Ruderi delle antiche Terme di Cefalù

ritratto di Gianfranco D Anna

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Titolo: Ruderi di antiche Terme a Cefalù

Tipo di rappresentazione: veduta in proiezione prospettica

Data: 1776 circa

Tecnica di esecuzione: guazzo

Dimensione: 29,0 x 42,0

Autore: Jean Houel (1737 - 1813)

Reperibilità: Museo Ermitage di San Pietroburgo (Leningrado)

Riproduzione: La Sicilia di Jean Houel all’Ermitage, Palermo, Sicilcassa, 1989
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Caro Sig. Mento, in riferimento alla sua richiesta (https://www.qualecefalu.it/lac/node/6407#comment-6013), purtroppo, non avendo avuto anch'io la fortuna di poter entrare in questi locali, al momento, posso risponderle riportando le uniche notizie di cui dispongo tratte dalle pubblicazioni:

A Jean Houel, celebre pittore viaggiatore che visitò Cefalù nel luglio del 1776, si deve l’unica veduta delle antiche terme di Cefalù.

Amedeo Tullio, nel capitolo IV “L’antico centro urbano” della pubblicazione Memoria di Cefalù - I - Antichità scrive: «Di un antico edificio tremale disegnato da Jean Houel in una bella guaches oggi a San Pietroburgo (Leningrado), si conservano resti, fortemente degradati, al di sotto dell’antica Casa Franchi (oggi proprietà Serio), in una zona detta “Bagno di Cicerone” (oggi Piazza Bagni di Cicerone).»

Tratto da: Tullio Amedeo, Memoria di Cefalù - I - Antichità, Ed, Kefagrafica, Palermo, 1994, pagg. 33-34

Sempre Amedeo Tullio nel capitolo “Iconografia storica e archeologica a Cefalù” del Catalogo della Mostra dell’iconografia storica di Cefalù, realizzato dalla Fondazione Mandralisca e da cui è tratta l’immagine, scrive: «Proprio a questo studioso dobbiamo, tra l’altro, l’unica veduta delle antiche terme di Cefalù, oggi quasi del tutto distrutte e comunque non più visibili.
[…] Il forte degrado è già visibile in alcune fotografie del Gen. Brocato degli inizi del ‘900 e, a quanto pare, la situazione è oggi disastrosa.
[…] Tra le vedute non pubblicate, molte delle quali delicatamente acquerellate a colori, il Museo dell’Ermitage di Leningrado conserva appunto una tavola che raffigura le terme di cefalù che il nostro (Houel) visitò accompagnato dall’arcidiacono della Cattedrale Don Francesco Dini, nei sotterranei dell’antica Casa di Don Stefano di Bianco, oggi palazzo Bianca, a piazza Bagni di Cicerone. Il complesso era già allora fortemente compromesso e l’originaria configurazione (probabilmente di età romana) appesantita da interventi seriori, tanto da non essere ritenuto utile per la pubblicazione.

Tratto da: Catalogo della Mostra dell’iconografia storica di Cefalù, Fondazione Culturale Mandralisca, Cefalù, 1992, pagg. 85-87

ritratto di Leonardo Mento

Caro Gianfranco D'anna

Grazie per le notizie e precisazioni....comunque che dire...queste cose andrebbero ricordate; sa se il "Catalogo della Mostra dell’iconografia storica di Cefalù, Fondazione Culturale Mandralisca, Cefalù, 1992" è in vendita? Ancora grazie e con l'occasione le Auguro un Felice Anno Nuovo come pure a tutti i lettori e staff dell'Altra Cefalù

ritratto di Gianfranco D Anna

Può chiedere alla Fondazione Mandralisca

Il catalogo fu realizzato dalla Fondazione Culturale Mandralisca in occasione della mostra tenutasi alla Corte delle Stelle di Cefalù dal 29.12.1991 al 12.01.1992 per essere omaggiato ai visitatori.

Colgo l'occasione per ricambiare gli auguri di Buon Anno Nuovo.

ritratto di Salvatore Culotta

Rileggendo l’ intervento

Rileggendo l’ intervento di Gianfranco mi è venuta l’intelligentissima nonché assurda e oziosa idea che i cittadini di Cefalù dovrebbero promuovere una inusuale sorta di class – action per processare tutti coloro che negli anni, anzi nei secoli, hanno fatto sì che la città perdesse, per ignoranza ipocrisia o miopia, un importantissimo pezzo della sua storia e cioè le Terme Romane; in quel “tutti” sono compresi i proprietari, le amministrazioni comunali, la soprintendenza e qualsiasi altro ente, anche a vocazione turistica, che, tutti insieme, hanno ignorato questa ulteriore e rara ricchezza che avevamo. La città nel suo insieme ne ha avuto un danno economico e d’immagine.
E forse è inesatto attribuire ciò all’ignoranza, perché l’esistenza e l’ubicazione delle Terme sono da sempre note, ed è una imbarazzante beffa il nome “Bagni di Cicerone” dato alla piazzetta antistante ( sostanzialmente ma non formalmente venduta). Infine va da sé che la stessa procedura andrebbe applicata a tutte quelle emergenze monumentali, architettoniche,ambientali che l’ incuria dei privati o delle varie amministrazioni sta portando ad un irreversibile degrado impoverendo, economicamente e culturalmente, un intero paese.