Edilizia
13 Agosto 2011, 21:34 - Salvatore Culotta [suoi interventi e commenti]
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Seppur con notevole ritardo vorrei dire qualcosa a proposito delle preoccupazioni del “Comitato per il rilancio dell’edilizia” espresse a fine luglio
Per quel che ne so, ma potrei anche essere male informato, le imprese edili di Cefalù non escono, nel loro operare, dai confini comunali. Si contentano di quella certamente piccola quantità di lavoro che offre il paese. Per esperienza diretta posso dire che, in quei pochi lavori pubblici che ho seguito direttamente, una sola volta ho avuto un’impresa locale. E’ quasi da non credere che, nei tempi e nelle ristrettezze attuali, nessun imprenditore senta la necessità di fare un salto di qualità, e quantità, e cercare altrove quel lavoro che qui manca. Non so altresì se esistono ditte specializzate, e conseguentemente altamente competitive, in qualcuno dei tanti rami dell’edilizia. Mi sembra,e mi si perdoni la parola,un po’ stupido confidare per il proprio futuro nella costruzione di qualche villetta o condominio, in una ipotetica infinita crescita della popolazione. Mi chiedo ancora quanti dei (pochi) lavori pubblici di Cefalù siano stati eseguiti da imprese locali.
Sono senz’altro giuste le richieste ultimamente avanzate dalla categoria, ma non si può continuare a disconoscere che fuori da Cefalù c’è tutto un mondo.
Non voglio con questa esortazione risolvere una purtroppo pesante situazione né tantomeno muovere rimproveri ma mi piacerebbe fosse considerata un augurio di sviluppo.
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Riconversione
Io mi sono sempre semplicemente chiesto: considerato che la capacità di stimolare desideri abitativi da parte del territorio cefaludese è grande nella gente la più varia, proveniente da Borgetto e da tutto il mondo, se si dice sempre Sì non finirà questo territorio cadavere in una bara di cemento?
Dice: “Si ma la gente deve lavorare”
Ma è anche “lavorare” uccidere?
C’è un punto in cui qualunque attività, se insiste sempre nello steso punto, va oltre i limiti dello sfruttamento e si incontra con l’esaurimento della materia prima?
Una attività - è ovvio - non può essere continua specie se è l’unica; la continuità meglio si attaglia ad una varietà di attività, alcune magari anche fluttuanti, ma in sinergia tra loro e che si mantengano in equilibrio con ciò con cui lavorano, permettendo alla materia prima di respirare, rigenerarsi, di non esaurirsi.
Se ad un certo punto della specializzazione di una attività non vi è capacita di riconversione: o essa continua puntando alla morte di ciò con cui lavora o cerca nuovi spazi, come dice l’arch. Culotta.
E’ sempre la stessa storia: un singolo organo di un organismo deve svolgere, per la salute del corpo, il suo ruolo in armonia con gli altri. Quando un organo si fa carico della vita di tutto l’organismo vuol dire che qualcosa funziona poco e qualcosa troppo; continuare porta alla rottura del normale rapporto tra gli organi che insieme tengono in vita l’organismo.
La specializzazione, come tutto ciò che è monocorde, tende alla “violenza” perchè “taglia” (esclude) tutto il resto, di sè e della vita.
Oggi, ad esempio, che abbiamo ucciso del tutto l’agricoltura con la sua varietà di frutti e la squisitezza dei suoi gusti quando raccolti lo stesso giorno della maturazione (a km. 0), cosa mangiamo e cosa offriamo nei nostri ristoranti se non apparenze senza sapore?
Il turismo avrebbe dovuto fare vivere soprattutto - e, comunque sicuramente - l’attività agricola di qualità, la pastorizia delle nostre montagne, l’allevamento, la pesca; l’attività artigiana di qualità capace di manutendere il centro storico e di sostenere una produzione utile a mantenere un certo stile anche nelle nuovi costruzioni ricettive, o non, turistiche, etc...
Oggi l’appiattimento è totale anche al livello delle ditte edili - da come mi sembra di capire dalle parole dell’arch. Culotta - e subiamo la concorrenza dei paesini limitrofi pure a casa nostra.
Su 1.000 metri cubi che si costruiscono nel nostro territorio, quanti sono realizzati da ditte locali o no? Anche questa è una domanda non oziosa. Se permettiamo, col nuovo PRG, di costruire altri “mille mc.”, se 700 di questi venissero realizzati da ditte di fuori siamo sicuri che con il semplice aumento delle concessioni edilizie, licenziando l’ing. Duca di turno, si risolverebbero i problemi del lavoro?
Occorre prepararsi alla affermazione di un diritto - a parità di condizioni - di prelazione sulle opportunità di lavoro offerte dal territorio da parte di chi vi è cittadino. E’ particolarmente assurdo che nei lavori pubblici la manodopera locale sia assente
Ma soprattutto occorre prepararsi ad una riconversione: in parte sempre nella edilizia ma come manutenzione e restauro, altra parte - io credo - in agricoltura di qualità ed in attività di turismo diffuso (vedi agriturismo).
Il Cemento, sia come edilizia turistico-residenziale, sia edilizia urbana, oggi, dopo aver estinto molte attività, si avvia a compromettere del tutto anche la possibilità di un turismo un minimo di qualità in questa città.
Dovrebbe essere un turismo che valorizza la terra come elemento del paesaggio e come produttrice di frutti; il nostro non sembra proprio e ciò perchè si è preferito "realizzare" subito col cemento.
Insistere potrebbe essere fatale.
mi interesserebbe leggere
mi interesserebbe leggere per intero il discorso dell'Arch. Giardina più volte da te citato.
Scusa Totò
mi sono accorto adesso del refuso: non "Giardina" ma "Culotta", cioè tu.
A ME INTERESSEREBBE
aprire il video.
Nonostante i tentativi non ci sono, ancora, riuscito.
mi dispiace d'aver cliccato
mi dispiace d'aver cliccato sul rigo "video".Avevo sbagliato, scusa.A parte ciò,hai qualche riflessione da aggiungere?
Buon Ferragosto a tutti! ;-)
Approfitto dei piccoli errori dovuti al caldo ed alla stanchezza di chi, anche alla vigilia di ferragosto, non si ferma mai per fornire un'informazione attenta, corretta e libera su quanto accade a Cefalù, e di chi con i suoi commenti arricchisce ulteriormente questi interventi, per augurare a tutti gli amici de L’altraCefalù un Buon Ferragosto!!!
P.S. Chiedo scusa all'Arch. Culotta per questa mia digressione ma la situazione mi è sembrata particolarmente simpatica.
Gianfranco