Sulla Rocca

ritratto di Salvatore Culotta

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Non so se tra i cantieri che dovrebbero aprire a breve ce ne sia uno per lavori di manutenzione sulla Rocca. Spero di si ma temo di no.
In ogni caso confidando nell’attenzione, altre volte dimostrata, dell’Amministrazione per ciò che viene evidenziato su queste pagine, vorrei per l’appunto che si potesse far qualcosa per iniziare dei lavori di manutenzione che diventano sempre più urgenti.
Non starò a fare la cronistoria di tutti gli interventi di consolidamento e restauro, cui peraltro ho partecipato, né il conto dei milioni spesi, né il ricordo dell’impegno di quanti, professionisti e operai, hanno lavorato per evitare la rovina definitiva dei manufatti presenti sulla Rocca. L’argomento della gestione della Rocca è importante e sarebbe necessario portarlo avanti con serietà e senza improvvisazioni o idee più o meno geniali, spesso improntate alla sola possibilità di guadagno e di commercializzazione di quello che è un bene comune.
Quello che vorrei qui chiedere, e mi auguro che una risposta venga, è soltanto una sollecita opera di manutenzione, senza grandi impegni di spesa ma con molta attenzione e, per alcune cose, delicatezza e professionalità.
In una breve panoramica vorrei di seguito sottolineare alcuni punti ( le immagini sono di oggi sabato 16 Aprile):


il muro di fianco al cancello d’ingresso

la cisterna grande che dovrebbe essere ripulita dall’erba e forse da eventuali rifiuti o pietre gettate sul fondo

alcuni tratti della rampa




nella zona dei magazzini e dei forni gli scavi archeologici sono stati coperti dalla vegetazione e, data la loro natura, è ovvio che vanno ripuliti con molta attenzione e, se possibile, sotto la guida di personale competente

ingresso laterale della chiesa di S. Anna, il cui cancello è da ricollocare


il tempio di Diana e la cisterna antistante


alcuni alberi caduti anche di traverso lungo il sentiero, ma per tutti quelli ugualmente a terra si dovrebbe trovare il modo o di utilizzarli o scenderli (forse qualcuno potrebbe eseguire questo lavoro contentandosi appunto della legna?)



quasi ovunque, lungo le mura e i camminamenti la vegetazione cresciuta in questi anni mette in pericolo la muratura per cui andrebbe estirpata con la massima cautela.
Ho lasciato per ultime queste altre due immagini che non voglio commentare
ma che mi spingono a consigliare alla Carla in questione di lasciar perdere l’ignorante cui purtroppo hanno insegnato a scrivere ma non a pensare, chiaramente un collega di quello che è passato al Bastione.


Naturalmente queste poche immagini danno solo un’idea dei tipi di lavoro che andrebbero fatti, e ad essi ci sono da aggiungere la pulizia dei sentieri e la loro sistemazione in alcuni punti, una sintetica segnaletica e altri accorgimenti utili alla agevole fruizione. Credo che quanto esposto sia fattibile con un minimo di sforzo, e non nascondo l’idea che forse con una opportuna organizzazione e coordinamento da parte dell’Amministrazione molte delle associazioni presenti a Cefalù potrebbero rendersi utili per delle prestazioni anche occasionali.
In ultimo, proprio per cercare di non dimenticare niente, approfitto dell’occasione per ringraziare Giuseppe Calabrò che, non so se pagato o meno, ogni giorno offre quel minimo di servizio che può.
E infine ma proprio in ultimo in ultimo (anche se leggermente fuori tema) ricordo adesso che tempo fa ho avuto modo di leggere la tesi di Laurea di Rosaria Culotta che trattava, in modo esauriente, proprio della Rocca. Questa tesi, a parer mio, meriterebbe d’essere pubblicata, mancando, se non sbaglio, un libro che tratti della Rocca in maniera direi scientifica. Ma questo delle tesi e dei libri inediti che l’Amministrazione Comunale dovrebbe essere fiera di pubblicare è un altro discorso.



ritratto di Gianfranco D Anna

A proposito di pubblicazioni sulla Rocca di Cefalù

Dovrebbe uscire ormai a breve la pubblicazione del Dott. Rosario Ilardo dedicata alla Rocca di Cefalù.
Un'opera in due volume che analizza in modo completo e dettagliato questo nostro "Monumento" in tutti i suoi aspetti.

ritratto di Gianfranco D Anna

Che dire ancora sulla Rocca di Cefalù!!!!

