Da una intervista alla dott.sa Agozzino e al M° Salvato

ritratto di Pino Lo Presti

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Sul “Piano (o Progetto) culturale” Cefalù - Città di Ruggero (7 febbraio)

( Il vero monumento alla Memoria di Ruggero è la Cattedrale, un vero Progetto culturale su Ruggero non può che partire da essa e non da una statua)

Lo Presti
Come parte l’iniziativa che ha portato alla realizzazione della Gruppo scultoreo? Nel progetto iniziale era prevista solo la sua realizzazione o questo si inseriva in un progetto più ampio?

Agozzino
Hai detto benissimo perché il Gruppo scultoreo, “La Pietra della Memoria”, si inserisce, ed è stata finanziata - dietro richiesta del comune di Cefalù - dall’Assessorato ai BB.CC.; è stato finanziato il “Piano culturale” legato alla realizzazione dell’Opera.

Che significa questo? Che l’Opera non è un fatto a sé stante ma - nel momento in cui questa si “svela”, si piazza, si manifesta - lavora sul territorio, coinvolge il territorio in una operazione culturale-economica di miglioramento e di incentivazione al fare.
Infatti la scultura è stata finanziata (è stata pagata dalla Regione siciliana - € 30.000 più IVA -) in virtù del “Piano culturale” che la supportava.
Devo dire che una cosa supporta l’altra: la scultura supporta il piano culturale, il piano culturale supporta la scultura, nel senso che Ruggero II° è l’elemento trainante in quanto parte e fondamento della storia del luogo.
Quindi lavoriamo sul territorio, e con il territorio, per il territorio.

Lo Presti
Abbiamo noi una copia di questo progetto?

Agozzino
Abbiamo non solo le copie dei progetti ma abbiamo le copie delle valutazioni scritte, sin dal 2003, dal prof. Aurelio Pes (che, ai tempi, era direttore dell’ufficio speciale dei BB.CC.), che ha valutato i bozzetti e ha valutato l’entità dell’opera, e abbiamo le copie dei pareri delle sovrintendenze che nel corso degli anni hanno supportato e valutato la operazione - per la congruità dell’intervento - e che hanno stabilito (quattro sovrintendenze siciliane) la bontà dell’intervento in base al “piano complessivo generale sul territorio”.

Lo Presti
Cosa prevedeva questo Progetto, o Piano, culturale oltre al Gruppo scultoreo?

Agozzino
Oltre al gruppo scultoreo, prevede la installazione, con elementi del territorio (quindi con artigiani locali, con le scuole, con gli imprenditori, con tutto quello che è il tessuto connettivo del paese) la istallazione di laboratori, di botteghe artigiane, di scuole per la realizzazione di questo o di quel manufatto, riferiti sempre ad un periodo storico medievale, quindi Ruggero II°.

È quindi un coinvolgimento che, tra l’altro, avevamo centrato come obiettivo - devo dirti -. Infatti, se questa, nel 2003, era soltanto un’idea, un sogno, una realtà non confortata sul territorio ... (ma, essendo mezza cefaludese, il territorio lo conosco e le potenzialità - soprattutto delle intelligenze -, e considerando il fatto di avere cominciato purtroppo soltanto da poco, il 24 dicembre, con una mostra, ad aprire, io e il maestro Salvato, l’Opera alla gente) ... proprio per questo scambio - che è sinergia vitale per la realizzazione del progetto - la risposta è stata assolutamente positiva.
Io conosco le difficoltà del territorio - lo so bene con chi ho a che fare - ma l’Opera è stata accettata, una volta che è stata vista (in parte, durante la mostra e via dicendo...), stata mostrata, spiegata, è stata trovata facile, leggibile, aperta, solare, positiva.

Lo Presti
Quindi il progetto consta di due parti: una che è il Gruppo scultoreo, e un’altra che è la realizzazione di una serie di iniziative artigianali, culturali, eccetera, all’interno di un progetto di rilancio (che abbia come obiettivo chiaramente quello di avere uno sbocco economico), di rilancio culturale della figura di Ruggero, delle radici che questo personaggio ha nella cultura cefaludese.

Perciò vorrei parlare ancora un po’ di più, se è possibile, di questo progetto, visto che non abbiamo qui, in questo momento,... All’inizio avrete presentato, credo, “una carta” dove ci sono scritte delle cose, eccetera.

Agozzino
Certo, te la faccio avere volentieri, si!

Lo Presti
Cosa mi puoi dire intanto di più preciso, cioè cosa si prevede?
Tu dici di “attivare” dei laboratori, ma in concreto dove, in uno spazio comunale...?

