In Sicilia stop alle bibite gassate a scuola

ritratto di Gianfranco D Anna

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Succo d'arancia al posto della Coca Cola. In Sicilia stop alle bibite gassate a scuola

Fonte: BlogSicilia Palermo

11 novembre 2011 - Praticare una corretta educazione alimentare a partire dai banchi di scuola. […] Per questa ragione, gli studenti siciliani da ora in avanti, potranno prelevare, dai distributori automatici degli istituti scolastici, soltanto spremute e succhi di agrumi prodotti nell’Isola.
[…] Il provvedimento, è stato introdotto da una norma approvata dall’Assemblea regionale siciliana, inserita in un disegno di legge che contiene misure a sostegno delle imprese agricole e della pesca.
La norma è stata presentata come emendamento dal capogruppo del Pd, Antonello Cracolici.
“Nelle scuole di ogni ordine e grado ubicate nel territorio della Regione siciliana, allo scopo di contrastare la crescente obesità giovanile – si legge nel testo di legge – è autorizzata la somministrazione presso i distributori automatici di spremuta di arance fresche, confezioni di frutta fresca tagliata e altre produzioni ortofrutticole siciliane. Nei distributori automatici è vietata la somministrazione di bevande gassate di ogni tipologia”.
Un divieto preciso dunque, al quale tutte le scuole dovranno uniformarsi. Un’iniziativa accolta con fervore anche da Mario Centorrino, Assessore Regionale all’Istruzione e Formazione professionale, che parla di una norma che soddisfa due esigenze: “L’introduzione di principi di educazione alimentare e l’orientamento verso modelli di consumo che privilegino prodotti siciliani. […]”.

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ritratto di Stephen Davola

A mio avviso, una norma che

A mio avviso, una norma che lede la libertà e la possibilità di scelta.
Non è attraverso, come per qualsiasi altra questione, il vietare, cancellare o nascondere qualcosa che se ne determina il mancato utilizzo, anzi.
Invece, è attraverso la responsabilizzazione e la conoscenza che si porta ad uno stato di consapevolezza maggiore.
Dovremmo quindi vietare suppongo anche tutti gli snack che hanno componenti cancerogeni (e che fanno molto più male di una coca-cola o di una sprite).
Insomma, le solite norme che vietano e vietano soltanto.
E poi non tutti hanno problemi di obesità.
Vietiamo il caffè perché si può sviluppare dipendenza e può essere dannoso per chi soffre di ipertensione?
Non sta ad ognuno, dato che si chiede (la scuola in primis) di essere responsabili, la libertà di poter scegliere in autonomia?
La scuola chiede ed educa alla responsabilità: quest'ultima non si basa appunto sulla capacità di scelta piuttosto che sui divieti e le imposizioni dall'alto?
E poi, insomma, perché ad uno studente dovrebbe essere vietato di bersi a ricreazione la bibita analcolica che più gli piace?
Misure a sostegno di imprese agricole e della pesca? Cos'è, un appalto camuffato per certi produttori? Facciamo così libero mercato?

“L’introduzione di principi di educazione alimentare e l’orientamento verso modelli di consumo che privilegino prodotti siciliani".
Scherziamo?
I principi di educazione alimentare dipendono dalla conoscenza e non dall'imposizione di qualcosa o da un divieto. Facciamo una legge per il quale vengono dati 3 anni di galera a chi eccede le 3000 calorie al giorno? (Esistono leggi sostanzialmente uguali in Italia in altri ambiti).
Quale consequenzialità da un punto di vista logico, quali prove ci sono che vietare qualcosa abbia dei vantaggi? Anzi è il contrario, persino la pena di morte non è un deterrente per non far commettere reati!!!
Privilegiare i prodotti siciliani? Dobbiamo fare misure protezionistiche per proteggere i nostri prodotti? Non sta forse ai produttori di bilanciare un prodotto all'interno di un sistema di qualità/prezzo in modo da renderlo conveniente? Perché dobbiamo proteggere con misure di questo genere (tra l'altro veramente sbagliate anche eticamente) i produttori locali? Quali produttori metteranno le loro bibite e varie all'interno dei distributori automatici? E non ne avranno un vantaggio economico enorme? E perché questi privilegi?

ritratto di Salvatore Culotta

Il semplice buon senso

Il semplice buon senso consiglierebbe di offrire una gamma completa di bevande e altri alimenti, dopodichè ognuno sarà responsabilmente libero di scegliere.Come,giustamente a mio avviso, detto da Stephen,non occorrono leggi ma formazione e informazione,nelle scuole e sopratutto nelle famiglie.

ritratto di Gianfranco D Anna

La politica si infiamma sul divieto

Scoppia la guerra della Coca-Cola la politica si infiamma sul divieto

Fonte: la Repubblica Palermo.it – 12/11/2011

[…]

"Come sempre la Regione non perde occasione di annunciare iniziative legislative propagandistiche e inapplicabili", dichiara il coordinatore del Pdl in Sicilia, Giuseppe Castiglione. "Ritengo esagerato - aggiunge Castiglione - il divieto di consumo delle bevande gassate nelle scuole per il loro contenuto calorico. In virtù di tale principio dovrebbero essere bandite dalle scuole anche le merendine e le patatine".

"La Sicilia contro la Coca-Cola? - aveva detto il governatore Lombardo - no, noi siamo contro tutte le bevande gassate, che non dico siano nocive ma sicuramente sono alla base di squilibri metabolici e dell'obesità. Noi vogliamo che si mangi e si beva siciliano nelle scuole, negli ospedali e in ogni luogo pubblico dove è possibile mettere distributori automatici". Il governatore spera che ospedali e altre strutture si adeguino. "In questo modo - afferma Lombardo - si dà una mano all'economia della regione e si tutela la salute dei nostri giovani, evitando che gli utili della vendita di bevande gassate finiscano alle multinazionali".

Subito dopo l'approvazione della norma da parte dell'Ars era intervenuto Luca Busi, amministratore delegato della Sibeg, la società catanese che imbottiglia e distribuisce la Coca-Cola in Sicilia: "Bandire le bibite gassate è una scelta inefficace, nella lotta all'obesità e discriminatoria verso aziende locali che creano valore e posti di lavoro", aveva detto Busi. "Demonizzare un solo alimento non è una soluzione, l'obesità ha una genesi complessa e richiede un approccio che tenga conto di una dieta bilanciata e di uno stile di vita attivo, non esistono cibi buoni o cattivi, ma abitudini alimentari corrette. In Italia il contributo di calorie assunto attraverso i soft drink è percentualmente molto basso, il 2-3 per cento all'apporto calorico medio quotidiano".

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