In questi anni si è già detto e scritto tanto sulla Rocca di Cefalù ma, sono certo, ancora tanto si dirà e scriverà...

Le associazioni hanno fatto tanto con giornate di pulizia, visite guidate, campi di volontariato, etc.; le associazioni hanno presentato progetti; le associazioni hanno sperimentato gestioni.

L’amministrazione, dal canto suo, invece, ha fatto poco e quello che queste ultime foto ci mostrano ne è la prova evidente.

L’approvazione del “Regolamento per la gestione, l’utilizzazione e la concessione in uso dei Beni demaniali e patrimoniali del Comune di Cefalù” (http://www.laltracefalu.it/node/3526), in cui al Capo IV – “Beni culturali e paesaggistici”, si parla proprio del Parco della Rocca di Cefalù, avrebbe dovuto dare nuovo impulso alla risoluzione di questo problema ed invece tutto tace.

ritratto di Pino Lo Presti

Per quanto riguarda

la “attivazione” del Regolamento citato da Gianfranco, pare che le esitazioni della Amministrazione siano riguardo al fatto che una volta emesso il Bando di affido dei vari servizi ( - per la sua cura e per i visitatori - che dovrebbero essere previsti da un “progetto” che nessuno al Comune si sogna di pensare) si possano presentare associazioni anche non cefaludesi, persino da Milano (non c’è modo secondo la legislazione vigente europea di “privilegiare” realtà locali).
Ma il problema non è solo questo, perchè anche quando il Comune li potesse “appaltare” direttamente, senza bando di gara (come talvolta si fa per lavori al di sotto di una certa cifra) li dovrebbe pagare!
La cosa si potrebbe rendere possibile - date le attuali situazioni economiche - facendo pagare un biglietto di ingresso ma questo non si può far pagare se il “Parco” non è stato prima “messo in sicurezza”; per la qual cosa pure ci vogliono soldi.
Mentre un servizio di guide (storiche naturalistiche, speleologiche), una associazione se lo potrebbe fare pagare direttamente dal cliente, quello di pulizia, manutenzione etc... lo si potrebbe recuperare solo con un biglietto di ingresso.

Dunque se non c’è la possibilità di un investimento iniziale per la messa in sicurezza che permetterebbe il biglietto di ingesso - a parte il servizio guide - tutto il resto resta nel limbo.
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Detto questo, resta doveroso da parte del Comune il servizio “vegetazione”. Non si comprende perchè non si sia proceduto ancora ad un affidamento alla Forestale (senza oneri per il Comune).
Come resta lo stesso doveroso per il Comune fare quei lavori di manutenzione minimi per rendere praticabili camminamenti e sentieri.

Aggiungo alle foto di salvatore, queste altre del 30 settembre 2009

Questi, nonostante le diverse sollecite e disinteressate, “prese in carico” della Rocca sono rimasti sempre lì dai tempi del restauro delle mura.

Il problema di togliere le erbacce da sotto questa mostruosa e inamovibile copertura è di difficile soluzione chiunque abbia in cura il servizio “vegetale”

Il camminamento lo si dovrebbe in gran parte rifare, specie dalla Porta di ingresso alla Torre di guardia, perchè è stato fatto “con i piedi” ma non “per i piedi” (scivolosità, inclinazione eccessiva delle pedate, nonchè pietre “posate con la sputazza”).

