“Gli eroi del mare” - una buona occasione per ricordarsi della Piscina
6 Agosto 2011, 04:32 - Pino Lo Presti [suoi interventi e commenti]
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Mi dispiace non aver potuto seguire ieri la traversata del golfo di Cefalù.
La pubblicazione di questa intervista inedita a Cosimo Rinaudo e Marco Gugliuzza, fatta il 30 aprile di quest’anno, vuole essere un omaggio a quegli “eroi del mare” e a tutti i cefaludesi che amano il nuoto.
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Un breve riassunto delle occasioni in cui si è parlato della Piscina a Cefalù nell’ultimo anno:
6 ottobre 2010 “Piscina comunale” (“Interpellanza R. Lapunzina”) (https://www.qualecefalu.it/lac/node/2689)
15 ottobre “L’incontro tra le associazioni sportive e l’ass. Patanella” (https://www.qualecefalu.it/lac/node/2785) (intervento di Rinaudo e risposta di Patanella)
24 ottobre “Cefalù non deve perdere l’occasione che si è creata di avere una sua piscina sportiva“ (https://www.qualecefalu.it/lac/node/2851) (protesta nuoto)
27 ottobre ”Il secondo incontro tra le AA.SS. e l’ass. Patanella, del 27 ottobre” (https://www.qualecefalu.it/lac/node/2895) (l’arch.Fabio D’amico parla del Progetto))
5 novembre (Claudio Pepoli) “Grande successo per il “Nuoto Kepha” all’Aquathlon di Mondello” (https://www.qualecefalu.it/lac/node/2975)
18 novembre (arch. Salvatore Curcio) “Progetti per la realizzazione di una piscina comunale in località Dietro Castello” (https://www.qualecefalu.it/lac/node/3051)
7 aprile 2011 (Nicola Pizzillo) “Che fine ha fatto la piscina coperta?” (https://www.qualecefalu.it/lac/node/4249)
L’Opera è stata inserita nel Programma triennale OO.PP. 2011-13, a pag. 37, ma dopo di allora non se ne sa più niente. Il project financing è stato accettato da tutti come l’unica possibilità di realizzazione dell’Opera - considerato che gli 800.000 euro della Regione sono insufficienti -, e come tale previsto nel Piano Triennale, ma cosa si è fatto per cercare questo “socio” privato?
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Attualmente quelli che praticano questo sport a Cefalù al livello agonistico sono due: Marco Gugliuzza (17 anni ad agosto) e Nicola Di Fatta. Entrambi ai primi posti in Italia.
Dice C. Rinaudo (allenatore) di Marco Gugliuzza:
“Marco è entrato nella Nazionale “triathlon junior”, categoria “super sprint” ( 250 di nuoto, 8 km in bici, 2 km e mezzo corsa).
La Nazionale fa dei raduni con delle prove-tempo nelle tre discipline, Marco, nel nuoto - 200 stile libero -, ha il miglior tempo in Italia.
Ancor “più giovane”, quando praticava solo il nuoto, ha vinto dei titoli regionali nei 200 e 400 stile libero e nei 1500.
Marco aveva anche la possibilità di andare in “Nazionale nuotatori”; purtroppo questo non si è potuto verificare perché ci sarebbero voluti due allenamenti, uno la mattina e uno la sera. Ma il viaggio (per due ore di allenamento, due ore di viaggio) stanca ed i tempi di recupero risultano allungati, per cui - rispetto a quelli di Termini, ad esempio - è svantaggiato perché loro quando smettono possono già andare a riposarsi.
Marco aveva iniziato con il Triathlon a cinque anni (a sette anni ha fatto la traversata del Golfo di Mondello - 1.500 m.), poi aveva smesso per fare solo nuoto, quindi - per le ragioni che abbiamo visto - lo ha ripreso nuovamente.
Mentre si preparava per una gara di Aquathlon (nuoto- corsa, nuoto-corsa) - che si svolgeva a Mondello - è stato notato dal selezionatore della Nazionale, e da quel momento in poi è entrato in Nazionale (aveva 13 anni).
Dice Marco Gugliuzza della sua esperienza:
“Sino a tre anni fa ero ai vertici della regione Sicilia per quanto riguarda il nuoto. Ho fatto pure qualche gara nazionale conquistando un terzo posto nei 50 stile. Poi ho deciso di smettere col nuoto perché avrei dovuto prepararmi per le gare importanti, come gli “Italiani”, con un minimo di quattro ore di allenamento al giorno (due la mattina e due la sera). La mattina, gli allenamenti li avrei dovuto fare prima di andare a scuola ma, dovendo andare fuori Cefalù, questo mi risultava impossibile.
Ho deciso quindi, allenandomi a Termini, di entrare in una squadra locale, la “Triathlon Club - Trabia”.
