Teatro "Cicero" - Concerto di fine anno: Intervento economico - delibera G.M. n° 239 del 23.12.’09

ritratto di Pino Lo Presti

Versione stampabile

... ma anche altro.

La Delibera di Giunta (frontespizio)

La Proposta di Delibera, pag. 1

La Proposta di Delibera, pag. 2

La Proposta di Delibera, pag. 3

Il Preventivo di spesa

Il Parere, negativo, del Ragioniere Capo del Comune

Cosa dice la legge: (D.L. 267/2000, T.U. ord. Enti Locali, art.191 comma 5)

“Agli Enti locali che presentino, nell’ultimo rendiconto deliberato, disavanzo di amministrazione ovvero indichino debiti fuori bilancio per i quali non sono stati validamente adottati i provvedimenti di cui all’art. 193, è fatto divieto di assumere impegni e pagare spese per servizi non espressamente previsti per legge. Sono fatte salve le spese da sostenere a fronte di impegni già assunti nei precedenti esercizi”.
L’applicazione di questo comma era, peraltro, oggetto del deliberato consiliare del 29.11.2009.

(Le controdeduzioni della Amministrazione ve le riserviamo alla fine)

La domanda è: si poteva fare una Inaugurazione diversa, e quale?

Cefalù ha molto dal suo profondo da dire, non più o solo sul piano del mormorìo, ma - è sempre più impellente - su un piano più istituzionale, Cefalù cioè ha proprio bisogno di Istituzioni più vicine alla (che ascoltino la) sua più profonda voce. Ma, perchè sia possibile ciò, occorre prima che Cefalù sia aiutata a prendere coscienza di sè, e quindi ad esprimersi; solo da una crescita “culturale” può derivarne una classe dirigente che sia poi espressione della parte vera e più “alta” della gente; oggi non lo è!

Il Teatro è Principe fra le Arti, non solo perchè tutte le contiene, ma soprattutto perchè “mette in scena” - cioè, “dà accadimento” al -, la Vita: tridimensionalmente, dinamicamente, etc... Il “supporto” dell’azione teatrale, non è la tela, il marmo, etc... ma è la Vita stessa; per fare teatro occorre un luogo e una persona, viva!

In una Città, il Teatro, quello per antonomasia, è il luogo in cui l’anima della città si rappresenta nel rapporto tra la "Gente" e il "Potere", anche attraverso l’Uomo-tipo colto nei suoi conflitti tra l’inconscio ed il conscio, sentimento e ragione.

A seconda dei cicli storici, il Teatro di un luogo può propendere, al “popolare” o all’ “aristocratico”; ... il nostro Teatro - quello “Cicero”, intendo - nasce come “aristocratico”: è un dato di fatto, di partenza!

Ancor oggi, da allora - tranne qualche personaggio “unico”, come E. Pirajno, poco ha fatto il “Potere” per far crescere, alla dignità di cittadini consapevoli e attivi, i cefaludesi. Dalla Biblioteca, ai luoghi di socializzazione attiva e laboratoriale: nulla è stato fatto. Per di più si è preso a pretesto proprio la povertà associativa e culturale della città per recedere da una lotta - che non era persa in partenza - per l’acquisizione della Caserma Botta che, nel sogno di qualcuno, avrebbe potuto essere una sorta di Fabbrica di socialità e cultura, mediante - anche urbanisticamente - tra la “parte” nuova, il futuro, e la “Parte” vecchia, il passato, di Cefalù.
Intorno, non macchine parcheggiate, ma un parco a verde, delimitato, ad est, dalle mure megalitiche finalmente riportate alla loro opportuna evidenza. Tutto questo era legittimo in un paese che voleva fare del turismo-culturale - quindi di “qualità” non solo economica - un futuro in cui proiettarsi con la dignità e l’orgoglio del proprio passato?
Di un passato poi che avrebbe dovuto essere proprio il “miele” per quei visitatori!?

Eppure perdura, sui nostri Amministratori, la forza di seduzione dei Poteri esterni-superiori-forti, sì che di tutto si fanno interpreti tranne che della necessità di corrispondere il dovuto ascolto ai livelli “inferiori”, al bisogno di avere voce ed espressione del "Genius" locale!
Le nostre attuali associazioni vivono come sette che si riuniscono, di tanto in tanto, in catacombe - dall’affitto sempre troppo alto -, quasi mai incontrandosi tra loro, spesso sfruttate come tappa buchi, ciascuna, o quasi, con un qualche “Protettore” (magari alla Provincia) che "almeno" gli fa avere “qualche cosa”!

