Che cos'è?
23 Agosto 2011, 09:09 - Gianfranco D Anna [suoi interventi e commenti]
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Dopo la segnalazione di Marco Portera (https://www.qualecefalu.it/lac/node/5337) che poneva la domanda «sapete dirmi a cosa serve quella struttura in vetro montata davanti l'ufficio postale? », stamattina ho scattato queste foto:
Resta sempre l’interrogativo: che cos'è?
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E' un chiosco
presso il quale saranno noleggiati veicoli elettrici, sul quale è stata montata una copertura fotovoltaica che consente di caricare delle batterie (visibili dentro il manufatto) che serviranno a loro volta per caricare i mezzi.
Non vi è allaccio alla rete Enel quindi la costruzione è autosufficiente.
Credo che si attendano le ultime autorizzazioni per l'inizio dell'attività.
Interessante, avrei anche
Interessante, avrei anche alcune domande, se lei o altri conoscono le risposte.
-Si tratta di un'iniziativa del comune o di un privato?
-Quanto è costata la struttura? I soldi dove sono stati presi?
-Di che veicoli si tratta? Biciclette o anche altro?
Grazie mille in anticipo.
risposte
- si tratta di una iniziativa privata
- non conosco il costo di realizizazione; il capitale dovrebbe essere privato, forse con l'appoggio di qualche sponsor per quanto riiguarda i pannelli fotovoltaici e le apparecchiature elettriche; non essendo collegato alla rete non dovrebbe poter usufruire dei contributi del conto energia
- saranno noleggiate biciclette ed anche un piccolo quadriciclo (il Birò)
Per chi volesse comunque maggiori info sulle possibilità di installazione di fotovoltaico, sono a disposizione. Legambiente ha appena avviato un gruppo di acquisto che consente di abbattere notevolmente i costi.
GIA' .... COS'E' ?
Caro Gianfranco,
è da quando ho visto che iniziavano a montare l'oggetto misterioso che mi pongo la domanda di Marco e tua.
GIA' .... COS'E' ?
Non sono un esperto del settore energetico...
...ma anch'io, osservando più da vicino questa struttura, mi sono posto più di una domanda. Dalla inclinazione del tetto sembrerebbe che manchino solo dei pannelli solari.Quelle "cassette" a terra poi potrebbero essere accumulatori...insomma, il tutto mi pare una struttura per produrre energia elettrica. Ma sicuramente sarò smentito su tutta la linea! Abbiate pazienza, siamo a fine agosto, l'afa è tremenda, bisogna pur divagare ogni tanto con la mente!
Però mi chiedo, seriamente questa volta, ma chi è stato a fare questa installazione?
Mi sono informato
Sarà un punto di prelievo di biciclette elettriche.
Ingombro
Produrrò un'interrogazione consiliare sull'autorizzazione a questa nuova ingombrante struttura e sul fatto che nessun chiosco rispetta la prescrizione di tenere i prodotti SOLO all'interno o comunque non eccedendo dal suolo pubblico concesso! Cittadini e visitatori sono sistematicamente espropriati dell'uso dei marciapiedi su cui camminare e in alcune vie il transito è reso difficoltoso dall'appropriazione di vasti spazi da parte di chi "deve lavorare". Si lavori nel rispetto delle regole e dei diritti di TUTTI! Questo nuovo ingombro in Via Vazzana rischia di ostruire l'intero passaggio con il posizionamento dei veicoli elettrici di cui parla l'arch. Caliò. Prendo atto della sua attenta informazione sulle finalità dell'attività in procinto di iniziare, ma mi rammarico che non si sia chiesto come faranno i DISABILI in CARROZZINA a transitare da quel marciapiede. Quello delle continue offese al libero transito dei disabili è un problema antico di Cefalù, su cui dilaga l'insensibilità ... spesso anche di chi dovrebbe farsi carico di esserne voce! Non sono ovviamente contrario all'uso di spazi per attività commerciali o d'impresa, tradizionali o, specialmente, se al passo con i tempi, ma esse devono essere posizionate laddove non siano d'ostacolo e/o di nocumento rispetto ai luoghi. Qualcuno potrebbe dire che tali luoghi sono ridotti al minimo: prendetevela con chi, in passato, ha lasciato alla cementificazione, all'arbitrio dei privati e all'occupazione indebita quasi tutti gli spazi della nostra Città!
