E’ normale?
14 Agosto 2011, 15:28 - Pino Lo Presti [suoi interventi e commenti]
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Un lettore ci manda queste foto assieme ad una domanda: “E’ normale” (servire a dei tavoli posti sulla spiaggia)?
Noi, reindirizziamo la domanda al web sperando che “chi di competenza” possa rispondere.
Cogliamo la occasione, inoltre, per aggiungere anche quattro nostre domande:
a) ma per caso che, dopo anni che non si è stati in grado di liberare il Lungomare dagli ambulanti, lo si sia riusciti a fare in quattro e quattro’otto solo per far mettere i tavoli al sig. Cimino?
b) esiste una autorizzazione a tale occupazione del suolo demaniale?
c) in ogni caso era proprio necessario per la economia cefaludese impegnare, con dei tavoli, così tanta vasta area dell’unica zona del Lungomare (e ormai della Città) dove è possibile fare spettacoli che raccolgano una ampia folla di gente?
d) Il Lungomare è destinato a fare la stessa fine di piazza Duomo?
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Non solo il Lungomare.
Non solo il Lungomare.
Che differenza c’è?
Mi piacerebbe sapere che differenza c'è tra le attività ristorative che hanno i loro tavoli posizionati all’esterno sul tratto iniziale del Lungomare Giardina ed in Via Carlo Ortolani di Bordonaro e quelle di via 25 novembre 1856, di via Vanni, di via Umberto I, etc…
Perché per alcune sono state create apposite aree pedonali - penso al fine di evitare il transito dei veicoli accanto ai tavoli dove le persone consumano i loro pasti - e per altre non è stato necessario tale provvedimento?
Può un provvedimento di chiusura al traffico di una strada essere giustificato dalla sola presenza di numerose attività ristorative oppure esistono differenze tra le medesime tipologie di attività o tra le rispettive licenze?
Normalità ed economia
Io non sono in grado di dire cosa sia normale, e cosa invece non lo è, piuttosto non mi sembra il punto focale del discorso.
Evidentemente se si serve a dei tavoli posti sulla spiaggia, c'è una richiesta da parte dei turisti o semplicemente dei consumatori.
Viene da chiedersi se questo aiuta o no l'economia cefaludese.
Non entro nel merito della questione del Lido Poseidon perché non conosco la burocrazia necessaria nell'occupazione di questo suolo.
Non vedo comunque differenza rispetto alle altre attività ristorative(sulla strada) come già evidenziato.
Credo che il punto fondamentale su cui riflettere è: queste attività di cui si parla, apportano un qualche vantaggio, diretto o indiretto all'economia cefaludese?
I vantaggi economici derivati da un'attività come quella, lasciando da parte le questioni burocratiche varie, sono di sostentamento e ricchezza anche alla cittadina oltre che al singolo privato?
E soprattutto, rilanciare il turismo cefaludese, che alcuni dicono sia in crescita, altri sostengono il contrario, si basa su queste osservazioni?
Come rilanciare il turismo? Come incrementarlo?
Cefalù ha una certa fama, dovuta alle sue bellezze architettoniche e storiche, nonché naturali.
Parlo da giovane, quindi con una certa inesperienza ed una mancanza di cultura storica della città.
Quando si parla di valorizzazione del territorio di cosa si parla esattamente?
Cosa offre Cefalù?
Queste sono le domande giuste.
E probabilmente, c'è da chiedersi, ritornando al discorso di cui sopra: perché privatizzare tutto il lungomare ed i lidi associati? Perché privatizzare tutte le zone di parcheggio?
Se queste opportunità economiche fossero gestite dal comune, qualora fatte da gente competente, si avrebbe un grosso ritorno economico.
Non sono contrario alle privatizzazioni di per sé, e naturalmente la situazione non può e non deve essere cambiata a questo punto delle cose.
O meglio, il suolo è del comune, che lo da in gestione ai privati. Ma a che cifra? Qual è il guadagno ottenuto?
Perché il comune non inizia ad avviare attività turistiche o a gestirle senza l'aiuto di privati, traendone senz'altro un profitto maggiore, suppongo, per la collettività cefaludese?
