FERMIAMO IL MASSACRO

ritratto di Nicola Pizzillo

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Al cospetto di quello che sta accadendo sulla sponda opposta del Mediterraneo, i problemi su cui ci arrovelliamo assumono una dimensione irrisoria.
Facciamo pressione noi Cittadini, Sindaco e Consiglio comunale sul Governo italiano perchè si intervenga, anche militarmente, per deporre questo despota sanguinario.

ritratto di Pino Lo Presti

Caro Nicola

tranne il caso in cui si stia compiendo un genocidio, ritengo che occorra rispettare i confini che definiscono gli Stati tra loro, e permettere a ciascuno di loro di trovare in sè le ragioni e le motivazioni per ilproprio progresso civile.

La cosa giusta, secondo me, sarebbe semmai "non collaborare" con stati in cui non sia rispettata la Carta Universale dei Diritti dell'Uomo; per nessuna ragione, neanche economica, perchè è evidente che questo si traduce nell'aiutare certi regimi a restare in piedi e ad armarsi contro il proprio popolo.
Con i restanti paesi che - pur rispettando quella Carta - tuttavia non garantiscono le nostre stesse condizioni di dignità del lavoro, il commercio dovrebbe limitarsi soltanto a quelli che sono i "beni strategici".
Solo con chi rispetta la Carta dei diritti fondamentali dell'Uomo e quella dei lavoratori si dovrebbe poter commerciare liberamente perchè quelli e quelli soltanto, a tutti gli effetti, possono essere considerati "paesi amici"!

ritratto di Nicola Pizzillo

Con tutto il rispetto

per il principio di autodeterminazione dei popoli, in alcuni casi l'intervento della comunità internazionale è un atto dovuto.

Già in passato si è rimasti a guardare da parte del mondo occidentale e la situazione è degenerata in atti di un'atrocità inaudita, ricordiamo la pulizia etnica in Bosnia,nel Kosovo ed in Ruanda, salvo intervenire a cose fatte e scoprire la fosse comuni e poi magari intentare un processo per crimini contro l'umanità nei riguardi dell'autore dei misfatti, ben magra consolazione.

Senza sottacere che qui al problema umanitario si unisce pragmaticamente quello della tutela degli interessi strategici italiani(impianti petroliferi, gasdotti); cosa che giustifica ancora di più, ove ve ne fosse bisogno, un intervento, prima che il nostro livello di vita possa essere messo seriamente in crisi dalla cessazione delle forniture, dal rialzo dei prezzi del barile che è causa di inflazione, il tutto nel momento meno opportuno per la nostra economia che non tira e che vede un calo dei livelli occupazionali.

All'intervento militare occorre poi affiancare un'efficace azione di politica della cooperazione da svolgere in loco, per evitare la paventata invasione delle carrette del mare, che creerebbe ulteriori problemi logistici e di ordine pubblico nel nostro paese, ove si restasse a guardare alla finestra.

Insomma quello che sta avvenendo alle nostre porte è qualcosa di epocale che cambierà gli assetti del mondo, così come noi lo abbiamo conosciuto, e noi non possiamo restare passivi e farci travolgere dagli eventi.