Oltretutto, al di là della
Oltretutto, al di là della questione dei disabili in carrozzina,sulla quale non avevo riflettuto(e di grande importanza), mi chiedevo la reale utilità di questa struttura, che poi nel concreto, è quello che importa di più alla collettività.
Non vedo in realtà, specialmente in quella zona, ed in una città con un centro(estendendolo anche al Lungomare, via Roma, stazione fino ad arrivare quasi alla Gallizza) così percorribile facilmente a piedi, l'esigenza di una struttura di questo tipo.
Se questo fosse stato, naturalmente con la necessità di spostarlo per ovvi motivi che lei ha fatto notare, anche un punto di ricarica per anche i mezzi elettrici di nuova generazione(praticamente come i distributori di benzina oggi) senz'altro avrebbe avuto un'utilità maggiore e sintomo di un progresso nel campo dell'energia alternativa a Cefalù.
Il marciapiede oltretutto dovrebbe essere riservato ai pedoni, non riesco a concepire come si abbia avuto l'idea di porre una struttura nel bel mezzo di un marciapiede per altro trafficato.
Rimango perplesso che questa struttura di "noleggio bici elettriche" che sicuramente potrebbe avere una qualche applicazione pratica in estate, e, non ci vuole un economista per capirlo, nulla o quasi nelle stagioni "non-turistiche", sia stata realizzata in questo periodo di fine estate.
Con ogni probabilità questa struttura resterà inutilizzata(nel caso l'interrogazione consiliare del Dottor Franco non porti ad un risultato) per gran parte dell'anno, causando quindi, de facto, unicamente un ingombro per i cittadini e specialmente per i disabili.
Caro Stephen,
sono ben d'accordo con te sul possibile non-utilizzo della struttura nelle stagioni "non-turistiche" e quindi evidenziando maggiormente il deficit che i pedoni (in particolar modo i disabili) troverebbero lungo quel tratto di strada. Ma che sia questo un segno di sensibilizzazione alla nostra cittadina verso le fonti rinnovabili? Non molto tempo fa lessi sul giornale "La Repubblica" che la Sicilia è l'ultima Regione Italiana per impianti solari installati nel proprio territorio, in quanto paradossalmente potrebbe produrre in modo smisurato più di molte altre Regioni. Ti posso assicurare che i costi per la costruzione e installazione della struttura saranno stati ben minimi in attuazione del P.O. FESR 2007/2013 (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) di marzo scorso quindi i nostri privati "economisti" non sono stati in fin dei conti così stupidi. Oltretutto vorrei rendere attenzione alla piccola aiuola "non-utilizzata". Non troppo difficile dedurre la soluzione al problema.
Andrea, hai senz'altro
Andrea, hai senz'altro ragione nel dire che bisogna interessarsi e sfruttare le energie rinnovabili, come per l'appunto il solare.
Ho votato NO al nucleare, per motivi che non sto a spiegare qui(più economici che di "rischio") e sono dell'idea,stando alle dichiarazioni di molti scienziati, i quali dicono che tra 10-12 anni il solare avrà la stessa efficienza del nucleare, di abbandonare i vecchi sistemi energetici in favori di fonti rinnovabili(solare,geotermico,eolico ect).
Credo però che non sia questo il percorso giusto, in quanto questa, oltre ad essere una struttura privata di poco rilievo nell'assetto energetico di Cefalù, non ha una qualche validità per la collettività sia da un punto di vista energetico, sia economico(niente più bollette), sia ambientale.
