Cefalù, addio al Club Med tempio dei viveurs......

ritratto di Sergio Carollo

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IN ORIGINE erano 496,e alla fine - come i dieci piccoli indiani di Agatha Christie- non ne resterà più nessuno. Gli ultimi giorni sotto il sole peri tucul di paglia nel villaggio polinesiano del club Méditerranée di Cefalù, poi tra qualche giorno le ruspe e il fuoco ne cancelleranno ogni traccia. Così finiranno nel pozzo nero delle dimenticanze quei fantasiosi ed evocativi nomi nelle targhette sulle soglie che ispirano sospiri e voglie: Extasy, Luxuria, Desiré, Davil, Dodò, Duchesse, Troia, Princesse, Paradise, Reina, Zazà, Zebulon. Languori parigini che si incuneano nei paesaggi mozzafiato di Cefalù: scogli tutt' uno con le onde di un mare azzurrissimo e all' orizzonte la Rocca, la cattedrale e il cielo, intrecciati con le vecchie case e le "vanedde" (i vicoletti) della cittadina normanna. L' ultimo Eden selvaggio del Club Med dopo sessanta anni lascia il posto a un resort di lusso a cinque tridenti, destinato a ospitare 600 villeggianti. nizia dal viale d' ingresso il giro della nostalgia nel Club Méditerranée che cambia pelle. Quanti sospiri all' ombra degli oleandri, oasi di appostamento dei dongiovanni di Cefalù in attesa dell' uscita delle turiste. Ad alimentare illusioni e speranze. Quanti appuntamenti a vuoto e quella soglia sbarrata, valicabile solo con la fantasia. Di qua dal cancello le compaesane da sposare, al di là le femmine da vagheggiare, da godere, le francesi disinibite e disponibili. Giovanotti in speranzosa attesa delle giornate di maestrale quando le villeggianti non potendo fare il bagno nel mare agitato sciamano per le strade di Cefalù. C' è la fila per andare a lavorare al Club, aiuti cuochi, lavapiatti, barman, pulizieri, qualsiasi cosa pur di entrarvi in pianta stabile, pass per il peccato. Accaparrarsi un permesso d' ingresso è come vincere alla lotteria del piacere. Il tragitto tra passato, presente e futuro, è tutto dentro i computer dei tecnici che in questi giorni sono alle prese con le ultime misurazioni: il nuovo resort sarà composto da un corpo centrale in cemento (cucina, ristorante, bar e servizi) e una serie di prefabbricati in legno con vetrate a vista sul mare. La villa storica residenza del barone Agnello, ex proprietario dei terreni, sarà adibita a beauty farm. I lavori inizieranno a settembree alla tirata delle somme- apertura prevista nel luglio del 2012 - verranno a costare 57 milioni di euro. Oggi, appena dentro viene un tuffo al cuore nel vedere la piscina abbandonata, alcune piattaforme di cemento senza più stuoie, i vialetti inghiottiti dalle erbacce, materassie divani pronti per il falò. Silenzio e desertificazione dove ogni granello di terra è stato testimone di fuochi d' amore accesi da sguardi mediterranei, da chitarrate e da lune galeotte. In paese si teneva la conta delle conquiste, i più tosti arrivavano a quindici, venti ogni estate. Nomi mitici rimasti nella memoria collettiva. Viveur gentiluomini, l' élite di Cefalù, come Nello Fertitta, il barone Alexis Agnello, Aldo Mento, Ugo Pizzillo, Peppinello Sarrica, Nico Marino. Fanno innamorare con il sorriso e la gentilezza. Poi viene il tempo dei "dragueur", guerrieri della conquista, tutti muscoli, balle da marinaie trallallerollallà. Ma il peggio sarebbe arrivato con gli "squali", che calano da ogni dove e si buttano a capofitto sulle "prede". Ma anche la qualità della clientela negli anni si è via via deteriorata. Prima della chiusura, a fine estate 2005, ogni sera una guerriglia. Ubriachi, maneschi. E ogni tanto drogati e lesti di mano. Con le guardie giurate che girano da un punto all' altro per sedare risse e soccorrere feriti. «Lo spirito del Club Med era morto da tempo - racconta Peppinello Sarrica, memoria storica che per 40 anni ha lavorato nel settore amministrativoe dalla chiusuraè tutto fare- Tenerlo aperto non aveva più senso. Da anni il turista chiedeva i servizi in camera che nei tucul non c' erano. I tempi cambiano e bisogna adeguarsi. Tutto nasce nel 1950 con "Le Village magique", allestito con tende da campeggio dalla rivista "Elle" per le lettrici in vacanza. Dalla Francia arriva così un' élite che vuole vivere un' esperienza emozionante in un luogo magico. Poi Gilbert Trigano lo rilevae lo inserisce nel circuito dei Club Med. E sorgono le capanne. La sua idea è quella