Intervento al Consiglio Comunale del 29.12.2009 (Mozione di sfiducia al sindaco Guercio)

ritratto di Antonio Franco

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Ecco il testo del mio intervento durante la discussione sulla Mozione di sfiducia al sindaco Guercio:
"Grazie sig. Presidente,
colleghi Consiglieri,
sig. Sindaco e suoi Assessori,
per esemplificare nel modo più efficace le motivazioni ideali che mi hanno condotto ad essere uno dei promotori della mozione di sfiducia stasera in discussione – a mio giudizio – si può fare opportuno riferimento alla manifestazione di ieri sera, impropriamente definita “inaugurazione” del restaurato Teatro comunale “S. Cicero”. La serata di ieri, infatti, avrebbe dovuto avere, secondo me, come protagonisti proprio quelli che sono stati relegati al ruolo di comparse, e viceversa: i cittadini, che avrebbero dovuto idealmente riprendere possesso del loro Bene con delle giornate di visita e di spiegazione del Teatro preventive all’Evento inaugurale, senza volgari e privatistiche premesse che ne hanno svuotato l’attesa emozionale negando l’onore della prima non già ai soliti presunti illustri ma a Chi, onore di Cefalù, quel teatro è intestato; mera comparsa s’è voluta, così, la famiglia Cicero che avrebbe meritato di essere più coinvolta, di ascoltare la musica cara al suo e nostro Salvatore, di premiare chi quel teatro ha descritto e fatto amare negli anni della chiusura (p.e. i proff. Portera e Saja), chi lo ha restaurato e magari qualche giovane locale di talento; già, i giovani io l’immaginavo protagonisti, coinvolgendo le molte associazioni musicali che tanto alta opera formativa attuano e chiedendo loro una qualificata rappresentanza. Allora sì che personalmente (ma non io solo) avrei avvertito il senso dell’Evento, non la solita parata di invitati con le vere e presunte autorità, politici amici e amici degli amici, funzionari del Palazzo con consorti e amici al seguito, lacchè e prezzemolini che hanno trasmesso l’idea non di una bramata mondanità ma di una pretenziosità provincialotta, per taluni un po’ burina, in cui l’elegante voce fuori campo, indiscussa protagonista rimessa sulla ribalta dal sindaco Guercio è stata la fatina buona in dorato esilio romano, Simona Vicari, che ha benedetto i presenti e magnificato le proprie virtù eroiche solo – dico io – per aver fatto non più del suo dovere di sindaco.
Lei mi sta per dire, presidente, di attenermi al tema all’o.d.g. è io le assicuro che quanto ho detto è già in tema: il sindaco che vi invito a sfiduciare, colleghi consiglieri, deve tornare a dedicarsi del tutto alla sua meritoria professione proprio perché ha scambiato i protagonisti per comparse, non ha saputo gestire le potenzialità di questa Città né attingere al patrimonio di risorse umane locali, non ha attuato la tanto sbandierata discontinuità amministrativa con il precedente governo della Città ma anzi ha ridato la ribalta a Chi ci ha lasciato circa 1000 euro di debiti a testa, dai neonati ai morenti!
Lei sindaco Guercio, in ogni suo atto amministrativo ha dimostrato la sua distanza abissale dalla Città reale, dai suoi problemi, dalle sue attese e speranze: questa Città che stasera vede ampiamente rappresentata le aveva chiesto, con un vasto consenso, di farla risentire protagonista dopo anni in cui pochi avevano trovato ascolto e protezione dal Sindaco a danno dei molti che ne hanno pagato i guadagni e gli sprechi; abbiamo dovuto incalzarla ogni giorno, come opposizione, perché portasse a conoscenza del consiglio il “marasma contabile” (come lo chiama la relazione Vallante) e l’infinito calvario di debiti fuori bilancio e di sperperi su cui aveva promesso d’informare la Città tutta! Altro che protagonisti … i cittadini sono stati le fuggevoli comparse della sua campagna elettorale: poi li ha disconosciuti e disprezzati in ogni loro problema, dalla soppressione del personale della stazione ferroviaria al caos del mercato settimanale, dalle gravi emergenze di S. Ambrogio al tormento delle strisce blu, dal notevole aumento delle tariffe idriche, senza alcun impegno sulle opere da realizzare a seguito della privatizzazione dell’acqua (che il Consiglio comunale all’unanimità e migliaia di cittadini avevano bocciato), all’aumento della TARSU con un servizio di fatto dimezzato e limitato nella fondamentale raccolta differenziata; dal disagio giovanile sempre più allarmante alla fuga dei nostri giovani con sempre minori prospettive di lavoro che non sia sfruttamento illegale delle loro energie fisiche ed intellettive, dalla perenne confusione del nostro traffico fino all’ultima gaffe del Teatro comunale, inaugurato ad uso e consumo dei signorotti del S. Raffaele e reinaugurato per il sollazzo degli altri, molti e vari, signorotti di Città, Provincia e Regione; sì, signorotti che aspirano ad essere suoi padroni, perché Lei, sindaco, è politicamente ambizioso e, come affermava Jean de La Bruyère, “lo schiavo ha un solo padrone, l'ambizioso ne ha tanti quante sono le persone utili alla sua fortuna”. E lei cerca di ingraziarseli in ogni modo: funzionari e imprenditori, sceicchi o tamarri, politici di alto o basso rango che siano.