Oltretutto non sono contrario all'installazione di questa struttura, rimane il fatto che è fatta in una posizione che danneggia disabili e non solo, andrebbe installata in un altro posto più consono.
Chi di competenza NON dovrebbe dare l'autorizzazione ad un privato per edificare una struttura di questo tipo in suddetto posto.
Ti faccio un esempio di sensibilizzazione verso le fonti rinnovabili: il comune potrebbe utilizzare il solare nelle strutture comunali e nell'illuminazione pubblica.
Questo sarebbe un passo concreto.
O anche, la provincia, la regione, o chi di competenza, potrebbe offrire un aiuto economico ai privati o alle grosse aziende che decidono di utilizzare il solare come fonte energetica(ipotizzo:pagare il 30% delle spese per gli impianti).
Questi sarebbero passi concreti, non di certo una struttura per noleggiare bici elettriche.
E non credo che da queste basi ci siano le premesse per una maggiore sensibilizzazione e approccio all'utilizzo di energie alternative a scopo domestico o aziendale(che poi è quello che conta).
Attualmente l'efficienza dell'energia solare segue più o meno la legge di Moore.
Per intenderci, Moore nel 1965 formulò una legge: Le prestazioni dei processori, e il numero di transistor ad esso relativo, raddoppiano ogni 18 mesi.
Questa legge, che si rivelò esatta, è stata applicata ad altri campi ed indica che il progresso tecnologico fino alla singolarità non così lontana, segue un processo non lineare ma esponenziale.
Questa legge è ritenuta valida, da dati scientifici, anche sul solare, considerando i termini di efficienza, costo e grandezza.
Praticamente il solare, ogni anno e mezzo, raddoppia la sua efficienza, dimezza la grandezza degli impianti e dimezza anche i costi.
A partire da queste considerazioni, si può dedurre, senza molto margine di errore che entro il 2022-2023 il solare sarà in grado di garantire energia a tutto il mondo in maniera più efficiente del nucleare o delle vecchie fonti energetiche.
Da qui l'assurdità di costruire centrali nucleari(dove negli altri paesi le smantellano PROPRIO per questi motivi) che sarebbero operative tra 15 anni, quindi una tecnologia già vecchia in partenza(un pò come Mediaset Premium).
Attualmente il solare è in grado di fornire energia in maniera stabile, efficiente ed economica per uso domestico e aziendale(aziende di media grandezza).
Tra qualche anno, per l'appunto, il solare sarà in grado di garantire energia alle grosse industrie.
Se, fino a qualche anno fa, non molti lo sanno, il solare era, in linea teorica, più dannoso di tutti i tipi di energia per il riscaldamento globale ed il conseguente effetto serra, adesso non è più così.
Infatti l'efficienza del solare era al 20%: in pratica, del 100% dell'energia ricevuta, solo il 20% veniva trasformata in energia utilizzabile, mentre il restante 80% veniva disperso sotto forma di calore(con conseguenti danni).
Un pò come i nostri sistemi energetici che hanno una certa percentuale di dispersione energetica(dovuta all'avanzamento tecnologico delle strutture utilizzate) ma minore di quella che era del solare.
Adesso invece il solare è cresciuto tantissimo, è molto più economico ed i costi aggiuntivi che si spendono nella creazione degli impianti vengono recuperati in 5-8 anni di assenza di bollette.
Per cui questa ideazione e soprattutto la posizione mi sembrano assurdi: è come se si decidesse di impiantare dei pannelli solari sulla Rocca.
Non ti posso dar torto sulla
Non ti posso dar torto sulla posizione non tanto idonea per una struttura del genere e per la sua funzionalità. Il mio commento precedente era solo per evidenziarti che oltre al fatto che il marciapiede non fosse munito di uno scivolo per disabili, il problema dei pedoni sia facilmente risolvibile rimuovendo o spostando l'aiuola in cemento, che adesso rappresenta il reale "ingombro" al pubblico passaggio pedonale. Che il marciapiede venga ridotto in larghezza non rappresenta un fatto rilevante giacché è presente la fermata del bus che occupa ben più largo spazio.