Certo bisognerebbe evitare di usare sistemi cementizi così radicali!

ritratto di Alexandre Morello

Questa è una cosa che non

Questa è una cosa che non ho mai capito, come può fare il Comune di Cefalù, per un bene visitato da centinaia di turisti al giorno per tutta la stagione, a non mandare due operai all'anno, per una settimana, a ripulire i sentieri ed i reperti archeologici più importanti???

ritratto di Salvatore Culotta

Senza bisogno di invocare

Senza bisogno di invocare leggi e regolamenti, senza il masochistico piacere di elevare proteste,senza alcun tipo di presunzzione,senza almanaccare su quello che si sarebbe dovuto o si dovrebbe fare,avevo soltanto chiesto interventi minimi ( ma ben fatti) per non far aggravare le varie situazioni nell'attesa di una soluzione definitiva.

ritratto di Vincenzo Gerone

L'apostolo custode

Ma visto che, oramai, è stato istituito un ticket d'ingresso a pagamento non si potrebbero assoldare con il ricavato due giovanotti disoccupati da affiancare all'apostolo custode?
Non possiamo far dipendere l'apertura/chiusura di un tale monumento dalle decisioni o dallo stato di salute di un singolo apostolo custode!
Ma gli amministratori non sono pagati anche per pensare?Forse no..

ritratto di Salvatore Culotta

non mi risulta che si paghi

non mi risulta che si paghi un biglietto d'ingresso e,chiedo scusa per questo appunto,forse bisognava dire "angelo" e non "apostolo"

ritratto di Giuseppe Fajlla

sulla rocca

L'affidamento alla forestale: Ho capito adesso qualcosa in più sulle difficoltà dell'affidamento ad una associazione cittadina ma se questa si facesse carico della messa in sicurezza? Certo rimane il rammarico di quando la rocca era affidata alla forestale e tutti i sentieri erano puliti,i muretti e i gradini ripristinati,il sottobosco tagliato e il declivio del faro sino all'entrata della giudecca ben rasato,così come il boschetto dietro il cimitero... faccio l'elenco solo per dire quanti erano i benefici. Poi in tempi di vacche grasse una certa amministrazione pensava di poter fare mirabolanti speculazioni.Il risultato è quello che vediamo nelle foto:persino un albero caduto giace da anni sul sentiero principale senza che nessuno se ne preoccupi.

ritratto di Gianfranco D Anna

Regolamento sulla gestione della Rocca

In merito alla questione della gestione dei diversi servizi sulla Rocca di Cefalù è importante ricordare quanto previsto nel “Regolamento per la gestione, l’utilizzazione e la concessione in uso dei beni demaniali e patrimoniali del Comune di Cefalù” approvato con Deliberazione di Consiglio Comunale n° 112 del 07.09.2010

Capo IV - Beni culturali e paesaggistici

Art. 18 Affidamento in gestione dei beni culturali

[...]

18.5 In attuazione dell’art. 2 comma 1 lett. m dello Statuto Comunale, la Rocca di Cefalù con il suo patrimonio naturalistico, storico-culturale e archeologico, riconosciuto dall’U. E. attraverso l’inserimento fra i siti di Interesse Comunitario, è gestita direttamente dal Comune di Cefalù ai sensi dell’art. 115 comma 2 del D.Lgs. n. 42/04 e succ. modifiche ed integrazioni

18.6 Nell’area del Parco Archeologico i servizi per il pubblico e quelli diretti alla vigilanza, alla pulizia, all’allocazione e gestione dei servizi igienici per i visitatori ed alle attività a garanzia della pubblica fruizione, nonché le attività di guida ed assistenza didattica, nel caso in cui si tratti di attività lucrative, potranno essere affidati a privati, mediante procedure di evidenza pubblica ed a titolo oneroso, sulla base della valutazione comparativa di specifici progetti. I progetti presentati non potranno prevedere una durata superiore ad anni sei. Nell’ambito delle procedure di evidenza pubblica si dovrà tener conto della specifica idoneità e qualificazione tecnico-organizzativa dei privati partecipanti, con particolare riferimento alla conoscenza delle tradizioni legate all’ambiente ed al territorio.

18.7 La gestione di punti vendita di souvenir e materiale editoriale e di un servizio bar potrà essere affidata a privati secondo quanto previsto dal comma 6, purché tali attività siano allocate al di fuori del cancello di ingresso dell’area archeologica e che le aree destinate a tali attività siano attrezzate in maniera rispettosa del contesto e in conformità con i vincoli archeologici e paesaggistici.

Art. 19 Requisiti soggettivi per l’affidamento dei servizi

19.1Sono ammessi a partecipare per l’affidamento della gestione dei servizi di cui all’art. 18 le aziende che risultino iscritte alla C.C.I.A.A. per lo svolgimento di attività analoghe a quelle oggetto della concessione.