di offrire una vacanza originale, una sorta di ritorno alla dimensione primitiva. Il pareo al posto dei vestiti, le palline colorate invece dei soldi e soprattutto niente tivù, radio, cinema e rumori dall' esterno. Una settimana lontani dalle angustie di ogni giorno, per dimenticare e sognare. Trasgressione e fantasia in libera uscita». La vacanza inizia giàa Parigi da dove parte il treno dei desideri per approdare in una stazione allestita proprio davanti al Club Méditerranée. Una carrozza è attrezzata come night e molti flirt si infiammano nel convoglio, con grande delusione dei giovanotti cefaludesi che si accalcano all' arrivo. Il Club, fin dai primi vagiti in conflitto con la Chiesa locale, a poco a poco sveglia l' atavico torpore della cittadina. Le parigine insegnano la malizia alle cefaludesi, gli uomini da parte loro imparano a viaggiare. Dagli anni Cinquanta in poi per molti è un continuo andirivieni dalla Francia, soprattutto nei mesi invernali per andare a trovare le conquiste dell' estate. Poi tanti finiranno con lo sposarsi con francesi e nel tempo le coppie "miste" diventano centinaia. Dalle capanne primitive di Trigano si accende una rivoluzione che trascina di forza Cefalù, fino ad allora sonnecchiante borgo di pescatori, nella modernità. Ne sono passati personaggi di alto profiloo di elevata bizzarria dai tucul. Il più eccentrico è sicuramente il principe Lulli Notarbartolo che affitta due capanne vicine, arredandole con i suoi mobili del Settecento, prelevati dal palazzo avito di Palermo. In una, l' alcova e il salotto e nell' altra il bagno, unica eccezione in un villaggio con i servizi igienici comuni. Le donne cadono letteralmente ai suoi piedi. Il lancio definitivo del villaggio, ancora Magique, arriva nel 1953 col film "Vacanze d' amore", protagonisti Lucia Bosè e Walter Chiari, girato in quell' incanto polinesiana-mediterranea. Ne passano tantissimi di artisti dal promontorio di Santa Lucia affacciato sul mare. Nel 1968 vi si accampano Julien Beck e Judith Medina per rodare "Paradise now" che avrebbero poi rappresentato per le strade di Cefalù e in vari paesi del mondo. Lo spettacolo, provato con maniacale professionalità negli spazi aperti del Med suscita un grande scandalo ed è causa dell' espulsione della compagnia teatrale d' avanguardia dall' Italia. L' ultimo grande personaggio che vi soggiorna è il clarinettista siculoamericano Tony Scott, uno dei protagonisti dell' epopea del jazz, compagno di ubriacature e di performance dei miti Charlie Parker, Billie Holiday, Duke Ellington. È l' estate del 1999 il musicista, capelli lunghi col codino, è in vacanza con la sua compagna Cinzia, più giovane di lui di quarant' anni, che continuaa scattargli foto. È uno spettacolo vedergli suonare il clarinetto, che tira fuori da una vecchia custodia, tra gli scogli al tramonto. Note che lasciano graffi. Peccato che questa immagine non ci sia nel film che recentemente gli ha dedicato Franco Maresco "Io sono Tony Scott". Il grande jazzista, originario di Salemi, sarebbe morto pochi anni dopo. Al fresco della sera ridendo racconta di come Harry Belafonte gli fregò la celeberrima "Banana boat". «Una ripicca che mi è costata cento miliardi, quanto la canzone ha incassato in tutto il mondo». E sono in molti a ricordare le soldatesse israeliane, tutte grinta e sfrontatezza, che vengono al Club a festeggiare l' addio alla vita civile prima di andare al fronte. Senza freni e assetate di divertimento lasciano il segno. Non si può parlare del Club senza citare il barone "Sesibon" (dal francese "C' est si bon") al secolo Salvatore Messina, caduto sul fronte dell' amore. L' ultimo dei dragueur, infaticabile assediante di cuori femminili, si aggirava per le viuzze di Cefalù con il solito rosario estivo di straniere. Al Club arrivava l' ultima settimana, quella che costava di meno. Scendeva dalla sua vespa, baciava la terra sulla soglia ed entrava, attorniato da seguaci adoranti. E subito cominciava a darsi da fare. Le "sue" donne erano sempre meno avvenenti, ovviamente adeguate al suo declino. Lui, però, romantico come da ragazzo. Era un piacere sentirgli sussurrare frasi incantate in un impeccabile francese. Diceva «Sarò playboya vita, non andrò mai in pensione». È morto sul campo l' anno scorso. Un infarto ha messo fine alla sua cinquantennale carriera di legionario dell' amore. Tutto finisce. Anche i dragueur e i tucul.