Agozzino
No, no, assolutamente no! I Tengo a precisare una cosa.
Noi ci siamo appoggiati - e stiamo usando, tra virgolette - lo spazio di via Amendola esclusivamente per la organizzazione della “tre giorni - evento” della operazione; che è un’altra storia ancora, però ti fa già intravedere il coinvolgimento della gente e come sono tutti imbarcati nella stessa barca.
La mostra, ad esempio, che sarà fatta (partirà il 25 febbraio) - e che era stata chiesta solo come esposizione della scultura, per spiegarla alle persone -, noi la abbiamo aperta a tutti quelli che hanno aderito al “progetto” e che continueranno ad aderire al “progetto”, perché il “progetto” non si fermerà ad oggi.
Abbiamo fatto questo progetto, “Cefalù - città di Ruggero”, spiegando che cosa volevamo fare: lavorare con il territorio, come e perché, e via dicendo. Abbiamo fatto quindi una Conferenza in via Mandralisca, il 13 gennaio, subito dopo la chiusura della mostra (è stata una Conferenza partecipata da un sacco di persone). A seguito di questa Conferenza, abbiamo chiesto: chi ci crede, chi vuole lavorare con noi, a cominciare a mettere i semini di questo percorso?

(si è parlato, a questo punto, della ragione per la quale per quell’incontro, benché aperto al pubblico, si fosse però anche detto che “non era funzionale ad una diffusione attraverso la stampa del progetto medesimo”. Si risponde che ciò era dettato dalla necessità di saggiare prima il terreno nel quale ci si sarebbe trovati ad operarlo)

Lo Presti
Resta importante che questo “Progetto” deve essere reso pubblico, al di là di quelli che sono stati i presenti in quel contesto.

Agozzino
Assolutamente, assolutamente!

Lo Presti
Per questo volevo focalizzare l’attenzione sul “Progetto”: mi sembra la cosa più importante!
Il Gruppo scultoreo infatti ha una sua valenza, ovviamente, però mi pare che acquisti il suo senso, o la sua compiutezza, all’interno di quel “Progetto”.

Agozzino
Questa statua, messa lì, è come “a sigillo”, a Cefalù, di Ruggero: “Io ci sono e sono la vostra storia, vero ricordo; se non mi usate, e non mi fate lavorare sul territorio, siete poco intelligenti”!
Questo è un sigillo che inizia un percorso.
Ora, tu me lo spieghi perché Cefalù non si è venduta mai Ruggero II° nell’ambito del suo artigianato?

Lo Presti
Il problema di Cefalù e della sua Identità è un problema annoso!

Agozzino
Bravissimo, hai detto una cosa importantissima: la dicono i migliori economi e architetti.
Non si può scollegare il territorio da qualsiasi attività “culturale”! Se tu non fai questa operazione sei fallito già.

Lo Presti
I nostri operatori turistici parlano sempre di “vendere” Cefalù, però quando poi si parla del “marchio”, sembrano non capire che non c’è “marchio” senza “identità”. Quando tu parli di “identità” a Cefalù dicono: ma che cos’è...?

Agozzino
Tu pensi che sia facile, in un mese, potere far entrare questa “forma mentis”, lasciamo perdere.
Ti faccio un esempio stupidissimo.
L’altro giorno eravamo riuniti con gli operatori a discutere l’evento (perché tutte queste persone che sino ad esso hanno aderito - che sono perlopiù artigiani, musicisti e via dicendo -, ognuno porta la propria arte, il proprio modo), è emersa la voglia di centrare tutto su Cefaù, di non fare uscire niente fuori, neanche sulle vicinissime Madonie; tutto deve restare a Cefalù!

Lo Presti
Cosa significa “tutto deve restare a Cefalù”; se ci sono artigiani di Isnello, di Pollina che voglioni ...

Agozzino
In un secondo tempo,
Io ho toccato “il polso” di questa cosa: ci tengono moltissimo.
Stavamo discutendo dei costumi teatrali da affittare anziché no. C’è stata una voce unanime: “qua dobbiamo fare la scuola del costume, e poi noi” - loro stessi lo dicevano - “poi, noi li affittiamo agli altri paesi” ... ma con una enfasi, con una voglia, con un modo di proporsi che era veramente, assolutamente costruttivo. Se tu questo piccolo lo riporti su scala generale, ti faccio vedere quante iniziative vengono fuori.
Il lavoro che deve fare la scultura è quella di stuzzicare, di aprire.

Lo Presti
Per questo volevo vedere “più in particolare”, per vedere come questo “Progetto” poteva essere meglio facilitato nel suo sviluppo

Agozzino
Noi assolutamente siamo sul territorio, non lasciamo il territorio.

Lo Presti
Quindi qua non si parla di creare uno spazio pubblico che funga dal centro laboratoriale ...

Agozzino
No, è prematuro; magari!

Lo Presti
Per intanto quindi vi affidereste a chi ha già un laboratorio facendo un lavoro di coordinamento ...

Agozzino
Hai centrato benissimo, poi se domani siamo così bravi, tutti insieme noi cefaludesi, di aver affidato a questa entità - che poi si aggiusterà (non so che cosa vorranno fare) perché noi decidiamo sino a un certo punto, stai attento: decide la gente), allora sarà una vittoria in più, un punto in più.
Ma tu pensa che ci sono i ragazzi dell’Istituto d’arte che stanno lavorando, e lavorando sulla scultura con Salvo: a lucidare, a sistemare.
Quindi questo cosa significa “abbracciarlo” il territorio o respingerlo?
Ci sono tutte le basi e le premesse veramente per un ottimo lavoro.