Nel triathlon sono arrivato ad entrare nel giro della Nazionale, dove ho vinto due titoli tre anni fa, però mi manca sempre l’allenamento perché non ci arrivo a farne due in un giorno andando la mattina a scuola e dovendo, il pomeriggio, fare due ore di corsa e due di nuoto. Inoltre, dovendo andare a Termini, mi mangio tutto il pomeriggio, specialmente d’inverno quando le giornate sono più corte. Poi bisogna pure studiare”.
Cosimo Rinaudo “perché chi è un vero campione lo è nello sport e a scuola”
Conoscendoti - gli chiedo - a quali mète senti di potere ambire?:
“arrivare alle Olimpiadi; partecipare solo mi basterebbe”!
Cosimo dice di Nicola Di Fatta (26 anni):
“Quest’anno è andato a disputare il mondiale del triathlon a Budapest. Due anni fa ha conquistato il tolo italiano in G. Group, 12º nei campionati del mondo di Triathlon olimpico (1.500 m. di nuoto, 40 km. di bici 10 km. di corsa)”
Intorno a questi due, ce ne sono diversi altri, una decina - più amatoriali -, che invece si limitano a partecipare saltuariamente a qualche gara ma che si allenano solamente in mare (andare a Villabate, Bagheria o Termini, purtroppo significa perdere mezza giornata).
Marco dice che molti suoi coetanei si avvicinerebbe alle discipline legate al nuoto se a Cefalù ci fosse una piscina. Molti - anche adulti - si avvicinerebbero infatti non solo per ragioni sportive, o di piacere, ma anche per riabilitazione, che non è un aspetto secondario della pratica del nuoto in piscina (fratture, scoliosi, lordosi, cifosi, eccetera); ottimo anche per i bambini diversamente abili perché nel nuoto trovano qualcosa che negli altri sport non trovano. La piscina è ottima anche per terapie psicologiche e, per le gestanti, per prepararsi al parto.
Cosimo Rinaudo, nel passato, è stato vicecampione regionale nei 400 stile, 2° nei senior-game (che sono le Olimpiadi dei master),1° nella gara internazionale per gli over 40, 2° nei 100 stile libero e primo nei 100.
Ha poi un titolo italiano nei 25 km, è stato convocato per il periplo della Sicilia-nuoto, assieme ad altri sei nuotatori, nel 2002 (si tratta di 1000 km in 10 giorni con sette nuotatori).
Anche lui si è trovato nelle stesse difficoltà.
Ricorda, con nostalgia e un pò di amarezza, quando - diversi anni fa -, durante le gare di fondo: “l’allenatore della nazionale italiana mi ha fatto i complimenti dicendomi che se avessi avuto 15 anni in meno sarei entrato in Nazionale”; e aggiunge: “Io non ho avuto la possibilità di una piscina coperta quindi ho fatto poco - perché, nuotando in mare, non si potevano affrontare certe gare - e l’ho fatto da grande; ma vorrei che almeno i miei nipoti - se ne avessero le qualità - avessero la possibilità di allenarsi in una piscina coperta nella loro città, a Cefalù.
“Cefalù perde campioni perché Marco, ad esempio, si è dovuto tesserare al il Club-Trabia, dove c’è la piscina in cui si allena ma anche la possibilità di fare squadra con degli altri ragazzi.
Se ci fosse la piscina a Cefalù si costituirebbe facilmente un bel gruppo, come ai tempi del Calura-Sport, dove c’era addirittura una piscina riscaldata all’aperto. I costi però erano alti - per via della dispersione del calore - ma anche perchè, essendoci poche utenze, data la mentalità per cui stando all’aperto si pensava ci si potesse procurare un malanno (ma così non è perché i bambini, che lo frequentavano, avevano invece dimenticato cosa fosse un raffreddore, in quanto il corpo in quel modo si immunizzava), i costi risultarono eccessivi. Per cui quella bella realtà di sano sport, felicemente partecipato da molti giovani (nessuno fumava, nessuno beveva), si è dovuta chiudere attorno al 2002.
Per diversi anni siamo stati la 4° squadra in Italia, nonostante spesso - per le condizioni metereologiche avverse - si perdesse nella continuità dell’allenamento.
Conquistammo tuttavia 28 titoli italiani “singoli” nelle varie distanze - dai cinque ai 25 km. - a mare. Ci eravamo infatti specializzati, necessariamente, nel nuoto “in acque libere” perché avevamo col mare più dimestichezza dei famosi “pesciolini d’acqua dolce”. Questi sono coloro che si allenano soltanto in piscina perchè hanno paura del mare; anche se sono forti nuotatori, non sanno come affrontare le correnti del mare.
Non vi è però conflitto tra piscina (acqua dolce) e il mare perché nell’acqua salata si acquista in resistenza - e anche qualche strategia (si sfrutta, ad esempio, la scia che non esiste in piscina) - però è in piscina che si cura soprattutto la velocità.
In tutti gli sport ci sono dei tempi; quando arrivano bisogna “appendere le scarpe al chiodo”! Nel nuoto questo tempo arriva a 25 anni, dopo si è in fase di discesa; qualcuno arriva ai 30, nel Fondo, dove la velocità è meno richiesta rispetto alla resistenza.
