Lettera aperta ai consiglieri comunali e a M. Caliò
16 Febbraio 2011, 09:06 - Pino Lo Presti [suoi interventi e commenti]
|
Pensate che Tornatore avrebbe girato quelle scene del “... Paradiso” se ci fosse stato, in quel preciso posto ciò che a “valorizzazione” di quei luoghi, e non solo, si vorrebbe mettere?
Quale delle due Promozioni pensate possa risultare migliore nel tempo?
Sono quei luoghi che verrebbero ad essere valorizzati da quell’Opera o l’Opera da quei luoghi?
Se ragioniamo dal punto di vista dell’Artista, certamente quei luoghi sono quelli ideali come “locationn” per la sua Opera, ma noi abbiamo l’obbligo - nei confronti di chi viene a visitare Cefalù e di chi a Cefalù, dopo di noi, nascerà - di lasciare intatta quella grande miniera di ricchezze che lo stesso dott. Aurelio Pes ha indicato nella nostra storia e nel nostro patrimonio naturale, nella cultura del bello che chi ha abitato questi luoghi prima di noi ci ha tramandato.
Oggi, dobbiamo distinguere tra la giusta indicazione ad attingere alla nostra identità storica per trarne una linea di prodotti artistici, spettacolari, artigianali che, - nel contempo promuovendola - creino lavoro ed economia, e l’ Opera che oggi ci viene proposta.
Ben vengano, all’interno di quel percorso di recupero e di rivisitazione del nostro passato (che è anche bene ricordare ha almeno altri 15 secoli di storia prima di Ruggero), progetti come “L’Anno Ruggeriano” o “Cefalù - Città di Ruggero” o altri ancora (ricordo nel ’94, G. Biondo ma non solo).
E’ sempre più necessario ed urgente lavorare alla individuazione della “identità” (in termini culturali, paesagistici, urbanistico-architettonici, etc...) della nostra terra al fine di - (non ce lo scordiamo mai) intanto difenderla - e quindi poi promuoverla e valorizzarla nella prospettiva di una economia turistica, convinti non solo del suo intrinseco valore ma - come spiegato dallo stesso prof. Frisella - perchè la specificità del territorio e dei suoi prodotti (a partire da quelli alimentari) è l’unica carta vincente nell’attuale universale processo di “indifferenziazione” del mondo globalizzato.
E’ all’interno di quello che potremmo chiamare un “PRG culturale e quindi poi turistico” che ogni singolo intervento acquisterà valore, senso e capacità propulsiva; non è da un’ Opera - per quanto valida - che può nascere e reggersi un Progetto di sufficiente ampiezza.
Occorre una forza che nasca da una reale e ben più profonda disposizione della Città e di chi la amministra e guida di quanto possa averne un’opera d’arte pur se magnifica e un “progetto”, costruitole su misura attorno - all’interno del quale solo essa acquisterebbe senso -, ma che al momento è fatto solo delle buone ma vaghe intenzioni dei suoi autori.
Nè vale a sostegno la risposta entusiastica e generosa di tante nostre associazioni, artisti ed artigiani manifestatasi nella costruzione dei tre giorni celebrativi della inaugurazione dell’Opera; questa positiva risposta vale piuttosto a dire quanta disponibilità di passione, quanta ricchezza di idee e capacità chiedono di essere messe a profitto nella nostra Città!
Un progetto valido e di lungo respiro non c’è e non sarà certo l’Opera a sostituirlo o ad esserne il perno o il motore propulsore.
Certo bisogna incominciare; ma a bene pensare e riflettere non certo con l’ipotecare ciò che poi potremmo scoprire di aver così affrettatamente compromesso.
Dovremmo avere sufficiente esperienza di cosa significa non avere un PRG che coordini le singole iniziative edilizie per pensare che anche nel campo culturale-turistico si possa procedere in sua assenza, soltanto attraverso singole iniziative individuali, sotto la spinta del “intanto fare qualcosa”.
Il nostro territorio è stato distrutto da questa logica, stiamo attenti a non applicarla anche all’ultima cosa che ci rimane: il nostro Centro Storico!