Salvato
Il Progetto io lo ho aperto in Accademia, ed è diventato un “progetto didattico”. Ho molti allievi, in questo momento, che stanno preparando delle tesi legate a Ruggero, a Cefalù; e molti allievi stanno preparando delle tesi per costruire dei progetti, e quindi dei prodotti, legati al Ruggero, che usciranno a breve scadenza sul territorio.
Quindi io spero che, al più presto, degli oggetti particolari potranno essere osservati e visti dai ragazzi dell’Istituto d’arte - quindi guardati dai ragazzi stessi dell’Istituto d’arte - costruiti dai ragazzi, che, prima, hanno partecipato all’Istituto d’arte, che sono venuti in Accademia a Palermo, e che, poi, ritornano sul territorio a impiantare, inventare un concetto di programma, assieme a noi in questo momento!
Perché è chiaro, a me fa piacere, cucire col territorio, cioè è il mio progetto in Accademia; ai ragazzi parlo di “progetto legato al territorio”. Oggi mi piace pensare a Ruggero con questo luogo, a tutte le Madonie che abbracciano un concetto di ...

Lo Presti
In che modo l’Amministrazione pubblica può intervenire, cioè cosa può fare per portare avanti meglio questo progetto.
Il lavoro di coordinamento, di sollecitazione, di indirizzo, eccetera, fra i vari agenti, artigiani artisti locali, è un lavoro di promozione che voi fate a titolo personale?

Agozzino
Devo dire una cosa in merito a questo.
Io sono convinta che il compito nostro, in questo momento, (e mi piace chiamarlo così perché per me è un compito morale) è cominciare. Se cominciamo bene, se marciamo bene, se operiamo bene, la gente si fida; se la gente si fida, l’Amministrazione deve capire che la gente è una forza alla quale dare ascolto. La richiesta di gente motivata positivamente dovrà essere assolutamente ascoltata. Quindi è un “progress”!
Domani, l’Amministrazione, se vuole lavorare con la gente, se vuole avere credibilità sul territorio, deve dare, deve costruire assieme, non può fare “l’impiegato comunale”; si deve spogliare della identità politica e lavorare per il bene comune (“Quello che dice il Vescovo” aggiunge Salvato). Questa è un’utopia probabilmente ma è la nostra massima aspirazione; è solo con l’esempio costante ...
Noi abbiamo solo il compito iniziale, credo, di cominciarla la cosa!

Lo Presti
Allo stato, per quello che vi risulta, per i contatti che avete avuto, nella prospettiva di questi tre giorni di manifestazione celebrativa della collocazione della “Pietra della Memoria”; al di là di questi tre giorni di manifestazione, cosa resterà?

Agozzino
Devo dirti che sono “limitate” le idee, nel senso che ce ne sono molte di più , tanto che si devono spalmare per tutto un anno, perché quello che stanno proponendo tu non ne hai un’idea.
Quindi siamo nella condizione di non poter inserire tutto nei “tre giorni”!
Stiamo cercando di “tirare” per tutto l’anno. Gli eventi che noi stiamo facendo in piccolissimo, per esempio, durante la “tre giorni”, saranno ripresi, riveduti, corretti e rifatti - con tutte le categorie interessate -, e ampliate; da questo nasceranno i piccoli laboratori, i grandi laboratori, le sinergie, le cooperazioni, gli incontri...

Lo Presti
Voi state avendo adesso la opportunità di prendere contatto con le realtà locali, per vedere quali sono le loro potenzialità e, nello stesso tempo, stimolarle, ecc.
Finita questa manifestazione, ci saranno degli artigiani, degli artisti, presi da questo desiderio di produrre, di fare delle cose. Ora, affinché questi semi non si perdano e possano poi fra loro coordinarsi, sviluppando quelle sinergie per cui la loro attività assume una “scala” più grande, è chiaro che - a quel punto - l’Amministrazione pubblica dovrà intervenire creando, come dire, un minimo di infrastrutture. E, quindi, da questo progetto iniziale da cui si è partiti - del Laboratorio federiciano, in qualche modo comunque di una associazione -, si dovrà passare ad un Progetto di un Assessorato ...?

Agozzino
No, tu l’hai preceduto la cosa - dobbiamo guardare le cose piano piano nel loro evolversi -, ma è chiaro pure che noi siamo sul territorio e sapremo indirizzare - perché ne abbiamo conoscenza - nei giusti canali, le iniziative, con i finanziamenti adatti.

Lo Presti
Ma questi finanziamenti?

Agozzino
C’è una Comunità europea che è a disposizione dei progetti culturali fatti bene ...

Lo Presti
Quindi voi pensate di bay-passare la Amministrazione comunale ... affidandovi a ...?

Agozzino
No, non ci affidiamo a nessuno, noi ci affidiamo assolutamente alle nostre forze. Se, in sinergia con tutti, saranno tessuti dei progetti che verranno via via vagliati, coordinati - siamo pochi per ora per gestire questa cosa, abbiamo bisogno di molta più gente che ci aiuti a tenere insieme e a fare quadrare bene tutte queste situazioni - ma una volta che abbiamo un organico sufficientemente allenato...