ritratto di Mauro Caliò

Bellissimo racconto

che consente anche a chi non lo ha vissuto direttamente, di percepire le sensazioni e le emozioni che questo villaggio ha lasciato tra i cefalutani nel corso degli anni.
Probabilmente in un mondo in cui tutto sta sbiadendo sarà difficile trovare ancora storie così colorate nel nuovo resort di lusso. Speriamo comunque che anche questo possa essere un piacevole capitolo della storia del Club Med e della nostra città.
A chi le ricorda, o le ha vissute, resta il compito di tramandare queste storie spesso ai limiti della leggenda.

ritratto di Pietro Curcio

Sono molto più giovane

Sono molto più giovane delle persone menzionate in questo articolo, ma posso affermare con certezza che le leggende del club med circolano parecchio, e che chi le racconta rivive momenti di passione con grande nostalgia di un tempo passato..
Mi ha affascinato molto la storia del barone Sesibon, perchè un giorno, aprendo il giornale, io e il mio ex compagno di banco leggemmo un articolo in suo onore pochi giorni dopo la sua morte.. Restammo stupefatti dall'articolo, si parlava di un uomo che con il suo carisma e la sua intelligenza in campo sentimentale sapeva attrarre l'amore di qualsiasi donna.. l'ultimo vero Don Giovanni dei tempi moderni!

Bravo Sergio, ho letto con attenzione il tuo articolo, e devo ammettere che mi è piaciuto molto e che mi ha permesso di capire molte cose sulla Cefalù di altri tempi

ritratto di Pino Lo Presti

E', allora un vizietto comune?

Caro Sergio, mi segnalano che "l'articolo inserito da sergio carollo è tratto da repubblica dello scorso 11 aprile a firma di Tano Gullo, straordinaria firma del giornalismo siciliano.
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/04/15/c....

Che facciamo, ci vuoi dire qualcosa o ti mettiamo subito nella lista dei sorvegliati speciali?

ritratto di Sergio Carollo

Non sono un sorvegliato speciale ma un amante di Cefalù........

Caro Pino
E' stato un copia e incolla voluto ho solo dimenticato di citare la fonte.
Mi scuso con la redazione del Blog, con il giornalista autore dell'articolo sig. Tano Gullo e con tutti i suoi lettori.

Kind Regards
Sergio Carollo