La tassa di soggiorno per i capoluoghi di provincia e le “città turistiche”…. e Cefalù?
4 Marzo 2011, 19:24 - Gianfranco D Anna [suoi interventi e commenti]
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Nel decreto sul nuovo fisco municipale varato ieri dal governo e stoppato oggi dal Capo dello Stato compare, tra le 14 voci, anche la ormai famosa “tassa di soggiorno”.
Su www.ilsole24ore.com si legge:
«Imposta di soggiorno. Comuni capoluogo di provincia, unioni di comuni e comuni inclusi negli elenchi regionali delle località turistiche o città d'arte potranno istituire un'imposta di soggiorno a carico di chi alloggia nelle strutture ricettive del proprio territorio. L'imposta sarà applicata con gradualità, fino a un massimo di 5 euro per notte di soggiorno, in proporzione al prezzo. Il gettito è destinato a finanziare interventi in materia di turismo, manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali e ambientali locali e dei relativi servizi pubblici locali. La disciplina generale dell'imposta di soggiorno sarà dettata da un regolamento da approvare entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo sul federalismo. I Comuni possono anche disporre ulteriori modalità di applicazione del tributo, con la possibilità di esenzioni e riduzioni per fattispecie particolari o per determinati periodi di tempo. In caso di mancata emanazione del regolamento i comuni possono comunque adottare gli atti previsti dall'articolo.»
Su www.cefalunews.net si legge:
«Un «no» deciso alla tassa di soggiorno. L’obiettivo è evitarlo, perché danneggerebbe la nostra immagine, noi i turisti li dobbiamo attrarre, non scacciare. Sono decisamente contrario al balzello, si tratta di un provvedimento con effetti nefasti. Nell’ultimo anno gli alberghi cefaludesi hanno registrato un calo di fatturato almeno del 15% e questa mazzata, visto che il 2011 andrà ancora peggio, era l’ultima cosa che serviva. Solo dopo averne discusso con gli operatori turistici del comprensorio e il nascente "Distretto Turistico", chiederemo di incontrare i nostri amministratori della Regione, alla quale spetta stilare la lista dei comuni e delle città turistiche, per spiegare che questo balzello è solo da ostacolo e freno per fare ripartire la domanda interna.»
Giuseppe Neri Confindustria Alberghi
Sommando le informazioni e le dichiarazioni sopra riportate, quale futuro economico-turistico sembra delinearsi per Cefalù?
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A me non sembra una follia
Per mio limite non conosco la problematica che porta - così mi sembra - l’imprenditoria ricettiva a vedere così male la “tassa di soggiorno”.
Con semplicismo - se volete - mi chiedo:
Se - come a Cefalù - si auspica che la città intera sposi la causa turistica per avere un unitario cammino assieme ai propri imprenditori, non è giusto che entrambi ne siano beneficiari?
E, come?
Cosa danno le strutture ricettive, “direttamente”, al Comune di Cefalù (in maniera “maggiore” e specifica rispetto ad altre attività), del guadagno della loro impresa?
Il Comune di Cefalù deve provvedere da sè - come autonomo impresario - a industriarsi per ricavare guadagno dal turismo?
Può essere ritenuto soddisfacente, per una Città, il beneficio economico derivante dal fatto che, attraverso “le paghe” ai dipendenti e il ricavato dell’intestatario della Ditta, si alimenti indirettamente - e sottolineo “indirettamente” - l’economia della città?
(Perchè “indirettamente”.
A parte che bisognerebbe valutare quanto del reddito va fuori Cefalù attraverso chi, con vari ruoli nel settore lavora, dei soldi che entrano in circolo a Cefalù attraverso il turismo cosa viene alla disponibilità della “cassa” della Amministrazione comunale)?
Se si vuole che l’Amministrazione investa nella promozione turistica, sia economicamente - con spettacoli, luminarie, conveniente decoro, ed iniziative varie -, sia chiedendo ai cittadini di farsi carico di più o meno grandi sacrifici (ma sempre sorridendo), questi capitali da dove li deve prendere: dai capitoli di altri servizi per cui già i cittadini pagano di suo (e pure abbastanza)?
A parte ciò che all’amministrazione comunale va dai redditi - da tutti i tipi di reddito - (che va per i servizi di base) perchè una Città possa essere davvero “socia” in una comune impresa - offrendo per la sua parte uno speciale ed adeguato standard di servizi - deve stare - assieme all’imprenditore - alla stessa “cassa”!
E’ questo che forse spaventa?
Francamente questa tassa di soggiorno..
alla fine graverà, per poter essere competitivi, solo sulla imprenditoria ricettiva mentre non inciderà sul resto della filiera turistica. Forse un "prelievo di scopo od una addizionale" sulla filiera turistica di tutte le attività economiche, sarebbe stato più equo per assicurare, per quota parte, quei servizi necessari al turismo. E' evidente che Cefalù ha sempre di più bisogno del turismo ma la ripartizione dei costi dovrebbe essere commisurata ai singoli benefici.