19.2 Le Fondazioni, gli Enti e le Associazioni dovranno prevedere tra gli scopi statutari lo svolgimento e la promozione di attività nel settore relativo all’oggetto della concessione.

19.3 Le cooperative o i consorzi di cooperative dovranno essere iscritti, oltre che alla CC.I.AA. per lo svolgimento di attività analoghe a quelle oggetto della concessione, anche all’albo delle società cooperative.

19.4 I partecipanti alle procedure per l’affidamento e la gestione dei servizi di cui all’art. 18 del presente regolamento dovranno possedere una specifica idoneità e qualificazione tecnico-organizzativa con particolare riferimento alla conoscenza delle tradizioni legate all’ambiente ed al territorio cefaludese.

Per consultare il Regolamento completo: http://www.laltracefalu.it/node/3526

ritratto di Giovanni Marino

Conifere e acacie...e pecore

La disgraziata piantumazione delle acacie e dei pini sulla rocca ha provocato moltissimi danni.
Le radici di queste piante, insinuandosi nelle roccia, concorrono al lento degrado della struttura calcarea provocando frane e accentuando la pericolosità dei massi cadenti.
Occorrerebbe quindi, eliminarle tagliando tutte queste essenze non autoctone anche perchè, a lungo andare, contribuiscono alla definitiva scomparsa dell'ogliastro, delle eufurbie cespugliose, del lentisco...e di tante altre.
Inoltre dal Tempio di Diana è preclusa la vista dell'Ovest e del mare, verso cui è rivolto l'ingresso, a causa delle piante e la sensazione di magico che emanava non viene più percepita in maniera piena.
Per concludere..tempo fa ho visto delle pecore e/o capre sulla Rocca.....ma lì il pascolo non è proibito??? Troveremo sulla Rocca una "mannara" (ovile) abisuva ???
Giovanni Marino

ritratto di Giuseppe Fajlla

Mmah! signor Marino, da

Mmah! signor Marino, da tempo sento dire questa ipotesi sulla pericolosità dei pini sulla Rocca,e della opportunità di tagliarli. Personalmente mi dispiacerebbe, ero bambino quando li hanno piantati ed ora, finalmente cresciuti, che danno il loro apporto di frescura e ossigeno e quel verde che riposa l'occhio di chi guarda, li dovremmo estirpare? D'altra parte quei luoghi anticamente saranno stati alberati, prima che gli usi umani li desolassero. Comunque siccome mi interesserebbe davvero l'impatto di quel tipo di verde,delle radici, se si infiltrano e quanto o piuttosto se trattengono il terreno(il saperlo penso sia importante per Cefalù), occorerebbe uno studio serio sul problema e magari allontanare lo spazio tra il bordo e gli alberi o altra scelta da estrema ratio.Però che peccato sarebbe non avere più l'ombra ristorante dopo quella salita! o gli scorci lirici anche da Grecia antica o sempre mediterranei, delle pietre,del verde e del mare!

ritratto di Saro Di Paola

UNA LETTURA PER PEPPE FAILLA

Caro Giuseppe,
relativamente alla piantumazione degli alberi sulla Rocca ed allo "STUDIO SERIO SUL PROBLEMA" a te che, rispetto a me, sei meno avanti negli anni, mi permetto di suggerire una lettura :
http://www.laltracefalu.it/node/2987.

Se ti dovesse sembrare lunga potresti limitarla all'ultima parte quella che racconta UNA PAGINA INEDITA DELLA STORIA DI CEFALU' che risale al 1964.

ritratto di Gianfranco D Anna

“Anche un albero può alterare, ...questo paesaggio"

“Anche un albero può alterare, ed altererà, se lo pianterete, questo paesaggio”
Sono state queste le parole pronunziate dall’Arch. Porcinai nel 1964 in riferimento alla Rocca....

Immagini tratte da “La Rocca di Cefalù – Recupero architettonico ed indagini archeologiche (Atti dell’Incontro di Studio, Cefalù 15.5.1993)” a cura di Amedeo Tullio, Cefalù, 1995.

ma che, purtroppo, sono rimaste inascoltate.

ritratto di Saro Di Paola

QUALE CEFALU' NEL 2050 ?