A tale ambizione, però, non corrisponde, sindaco Guercio, la fattività: lei ha continuato a porsi dietro il paravento dei milioni di debiti ereditati, prima dicendo che era colpa della Vicari e poi che essi risalgono a fantomatici guai giudiziari degli anni ’70, che purtroppo abbiamo dovuto davvero pagare come cittadini, ma che hanno lasciato il posto ad altri a cui lei stesso ha contribuito essendo stato assessore, e influente assessore, nel più recente periodo di formazione dell’imponente deficit. Poi, quando è stato a corto di argomenti, ha iniziato ad attaccare in modo farneticante coloro che le hanno legittimamente fatto opposizione: ha detto che l’opposizione non serviva a niente, non sapeva che chiacchierare a vanvera e non proponeva mai nulla (ma tutti sanno che le uniche discussioni costruttive in questa Sede e nella Città le ha proposte l’opposizione, più volte pubblicamente lodata anche da suoi assessori), con qualcuno è arrivato agli insulti e quasi alle mani qui in Consiglio; poi ha fatto riferimento alla necessità di manifestare un Progetto alternativo alla sua sindaca tura prima di mandarlo a casa: ma di cosa parla? La Mozione di sfiducia non rientra nel meccanismo della “sfiducia costruttiva”: non si deve trovare una nuova maggioranza in Consiglio comunale ma porre fine a questa sindaca tura che si giudica inerte e dannosa alla Città! Poi – umile discepolo di un cotanto esempio di altissimo profilo – è giunto ad accusare me e il consigliere Lapunzina, forse il PD tutto, di essere seminatori di odio mentre Lei, insieme a Berlusconi, Bondi, Cicciolina e la buonanima di Moana Pozzi, si è iscritto al Partito dell’Amore, qui a Cefalù da lui portato in scena, come “radio-”, non “cine-panettone” di Natale domenica scorsa su CRM.
Altro che sciocchezze sull’amore e sull’odio, categorie concettuali fuorvianti rispetto alle sue responsabilità di governo: a lei spetta amministrare, non valutare se è odiato o amato, amministrare anche osteggiato e criticato se deve tutelare gli interessi comuni, rispondere ai bisogni dei più deboli … l’amore lo lasci ai suoi affetti privati: persino i grandi maestri del Bene (mica noi meschini cattivi maestri), da M.L. King a Gandhi, dal Buddha a Gesù Cristo non si sono mai preoccupati o lamentati di non essere amati, ma anzi spesso hanno affermato che la loro azione, rivoluzionaria e di stimolo per le coscienze, sarebbe stata causa di incomprensioni, divisioni, conflitti: “non sono venuto a portare la pace ma una spada” (Mt 10,34). Le sue affermazioni sopra le righe nascondono, invece, l’imbarazzo di chi non ha fatto ciò che aveva promesso: lei era stato eletto per amministrare (non noi) e lei doveva dimostrare quel forte impegno e quelle capacità che aveva dichiarato ai suoi elettori … glielo ripeto: l’amore, anche quello per la sua, mia, nostra Città lo lasci stare, per favore, non c’entra nulla con il suo fallimento!
Già fallimento, sindaco, un fallimento, mi avvio a concludere sig. presidente, che lei stesso ha pubblicamente ammesso e che si deduce dal continuo susseguirsi di crisi politiche (una addirittura durata mesi e mesi) in grado di modificare i nomi della giunta, passando dalla giunta “alpinista” al di sopra di tutto a quella “evangelica” degli “uomini di buona volontà” a quella “giacobina” degli “uomini liberi” a quella “ospedaliera” di salute pubblica, fino al non plus ultra della bizzarria attuale, ma mai lo stato paludoso delle cose, una palude nella quale ha lasciato immersa la Città, dal punto di vista politico, economico, sociale e culturale … due anni e mezzo di periodo buio come la Via Roma, e come altre strade di Cefalù, nei giorni ordinari, ma specialmente qualche sabato sera!