Lo Presti
Quindi voi pensate di rendervi autonomi, in qualche modo, dalla politica locale attingendo direttamente a contributi di enti sovra-comunali.

Agozzino
Sì, esatto, sai perché siamo autonomi? Perché la burocrazia purtroppo rallenta, rallenta, non c’è niente da fare.
Se tu consideri che per fare un monumento “stupido” in fondo - perché è un monumento “stupido” - abbiamo impiegato otto anni, mi terrorizza pensare cosa possa essere una Fondazione con ... cioè non ci voglio neanche pensare, lasciamo perdere; facciamo un lavoro concreto, piano piano, sul territorio che dìa “immediatamente” dei risultati se non economici, di gratificazione, di riscontro, di verità, soprattutto di verità.
È diversa quindi la impostazione che vogliamo dare.

Lo Presti
Questo già è una cosa importante, cioè capire che voi state contando soltanto sulle vostre forze; se poi l’Amministrazione comunale farà a sua volta delle proposte ecc ..., chiaro che

Agozzino
Assolutamente certo - vogliamo essere prima osservati -,... che ben vengano.

Lo Presti
Quindi, in questo momento, con l’assessore alla Cultura del comune di Cefalù non avete...

Agozzino
No, abbiamo avuto un contatto, giusto oggi, non con l’assessore alla Cultura ma al Turismo, Patanella; quello alla Cultura non esiste, non c’è!

ritratto di Pino Lo Presti

Non ci vedo nulla di male

nel fatto che una associazione privata operi sul territorio per promuovere una linea di prodotti che attingano stilisticamente alle sue radici culturali, semmai mi può preoccupare che alcune iniziative - che possono far parte di questa promozione - possano alterare, in maniera permanente, il patrimonio culturale-paesaggistico-urbanistico della mia città.

Per quanto il “Progetto Cefalù - città di Ruggero” non mi sembra abbia le caratteristiche proprie di un vero “Progetto”, piuttosto quelle di “una felice idea e di altrettante buone intenzioni”, tuttavia non vedo nulla che non sia positivo nell’operato che il M° Salvato e la dott.sa Agozzino - entrambi soci fondatori del Laboratorio federiciano di Palermo - svolgono con alcune associazioni, artisti ed artigiani di Cefalù, da un mese e mezzo.
Anzi vedrei come opportuno un interesse maggiore da parte della Amministrazione nel valutare la possibilità di fornire a questo “laboratorio di progettualità”, da loro attivato qui a Cefalù, un eventuale sostegno se non economico almeno - come dire - “infrastrutturale” o logistico. Cosa che una Amministrazione dovrebbe sempre curare di fare in presenza di un processo in atto virtuoso, comunque originato.

Il problema nasce nel momento in cui un percorso, che - anche se fra più soggetti - resta comunque privato, di promozione economica, di natura culturale, si sovrappone a un percorso Pubblico di promozione culturale che voglia avere risvolti economici qualificati e duraturi nel tempo.

(Si dice, giustamente, che quel percorso all’interno di un Progetto pubblico non si è mai iniziato, proprio perchè quel Progetto pubblico, qui a Cefalù, manca; è vero ma è anche vero che c’è chi quel Progetto pubblico “lo pensa” da anni, e ritiene che non perchè al momento un Progetto pubblico manchi, si debba accogliere acriticamente un qualsiasi “Progetto” privato che ne possa pregiudicare per sempre lil formarsi).

Quando nasce il problema della “sovrapposizione”, dei punti di “sovrapposizione” si dovrebbe valutare se il secondo possa venire danneggiato dal primo. Se c’è la possibilità che lo fosse - e, addirittura, in maniera permanente -, è saggio fermarsi a riflettere; cosa che - per quanto susciti un inspiegabile nervosismo - “laltracefalu”, dopo aver informato per primo sul nuovo arrivo, alla vigilia di natale (forse perciò, credendolo il Redentore, qualcuno è rimasto estatico davanti a “quel Volto” del Re, non ddl Cielo, ma venuto dal Mare) sta cercando e ha cercato ancora una volta per primo di fare.

Il punto di “sovrapposizione” tra le due Idee-progetto è il Molo.
Vi sono sostenitori per ciascuna delle due.
Gli uni ne hanno una visione più “conservativa” e ritengono che la migliore valorizzazione intanto sia la cura ed il rispetto di ciò che la natura e la storia ci hanno consegnato; gli altri che (per quanto la considerino una delle più straordinarie icone di Cefalù e si preoccupino di quanto, a breve, potrebbe cambiare quell’icona che, immortalata in tantissime cartoline e nelle sequenze di “Nuovo Cinema Paradiso”, ha pubblicizzato Cefalù nel mondo intero, almeno quanto la hanno pubblicizzato la Basilica Cattedrale e la Rocca, ne hanno una visione più relativista, più possibilista e disponibile a dare forma a proprie facili suggestioni soggettive, fantastico-poetiche, convinti che l’aggiunta di questo “nuovo valore” possa da sè riscattare la miseria in cui versa quel luogo e che sino ad ora li ha lasciati indifferenti o meglio sacerdoti di “un realismo più realista del re” (altro che “conservatori”)!