Caro Gianfranco,
le foto che tu hai riproposto fanno cogliere
CON ESTREMA CRUDEZZA
quella che è stata LA PIU' GRANDE MUTAZIONE PAESAGGISTICA che,
per mano dell'uomo, HA STRAVOLTO ED OFFESO LA ROCCA e con essa
LA LUMACA CON LE ANTENNE NELLE TORRI DELLA CATTEDRALE.

Sono foto che, insieme a quanto l'architetto PORCINAI, chiamato a Cefalù da PASQUALE CULOTTA, ebbe a dire nel 1964,
DOVREBBERO FARCI RIFLETTERE.
TUTTI!

Sono foto che, in particolare, dovrebbero FARE RIFLETTERE LA CLASSE DIRIGENTE DI CEFALU'su quello che dovrebbe essere l'approccio
ALLE QUESTIONI POLITICHE.

Sono foto che non possono non farci essere
PENSOSI SUL FUTURO DI CEFALU'.

Se CEFALU', NEL 2011, HA I PROBLEMI CHE HA,
Se CEFALU', NEL 2011, E' QUELLA CHE E',

nonostante i contributi di
UOMINI POLITICI COME PASQUALE CULOTTA ,

nonostante l'approccio culturale e lo spessore scientifico con il quale Uomini come PASQUALE CULOTTA,
si sono proposti alla Città sin dagli anni sessanta,

QUALI SARANNO I PROBLEMI DI CEFALU'NEL 2050 ?
QUALE SARA' CEFALU' NEL 2050 ?

ritratto di Gianfranco D Anna

Errata corrige: Arch. Porciani e non Porcinai

Caro Saro abbiamo sbagliato entrambi, il nome corretto è Porciani e non Porcinai, come citato a pag 12 del libro “La Rocca di Cefalù – Recupero architettonico ed indagini archeologiche (Atti dell’Incontro di Studio, Cefalù 15.5.1993)” a cura di Amedeo Tullio, Cefalù, 1995, in un intervento dell'Arch. P. Culotta dal titolo "La Rocca nel disegno della città contemporanea".

ritratto di Saro Di Paola

INVECE NO

Caro Gianfranco,
INVECE NO!
E' molto probabile, per non dire certo, che sia PORCINAI.

ritratto di Angela Di Francesca

Pietro Porcinai

Lo studioso di cui si parla dovrebbe essere Pietro Porcinai, paesaggista che nel 1950 fondò l'Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio (AIAPP).
Riporto qui due pensieri estrapolati da suoi scritti sul paesaggio, tratti dal sito http://pietroporcinai.it/, curato dalla figlia Paola:
"Affinchè in questo mondo non si diffondano la bruttezza e la distruzione e il gusto per il bello possa affermarsi,il futuro ha bisogno di architetti che siano coraggiosi fautori dell’ “archè” e armati di tutti gli aspetti della “technè”, che operino come autentici maestri sulla scia degli insegnamenti di S.Francesco d’Assisi".
“La nostra sopravvivenza è legata al paesaggio. Dobbiamo fare in modo che i nuovi paesaggi tornino ad essere formati come furono quelli di Firenze antica, di Venezia antica, di Siena antica, ecc. Il paesaggio riflette sempre la qualità di un ordinamento sociale ed infatti la società che non ha rispetto per la natura terrestre non ha nemmeno rispetto per la natura umana.”

