Chissà se Sagra, chissà se Festival, ma di chè?
3 Ottobre 2011, 18:27 - Pino Lo Presti [suoi interventi e commenti]
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Non abbiamo nulla in contrario a che una attività commerciale pubblicizzi la propria attività ed i propri prodotti.
Proporrei addirittura che ciascuna attività commerciale, che lo richieda, abbia concesso uno determinato spazio pubblico, qualificato, per un dato tempo, nel corso dell’anno, per poter meglio farsi conoscere dalla cittadinanza e dalla gente di passaggio.
Ovviamente, come per qualsiasi attività pubblicitaria, pagando il dovuto a chi a tale iniziativa contribuisca.
Indubbiamente il suolo pubblico ed i relativi servizi prestati dalla Polizia Municipale volti a rendere libera l’area dal parcheggio, nonchè il disservizio arrecato alla cittadinanza così costretta ad andare a cercare il parcheggio da un altra parte (magari a pagamento), deve essere in qualche modo “pagato”, in quanto contributo alla riuscita della iniziativa in oggetto.
Diversi sono i casi di quando invece la iniziativa vada oltre i limiti della pura auto-promozione commerciale di una data ditta e rivesta caratteri di rilevanza sociale (culturale o di promozione); in questi casi, la collettività - soddisfatta di ciò - può trovare ragionevole “patrocinare” quella iniziativa, farla cioè rientrare nei propri interessi e programmi di crescita culturale, sociale o di immagine, e dunque esentarla dagli altrimenti dovuti tributi.
Rientra nel comune buon senso però che quando sia riconosciuta ad una tale iniziativa una simile valenza collettiva, le ricadute positive per la collettività dovrebbero essere ben evidenziabili.
Cerchiamole insieme:
a) - E’ stato compiuto e reso disponibile ai visitatori una qualche occasione che, assieme alla degustazione, accresca la conoscenza della cultura gastronomica mediterranea?
Pare di nò!
E’ pur vero però che c’è sempre chi può dire che “le migliori parole sono quelle non dette” e che già la “degustazione” è la esperienza culturale più importante; discutibile ma se ne potrebbe appunto discutere.
b) - E’ stata compiuta una qualche attività di rassegna prima e selezione poi degli infiniti prodotti della gastronomia mediterranea? Cioè, con quale criterio si sono scelti certi e non altri prodotti come esemplificazioni rappresentative della cultura gastronomica mediterranea?
A queste due domande personalmente non ho trovato risposte, neanche nella Delibera di Giunta con cui l’Amministrazione comunale cefaludese sposa l’iniziativa concedendole il Patrocinio (vedi allegato in pdf.).
In essa Delibera si sarebbe dovuto fare riferimento ad una qualche Relazione scientifico-culturale, allegata alla domanda di patrocinio presentata dalla Ditta, nella quale si sarebbe dovuto spiegare il perchè la iniziativa abbia rilevanza per la collettività.
Per non farla troppo lunga, anche i più “sordi” converranno sicuramente che si può sempre “chiudere un occhio” - d’accordo - ma quando alla collettività almeno si desse la opportunità di gustare detti prodotti ad un prezzo “promozionale”.
Non sembra evidente neanche questo!
E, allora perchè il Patrocinio?
Basta che una attività commerciale esca dal proprio laboratorio-negozio, presentandosi al pubblico con dei Gazebo illuminati, organizzando un Karaoke ...
... per ritenere ciò un evento di rilevanza e interesse pubblici, addirittura che “persegue l’intendimento della Amministrazione relativamente alla creazione di eventi che valorizzino la cittadina”, facendo “... conoscere ai turisti alcuni prodotti tipici del Mediterraneo come pane con panelle, arancine, Kebab eccc. ecc.”?
Quale è la opportunità in più che con tali “eventi” hanno i turisti di conoscere alcuni prodotti culturali-culinari: quella di trovarseli proposti attraverso una vetrina più ampia di quella del negozio di origine già esistente nelle vie della città?
Bene, allora chiunque venda a Cefalù prodotti tipici - poniamo il pecorino, la ricotta etc. ma anche la cipolla nostrale, i tenerumi (non parliamo poi dei dolciumi) - può legittimamente facendone domanda aver concessa la stessa opportunità!
Inoltre, se quanto già svolgono diverse attività, nel loro quotidiano, ha un valore “culturale” così significativo la cui conoscenza è tale da essere pubblicamente sostenuta e promossa, allora perchè non esentare queste attività commerciali da tutte le tasse comunali?
Cosa c’è qui di diverso: l’aver spostato il banco di vendita in una pubblica piazza accostandogli un Karaoke o ad un qualche intrattenimento, e aver chiamato la cosa Festival o Sagra?
Abbiamo lo spiacevole dubbio che ci troviamo invece di fronte ad una attività commerciale che ha avuto semplicemente concesso “il favore” di farsi pubblicità e di vendere i propri prodotti fuori dal proprio locale, senza alcun onere agggiuntivo.
Nessuna Sagra, nessun Festival, nessun criterio scientifico nella selezione dei prodotti da presentare; quello che si è proposto e venduto (a prezzo intero) è stato solo il “proprio” prodotto; il resto è solo abuso - ormai usuale in questa città - delle Parole!