E’ ovvio che c’è un punto in cui spetta decidere ai rappresentanti dei cittadini raccolti in Consiglio nel luogo a ciò deputato e cioè l’Aula consiliare, alla presenza del Sindaco.
Ciascuno di noi assisterà - come ha fatto, e sta - facendo la sua parte, tutti - credo - in buona fede certamente nei confronti del bene della città.
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Nell’attesa, liberamente - ma non gratuitamente - consideriamo se sia buona prassi di una Amministrazione responsabile quella di affidare - “sulla fiducia” - “chiavi” sia di luoghi in cui vi siano uffici pubblici, sia finanziamenti pubblici, sia - per ultimo - di luoghi pubblici di particolare valore e prestigio per la immagine stessa di una città nel mondo.

Direte tutti che, certamente, “non è” una buona prassi; poichè la convivenza civile si fonda sul “contratto”, un finanziamento pubblico si potrà dare a fronte soltanto di un Progetto articolato, completo, puntuale, definito in ogni sua parte.
Direte anche che un responsabile amministratore pubblico non consegnerebbe mai le “chiavi” di un luogo-icona a un qualcuno per farne un qualcosa di cui egli, Amministratore, non veda con certezza la rispondenza ad un Progetto Pubblico che amministri.

Ora, che sia stata finanziata dalla Regione solo la “Statua” o il “Progetto Cefalù - città di Ruggero” ancora con chiarezza non si capisce, si capisce però che questo “Progetto”- allo stato - non si presenta nelle forme usuali che abbiamo intese; sembra un qualcosa che piuttosto sta nella mente degli Autori e che si va declinando “in itinere”.
Se la Regione ha finanziato un “progetto” di quella natura (tutto da fare) è cioè solo un “Idea”, una “buona Intenzione”, certo il funzionario di turno doveva avere una grande propensione alla fiducia nei proponenti, ma poca responsabilità nei confronti dell’interesse pubblico.
Se la Regione ha finanziato solo una “Statua”, invece nulla da dire: l’Opera certamente vale quanto dalla Regione versato!
Se, ora, con la stessa leggerezza avutasi verso il “progetto”, si volesse “regalare” una prestigiosa “location”, una prestigiosa vetrina, ad un laboratorio artigianale per quanto prestigioso fosse anch’esso, sono sicuro direste: fermi un momento, prima vediamo se questa operazione apporta qualcosa di positivo al più ampio, meditato, qualificato Progetto complessivo, di fondo, che noi, collettivamente, abbiamo di questa città!

Ecco appunto il primo problema: l’assenza di questo PRG culturale e turistico della città rispetto al quale fare noi la nostra “valutazione di congruità” dell’Opera; ancor più vi sarebbe da essere prudenti quando il “progetto” - in forza del quale si vorrebbe accreditare non solo l’opera ma un suo diritto sul luogo - fosse quello che al momento appare.

La “individuazione del luogo” non può non discendere da una maturata visione generale, elaborata ai più alti livelli, di un “Progetto-Cefalù” che veda nel recupero della sua identità storica, quindi anche Ruggeriana, il suo punto di forza.
La individuazione del luogo non può discendere da una non ancora maturata visione - ancor più perchè parziale (Cefalù non è solo Ruggero) - elaborata dagli “operatori culturali finali“ e dagli agenti commerciali sul territorio.

Se questa iniziativa vuole avere il crisma di una “condivisione culturale” pubblica - come (peraltro) si richiede nella indicazione, con millimetrica precisione, del luogo in cui collocare il “seme” di questa iniziativa - allora il Progetto che sta attorno e dentro al “seme” deve essere pubblicamente condiviso, ai più alti livelli di responsabilità, dalla collettività locale (secondo il suo sistema organizzativo-sociale), in quanto determinerà una decisa impronta alla immagine con cui la città, Cefalù si presenterà al mondo nei prossimi anni.

L’idea che, proprio in ragione del vuoto progettuale della Amministrazione pubblica - sia di vasta scala che di breve periodo - si voglia “svendere”, o “dismettere” (come si dice dalle nostre parti) uno tra i più preziosi nostri Beni pubblici in cambio di una immediata trovata attrattiva, già per la prossima estate, e di un calendario, quasi gratuito, di manifestazioni spontanee di natura turistica, mi fa rabbrividire!

Che il Laboratorio federiciano lavori tranquillamente ed indisturbato con altri laboratori o agenti privati locali e non; si consideri pure, dalla parte pubblica, l’eventualità di possibili e opportune iniziative di sostegno, ma se le iniziative del “Laboratorio” coinvolgono ciò che è Patrimonio pubblico - specialmente quando in via permanente - non lo si pretenda in forza di progetti culturali che restano “privati” ancor più perchè “allo stato di Idea”, di “Intenzione” da verificare, ancora, come poi possano prendere forma nell’incontro col territorio; ciò anche quando tali intendimenti siano agiti in buona fede nella direzione di auspicabili prospettive di ritorno economico-lavorativo.