Era il Teatro “Cicero” proprio il luogo in cui si sarebbero potute riversare tutte le aspirazioni di riscatto dell’anima cefaludese? No, certamente; un progetto concreto di riutilizzo dei beni comunali (all’interno di un progetto complessivo sul fenomeno, specie nel suo aspetto giovanile) come investimento nel processo socio-culturale della città, certamente Sì, sarebbe stato un bel modo di inaugurare il Teatro.

“Inaugurare” un processo può non coincidere con l’ “Inaugurare” un “luogo”! Come nel nostro caso, in cui si è inaugurato un “Teatro” senza che si sia inaugurato un corrispondente processo di “consapevole espressione” nella città, intesa come “Gente”. Che “Teatro” sarà dunque, questo?
Quello del Potere!
Al quale, qua e là, certamente verrà partecipato occasionalmente l’accesso a qualche associazione indigena, più blasonata e protetta.
E tutto questo si chiamerà “Cultura”, “eccellenza” che richiamerà “turismo di eccellenza”; ne godranno gli alberghi a cinque stelle della spesa pubblica sulla cultura, e i gangli decisionali degli apparati burocratici regionali e provinciali; ai cittadini fuori, per strada, sotto i capricci del tempo, qualche traballante maxischermo, dove accadono cose che non parlano di loro: ma loro chi?

La delibera n°239 può essere strumento di vaticinio a chi voglia guardare.

Ci chiediamo se, invitando magari una parte, dell’Orchestra Sinfonica Siciliana, si poteva risparmiare alla voce “Viaggi” ed “Alloggio”; ci chiediamo cosa - considerato che l’Ente Organizzatore - è stato il Mandralisca - corrisponda alla voce “Agenzia pubblicitaria”, se il “Programma di sala” (distinta dalla voce “Materiale tipografico”) invece di costare 4 euro circa a posto a sedere, poteva costarne 1; ci chiediamo perchè una ditta locale - sicuramente con un livello professionale e tecnologico adeguato - non sia stata chiamata a realizzare quanto, con una spesa superiore di circa 400 euro, ha invece realizzato una ditta venuta da fuori, in maniera perlomeno improvvisata (la ditta è venuta nella stessa mattinata), la voce “Schermo” (comprensiva di riprese, audio e luci extra, interni al teatro).
Un lavoro del genere avrebbe richiesto due/tre giorni di prove per provvedere alle necessità televise di luci, a quelle di un impianto audio con fili non così manifestamente volanti (e che si è guastato a metà della serata), a quelle di una sistema Wi.Fi non così “sfrangiato” (non continuo nella trasmissione delle immagini), infine a quelle delle leggi statiche dello stesso schermo, in presenza di qualche folata di vento!
Ma, già: “ l’Eccellenza”, qui si coniuga con il "fuori"!

Le “controdeduzioni” della Amministrazione

Da queste, ci piace estrapolare quella che fa valere la superiore rilevanza costituzionale (anche per una amministrazione locale) di compiti quali: l’incremento della cultura nonchè la conservazione del patrimonio storico ed artistico.
Ma anche quell’altra: che il governo locale, coinvolgendo associazioni ed istituzioni culturali, deve mettere in campo un piano di azione per soddisfare i bisogni culturali della popolazione amministrata!

L’aver dimenticato di invitare anche solo le associazioni musicali e teatrali, assieme a tutto il resto ... a me, denuncia che è alla Demagogia, piuttosto, che è stato intitolato quel Teatro!
Del nome del Maestro Cicero si è usato come un atto-recitativo obbligatorio di contorno. Nulla del suo amore per questa città, in suo onore, è stato realizzato.

La sua famiglia, contattata per telefono, solo qualche giorno prima, è stata informata che poteva andare a ritirare l'invito presso un bar di piazza Duomo!
Nessuno ha pensato di invitarla sul palco o di consegnarle, la sera della "inaugurazione", una pergamena, un mazzo di fiori, una "medaglietta", un "ricordino", un gesto di affetto e gratitudine della Città!