ritratto di Giuseppe Fajlla

Caro Saro,Ncignieri, come ti

Caro Saro,Ncignieri, come ti ho sempre chiamato(forse detraendoti qualche titolo più adeguato e di ciò mi scuserai). Un uomo che può vantare un ricordo-perorazione come quella che tu hai dedicato all'Illustre Architetto, qualcosa di buono avrà pur fatto.Hai toccato tutte le corde degli umani sentimenti,una celebrazione dell'uomo e della sua epopea(e di questo ogni uomo ne avrebbe diritto)e hai offerto una storia della Città interessante e commovente.
Personalmente,ho avuto grandi perplessità,riguardo alle soluzioni costruttive che andavo trovando,tra le mie tante partenze e i miei più tanti ritorni,anche a firma dell,Architetto.Con ciò spero di non essere tacciato di eresia e,per carità,non entrando nella tecnica di cui pobabilmente Egli solo fu capace.La mia è una valutazione puramente estetica e spero che,miserrima specie
qual sono, ciò sia permesso.A maggior ragione ora che,leggendo la tua Grandiosa Memoria,mi accorgo di quale era il substrato culturale,(se mai ne avessi avuto dubbi),le idee di partenza,il coraggio nell'instacabile attività.
Ma dando i giusti meriti,
per aver contribuito a salvare la Rocca e indicato le linee di tutela iniziali in quegli anni in cui tutto poteva succedere di peggio,dico GRAZIE.
cordialmente Peppe

ritratto di Giovanni Marino

Mi dispiace contraddire le

Mi dispiace contraddire le tesi esposte in un post precedente da Giuseppe Fajlla.
Cominciamo con gli alberi sulla Rocca...ove nessuna testimonianza riferisce di alberi di alto fusto ivi presenti...se non ulivi...e dove nei tempi addietro addirittura si seminava il grano (le essenze da togliere sono i pini di aleppo, le acacie e
gli eucaliptus...che sono piante.."recenti", provenienti da altri luoghi e non autoctone.
E' del tutto evidente, inoltre, che il tempio è stato costruito orientato ad ovest proprio in funzione della vista del mare e del tramonto del sole, vista attualmente preclusa dagli alberi.
Per finire...lo strato superficiale di terra sulla Rocca, proprio per la sua natura (la Rocca è in pratica un enorme ammasso calcareo di coralli e di conchiglie marine) è poco profondo e avendo la Rocca nell'acqua il suo nemico maggiore (scioglie la roccia calcarea con una reazione chimica vedi le grotte al suo interno per il fenomeno del cosidetto "carsismo" http://it.wikipedia.org/wiki/Carsismo) la presenza delle radici aggrava ulteriormente e velocizza il deterioramento dovuto all'infiltrazione delle piogge.
Giovanni Marino

ritratto di Giovanni Marino

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ritratto di Gianfranco D Anna

Gli studi sulla Rocca non mancano

Notizie sulla flora della Rocca

«La Rocca di Cefalù ha un’estensione di circa 40 ha. e si sviluppa dal livello del mare fino alla sommità, a quota 270 m.s.l.m.. […]

Relativamente all’impatto antropico sull’ambiente […] il segno più marcato, come per gli altri promontori costieri di Monte Pellegrino e Catalfano, è la mancanza di copertura legnosa in tutta la parte calpestabile della Rocca. Infatti, riguardo alle formazioni di macchia gariga poco estese, presenti sul versante Nord, si può dire che si sono sviluppate solo nel dopoguerra con l’abbandono definitivo del plateau sommitale.

Nel periodo bellico sulla Rocca si coltivarono i cereali e si mantenne il pascolo ovino, caprino e suino. Oggi persistono ancora forme di limitato pascolo ovino e caprino prevalentemente nel periodo invernale-primaverile.

Inoltre, le numerose piante di fico d’india dai frutti di buona pezzatura, gli olivastri innestati con cv. di olive da olio e gli esemplari isolati di piante di fichi testimoniano l’antico uso agricolo della Rocca; mentre l’Aloe vera, che cresce nei punti più soleggiati e scoscesi, è un altro esempio di antica utilizzazione del promontorio, la pianta, infatti, sembra esservi stata introdotta soprattutto per fini medicinali.

Negli anni '60 la Rocca fu sottoposta ad opere di rimboschimento impiegando specie native italiane (Pinus halepensis) ma preminentemente specie esotiche quali Pinus canariensis, Acacia cyanophyl1a, Cupressus sempervirens ed Eucalyptus camaldulensis. Gli impianti inizialmente si estendevano su quasi tutta la parte sommitale, ma attecchirono solo quelli esposti a Nord ed a Ovest. […]
Attraverso le indagini compiute, le raccolte in campo del materiale di studio e la successiva identificazione in laboratorio, sono state riscontrate sulla Rocca di Cefalù 287 specie […]

Un dato significativo è che, di questi 287 taxa, solamente l’1,39% sono specie endemiche e subendemiche; […]»

Pubblicato in: Progetto “Salviamo la Rocca”, Consorzio di Associazioni Kepha, Cefalù, 21.02.2005.
Tratto da: Tesi di Laurea di Domina Gianniantonio: “La flora degli affioramenti carbonatici delle basse Madonie” – Università degli Studi di Palermo - Facoltà di Agraria - Corso di Laurea in Scienze Forestali ed Ambientali, A.A. 2000/01.