L'ideazione e il suo utilizzo è a rischio del privato.
In effetti
dalle foto si vede bene che non solo una carrozzina per disabili ma neanche un passegino per bambini può transitare se non scendendo dal marciapiede.
Una delle caratteristiche delle Amministrazioni dell'ultimo lustro è stata proprio quella di trasformare lo spazio destinato alla pubblica vita sociale (strade e piazze) in spazi commerciali, concedendone l'uso senza alcun criterio rispettoso dei flussi veicolari e pedonali e delle condizioni architettoniche ed urbanistiche. Fenomeno questo aggravato poi da veri e propri abusi rispetto alla concessioni stesse, abusi "permessi" (nonostante ripetute segnalazioni) per "assenza totale" di controllo.
Ciò ha permesso che attività allocate in pochi metri quadri di un immobile abbiano potuto esistere solo grazie alla concessione del pubblico suolo esterno (in cui non pagano la spazzatura).
Chi vuole aprire una attività, trovi uno spazio privato adeguato, ne paghi l'affitto e la Tarsu. Lo spazio pubblico, tranne accezioni da stabilire con apposito e studiato piano, deve tornare ad essere pubblico.
Questo principio non deve valere solo contro gli ambulanti extracomunitari.
Nota - siamo assolutamente d'accordo a tutte quelle soluzioni che possano favorire l'uso delle fonti rinnovabili, a cefalù
p.s. - cosa ne pensa l'associazione "Abitando"?
Pino, non fare domande
Pino, non fare domande scomode.Perchè allora bisognerebbe chiedere a Legambiente (M.Caliò ) cosa vuol fare a proposito dell'eternit o di tante altre piccole cose che rendono poco abitabile il paese.
Risposte a Pino Lo Presti
Inizio premettendo che non condivido l'ubicazione del nuovo chiosco, nè l'aspetto estetico dello stesso, per il quale si sarebbe potuta studiare una forma più accattivante e avveniriistica, o comunque più in sintonia con l'attigua pensilina dell'autobus (per forma e colore), forse prospettandone addirittura la reciproca integrazione. Capisco però che l'aspetto estetico è comunque soggettivo.
A questo punto si devono evidenziare alcune questioni. Per quanto riguarda l'aspetto paesaggistico, il manufatto sarà sicuramente stato sottoposto al preventivo parere della Soprintendenza mentre per quanto riguarda l'aspetto urbanistico e relativo al suolo pubblico, si saranno ottenute le necessarie autorizzaizoni da parte del Comune.
Il problema, quindi, è alla radice. Forse io avrei dato, come Soprintendenza, delle prescrizioni sul colore della struttura e come Comune, sul suo posizionamento (che oltretutto non mi sembra quello economicamente più vantaggioso). Probabilmente questo tipo di attività dovrebbero essere gestite mediante un chiaro regolamento, che pare non esistere.
In futuro, dunque, il primo passo sarà quello di redigere, ed approvare, tutti quei regolamenti che possano migliorare la qualità dell'abitare in tutte le sue forme (decoro, vivibilità, salubrità, ecc.).
Sicuramente non si possono attribuire colpe al privato che ha legittimamente chiesto e ottenuto un'autorizzazione.
Per quanto riguarda poi l'aspetto delle barriere architettoniche, al quale sono stato costretto, per necessità, a prestare particolare attenzione nel recente passato, Cefalù è ampiamente carente in quasi tutto il territorio, sia per quanto riguarda la percorribilità da parte di soggetti con ridotta o assente capacità motoria, sia, per esempio, da parte dei non vedenti. Gradini, insegne, segnaletica stradale, aiuole, e chi più ne ha più ne metta. La maggior parte dei marciapiedi non è nemmeno percorribile con un ombrello aperto!!