Se la nostra ricchezza era la nostra Natura e la nostra Storia, la prima la abbiamo già distrutta (a partire dai nostri “giardini” o le “vie dei Mulini”, gli uliveti, a finire, più in generale - alla nostra agricoltura con la sua “cultura” e le sue tipicità); non facciano lo stesso errore con la nostra Storia ed il suo corpo costituito dal nostro Centro Storico-Cattedrale e dalla nostra Rocca.
Se davvero si ama Cefalù e la sua storia, e la si vuole valorizzare per farla diventare occasione anche di lavoro qualificato per “clienti” qualificati, intanto se ne abbia più rispetto stabilendo il giusto rapporto di valore tra Verità e Leggende, poi si cominci finalmente a rispettarne il “corpo”.
Chi ha mai, ad esempio, controllato, durante i lavori di ristrutturazione interni alle case del Centro Storico, il rispetto delle pre-esistenze di valore, appunto, storico?
Basta, distrarre gli occhi dalle vetrine e dai menu dei ristoranti delle vie del Centro per vederne il degrado dei valori architettonici esterni e paesaggistici!
Se si è veramente onesti, se non si è solo interessati ad andare appresso alle singole opportunistiche occasioni, se non si vuole fare un uso pretestuoso dell’idea di “valorizzazione”, si cominci intanto col riportare alla loro giusta dignità le “pietre” della storia del nostro Centro storico ed i suoi ambienti, facendo sparire la spazzatura di cui li abbiamo coperti e poi procedendo ad un loro opportuno restauro.
La “Marina” è anche “pietre” (mura, archi) ma è soprattutto un “ambiente” carico di suggestioni per il rapporto che in esso si stabilisce tra la città ed il mare. E’ un luogo usato e vissuto dai cefaludesi anche per alcune loro manifestazioni tradizionali più care: la prima - storica - è quella della “a ‘ntinna a mari”, la seconda - di più recente acquisizione - quella della “Sagra del pesce azzurro”.
“Valorizzare” un ambiente storico-antropologico-architettonico-urbanistico dovrebbe essere difesa della sua “naturalezza”, e quindi dell’uso tradizionale antropico che se ne fa, oltre che difesa della “unicità” e della integrità dei suoi rapporti volumetrici e spaziali.
Difendere l’Ambiente non può ridursi soltanto ad una promozione delle lampade Led e dei Pannelli solari.
Il problema nostro è, giustamente, chi dovrebbe mettere sù questo “tavolo” di studiosi ed esperti e supportarlo - anche economicamente - per il tempo necessario a produrre questa specie di PRG, in primo luogo, culturale e, quindi poi, turistico della città?
Le Amministrazioni che abbiamo conosciuto di che cosa si sono dimostrate capaci piuttosto?
Questa, poi - che eccelle per la assoluta assenza di progettualità in ogni campo - non ha neanche un assessore alla Cultura. Badate bene!
Cefalù, “Città di Cultura”, che dovrebbe indirizzare il proprio sviluppo nella direzione di un turismo culturale, non ha un assessore alla Cultura se non, solo il suo prestigioso nome e qualche pregevole concerto di splendida musica.
La Cultura nella nostra città si è ridotta ad essere solo uno “specchietto per le allodole”
Il posto dell’Opera moderna è nella città moderna, meglio al confine tra la nuova e la vecchia, in una delle due porte “a mare” alle cui soglie si veda la Cattedrale.
La piazza C. Colombo è ideale; tra l’altro, sarebbe meno esposta alla sferza del mare, e avrebbe modo meglio di essere apprezzata per il suo richiamo turistico.
- Accedi per inviare commenti.
GIRIAMO LA DOMANDA A TORNATORE
Caro Pino,
se volessi commentare per intero il tuo intervento sarei "lunghissimo".
Forse "più lungo" di quanto tu, a ragione, sei stato.
Mi limiterò, soltanto, a suggerirti di GIRARE LA DOMANDA con la quale hai esordito al nostro concittadino onorario Giuseppe TORNATORE.
La risposta che chiunque altro dovesse dare sarebbe espressione di una EMOTIVITA' certamente diversa da quella che ha ispirato il regista a scegliere il nostro molo, con lo sfondo della nostra marina, "arena .... di Paradiso" del suo capolavoro cinematografico.
