Il mare della mediocrità

ritratto di Angelo Sciortino

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Mediocrità, il pasto quotidiano di tanta parte della nostra classe politica e no. Una mediocrità che si ingoia per ingordigia, visto che non viene digerita e per questa ragione viene vomitata ad ogni occasione: in una riunione del consiglio comunale, nei commenti di blogger e di giornalisti, nelle chiacchiere di bar e persino durante le passeggiate lungo il Corso. Siamo, insomma, di fronte a una vera e propria calamità di velenosa alimentazione culturale.
Quali siano stati i risultati di questa calamità è sotto gli occhi di tutti. Da quasi un quindicennio non pochi hanno decantato, e ancora decantano, i meriti di passate amministrazioni, che certamente non hanno brillato per acutezza d'ingegno, per cultura e per perspicacia politica. Le stesse opposizioni, via via succedutesi, si sono adeguate alla diffusa mediocrità, purtroppo imperante non soltanto fra le maggioranze, ma anche fra gli elettori, che avevano votato sia le maggioranze che le opposizioni.
Nulla di strano o inspiegabile se cambiano le maggioranze, se alcuni consiglieri passano da un gruppo consiliare all'altro, se il Sindaco ritiene che nulla cambia se si ha la fiducia di un gruppo di consiglieri piuttosto che di un altro: la sostanza non cambia. Tutti, tranne qualche rara eccezione, hanno la stessa piattaforma politica e culturale: la mediocrità. E tutti, fatta sempre salva qualche rara eccezione, sono l'espressione di questa mediocrità, capillarmente diffusa nella nostra realtà sociale, tenuta in vita e, se possibile, potenziata dalla televisione e da tutte le espressioni di una pseudo cultura, che assume varie aggettivazioni: calcistica, bottegaia, turistica e via così.
In una simile situazione c'è da disperare del nostro futuro. Specialmente ora che la crisi internazionale viene sfruttata come giustificazione di ogni inazione: non si aggiustano le strade, perché non ci sono i soldi; si vende il patrimonio comunale, perché lo Stato centrale o la Regione non finanziano la copertura dei debiti; non si dà una biblioteca ai giovani, perché non si saprebbe come finanziarla. La crisi e il conseguente depauperamento economico sono indicati come causa di tutto, anche dell'assenza di una strategia politico-amministrativa, che invece è effetto della mediocrità imperante.
In assenza di questa strategia, che differenza fa se il PRG è controllato da una forza politica piuttosto che da un'altra? E che differenza c'è fra un assessore al bilancio e un altro? Nessuna, perché nel mare della mediocrità nuota bene soltanto chi è mediocre, come nel mare sono i pesci a nuotare bene. E quale pesce è più degno della burocrazia di nuotare in questo mare di mediocrità, dove può nutrirsi d'ogni specie di parassiti, che la società le offre nei panni di pseudo imprenditori?