ritratto di Giovanni Biondo

Inaugurazione Teatro

Caro Pino, purtroppo mi rendo conto che tutte le nostre preoccupazioni erano fondate. Ricordo a me stesso che durante le animate riunioni , in quello che è stato l'ennesimo tentativo di confronto tra le Associazioni, su invito di Musica Per l'Uomo, la nostra posizione differiva proprio da quella della Associazione promotrice perchè si voleva andare oltre la rivendicazione di base.
Apertura sì, ma come? E perchè? E soprattutto, apertura di che cosa? Di un monumento o di una officina, di una bomboniera o di un laboratorio?
A queste domande nessuno ha dato ancora risposta.
E peggio, noi Associazioni, grazie anche alle rigide e castranti posizioni assunte dagli organizzatori, quelle domande non siamo neppure riuscite ufficialmente a porle.
Certo che se il buon giorno si vede dal mattino, c'è da correre a prendere l'ombrello!
L' inaugurazione ha finito involontariamente per mortificare doppiamente la Città, prima perchè è rimasta fuori dal portone la musica del Maestro Salvuccio Cicero: il programma non ha saputo coinvolgere i Maestri colleghi di Cicero, ne i suoi allievi, ne le istituzioni a cui apparteneva. E inoltre, è rimasta fuori la Sua Cefalù. Sono state invitate le autorità e alcuni nuclei familiari presenti al completo a discapito di una possibile democratica rappresentanza di cittadini. Si sarebbero potute aprire le porte ai giovani, magari durante le prove, oltre ovviamente, scegliere un programma "più siciliano" che avrebbe potuto garantire repliche per tutta la settimana. E infine, perchè no,invece di fare buffet, forse sarebbe stato più opportuno far pagare un consistente biglietto ai privilegiati che hanno avuto l'onore dell'invito, e la somma raccolta o avrebbe coperto le spese o si sarebbe potuta accantonare, significativamente, per attività future.

ritratto di Giuseppe Aquia

gentilissimo giovanni biondo

gentilissimo giovanni biondo mi ricordo che tu negli anni anche come direttore artistico in questo paese hai dimostrato tanto,creando delle bellissime manifestazioni,la sera di questa vergogna che si è consumata il 28/12 tu eri tra di noi poveri plebei a cercare di ascoltare la musica da uno schermo assolutamente non idoneo, e nemmeno il suono si sentiva bene,bene questo mi è bastato per capire che questi signori che ritengono di governare questo paese non hanno rispetto per cefalù ed i cefaludesi.infatti gli inviti erano fatti ad hoc per centa gente che pensa di essere l'elitè di questo paese.tranne qualche persona che ha avuto l'invito per meriti,ma erano pochissimi poi per il resto la passerella dei v.i.p.very important persone.

ritratto di Salvatore Solaro

Complimenti, le tue parole

Complimenti, le tue parole sono l'esatta radiografia in cui versa la cultura a Cefalù.
Il governo locale, cosi come quello provinciale, regionale e nazionale tengono il settore della cultura, nel senso più ampio del suo significato, un palmo sotto la cintura dei pantaloni. Ogni tanto ci mettono mano.
E' necessario, per la loro sopravvivenza, svuotare i cervelli e riempire le pance. Deve quindi imperare la "cultura delle Sagre", di ogni tipo e di ogni genere; l'importante che "se magna". C'è quella del carciofo, del pesce azzurro importato dal sud america e spacciato per locale, delle nocciole, del caciocavallo, della ricotta fresca, della pagnotta e del pisello fritto. Questo é quello che conta e che porta voti. Il Teatro Cicero, invece, potrebbe aggregare la gente, essere luogo di incontro e di consapevolezza critica. Un bel guaio per loro. Sarà meglio allora che "la medicina teatro" sia prescritta a piccole dosi soltanto a pochi eletti, in grado di sopportarne gli effetti collaterali. La plebe, questa rara e preziosa medicina, la potrà assumere, attraverso un maxi schermo, debitamente distante dai luoghi deputati ai VIP: Very Important Person.

ritratto di Mauro Caliò

Non vi preoccupate

leggendo sul dizionario, per inaugurazione si intende una cerimonia con cui si festeggia l'inizio di un'attività o l'entrata in funzione di qualcosa.
Considerato che non è stata data notizia di programmi delle prossime attività del teatro, si deduce che lo stesso non è entrato in funzione.
Sembra quindi essersi trattato di una festa privata, o poco più, con inviti suddivisi proporzionalmente agli sponsor, e qualche posto per i "padroni di casa"... no, che avete capito.... non sono i cittadini i padroni di casa ... quelli sono stati simbolicamente rappresentati, pare, da una coppia estratta dall'ufficio anagrafe.
Tranquilli quindi... il sipario probabilmente è già calato.
Speriamo tocchi a noi organizzare la prossima inaugurazione.
Mauro Caliò