TASSA DI SOGGIORNO
Gentile Sig. Lo Presti,
Ho seguito con interesse tutta la faccenda riguardante la tassa di soggiorno, non solo sui nostri siti cefaludesi ma anche e soprattutto sui vari blog turistici in cui sono registrata e mi viene spontaneo porre l'accento su una questione: il problema principale, a mio avviso, non è a chi andranno i soldi della famigerata tassa, quanto piuttosto l'uso che verrà fatto di questi potenziali "capitali". E in ambito strettamente locale (la mia CITTA') e in ambito nazionale.
E in tutta sincerità il mio pensiero, oggi, va a tutti quei "finanziamenti" che sono stati attribuiti alla nostra Regione (giusto per restare in ambito locale) nel corso degli anni e che matematicamente si sono "persi" per strada... Mi chiedo: succederà così anche stavolta?
Per quanto concerne invece la parte finale del suo intervento, e premettendo che non sono né albergatrice né tantomeno imprenditrice, mi chiedo: la CITTA' è "socia" di un imprenditore a convenienza? O meglio, le chiedo: qual è la "comune impresa" a cui lei fa riferimento? Perchè io ho da un pò di tempo l'impressione che a Cefalù non vi sia un obiettivo di crescita comune con a capo il COMUNE (mi scusi il gioco di parole...voluto!) ma bensì una sorta di "guerra" contro l'unica vera fonte di guadagno della nostra CITTA' e da parte dei Cittadini, e da parte di chi governa...
Senza contare che secondo me, non me ne voglia, è riduttivo sostenere che chi FA turismo, e sottolineo FA, contribuisce solo con "paghe" ai dipendenti visto che il resto sembra essere ricavo per sè, perchè per quel poco che ne so il prezzo da pagare (per chi il mestiere lo FA) sia in termini di spese, che in termini di ristrutturazioni annuali & co. è ben più oneroso di quanto si possa immaginare. Forse mi sento punta sul vivo perchè in mezzo a quelle "paghe" c'è la mia, e per ben 10 mesi all'anno: non molti hanno questo mio privilegio, io lo considero tale, per cui ringrazio quell'imprenditore che all'inizio di ogni stagione CI CREDE e seppur rimettendoci, a volte, mi permette col suo CREDERCI di lavorare e pagare il mutuo.
Spero di non averla offesa, il mio è solo un umile punto di vista, la ringrazio per l'ospitalità e le invio i miei più cordiali saluti,
Daniela PAOLA
Gentile sig.a Daniele
Non c'è alcuna ragione davvero per cui mi debba sentire offeso. Anzi la ringrazio di aver voluto darmi elementi di riflessione in una materia di cui non ho conoscenza.
Il mio ragionamento è semplice: ogni attività ha i suoi costi rispetto ai quali stabilisce delle opportune tariffe per i servizi offerti. Come tutte le altre attività paga tasse e tributi che vanno per i servizi di base che un comune dovrebbe servire: pulizia, strade etc...
Nel momento in cui però una determinata tipologia di attività chiede (a ragione nel nostro caso) che lo sforzo imprenditoriale sia condiviso in modo particolare e prevalente da tutta la città e dunque chiede ad essa investimenti particolari "in più", bene io credo che alla "città" debba essere riconosciuta anche una parte "in più" dei profitti rispetto alle tasse e ai tributi standard che nelle debite proporzioni pagano (?)tutti.
Ovviamente questa "tassa" dovrebbe essere "di scopo"; il ricavato cioè dovrebbe essere reinvestito esclusivamente in attività di supporto e promozione al turismo.
Mi rendo ben conto che in questa città non c'è una politica turistica coerente tra la Amministrazione pubblica e le imprese private, però se ci si dovesse sedere ad un tavolo per iniziare a costruirla (quella politia) anche l'Amministrazione pubblica dovrebbe avere delle risorse "particolari" da investire in quel progetto comune!
Mi sembra giusto anche quanto dice il sig. Mento riguardo al fatto che non solo gli esercizi ricettivi ma tutta la filiera dovrebbe contribuire a che il Comune - secondo una politica condivisa - faccia la sua parte.
Questo, forse troppo semplicisticamente, il mio ragionamento.
Con piacere ricambio i suoi cordiali saluti.
Caro Pino, Le imprese
Caro Pino,
Le imprese turistiche cefaludesi (ma posso tranquillamente affermare la stessa cosa per tutta l’Italia) si trovano a operare in grosse difficoltà.
Il turismo ha “il polso stabilmente debole: non ci sono segnali che possano far pensare a una crisi imminente, ma sta di fatto che il malato non guarisce” .