Quello che mi viene da pensare, senza voler pensare male, è che evidentemente non ci sia gente competente al comune capace di competere con persone come il sig. Cimino, per fare un esempio, che in effetti gestisce in maniera intelligente le sue attività commerciali.
Per concludere, dalle varie attività commerciali, cosa ottiene il comune, da un punto di vista economico, in maniera diretta ed anche indiretta?
Credo, in definitiva, che i privati come il sig.Cimino, naturalmente in larga parte per un rendimento economico, com'è giusto che sia per qualunque imprenditore, portino più turisti a Cefalù e facciano, in maniera indiretta, più per il turismo cefaludese, di quanto sia in grado e sia stato in grado di fare il comune, con le sue politiche economiche volte ad un mondo vecchio, alla tradizione e al passato, senza aver la capacità di occuparsi in maniera concreta ed efficace del turismo che fa "soldi" cioè il turismo del divertimento, in particolare del turismo giovanile.
Ci sono mete, in Sicilia e non, dove i giovani trovano una situazione migliore, cioè delle spiagge libere, un maggior numero di locali dove divertirsi ect.
E se il turista adulto, acculturato e più accorto risparmia i suoi soldi in vacanza, sono i giovani che hanno più la volontà e l'avventatezza di spendere.
E quando sento che molti miei coetanei, molti miei amici, in estate, la sera spesso preferiscono andare in paesi vicini, in montagna, come ad esempio Castelbuono, senza neanche il mare, mi rendo conto che c'è qualcosa di tremendamente sbagliato a livello di gestione del paese.
In Spagna è normale ..
In Spagna .. in Egitto ... è normale ...
La vita si svolge sulla sabbia ...
Ci sono locali sulla spiaggia chiamati "Sole e Luna" a San Remo perchè aperti 24 ore su 24 di giorno per fare il bagno e prendere il sole, di sera l'aperitivo e cena e la notte per sentire musica fino all'alba.
A Cefalù .... certamente tutto ciò non è normale
La domanda (la prima)
l'ha posta il lettore che ci ha mandato le foto, e come tale l'abbiamo girata.
Per quanto mi riguarda - a parte tutte le storie burocratiche o eventualente sanitarie su di cui non sta a me esprimermi (mi posso solo augurare che sia tutto a posto) -, e a parte gli eccessi di concessioni là dove disturbano gli ambienti architettonico-urbanistici o il necessario transito dei veicoli o semplicemente quello dei pedoni, faccio mia la domanda del sig. Stephen Davola: "Cosa ci guadagna il Comune dalle attività produttive che si realizzano con i beni collettivi?
L'altra sua domanda: "Perché il comune non inizia ad avviare attività turistiche o a gestirle senza l'aiuto di privati, traendone senz'altro un profitto maggiore, suppongo, per la collettività cefaludese" è quanto mai opportuna ma tentare di dare una risposta in questa sede è troppo arduo; una risposta potrà venire forse dal dibattito culturale e politico dei prossimi anni a cui inviterei il sig. Stephen a partecipare.
Anche l'altra questione posta è interessante: turismo giovanile o per famiglie e terza età?
Sè è vero che i giovani spendono di più nei locali e anche vero che sono le altre fasce che spendono di più per gli alberghi. Inoltre mentre i primi cercano un tipo di divertimento più "caciaresco", gli altri lo vorrebbero più tranquillo.
Potrebbe, a mio avviso, esserci benissimo una convivenza, ma anche qui occorrerebbe che si pensasse ad una attenta regolamentazione - in questo caso, della emissione dei suoni -, sul principio che nel chiuso di casa propria o di un locale si può fare tutto quello che si vuole ma - come per i rifiuti o altro che possa essere considerato di "disturbo", ossia inquinante - lo spazio pubblico dovrebbe tornare ad essere considerato "sacro", cioè esente da emissioni "inquinanti" di qualsiasi genere, così che come si deve essere liberi di divertirsi come e quando si vuole si deve parimenti essere liberi di riposare come e quando si vuole.
Rimangono le mie quattro altre domande.
Due cosa, secondo me, alla fine sono certe: la necessità di rivedere totalmente la politica della concessione del suolo pubblico e la necessità di pensare da zero ad un regolamento della emissione dei suoni.