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Ho pubblicato questo ridotto sunto di una ben più ampia e dettagliata tesi per testimoniare, ancora una volta, che di studi seri ed approfonditi sul patrimonio botanico, faunistico, geologico, carsico, paleontologico, storico, archeologico, architettonico, artistico, culturale della Rocca di Cefalù ne sono stati già fatti parecchi.

ritratto di Salvatore Culotta

a Gianfranco D'anna Che ne

a Gianfranco D'anna
Che ne diresti di redigere una bibliografia quanto più completa possibile ?

ritratto di Gianfranco D Anna

Caro Arch. Culotta

Caro Arch. Culotta,
in tutta onestà, Le posso dire che la bibliografia più completa che conosco è quella presente nel libro:

“La Rocca di Cefalù – Recupero architettonico ed indagini archeologiche (Atti dell’Incontro di Studio, Cefalù 15.5.1993)” a cura di Amedeo Tullio, Cefalù, 1995

che, ovviamente, Lei conosce benissimo.

In attesa, come detto, dell’uscita della pubblicazione del Dott. Ilardo, che certamente diventerà un punto di riferimento per quanti vogliono conoscere o approfondire la Rocca di Cefalù, posso dirLe che tra i testi che ricordo di avere consultato quando ho lavorato alla stesura del progetto “Salviamo la Rocca – Progetto di Studio, Recupero, Tutela, Valorizzazione e Fruizione del Parco della Rocca di Cefalù” del Consorzio Kepha, vi sono:

“Le cavità carsiche della Rocca di Cefalù (Palermo)” a cura di Domenico Arrostuto e Vincenzo Biancone
(prestatomi direttamente dall’Arch. Arrostuto)

“La flora degli affioramenti carbonatici delle basse Madonie”, Tesi di Laurea di Domina Gianniantonio, Università degli Studi di Palermo - Facoltà di Agraria - Corso di Laurea in Scienze Forestali ed Ambientali, A.A. 2000/01

ritratto di Vincenzo Nastasi

scusate...

ho letto tutti quanti gli interventi antecedenti questo che sto redigendo. e mi sembra di non avere letto da nessuna parte ,quali siano le condizioni della parete che sovrasta il quartiere Rocca..qualche anno fa (credo nella prima gestione Vicari)si verificò il crollo di una piccola parte , fortunatamente,della parete ci furono danni alle abitazioni, alcune famiglie ricevettero l'ordine di abbandonare le proprie abitazioni per poi rientrarvi senza nessuna revoca di ordinanza(mi sembra assai chiaro che se si firma un'ordinanza sindacale che obbliga lo sgombero delle case danneggiate, ce ne vuole un 'altra che ne permetta il rientro)furono fatte delle riparazioni, fu fatta una raccolta di firme per attirare l'attenzione pubblica, io stesso fui contattato da Adriano Cammarata per intervenire in trasmissione..
Ricordo che ci fu assicurato che sarebbe stata messa in sicurezza la parete, ricordo che un assessore dichiarò che avrebbero spinto per avere fondi dalla regione.. la rocca è ancora li.. ogni pioggia che si abbatte sulla città ci fa stare con il naso in aria...si vive nel terrore di essere sepolti sotto le macerie ,una sorta di Vajont(la ormai tristemente nota diga)è stata messa della rete di protezione su alcuni punti.. e poi ?cosa si è fatto ,dove sono i finanziamenti? sono mai stati chiesti? sono arrivati??ricordo anche che il caporeparto del gruppo speleologo dei vigili del fuoco ,in un'intervista,quindi atto pubblico, dichiarò che la parete in quello stato ,con l'avvicinarsi delle piogge e con il crescere delle piante, non sarebbe di certo stata sicura.. NOTIZIE NE ABBIAMO????Cordialmente.

