacello è semplice senza alcun particolare rilievo artistico, in perfetta armonia con l'austerità del luogo.”