(Dalla Rizzoli-Larousse)
“Festival” - (dal lat. “festivalis”) serie di manifestazioni dedicate a uno stesso tema o a un artista etc...
“Sagra” - (da “Sacra”) Festa solenne per commemorare il santo patrono di un paese, la consacrazione di una chiesa, etc... e che spesso è accompagnata da fiere e divertimenti vari// Festa popolare popolare in genere con fiere, mercati, etc ...
In senso dispregiativo: insieme di cose o persone che rivelano determinate qualità, generalmente negative
Se qualcuno insinuasse di un Sindaco che avrebbe, al riguardo, ricevuto una forte “raccomandazione” da parte di un “onorevole” della Regione, non vorremmo ne potremmo credergli ma, nello steso tempo, non troveremmo alcun sostegno nello smentirlo mostrando una "ragione" diversa.
Se fosse la prima la ragione di questa storia ci troveremmo di fronte ad una vera Sagra (in questo caso sì: ci sarebbe pure il “Santo”) del più becero asservimento clientelare a Pelermo (non sarebbe la prima volta).
Se, come crediamo, non fosse così, comunque ci troviamo, con tutta evidenza, di fronte ad un Atto amministrativo improvvisato, difficilmente comprensibile, e comunque ad una politica amministrativa con un profilo "culturale" da vera vergogna, comunque assolutamente basso, e ciò al di là della bontà dei prodotti del sig. Costanza e della onestà del suo lavoro!
Chissà cosa ne dice il nostro assessore alle Attività Economiche e Produttive e neo-assesore alla Cultura!
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C'è da preoccuparsi!
Se, come si legge nella Delibera di Giunta allegata, questa «iniziativa persegue l’intendimento dell’Amministrazione relativamente alla creazione di eventi che valorizzino la cittadina», allora, sempre di più, c’è da preoccuparsi per i futuro di Cefalù!
Giorni fa ho letto
su "La voce web" due articoli casualmente vicini che suscitavano,proprio per la loro vicinanza e contemporaneità,un'amara ironia:il primo annunziava che a Caltavuturo si era aperta una sezione archeologica nel Museo civico,il secondo (riassumendo un pò) che a Cefalù si era sostanzialmente aperto un banchetto di panelle.
parcheggi...
Salve,si lo so, sembrerà strano parlare di parcheggi in questo articolo anche se il buon Pino ha anticipato qualcosa di già,pero' visto e considerato che c'è un comitato Centro Storico e soprattutto che ci sono Cittadini Residenti nel Centro Storico e che alcuni posteggiano le loro auto in quel di Piazza Colombo, si parla di una trentina di posti circa e forse anche di piu' compresi i posteggi per le moto,visto che quasi tutta la piazza come area di sosta sia riservata a loro,non capisco come si puo' fare ad organizzare tante manifestazione e altro nella suddetta piazza,visto che abbiamo anche un pregevole Lungomare ed altri posti suggestivi e quindi togliendo di fatto con apposite ordinanze la possibilità di sostare per interi periodi,a volte anche per giorni le loro auto o motorini e disagiando quindi di fatto una parte della popolazione residente in centro già duramente provata dagli orari di ingresso alle proprie abitazioni e non potendo parcheggiare vicino casa.La mia non è una polemica o altro con nessuno ma vuole essere un suggerimento da dare a chi di dovere credendo che si debba pensare ad una soluzione piu'concreta e che aiuti di fatto quella fascia disagiata di gente che ancora abita in centro storico trovando magari delle zone alternative dove fare alcune delle suddette manifestazioni.
Aneddoto chiarificatore
Qualche tempo addietro, non molto in verità, trovandomi a passare per il corso Ruggero, notai alcune persone con delle valige e bagagli, sicuramente turisti in arrivo.
Non ci feci caso più di tanto.
Qualche giorno dopo, in verità, restai quasi sconvolto.
Ero dinnanzi la porta del mio studio, in via Spinuzza, quando riconobbi uno di quei turisti, travestito con casco e motorino, che percorreva in controsenso la stessa via Spinuzza.
Come avesse appurato che la Via Spinuzza potesse essere percorsa anche in controsenso, ancora oggi mi resta un MISTERO!!?
Scusa Nicchi
ma che c'entra questo aneddoto; potresti renderlo più chiarificante?
chiarificazione alla chiarificazione
Caro Pino,
ora vengo e mi spiego!
Non é da ora che covo in me la teoria che chiunque venga a in questa cittadina, dove regna la quasi anarchia, venga, consapevole di poter fare ciò che più gli aggrada.
Nella fattispecie un "FORESTO" come ha fatto a sapere che la via Spinuzza, per uso e tradizione può essere percorsa nei due sensi di marcia?.
E non è solo la prima volta che succede, ciò avviene anche in altre vie ed in diverse occasioni.
Spero di essere stato CHIARO nell'estrenazione del mio concetto.
Da questa sindrome non sono esclusi neanche i cefaludesi che per molti è un sistema di vita
Ora ho capito
è facile a chiunque, anche venga da fuori, rendersi presto conto di come funzionano qui le cose!