Treni
26 Dicembre 2011, 20:43 - Salvatore Culotta [suoi interventi e commenti]
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Essendocene già occupati, vorrei tornare sull’argomento della soppressione di treni a lunga percorrenza. Quell’intervento suscitò alcuni commenti nei quali l’argomento veniva sbrigativamente liquidato con la considerazione che erano preferibili al treno i voli low-cost.
A distanza di non molto tempo,per quella decisione di Trenitalia (un vero e proprio insulto a tutto il Sud Italia), ci ritroviamo con centinaia di lavoratori licenziati e, da circa un mese, con una protesta degli stessi arrampicati sui tetti e, per quanto riguarda i viaggiatori con la situazione esposta nel seguente articolo di “laRepubblica - Bologna.it” del 25 dicembre 2011:
«Il taglio dei treni per il Meridione crea disagi a raffica. I vagoni sono strapieni, e i biglietti esauriti. Ma - come è successo il 22 e il 23 alla stazione di Bologna - se proprio si vuole salire sul treno, basta pagare 50 euro di sovrattassa e stringersi come sardine
DI ROSARIO DI RAIMONDO
Pagare 100 euro per un biglietto che ne costa 50. Ritenersi fortunati, perché in qualche modo si riesce a salire sul treno, pronti per un altro “viaggio della speranza”. Bologna, Stazione centrale. Sono le nove di venerdì sera e il "751" Bologna-Lecce è pieno come un uovo, fermo al binario 7. Valige, cappotti, freddo, una lunga notte davanti. L'unica carrozza che ha i posti a sedere – le altre sei sono destinate alle cuccette – è il miraggio dei viaggiatori. I più fortunati hanno prenotato una delle 72 poltrone disponibili. Gli altri si sono accaparrati uno dei 15 posti in piedi “tollerati” lungo il corridoio. In molti, invece, aspettano fuori, non hanno il biglietto ma cercano di partire. I controllori potrebbero dire che non c'è posto, che non c'è nulla da fare. Invece no, ecco l'escamotage: “Vuole salire? Allora, lei mi paga i 50 euro del biglietto più 50 euro di soprattassa e io la faccio entrare”, spiega un controllore. “Come se avessi preso una multa?”, chiede stizzito un signore. “Esatto. Ecco la ricevuta”.
Una multa prima di salire sul treno, a terra. Come condizione per viaggiare. Un rincaro del 100% sul costo iniziale del biglietto. Una pratica che va avanti da giorni: giovedì, a mezzanotte, Trenitalia ha dovuto chiamare ben due volte la Polizia ferroviaria. Famiglie, anziani e bambini chiedevano di salire sull'ultimo treno-notte per Lecce, il “757” delle 23.57. Un assalto alla diligenza, l'ultima possibilità
per partire. Qualcuno minacciava denunce, “non potete fare una cosa del genere, 100 euro per stare in piedi!”. Altri facevano collette per pagare i biglietti maggiorati. Ben sessanta passeggeri, solo a Bologna, sono saliti in questo modo, pagando 100 euro invece di 50 per un posto in piedi, magari vicino al bagno. Sessanta persone: quasi una carrozza in più. Otto ore di viaggio. Dormiranno per terra o sui portapacchi del corridoio, stipati e infreddoliti. Dopo aver dovuto accettare una “multa” sulla banchina. “In barba a tutte le norme di sicurezza ma anche alla civiltà”, dice sconsolato un operaio.
E la stessa cosa è successa venerdì. Prima, per salire sul treno-notte delle 21. Poi, ancora una volta a mezzanotte. Con gli agenti della Polfer costretti a intervenire di nuovo per calmare gli animi. Alle 23.57, però 30 persone restano a terra. Se fossero state 50, ci sarebbe stato un pullman in Autostazione ad aspettarli, per andare a Lecce. Ma erano in 30, il bus non si sarebbe riempito ed è stato annullato.
Secondo Trenitalia, “non è successo niente di particolare. Chi sale senza biglietto deve pagare una maggiorazione di 50 euro”. Si, ma a bordo, non a terra. “E perché? Più chiari e corretti di così”... I posti in piedi, di regola, non dovrebbero essere più di 15, “ma è il capotreno che giudica se una carrozza è pericolosa o meno”.
“Invece di potenziare i treni per le festività, in particolare quelli a lunga percorrenza, i convogli vengono ridotti. Si prevede un taglio del 60% sulle vetture. Dal 13 dicembre viviamo nel caos, ogni sera è la stessa storia, un incubo. Io non ci dormo la notte a vedere come sono costretti a viaggiare i passeggeri. E questo metodo mi ha ferito veramente”, ammette un dipendente di Trenitalia.»
http://bologna.repubblica.it/cronaca/2011/12/25/news/la_carrozza_stracar...
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Articolo correlato: Addio ai treni notturni tra Nord e Sud, cancellato anche il "Treno del sole" (https://www.qualecefalu.it/lac/node/6260)
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Occorre una rivoluzione
Occorre semplicemente una rivoluzione.I festeggiamenti del 150° anniversario dell'unità d'Italia sono solo una farsa, considerate le condizioni catastrofiche in cui si trova questo paese.Siamo tornati agli anni '50, allora il paese fu ricostruito dalle macerie lasciate dalla guerra, oggi bisogna ricostruirlo dalle macerie lasciate da una classe politica dedita al furto, alla corruzione, alla protezione dei propri privilegi. Oggi occorrerà molto più tempo per costruire un'idea di Stato veramente democratico.
La politica ha cessato di esistere, e l'idea che domina é quella del profitto, quindi si tagliano i treni, e si fà "viaggiare" la gente su vagoni che somigliano tanto a quelli che deportavano gli ebrei nei campi di concentramento.
In Francia la SNCF (ferrovie francesi) solo per un cambio degli orari dei treni dovuto alla manutenzione degli impianti, ha tartassato per due mesi i francesi con messaggi televisivi per informarli del cambio orario. In quel paese il trasporto pubblico è sacro, nessuno si sognerebbe mai di trasformarlo in un "sistema di trasporto per deportati".
Succederebbe, appunto, la rivoluzione.
Vedi :
Vedi : http://www.laltracefalu.it/node/6267
Per avere un'idea di quello
Per avere un'idea di quello che è successo in questi ultimi trenta anni, perchè forse non avete colto i giusti segnali, vi invito a leggere, con molta attenzione, "IL RAPPORTO PELICAN".
Un racconto d'avvero interessante!