Quindi il tempo è breve, e se non diamo la possibilità a questi ragazzi di poter esprimere le loro capacità in questo breve tempo - che va dai sei anni in poi - avremo perso molto in termini di prestigio (come Città) ma soprattutto di salute e di esempi di vita per i giovani cefaludesi.
Nel nuoto è possibile socializzare come per gli altri sport ma in più ci si può maggiormente misurare con se stessi perchè non c’è la possibilità di dire: quello mi ha tirato o quell’altro mi ha fatto lo sgambetto.
In piscina si possono insegnare diversi stili che in mare non sono praticabili.
Con una piscina, fatta bene, si possono ridurre molto i costi di gestione; inoltre vi si riverserebbero quelli dell’Ospedale, i ragazzi di Cefalù e dei paesi limitrofi (i cefaludesi che vanno a Termini, a Trabia, e a Palermo sono circa 200 e molti per motivi di salute). Ci si potrebbe accontentare di una da 25 m.”
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L'OCCASIONE PER RICORDARLI
La traversata che, grazie all'impegno organizzativo di Andrea Messina, di Cosimo Rinaudo e del "Nuoto Kepha", sarebbe, anche, una buona occasione per ricordare "GLI EROI DEL MARE" che, nel mare di Cefalù, hanno perso la loro vita per salvarla ad altri.
Sin dalla traversata del prossimo anno, nel corso della manifestazione,
se ne dovrebbero ricordare i nomi.
Due nomi sono noti a tutti.
La Città di Cefalù,infatti,
li ha ricordati con l'intitolazione di due piazze.
il DOTT. FRANCO BELLIPANNI
ed il SIG. GIOVANNI PORTERA
Ma dei nomi di altri Eroi si è, certamente, persa la memoria.
La traversata sarebbe L'OCCASIONE PER RICORDARLI.
Attraverso questo blog si potrebbe completare l'elenco.
Caro Saro.....
come abbiamo avuto già modo di commentare la gara e l'impegno profuso dai fratelli Rinaudo, vorrei ricordare oltre quelli che hanno con grande generosità perso la vita per salvarne altre, coloro che con altrettanto generosità hanno rischiato la propria per quella degli altri. Vorrei partire dal "capostipite dei bagnini Cefaludesi "o Lido" Don Peppino Amato il nipote "Giammarino Brocato" ...altri al momento non ne ricordo i cognomi. Coloro che pur non essendo "bagnini" non hanno mai esitato con mare molto grosso, Maestrale con onde che "fraiavano a sicca" rischiare la vita uno fra tutti Giovanni Pappa "u fignu di Pasquale" il più generoso di tutti, poi Ninni Runfola,fra quelli non della mia età Nino Giardina, Fifi Piricuddu (Liberto), i "Calli Calli" ed altri che non ricordo. Le donne dei pescatori che salvarono davanti al molo di Cefalù, delle ragazze in gita che avventurosamente salirono su una barca condotta da persona affetta da menomazioni......bisognerebbe parlare con i vecchi pescatori: Brocato, Miceli, Maniscalco ed altri per ricostruire quella che fu non solo la marineria di Cefalù ma il vissuto di quella gente di mare che non si tira mai indietro pur di salvare una vita. Il Canale di Sicilia ne è una dimostrazione
DON PEPPINO E GIAMMARINO
Don Peppino D'Amato, papà dell'indimenticato Nicola, ed il nipote Giammarino Brocato furono, almeno per quelli della mia età, i primi bagnini del LIDO CIMINO (oggi Poseidon) che, per circa mezzo secolo, dagli anni cinquanta sin quasi alla fine degli anni novanta, è stato l'unico STABILIMENTO BALNEARE DEL LUNGOMARE DI CEFALU'.
Di Giammarino ho un ricordo che non riesco a cancellare dalla memoria.
I calci nel sedere che mi diede all'età di 10-11 anni, sulla battigia allungata dalle onde, non appena ebbi ad uscire dall'acqua in una mattinata di maestrale.
La vergogna per quei calci non mi fece andare al lido per alcuni giorni.
DON PEPPINO E GIAMMARINO possono essere annoverati tra gli "eroi del mare".
Giovanni Papa, Ninni Runfola, Elio Nigrelli,Pino Perito e i bagnini della COOPERATIVA NETTUNO potrebbero, ancora, dirci dei loro salvataggi.
Di Fifi Piricuddu e di Don Nino Giardina non ho il ricordo di salvataggi.
Di entrambi ricordo le " 'NFALANGATE CA TAVULA " con le quali, nelle giornate di maestrale, presa l'onda prima "CA SPACCASSI", anche a 40-60 metri dalla riva,
riuscivano ad "AMMURRARE" sulla sabbia.
D'accordissimo
estenderei il ringraziamento (senza citare i nomi ovviamente) a tutti coloro che anche in maniera poco visibile fanno qualcosa per la difesa della vita "in mare" e "del mare"!