Sulla chiesetta di Santa Lucia ed altro

ritratto di Rosalinda Brancato

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Tre articoli, correlate dalle foto, apparsi su laltracefalu e su cefalùnews, mi hanno riconciliata con quello spirito civico e di amore verso Cefalù, che da tempo sono scomparsi nel panorama sociale della nostra città, dove il degrado ambientale ed urbano la fanno ormai da padrone. La chiesetta extra urbana di S. Lucia. Non l'ho mai visitata, ma dal balcone di casa mia posso ben individuare la sua sagoma architettonica. La dedizione di due persone, Totò e Maurizio, l'hanno ripulita, hanno rinvenuto sotto mezzo metro di terra l'antico selciato a ciottoli che dava ingresso alla chiesa.
Che dire? Ringraziare questi due cittadini per il loro spontaneo lavoro e riflettere sul fatto che oggi, nonostante tutto, esistono spiragli di fiducia. Grazie a Totò e a Maurizio.
Tante volte negli anni, fino ad avantieri, andando a S.Maria al borgo, la chiesetta una volta extramoenia, sulla via Umberto I, mi sono avvilita e sconcertata nel trovare quel sito, che è un piccolo capolavoro di sistemazione urbana, pieno di erbacce, di cespugli spontanei, di latte, plastica, e rifiuti vari. E sempre con rabbia mi sono chiesta se fossero necessari al nostro disastrato Comune milioni di euro per mandare due giardinieri per la necessaria pulizia. No, solo noncuranza o peggio, disinteresse. Sulla locale news ho visto le foto che documentano la nuova situazione: tutto pulito, fiori abbelliscono la scalinata che da accesso alla piazzola della chiesa, la suggestiva stradina in salita che ha ripreso la facies di strada urbana e non più di trazzera di campagna. Cefalù, oltre la celebrata Cattedrale, non possiede chiese fastose, grandi spazi, sontuosi palazzi, ma un'architettura minore, una sistemazione urbana, centro storico, omogenea e compatta, ma sta quì il suo fascino, la sua singolarità. Se non proteggiamo tutto questo, cosa altro?
Complimenti e grazie al Signor Angelo Arduino patron di Crm Happy radio, ancora una volta un privato cittadino che ha a cuore il decoro della nostra città.
Infine, la stella sulla Rocca. ci mancava. Eravamo abituati a quel simbolo natalizio che risplendeva, indicando anche da lontano che lì, in alto sulla Rocca era luminosa la stella cometa, messaggio di pace, di fratellanza, di amore che il Cristo ha portato al monda intero. E vi pare poco in un tempo in cui questi valori sono stati traditi e obsoleti. Grazie alla Pro Loco di Cefalù.
Piccola nota di malcostume. Mi capita di andare alla Casa comunale per disbrighi amministrativi ed ogni volta mi soffermo a controllare quel breve lacerto di strada romana del 1 secolo d.C., rinvenuto durante i saggi operati dal nostro benemerito cittadino onorario, Prof. Amedeo Tullio, in occasione dei lavori di restauro del monastero delle monache beneddettine di S. Caterina. Quel lacerto di strada, "ma che sono, quattro pietre" ha duemila anni di storia e testimonia, insieme a tanti altri resti del passato antico, che Cefalù, prima di diventare la "cittadina normanna", come da sempre giustamente ed orgogliosamente la definiamo, è stata greca, romana, bizantina ed araba. Bene, la srada romana nel primo cortile del municipio è sempre lambita e ricoperta da erbacce e cespugli insieme al muro di fondazione del monastero duecentesco, portato alla luce anch'wesso durante i saggli archeologici.
Per due volte ho divelto io stessa l'ingombro vegetale, che a lungo andare si mangerà quelle "inutili due pietre".
Magari un custode solerte mi potrebbe denunciare per manomissione di luogo pubblico.

Rosalinda Brancato Culotta

ritratto di Salvatore Culotta

S. Lucia e il Natale fanno

S. Lucia e il Natale fanno in fretta a passare.

ritratto di Angelo Sciortino

Grazie

Non so se i tanti interventi come il suo serviranno a ridare orgoglio e senso artistico agli amministratori e ai cittadini tutti, comunque voglio ringraziarla per il piacere che mi ha dato la lettura, perché ho trovato sotteso nel suo scritto un grande sentimento d'amore per la propria città. Ancora grazie e un augurio per il prossimo Natale.