"L'ACCOGLIENZA" - Ospitalità a 360 gradi

ritratto di Agorà

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Venerdì 30 settembre 2011 ore 20,30, presso l'Annunziata in Corso Ruggero, Agorà dal titolo "L'ACCOGLIENZA - Ospitalità a 360 gradi".
Verrà affrontato il tema dell'accoglienza da tutti i suoi molteplici aspetti.
Si dibatterà su immigrazione e integrazione ma anche su un diritto che sembra venire meno: l'ospitalità ospedaliera; infatti è notizia di questi giorni la possibile chiusura del punto nascite presso l'ospedale di Cefalù.
Al termine dell'Agorà verrà redatto un documento con le proposte e le idee raccolte durante il dibattito.
Di seguito un articolo di un giovane dell'Agorà, Emiliano Giardina, che è sicuramente un buono spunto di riflessione.

Apriamo le orecchie a parole appena bisbigliate.

Non basta aprire le porte, non basta lasciarli fare senza infastidirsi
reciprocamente. Questa non è vera accoglienza, la definirei piuttosto
sterile tolleranza. Accogliere cittadini extracomunitari che cercano
di sopravvivere attraverso lavori , bisogna pur dirlo , non sempre
autorizzati avendo abbandonato il loro paese natio e magari chissà
anche la propria famiglia, non vuol dire semplicemente tollerarli ,
lasciarli fare purché non intacchino i nostri diritti. L’accoglienza è
tale se si delinea come vero ascolto , se non si ferma alla tolleranza
ma si spinge verso l’integrazione sociale. Non basta dunque lasciare
che venditori ambulanti extracomunitari cerchino di garantirsi il pane
quotidiano usufruendo senza alcuna autorizzazione di alcuni spazi nel
lungomare della nostra cittadina, non basta tollerare che dormano per
strada, sui marciapiedi. Non è questo che loro si aspettano da noi e
che noi ci aspettiamo da loro. Occorre andare oltre, occorre
ascoltare con orecchie diverse, con maggiore accortezza , ascoltare
parole che magari queste persone non riescono neanche a pronunciare.
Accoglienza vuol dire costruire dei ponti e non dei muri ( Andrea
Gallo ). Creiamo dunque dei ponti di collegamento con queste persone ,
dei punti di unione, cerchiamo di ottenere di più, cerchiamo un modo
per instaurare un dialogo. Facciamo in modo che la loro presenza
diventi uno stimolo per risvegliare le nostre coscienze , smettiamola
di accontentarci e di farli accontentare. Creiamo qualcosa per loro,
diamogli uno spazio dove operare e magari chissà uno dove riposare.
Non aggiriamo l’ostacolo, non evitiamo il problema, piuttosto
affrontiamolo e superiamolo. In questo modo si potrebbe creare
un’atmosfera diversa , un’atmosfera dove degenerazioni razziste o
magari chissà perbeniste non trovino spazio e dove l’equilibrio regni
sovrano. L’altro può essere un mezzo per conoscere noi stessi, uno
“speculum” dove riflettere la nostra stessa immagine, conoscere
l’altro può aiutarci a conoscere noi stessi. La diversità è una delle
più grandi ricchezze che la natura abbia potuto donarci, non lasciamo
che sia fine a se’ stessa , non lasciamo che si esaurisca sterilmente,
facciamola lievitare.

ritratto di Pino Lo Presti

Un altro

momento di opportuna riflessione, dopo quello sulla Legalità, attorno a cui i giovani dell'Agorà invitano tutta la comunità cefaludese.
In comune tra i due temi vi è quello dell'Incontro, nel rispetto, con l'Altro da sè.
Già questo è tanto!

Spero non risulti una critica però pensare che continuerebbe ad essere bello se la riflessione maturasse meglio poi in azioni - collettive come la riflessione - nella pratica di quei valori.