Gentile Lo Presti
Condivido la sua "lettera aperta".Sono fra quelli che hanno perplessità sul posizionamento dell'opera di cui trattasi, sulla banchina del "molo". Fra le località possibili del posizionamento dell'opera dentro le mura, avrei preferito il "Bastione" o "Capo Marchiafava". Fra quelle fuori le mura la zona di S. Antonio -zona Faro - posizionata sul belvedere adiacente la chiesa. Il posizionamento dell'opera in questi due "promontori" rivolta verso il mare a "difesa" della città di "Cifalù".
Da Mauro Caliò
Caro Pino, ti ringrazio per avermi coinvolto nella tua lettera aperta, probabilmente perchè hai avuto modo di sentire la mia opinione favorevole sul posizionamento della statua. Cercherò di esprimere il mio pensiero, sperando di non lasciare intoccati tutti gli aspetti che hai affrontato.
Concordo pienamente con quanto dici sul progetto "Cefalù città di Ruggiero" e soprattutto sul fatto che potrebbe essere un progetto di ampio respiro per il quale servono idee ed energie, che non può nascere solo sulla scia della collocazione della statua. Potrebbe però essere veramente un'occasione per riflettere su una nostra identità e smetterla di vendere solo ceramiche di Santo Stefano e targhe metalliche che riproducono i tariffari delle case chiuse o le frasi celebri di Mussolini.
Rimanendo sul tema della statua, ho sempre pensato, anche in altre occasioni, che la storia di un luogo sia frutto di tutto l'insieme di accadimenti che lo hanno interessato, compresi quelli dell'uomo, in relazione a quello che è il suo spirito, il "Genius Loci". Cefalù è un tesoro perchè svariate culture vi hanno apportato il loro contributo, stratificandosi sul territorio; se la sua conformazione è questa è dovuto al fatto che sulle strade romane sono state costruite altre strade, che la rocca è stata utilizzata come cava, che qualcuno ha pensato di andarci a costruire un tempio, e così via. Ruggiero ha costruito la cattedrale, qualcuno ci ha aggiunto i mosaici e poi un portale ed un sagrato. E così Cefalù è giunta a noi.
Perchè fermare questo corso della storia? Forse perchè riconosciamo di non essere all'altezza dei nostri avi; forse perchè il cemento armato non è stata una bella invenzione..
Se però riconosciamo che un gesto d'arte come quello della pietra della memoria ha un valore, perchè spaventarci di collocarlo in un luogo che ha già visto scorrere millenni di storia? Probabilmente con il passare degli anni la statua diventerebbe parte del luogo, una figura amica che magari durante una giornata di maestrale potrebbe ispira anche un senso di serenità e protezione per la città.
Per questo non sono d'accordo con Consolo e con la Maraini; perchè non credo che la storia possa essere congelata, ma sia in continua evoluzione.
Se invece a tale opera non riconoscessimo valore il problema non dovrebbe essere dove collocarla bensì se collocarla. Per quanto riguarda la domanda se Tornatore ci avrebbe girato lo stesso un film, nessuno se l'è fatta quando sono stati montati i due pali di illuminazione artistica (ben più alti della statua) o quando si è scelto il marmo per rivestire la cappelletta del molo; comunque ricordo che quando si è girato il film si sono fatti numerosi interventi per mascherare insegne troppo moderne, condizionatori, e così via; quindi sono convinto che se ci fosse già stata la statua, un regista in gamba come lui avrebbe trovato sicuramente un modo per mascherarla.
Alla fine non so se si riuscirà a collocarla e se ci si riuscirà probabilmente il molo sarà comunque più longevo e l'avrà vinta; il dibattito che però quest'opera può aprire è in realtà molto più ampio.
I beni monumentali della nostra città versano in un profondo stato di degrado; il vecchio municipio, il nuovo municipio, la corte delle stelle, il bastione, porta pescara, il mercato ittico, la villa comunale, ma anche tutte le chiese e conventi sparsi per le vie del centro, a volte pericolanti e transennati da mesi, le strade di acciottolato sfregiate da interventi molto grossolani di manutenzione, portali in pietra attorniati di cavi elettrici e tubi del metano.