Ci si fermi, prima di far diventare “il caso” - incuranti di un ulteriore danno permanente alla città - la bandiera di un “Ritorno” non del Re Ruggero ma della Regina Simona; sotto il cui Manto protettivo (su cui si intravvede la mano di Gianfranco) si riabbracciano Roberto e Francesco per la gioia dei tanti Giusi, Giuseppe e quant’altro, della zona!

ritratto di Francesco Calabrese

..se arrivi e arrivate a

..se arrivi e arrivate a questo punto, allora c'è qualcosa che non funziona nel tuo e nel vostro filosofare, tanto in cultura, quanto in politica. Mi pare caro Pino che chi vive con l'incubo di qualcuno e di qualcosa finisce sempre per non muoversi, rimanendo immobile, schiacciato da questo "peso"...e Cefalù anche per colpa di questo incubo è immobile, schiacciata. E' arrivata l'ora di smetterla con questo modo di fare che induce sempre a non fare!! L'ultima considerazione figlia delle tue stesse libere divagazioni: in questo momento, come tu sai, una parte dell'opposizione dialoga a "braccetto", sopratutto, con il primo cittadino, ma allora è passata in maggioranza?
Io non lo penso e tu?
Cordialmente, Francesco Calabrese.

ritratto di Saro Di Paola

VERAMENTE DELUSO !

Caro Pino, nel ringraziarti per le tue continue citazioni, mi permetto di dirti che se, come tu hai scritto, fossi "convinto che l’aggiunta di questo “nuovo valore” possa da sè riscattare la miseria in cui versa quel luogo" non sarei "PIU' REALISTA DEL RE"!

Il fatto che tu, alludendo a me, abbia fatto ironia sulla mia "indifferenza" o "meglio sul mio sacerdozio" e sulle mie "suggestioni fantastico-poetiche"....... dice il resto e tutto.

E non certamente su quello che è il mio pensiero sulla "pietra al molo" e, neanche, su quella mancanza di sensibilità di cui ti stai sforzando di accreditarmi.
Ma, dice tutto, e ne sono VERAMENTE DELUSO, sul RISPETTO che, anche tu, hai PER CHI NON LA PENSA COME TE o meglio PER CHI NON HA UNA SENSIBILITA', IN TUTTO E PER TUTTO, UGUALE ALLA TUA!
Mai mi sarei aspettato di essere "SFOTTUTO" da te.

ritratto di Pino Lo Presti

Ho usato

tue espressioni verbali, e altro suggeritomi dal tuo essere "nella scena" per costruire un "personaggio tipo" emblematico di certa Cefalù.

Nel testo - su cui fai il tuo rileivo - non ho collegato tale personaggio in alcun modo - che fosse diretto, o esplicito - con te e la tua persona.

Mi dispiace che ti sia sentito offeso. Di tuo c'erano solo dei ghiotti spunti che ho "liberamente" collegato per costruire "un personaggio", una "mentalità" che, spero e credo, nullahanno a che fare con te!

Cio Saro

ritratto di Saro Di Paola

SOLO DELUSO

Caro Pino, se,anche, mi fossi sentito offeso nulla sarebbe cambiato nei nostri rapporti.
Le offese delle persone che non mi sono amiche le dimentico il giorno dopo...... figurati quelle delle persone amiche.
Ciao

ritratto di Francesco Calabrese

Credo che Cefalù,

Credo che Cefalù, continuando di questo passo, non si rialzerà mai! Cosa è successo dal 30 dicembre scorso ad oggi per arrivare a un così acceso "dibattito" mono-ideologico e poco rispettoso dell'idea diversa espressa dagli altri?
Proprio per la "memoria", mi permetto di riportare un passo significativo di un intervento di Pino Lo Presti dal titolo:

"Un fotomontaggio (approssimativo) della “Pietra della memoria” al Molo".

..."Cosa fare ora? Fare una battaglia di Princìpio a pochi giorni dall’inizio della installazione dell’Opera?
Credo che, a questo punto, sia più ragionevole valutarla ormai nella sua nuda verità, girarci intorno, guardarla in momenti diversi, lasciare che i nostri pensieri e le nostre sensazioni si formino serenamente.
Si capirà meglio se sentiremo di accettarla o meno.
Se non ci piace messa là, potremo poi con calma decidere dove altrimenti, se nasconderla persino o ritornarla al "donatore" che è la Regione Siciliana; già perchè non ne siamo noi i proprietari ma ci è stata "data" in "comodato d'uso".
Davvero non sò cosa dire in questo momento; in linea di principio non escludo aprioristicamente che una nuova “parola” passa essere inserita in un tessuto linguistico come quello rappresentato da un Centro Storico, fatte salve certe “procedure” di condivisione democratiche.
Queste procedure non sono state osservate. Basta questo per rinviare oggi a occhi chiusi l’Opera a Palermo?
Siamo, in fondo, in una condizione in cui si può soddisfare una curiosità a costo zero (non dovrebbe costare più niente oggi all’erario installarla, credo).
Vediamola ormai e riserviamoci di decidere, quando lo riterremo, a ragion veduta, nel merito dell’opera e delle relazioni fisiche, psicologiche e mentali che stabilirà con la città intorno".

ritratto di Giuseppe Aquia

Caro pino alla fine la tua

Caro pino alla fine la tua natura del non fare prevale sempre non si può continuamente bloccare tutto a cefalu'.Si deve solo trovare un punto d'incontro cosa che certe vostre idee non hanno mai avuto..ben venga la statua a cefalu' poi se decidono piazza marina!!!! pazienza per noi che non ci piace !!! l'importante che non si perda questa opera.

ritratto di Pino Lo Presti

Perchè "non fare"?