Per cui ritengo che questo sia il momento meno opportuno per far gravare un'altra imposta su chi lavora tenendo con fatica le posizioni.
La tassa di soggiorno frenerà sicuramente un possibile rilancio del turismo, incrementerà almeno del 15% le tariffe che applichiamo ai Tour operator in bassa stagione (aprile/giugno e settembre/ottobre) rischiando la loro indisponibilità a rinnovare i contratti.
Per il 2011 la condizione per rinnovare i contratti è stata (nel migliore dei casi) il mantenimento delle tariffe 2010, e non perché i T.O. vogliono imporci condizioni capestro ma solo perché questo è il mercato.
Immagina, caro Pino, oggi la destinazione europea più richiesta (già in over booking per nostra fortuna) è la Turchia dove le tariffe applicate sono almeno del 50% inferiore alle nostre già bassissime, ecco perchè gli italiani vanno in vacanza all'estero.
Poi se qualcuno immagina che con le rivoluzioni nel nord Africa vi sarà un incremento del nostro turismo si sbaglia, non riusciamo a riproteggere chi ha prenotato la propria vacanza in quelle destinazioni a causa delle tariffe bassissime, chi si agevolerà sarà la Croazia.
Continuare ad appesantire un settore gia' appesantito dalle aliquote Iva piu' elevate rispetto agli altri paesi a vocazione turistica come la Francia, la Germania, la Spagna e la Grecia è un errore, un autogol , continueremo a perdere quote di mercato perché sempre meno concorrenziali.
Conseguenza della tassa di soggiorno sarà di deprimere la crescita del Pil e, di conseguenza, di ridurre permanentemente le entrate da tassazione ordinaria.
Il Comune potrà pur realizzare nuove entrate ma, di certo, la tassa di soggiorno colpirà fortemente la competitività del turismo , che avrebbe invece la necessità di essere sostenuta con scelte di tutt’altro segno.
Realizzerà nuove entrate ma noi imprenditori ben conosciamo il cattivo utilizzo delle risorse pubbliche.
Se vogliamo che il turismo continui a portare ricchezza e posti di lavoro a Cefalù, tutta la città deve fare sentire ai nostri politici la sua grande importanza.
Non mi illudo ........
Buona domenica
Giusi
Sono d'accordo
che in una situazione particolare di crisi: "la competitività del turismo ... avrebbe invece la necessità di essere sostenuta con scelte di tutt’altro segno".
Ma astraendoci, per un attimo, dalla contingenza, sulla questione di "principio" saresti anche tu d'accordo che "due soci" - se devono entrambi contribuire agli investimenti - devono entrambi (nelle dovute proporzioni) "sedere" direttamente "alla cassa"?
Ma noi abbiamo già un socio
Ma noi abbiamo già un socio di maggioranza che, quindi, detiene più del 50%.
E' un socio che partecipa solo agli utili, non rischia nulla e dorme la notte.
Non permette un ritardo nei pagamenti nemmeno di un giorno, altrimenti ci applica penalità salatissime.
Non reinveste gli utili nella società ma li divora in spese improduttive.
Un socio che si chiama "STATO".
Ben diverso sarebbe l'imposizione agli operatori ad investire direttamente per servizi turistici pubblici una quota degli utili ... ripeto direttamente e secondo un piano stabilito insieme pubblico e privato.
Per privato intendo anche i non addetti ai lavori, l'indotto e anche i cittadini, perchè rendere decorosa e pulita una città non è solo un servizio reso ai turisti (che ne fruirebbero solo pochi giorni) ma all'intera cittadinanza.
E' invece giusta la "tassa di scopo" a condizione che essa venga applicata per interventi utili e condivisi dall'intera cittadinanza anche attraverso referendum, non certo lasciandone l'esclusività di applicarla ai politici sia che siano amministratori o consiglieri comunali.
Purtroppo troppi soldi pubblici ho visto sperperare
La difficoltà
nel parlare ed intendersi deriva spesso proprio dal fatto che la Amministrazione pubblica, ai suoi vari livelli, è quella che è e non quella che dovrebbe essere.
A quella cassa......
"depositi e prestiti" il contributo maggiore è venuto dal turismo che ha permesso tutto il resto. Se volessimo fare un bilancio forse i maggiori benefici li ha avuti l'attività edilizia (è servita anche quella), i peggiori benefici li ha ricevuti il territorio e pertanto noi, cementificando una città diffusa priva di identità e socialità( ma tutto sommato non è stato il disastro che poteva essere). Se un rimprovero mi sento di fare lo farei alla categoria degli operatori turistici e commerciarli che hanno lasciato "fare" agli altri quello che competeva loro. La politica ha fatto il resto. Ecco forse chi doveva fare non ha fatto.......e qualcuno è passato alla "cassa", ma non i cittadini.