ritratto di Giuseppe Fajlla

Un grazie a Gianfranco

Un grazie a Gianfranco D'Anna per questa pubblicazione e anche per il precedente resoconto del regolamento per l'assegnazione dei beni comunali.Certo però che nel primo caso tutto sembra preciso ma purtroppo ci si perde tra leggi e leggine venendo meno quella velocità di interventi necessari di cui parlava l'arch. Culotta(interventi che ,al momento dovrebbero essere a carico del nostro disastrato comune);mentre dall'altro studio spero,leggendolo tutto ,non si evinca la necessità di tagliare gli alberi...

ritratto di Salvatore Culotta

rocca

Sono felicemente scoraggiato avendo visto che esiste un vigile interesse per la Rocca, a giudicare da tutti gli interventi, utili e beninformati. E questa è la notizia buona, quella cattiva è che manca una qualsiasi presenza di chi, istituzionalmente, potrebbe concretamente intervenire. Noi possiamo (dobbiamo)qui pensare,scrivere,proporre ma nel frattempo l'erba cresce e gli alberi cadono. E questo mi fa sentire inutile.

ritratto di Pino Lo Presti

Caro Totò

il senso di frustrazione che tu provi è comune nei tanti che in questa città, in vari modi, vorrebbero che le cose cambiassero in meglio e in tempi "storici".

Non condivido invece la sensazione di "inutilità" .

Dobbiamo considerare che chi ha una sufficiente sensibilità verso i problemi di ordine sociale non sono tanti (non solo in questa città); tra questi coloro che "si informano" (che seguono i vari siti informatici, le radio, i dibattiti ed i Consigli comunali) sono una minoranza; tra questi, poi, chi "pensa", ovvero cerca di dare alle preoccupazioni uno sbocco (attraverso una segnalazione o attraverso una proposta di soluzione) rappresenta una ulteriore minoranza.

Si deve sempre ricordare la enorme distanza che c'è tra chi "pensa e la grande massa dei cittadini.
Anche nelle sedi istituzionali (vedi Consiglio comunale) ci sono le stesse differenze, più o meno nelle stesse proporzioni.

Dunque non è affatto automatico che ad una giusta indicazione (segnalazione o proposta) segua una adeguata risposta decisionale da parte di chi "amministra" e una adeguata reazione da parte di chi vive in questa città (spesso, ripeto, inconsapevole persino della esistenza stessa dei tanti problemi, figurati dei dibattiti che intorno ad essi si sviluppano e delle proposte di soluzioni).

Ma se questa è la realtà ciò non significa che il "lavoro" di alcune persone sia "inutile"!
Non dipende da noi decidere quando un "seme" si aprirà - ciò dipende dalle condizioni dell'ambiente esterno.
Talvolta queste si creano quando chi ha prodotto il "seme" è "andato", o quando le condizioni nel frattempo si sono rese tali da rendere impossibile l'attecchimento del seme stesso nella realtà concreta.
Ma anche in quest'ultimo caso - estremo - non sarà stata inutile la sua produzione perchè per quanto intraducibile in termini di forma concreta, storica, esso conterrà sempre un'Anima, una forza, uno spirito di cui, altra gente si potrà nutrire.

ritratto di Salvatore Culotta

grazie

grazie

ritratto di Gianfranco D Anna

Pino hai perfettamente ragione

Certamente sarebbe auspicabile e motivante che ad ogni nostra segnalazione corrispondesse un intervento da parte di chi è preposto alla sua risoluzione; certamente sarebbe auspicabile e motivante che ad ogni nostro suggerimento, ad ogni nostra proposta corrispondesse almeno una risposta - di critica o di condivisione - da parte del nostro interlocutore istituzionale ma, purtroppo, la "nostra" realtà locale ci dimostra che solo di rado ciò avviene.
Questo, però, non vuol dire che il nostro operato sia "inutile" - anche se certamente ci sarà chi lo pensa - e gli "attestati di stima" di chi, pur non conoscendoti, ti ferma per dire la sua su un argomento discusso o te ne vuole proporre uno nuovo, e soprattutto, quei rari casi in cui siamo riusciti a dare un seppure modesto contributo ne sono la dimostrazione.