Ho detto che ciò che il "laboratorio" sta facendo con alcune forze locali non va bene?
Ho detto che la Statua deve esere buttata a mare?
Non ho suggerito alternative?
Non ho inoltre suggerito che ci sono molte cose da fare come ad esempio il recupero del decoro del fronte a mare della Marina e il restauro delle mura ...?

Capisco che può essere noioso leggere la quantità delle cose che scrivo ma se mi si vogliono fare delle osservazioni, ci si deve assumere l'obbligo - con tanta pazienza - di farlo per intero, prima.

Con amicizia.

ritratto di Giuseppe Aquia

Le tue risposte sono

Le tue risposte sono piu'chiare delle esternazioni grazie pino

ritratto di Saro Di Paola

"VEDIAMOLA ...... "

Caro Francesco,
L'HO GIA' SCRITTO
Non sarà una tragedia !
COMUNQUE !
LE TRAGEDIE DI CEFALU', ahinoi, SONO ALTRE!

Vediamo se cambierà "L'ESPRIT DEL MOLO",
vediamo se cambierà "LA SKY LINE DI CEFALU",
vediamo se sarà un "OLTRAGGIO",
vediamo se "ROMPERA' L'EQUILIBRIO DEL FROURION",
vediamo se "ALTERERA' IL PROFILO DEL MOLO CHE; CON I SUOI CARATTERI MEGALITICI, RICHIAMA ALLA MENTE LA GAFLUDI DI EDRISI",
vediamo se, "L'INSERIMENTO DI UN'OPERA CONTEMPORANEA IN UN LUOGO UNICO AL MONDO E' INOPPORTUNO",
vediamo se LA PIETRA DEL MITO ci farà sentire PIU' o meno FORTE IL FASCINO DEL MITO,
vediamo .......
vediamo .......
vediamo .......
"VEDIAMOLA ORMAI E RISERVIAMOCI DI DECIDERE"

ritratto di Pino Lo Presti

La novità è stata (rispondendo a Francesco)

che la possibiità di una sua eventuale traslocazione sia stata escusa per primo dall'assessore Patanella. Di fronte a qualcosa dunque che si pone come definitivo - rispetto alla quale poi non ci avrà più possibilità di tornare indietro - acquistano rilievo le ragioni della perplessità e, almeno per me, quelle della prudenza, e cioè di non compiere una passo che possa costituire un danno irreversibile.

Per quanto riguarda il dibattito mono-ideologico, non capisco cosa vuoi dire.
Quando parlo, parlo per me e a titolo del tutto personale (non vado a casa di nessuno ad alzare la voce; chi non vuole leggermi non è costretto a fare alcunchè); è chiaro che in quello che dico si può riscontrare una qualche coerenza che discende da idee o impostazioni culturali di base.
Anche in questo caso però - e la tua citazione lo dimostra - non ne sono stato "prigioniero" avendovi un approccio pregiudiziale. Solo quanto sopravvenuto (e per primo quanto ti ho ricordato) ma soprattutto l'ostinazione a non volere, da parte di altri, considerare una collocazione minimamente diversa, hanno portato il discorso a radicalizzarsi.

Queste mie ultime considerazioni (espresse nel lungo commento alla intervista), per quanto mi riguarda, sono quanto di più sereno e saggio si possa produrre.

Non vedo altrettanta serenità invece nel considerare le argomentate e ragionate osservazioni altrui, da parte dei fautori del piazzare la "bandiera" a tutti i costi sul K2.

A te, come ad altri che vi scoprite sensibili ai facili Miti, che non volete che siate privati almeno di quelli, ricordo che non avete fatto nulla perchè a questa città (e a quei luoghi della Marina in particolare) fosse conservata almeno la decenza e la dignità (vedi "La Barbarie").

Se poi la mie divagazioni politiche - che ti hanno chiamato in causa - resteranno solo oziose divagazioni, lo vedremo meglio in futuro. Se mi sarò sbagliato ti chiederò scusa e - credimi - ne sarò veramente felice!

nota: due elementi mi hanno inoltre indotto ad una posizione di maggiore prudenza: il primo il richiamo personale che l'Autore, Salvato, mi ha fatto dopo la pubblicazione di "Un montaggio approssimativo" (che ho realizzato con la sua diretta collaborazione) quando, a quel punto, è sorto il vespaio. Mi ha detto che è stata un male quella pubblicazione e mi ha diffidato dal produrre altri fotomontaggi della sua Opera, mostrando così di perseguire solo il proprio obbiettivo e poco quello della informazione e di una vera presa di consapevolezza da parte della città.
Il secondo elemento è stato lo scoprire che il tanto declamato "Progetto" che sarebbe stato dietro l'Opera, di fatto non c'è se non - come si evince dalla intervista - nella testa dei soci fondatori del "Laboratorio".
Tutta l'operazione non ha brillato, sin dal suo nascere, di trasparenza e partecipazione, la sua stessa svolta conclusiva di Natale (vedi intervista pubblicata il 27 dicembre) è stata del tutto improvvisa e determinata solo dalla volontà della dott.sa Agozzino e del prof. Salvato (almeno così sembra di capire dalle loro parole).

ritratto di Giovanni Biondo

Si tratta di Arte!