Non deominizzerei pertanto in maniera eccessiva quest'ultimo intervento, sia perchè quel marciapiedi (per memoria poco trafficato) non sarebbe comunque facilmente percorribile da un disabile, sia perchè la struttura, essendo semplicemente appoggiata al suolo, potrebbe essere lievemente traslata. (anche se secondo me avrebbe più senso rimuovere l'aiuola dell'albero fantasma).
P.S. Queste riflessioni sono a carattere personale, sebbene il sottoscritto sia tra i fondatori dell'associazione "Abitando", nata anche nel tentativo di innescare un confronto sulle problematiche relative alla vivibilità della città.
Risposte a Salvatore Culotta
Per quanto riguarda le domande a Legambiente, tenterò di illustrare il punto di vista relativo al problema dell'eternit e di altre piccole cose che rendono poco abitabile il paese.
L'attuale normativa vigente non prevede l'obbligo di rimozione dei materiali contenenti amianto, bensì il loro monitoraggio, con obbligo per i proprietari di far redigere un "documento di valutazione dei rischi", prevedendone la rimozione o il confinamento soltanto qualora il degrado dei materiali possa comportare il rischio di dispersione aerea di particelle, o filamenti, che potrebbero risultare estremamente dannosi per la salute.
Capirete pertanto che non è una legge di facile applicazione, soprattutto in Italia ed alla luce dei notevoli costi di dismissione.
Il censimento dei manufatti dovrebbe essere a cura delle AUSL, che non capisco però come dovrebbero fare. Una proposta potrebbe essere quella di farsi carico comunitariamente, come cittadini, di segnalare, come fatto dall'Arch. Culotta, la presenza di eternit nell'abitato. Legambiente potrebbe farsi carico di collezzionare le segnalazioni e trasmettere un elenco alla AUSL di competenza.
Per il resto, cerchiamo di sensibilizzare quotidianamente i singoli cittadini e gli addetti ai lavori, anche dissuadendoli a volta da agghiaccianti proposte di sotterramento o di dismissione non autorizzata.
Un aiuto potrebbe arrivare dal conto energia, che prevede incentiivi economici aggiuntivi per chi installa pannelli fotovoltaici in sostituzione dell'eternit, ma capisco che è comunque un'operazione onerosa, in assenza si capitali da investire.
Su altre forme di inquinamento ambientale cerchiamo di intervenire e sensibilizzare, ritenendo comunque che sia indispensabile, prima di tutto la partecipazione dell'intera collettività, e secondariamente l'intervento coscienzioso (da buon padre di famiglia) degli enti pubblici. Utopia? no, solo questione di volontà, in primis dei cittadini - elettori.
P.S. Il Circolo è alla continua ricerca di persone volenterose che vogliano dare il loro apporto personale e che sappiano fare anche meglio di noi. Quindi fatevi avanti.
eternit
Il costo elevato della dismissione scoraggia ovviamente i cittadini che purtroppo magari preferiscono togliersi di torno l'eternit con i "vecchi sistemi"...alquanto rischiosi per la salute.
Però io vari anni addietro (quando ancora le ditte per la dismissione dell'amianto erano solo al Nord!)ho telefonato per informazioni a una associazione che si occupava del problema, e mi è stato detto che quando il materiale è in degrado il rischio di immissione nell'ambiente viene evitato con un semplice intervento di verniciatura perchè la vernice "catturerebbe", fissandole, le particelle. Insomma la vernice svolgerebbe il ruolo della plastica quando le ditte, prima di dismettere, ricoprono e chiudono le tettoie o le altre parti in eternit con teli di plastica.Potrebbe essere un'idea in attesa di interventi più professionali e risolutivi.
certamente
però anche in questo caso si tratta di una vernice con particolari caratteristiche, che può essere applicata solo da personale specializzato. E' comunque molto meno costoso della rimozione.