Queste cose però le sopportiamo quotidianamente, con un'Amministrazione complice che cosente questa continua violenza senza un minimo cenno. A volte penso addirittura che non esistano, tutti evidentemente troppo impegnati a curare le loro attività.
Per concludere, non so se Ruggiero ci sarà ad assisterci dal molo, ma di lavoro da fare ne abbiamo davvero tanto. Ed io spero di poter fare la mia parte.
Mauro Caliò
pietra della memoria e altro
Credo anche io nella imperativa necessità di un "Piano Regolatore " per lo sviluppo culturale,senza il quale sporadiche manifestazioni possono soltanto servire a sodisfare l'ego di questa o quella persona.
In merito all’ipotesi di Piazza C. Colombo
Premesso che trovo assurdo che prima si commissioni ad un artista un’opera – nello specifico al Maestro Salvato la “Pietra della Memoria”, ma il mio ragionamento vale in generale - indicandogli, oltre al tema, anche un luogo ben preciso e poi, dopo che lo scultore l’ha concepita e creata in funzione di quel luogo, dei possibili punti di vista e del fondale che essa avrà, dopo che, quindi, il Maestro Salvato ha posizionato Ruggiero II e Gesù Salvatore ed orientato i loro visi in funzione della collocazione degli elementi – il mare, simbolo del naufragio scampato, e la spiaggia e la cittadina, simbolo della salvezza trovata – che interagiscono con la scultura, si decida che il Molo non vada più bene e si comincino a proporre, con superficialità, alternative varie, senza neanche sentire il parere dello scultore;
premesso che, nella sua immagine-forma attuale, trovo Piazza Cristoforo Colombo un luogo-spazio assolutamente mortificante per l’artista ma, soprattutto, indegno per Ruggiero II ed il Gesù Salvatore e quindi occorrerebbe riprogettare la piazza in modo da dare una collocazione “corretta” alla scultura, con tempi non certamente prevedibili ma sicuramente non brevi, stante le difficoltà incontrate a suo tempo dall’Ex Assessore Manzo semplicemente per «uno scavo di un metro per un metro per porre le fondamenta che avrebbero dovuto sorreggere la statua» (http://www.cefalunews.tv/000/index_lettere.asp?id=22255);
ipotizziamo che si decida di collocare la “Pietra della Memoria” proprio in questa piazza;
mi chiedo, e immagino che molti turisti si chiederanno, cosa ci faccia una statua dedicata a Ruggiero II in una piazza intitolata a Cristoforo Colombo?
Voglio, allora, proporre due soluzioni:
1 - Cambiamo nome alla piazza “dimenticandoci” di una figura altrettanto importante ma meno vicina alla nostra storia – dei due l’uno, insomma!
2 – Dividiamo equamente la piazza in due e commissioniamo al Maestro Salvato una scultura per ricordare la figura di Colombo rinominando la piazza in «Piazza “Navigatori”… per caso», del resto Ruggiero II – secondo la leggenda - era diretto a Palermo e non a Cefalù, e Colombo voleva raggiungere le Indie e sbarcò in America
E del chioscetto cosa ne facciamo?
Non credo che, come sostiene l’Ex Assessore Manzo, il proprietario possa essere “onorato di avere come vicino di casa addirittura un regnante.”, ma, soprattutto, non trovo felice – per non dire altro - l’accostamento di Ruggiero II e di Gesù Salvatore al chiosco, di contro immagino che, qualora il Comune riuscisse a far togliere il chiosco, o ci troveremmo di fronte ad un nuovo debito fuori bilancio per la causa sicuramente intentata dal proprietario contro il Cefalù e puntualmente persa o ci troveremmo un nuovo chiosco in un’altra piazza.
P.S. Scusate il tono “leggero” dei miei ultimi interventi (http://www.laltracefalu.it/node/3789#comment-2314) ma, al di là degli interventi della Maraini, di Consolo e di Tullio - rispettabili anche se sostanzialmente non li condivido -, mi sembra che ci troviamo in un’impasse dalla quale speriamo che il Consiglio Comunale possa, almeno, indicare come uscire.