Si tratta di Arte.

Ho deciso di intervenire ancora su questa questione per contrastare l'idea che scrivono soltanto quelli che rifiutano la statua al molo e per ringraziare Francesco , Saro , Franco e Mauro per le loro parole "controcorrente".
Ricordo agli oppositori che qui si sta trattando di arte e non di costruzioni o palazzi o nuove attività che inseguono meri fini commerciali. Quelli si che sanno inquinare, deturpare, distruggere.
Ma qui si parla solo di Arte.
La più importante espressione del nostro animo, la più antica e preziosa risorsa dell'uomo,
l' espressione più alta della libertà di ognuno.
Come possiamo chiedere ad un artista di non esporre la propria opera?
Come si puo pensare di imporgli di andarla a nascondere o mimetizzarla per non farla vedere?
Di portarla in un luogo dove si veda di meno, dove si confonda con tutto il resto,dove se ne stia nascosta, in periferia, lontano...
L'opera vive solo per essere esposta e cerca una relazione con i tanti occhi che la guardano.
Gli artisti sono persone fragili e meravigliose che ci permettono ancora di sognare e di intravedere possibilità di armonie e sintesi a livelli più alti.
La loro è merce sempre più rara , preziosa.
Adesso, accade che ci venga offerta una nuova opportunità: un artista passa e lascia cadere un bricciolo della sua creatività, una libera interpretazione di una meravigliosa storia popolare che da settecento anni parla di lotta e di amore , di sacrificio e di ricompensa. La leggenda che viene da così lontano, viaggia sulle onde tempestose del mare, e sono i nostri avi che ci ricordano di non disperare, di credere nelle nostre capacità, anche nelle situazioni più difficili.
E questa statua di Salvato che cosa è se non lo sbarco di Ruggiero?
E quale artista, regista, poeta ,scrittore, volendo trattare o rappresentare lo sbarco di Ruggiero, troverebbe un posto diverso dal molo per farlo?
In quale altro posto di Cefalù avrebbe senso proporlo?
E poi, ma veramente abbiamo paura dell'Arte? L'arte che è confronto, scambio, interazione, dialogo, arricchimento, crescita!
L'Arte che è un motivo per cui la gente viaggia, si sposta , visita, gira, attraversa nazioni e continenti.
La statua al molo, al minimo varrà un viaggio a Cefalù! Come lo varrebbe, del resto, il portone di Pomodoro.
Nel nostro molo c'è spazio anche per questa statua, che racconta di viaggi e di avventure antiche. Come di viaggi e avventure parlano i nostri pescatori!
Si proprio al molo la finestra aperta, l'avanposto strategico del centro storico della nostra Città, che vuole essere sempre di più ricca, scoperta e visitata.Vivace, viva, vissuta, aperta, contemporanea.

ritratto di Gianfranco D Anna

Non credo proprio che Pino sia per il "non fare"

In questi quasi due mesi di discussione viso a viso, di inteventi e commenti su l'altra Cefalù, Pino col suo girovagare avrà anche avuto qualche giramento di testa ma ha anche visto, sentito e, soprattutto, scritto tante cose, tanti nuovi elementi che hanno potuto far maturare - e guai se così non fosse - le sue e le nostre idee in merito alla "Pietra della Memoria" ed alla sua collocazione, al Laboratorio Federiciano ed al Progetto Cefalù Città di Ruggiero.
A prescindere dalle decisioni che verranno prese, voglio pubblicamente ringraziare l'instancabile Pino per il suo prezioso operato.

ritratto di Leonardo Mento

FRANCAMENTE NON CREDO

che la questione sia se amiamo o non amiamo l'ARTE ma il rapporto naturale esistente fra l'ARTE nel caso specifico "La pietra della memoria" ed i luoghi,le leggende, le vicende del nostro passato, i nostri ricordi, la storia ma anche il nostro futuro. In definitiva quale "è" il proggetto complessivo di questa operazione? Se si voleva ricordare lo sbarco di Ruggero II bastava una targa. La statua a me piace ma non possiamo ridurre il tutto a "dove la mettiamo". Concordo con Lo Presti quando afferma:
"La “individuazione del luogo” non può non discendere da una maturata visione generale, elaborata ai più alti livelli, di un “Progetto-Cefalù” che veda nel recupero della sua identità storica, quindi anche Ruggeriana, il suo punto di forza."
Caro Saro Di Paola volte fatico a seguire Lo Presti, ma non è per colpa sua, "ma pirchi è cifalutano ca scorcia".