Mauro Caliò
Due osservazioni
Osservazione n. 1: Considerata le dimensioni della struttura è facilmente immaginabile che al suo interno saranno posizionati solamenti gli arredi necessari al funzionamento dell'attività mentre le biciclette ed i quadricicli, in attesa di essere noleggiati o in ricarica, saranno posizionati all'esterno del "chiosco", ovviamente sul marciapiede, con ulteriore occupazione dello spazio e difficoltà di transito per i pedoni.
Osservazione n. 2: Quel marciapiede, come ancora tanti altri, è privo di scivoli che possano agevolare la salita e discesa delle carrozzine per disabili e dei passeggini dallo stesso.
Ottima osservazione
Molti, se non forse quasi tutti, i marciapiedi di Cefalù sono privi di scivoli per disabili, e oggi particolarmente mi è capitato di osservare che la base di quei pochi "scivoli" sono posti sopra il livello dell'asfalto in modo tale che vi si formi un gradino tra lo "scivolo" e la base della strada. Volevo inoltre puntualizzare, cosa che succede spesso nelle discussioni comuni, e che qui noto anche spesso, la volontà di molti di esporre problemi su iniziative o idee altrui in cui la radice del problema neanche esiste.
A proposito della prima osservazione, penso che le biciclette e i quadricicli possano essere posti tra la "struttura" (non saprei darne un nome più specifico adesso) e la fermata del bus.
Sul gazebo fotovoltaico, da Cefalunews
Da Cefalunews apprendiamo che il gazebo fotovoltaico è stato realizzato dalla ditta Cerberus Srl di Caltagirone (CT), operante nel campo dell'energia da fonti rinnovabili (Fotovoltaico, Solare Termico, Eolico) e della mobilità sostenibile, nell’ambito del progetto “L’eco.Logico” (http://www.cerberus.it/progetto_lecologico.html).
Sarebbero oltre venti le denunce con tanto di firma, nome e cognome ma anche lettere del tutto anonime giunte al giornale telematico cefaludese e che avrebbero determinato il blocco dei lavori. «Il primo effetto, tutte queste denunce, lo hanno già prodotto. Hanno bloccato quanto si stava realizzando e si stava portando avanti con tanto di licenze ed autorizzazioni. Tra queste c’è persino quella della sovrintendenza che verso il progetto iniziale ha dettato delle prescrizioni sulle dimensioni, sul colore da utilizzare e sugli spazi da occupare. Tutto sarebbe stato costruito così come la sovrintendenza avrebbe prescritto. Ma a Cefalù le autorizzazioni pare servano poco.»
Tra i commenti giunti, Cefalunews ha deciso di mettere in evidenza il seguente: «A Cefalù bisogna bloccare tutto. Non si può lavorare. Devono lavorare solo alcune persone. Mi chiedo cosa ci sia di così scandaloso in un gazebo fotovoltaico costruito a regola d’arte. A Cefalù non è possibile perché esiste una vera e propria centrale di persone pronte a bloccare tutto e tutti. Per il futuro della nostra città ci si deve liberare di queste persone buone solo a bloccare e polemizzare insieme ai politici loro referenti.».
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L'articolo completo “Gazebo fotovoltaico: oltre venti denunce” del 27/08/2011 su http://www.cefalunews.info/00/i_ppiano.asp?id=20900#alto
NIENTE DI PIU' FALSO E DI PIU' IRRIGUARDOSO
"A Cefalù bisogna bloccare tutto. Non si può lavorare. Devono lavorare solo alcune persone"
NIENTE DI PIU' FALSO E DI PIU' IRRIGUARDOSO per Cefalù!
La negazione della realtà!
Il 50% è falso ....
Il 50% è falso "Devono lavorare solo alcune persone"
Il 50% è vero a Cefalù tutto è difficile .. tutto è bloccato