Il suo fallimento è stato sancito in questo Consiglio comunale, che due anni e mezzo fa, iniziava il suo iter con 13 consiglieri di maggioranza, garanzia assoluta per la sua amministrazione: cosa mai avrebbe potuto fare un’opposizione sparuta, divisa? Noi del PD coerentemente distinti e distanti dal suo progetto, tanto quanto distinti e distanti dal PdL (oggi lealista) che per TUTTI questi due anni e mezzo si è detto estraneo alla sua amministrazione e, tranne qualche occasionale ammiccamento, si è professato all’opposizione, avendo avuto del resto i voti su altri candidati opposti a Guercio.
Stasera, quindi, perduta la sua maggioranza, tranne qualche ultradevoto di sempre, il Consiglio comunale la dovrebbe sfiduciare, perché molti di quelli che l’hanno sostenuta hanno ora firmato la mozione di sfiducia, altri hanno pubblicamente dichiarato che la voteranno perché ritengono finita quest’esperienza amministrativa, le opposizioni dovrebbero fare il compito delle opposizioni per cui sono state elette e, quindi, a seguito di tutto un percorso politico che neppure riassumo perché e già notorio persino ai non esperti della politica locale, non dovrei neppure far appelli al voto di sfiducia. Dico “non dovrei” perché poi, come ho già dichiarato a Cefalùnews, io sono per carattere diffidente sulla natura umana, che giudico di norma troppo volubile di fronte alle attrazioni materiali e poco incline alla spontanea, disinteressata ricerca del Bene comune: penso, però, che con questi occhi dei cittadini di Cefalù puntati addosso, di costoro che vivono crisi economica, disagio sociale e degrado della città, recentemente aggravata dalla critica situazione della SicilFIAT e del suo indotto, che colpisce anche molte famiglie di Cefalù (e lei non si è speso affatto per codesti cittadini), nessuno di noi vorrà pensare all’interesse politico personale o di parte e assumersi gravi responsabilità d’instradare la Città, con soluzioni pasticciate o di mero galleggiamento, verso altri mesi (o anni) di ricatti politici, di ambiguità e mediazioni che rendono paralitica e inerte la pubblica amministrazione; è pensabile che chi amministra, pur di sopravvivere alla sfiducia, si sia cercato di garantire con qualche sostegno e lo dicono le voci su promesse di giri sulla giostra da assessori per questo o quello che sia gradito agli interessi di questi o quegl’altri, sarà stato promesso o già dato qualche incarico professionale formalmente in regola ma stranamente ad hoc per tempismo politico.
Colleghi consiglieri, questa sera è nel palinsesto RAI un film di grande interesse e significato: “L’attimo fuggente”, che insegna quanto valore abbia impiegare il tempo in ciò che fa crescere e rendere fruttuose le nostre passioni e il nostro intelletto (direbbe il sommo Dante “il perder tempo a chi più sa più spiace”). Anch’io, dunque, vorrei far risuonare in quest’aula il mio carpe diem perché il Consiglio comunale di Cefalù, stasera, colga l’occasione privilegiata per chiudere questa negativa esperienza amministrativa con l’approvazione della mozione di sfiducia, lo ripeto non per un’azione ad personam contro il dott. Guercio, ma per dimostrare che questa Città ha l’Istituzione in grado di poter ovviare – con un atto di alta responsabilità – al fallimento di un’esperienza amministrativa, ad una grave stasi progettuale e al pericoloso innestarsi di spinte ad usare il sindaco come paravento al dominio di gruppi di potere e affaristici che vorrebbero mantenerlo al suo posto per mera forma allo scopo di realizzare gli intenti di pochi, il profitto di oligarchie sempre in danno al Bene comune.
E’ anche a lei, sindaco, che pensiamo quanti, come me, voteremo SI’ alla mozione di sfiducia nei suoi confronti: per non renderla un sindaco-marionetta, un infante sotto tutela di pochi furbi.
Ai consiglieri che credono esista ancora il coraggio di affermare la loro libertà e la loro dignità politica e rappresentativa è richiesto un atto storico, cioè quello di fungere da anticorpi alle attuali decadenza e paralisi politico-amministrative di Cefalù.
Grazie ai cittadini presenti e in ascolto, grazie ai colleghi consiglieri, grazie a lei sig. presidente".