Sul “Convegno” e dintorni, del 11 all’Istituto d’Arte - “Ruggero il Passato e il Presente”

ritratto di Pino Lo Presti

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Un Convegno-Promozione poco utile alla questio: dove collocarla?

Tutto si può dire del buon Patanella tranne che non sia coerente nel portare avanti una idea o che non sia disponibile all’ascolto ed aperto al dialogo; questo va detto.

Premessa.

Per quanto nell’iter che ha visto nascere la Pietra della Memoria - come progetto nel 2003 -, conclusosi con l’arrivo, il 22/23 dicembre scorso, dell’Opera a Cefalù, lui sembri entrarci direttamente poco, tuttavia il primo ed unico politico che in questa sindacatura abbia parlato di un progetto turistico per Cefalù che abbia come perno la figura di Ruggero è stato lui sin dai primi giorni del suo insediamento.

Fu proprio in occasione di una intervista dell’ 11 dicembre 2009 (https://www.qualecefalu.it/lac/node/248) che l’allora neo-assessore espose la sua intenzione di promuovere un “Anno Ruggeriano” , e che - almeno io - personalmente appresi della esistenza di una “statua di Ruggero” già realizzata e che giaceva in qualche magazzino di Palermo.

Non è chiaro come lui stesso ne apprese l’esistenza: (dalla stessa intervista): L’idea di Aurelio Pes nasce da una considerazione: “Non c’è mai stata a Cefalù una statua di Ruggero II°: “C’è quel molo, perché non la mettiamo lì”?
Mi chiama l’avvocato Punzi (padre), con il quale ho avuto un incontro alla Auser (...): “Devo darle una notizia meravigliosa: c’è la statua di Ruggero II°; l’ha fatta il maestro Salvato, e si trova a casa sua perché non ci sono € 15.000 per fare il basamento da collocare proprio lì al Molo, dove diceva lei”!
A questo punto, anziché per il concorso di idee per la statua, impegneremo le risorse per fare il piedistallo della statua che è già stata pagata, realizzata (‘06/07) e che non aspetta altro che fare spazio nello studio dell’artista. Naturalmente questo è stato inserito nel Progetto che si sta elaborando e che sarà presentato a febbraio...

Il Dott. Aurelio Pes, da funzionario regionale, è da notare, è lo stesso che ha firmato il “parere di congruità” dell’Opera (ai fini dell’ottenimento del finanziamento) già il 27 maggio 2004 (documento riportato in: https://www.qualecefalu.it/lac/node/3404).

Del Progetto così parlò l’assessore Patanella: “Per ... l’Anno di Ruggero, (il cui progetto che stiamo scrivendo, grazie alla collaborazione del professore Aurelio Pes, di Confindustria Sicilia, il consorzio Medi-europe - che ci assiste sotto il profilo tecnico) immaginiamo un percorso da sottoporre a Bruxelles - per la sua approvazione -, che, partendo dalla riproposizione dei luoghi di Ruggero II°, (...) coinvolga l’Istituto d’arte in laboratori teatrali che, per esempio, riproducano il Mantello di Ruggero (che si trova al museo di Vienna), e i costumi dell’epoca. Che coinvolga inoltre tutte le maestranze che si sono sempre occupate di teatro, per una rappresentazione scenica magari per le vie della città, proponendo la rappresentazione dell’opera di Ruggero II°, fatta da un musicista polacco ...

Tutto questo “sul percorso di accesso all’Unesco” di Cefalù come Patrimonio dell’Umanità in cui tra l’altro si inserisce l’intensa attività di Luciano Luciani con il Comitato di supporto alla candidatura dell’itinerario musivo arabo-normano di Palermo, Monreale e Cefalù che ha permesso l’inclusione, dal mese di ottobre 2010, dei siti di Cefalù, Monreale e Palermo nella lista propositiva italiana dei beni candidati a divenire patrimonio dell’umanità amministrati dall’UNESCO.

Nell’incontro promosso con le associazioni sul tema dell’Anno Ruggeriano il 27 gennaio 2010 https://www.qualecefalu.it/lac/node/681 si fa ancora riferimento alla “Statua”:

(Patanella)... in una chiacchierata il professore Aurelio Pes, mi diceva: “... a Cefalù non esiste un monumento dedicato alla figura di Ruggero II che, invece, è stato colui che sostanzialmente ha dato il momento più importante e più eccelso alla città “.
... da questa idea, grazie a Nico Marino, al professore Saja, e alla associazione Auser, abbiamo scoperto che questo monumento esiste. È stato realizzato dallo scultore palermitano Salvato, e che giace nei suoi magazzini in attesa di essere collocato. Peraltro in quel posto che tu (rivolto a Pes) avevi immaginato, cioè sul molo di Cefalù
.

Nell’incontro del 27 gennaio fu protagonista il Dott. Pes, il quale in sostanza ci spiegò che la Sicilia - e in particolare la nostra zona - è un bacino minerario-culturale tutto da sfruttare non solo attraverso il richiamo “passivo” prodotto dai monumenti ma soprattutto attraverso una decisa iniziativa coordinata, secondo un progetto, di attività produttive artigianali e culturali che attingano, valorizzandola, a quella nostra Identità culturale assopita.

Per la cronaca, in quell’incontro si avanzarono solo degli esempi perchè - anche in attesa della risposta “locale” - si rimandò una esposizione più puntuale e particolareggiata del progetto a data da definirsi (non vi fu più un seguito). Disse allora l’assessore Patanella:
Ringrazio il professore Aurelio Pes che, probabilmente per una classica tecnica pubblicitaria, di creare attesa, rispetto agli eventi, si è trattenuto dallo svelare tutti gli altri appuntamenti previsti nel programma”.

Comunque fin qui, sull’idea di massima, siamo - credo - tutti d’accordo, si tratta di coordinare meglio le proposte che vengono dall’assessorato regionale alla Identità Siciliana alle varie realtà locali (proposte ed intelligenze).

Altra questione non da poco nel portare avanti questo progetto è quella che ovviamente nasce dai due diversi atteggiamenti - sempre presenti (direi ideologici) - a qualunque realtà della vita: l’uno - più pragmatico - rivolto prioritariamente ai risultati economici e quindi disposto a sorvolare e a chiudere un occhio su certe coerenze alla “verità naturale” di quella Identità; l’altro - più etico - rivolto prioritariamente alla crescita della consapevolezza della “verità naturale” di quella Identità e quindi meno disposto a chiudere un occhio su certe “incoerenze” spesso facilmente provocate da affrettate spinte alla “pecunia”.

Sono d’altra parte queste le polarità dell’eterno dibattito tra “uso” nel rispetto del capitale naturale, con un guadagno minore ma continuativo e a crescere nel tempo, e “sfruttamento” con un guadagno maggiore ed immediato ma destinato ad esaurirsi in breve tempo per consunzione del capitale di base medesimo.
Questi ultimi privilegiano il clamore e la pubblicità spesso ingannevole, presso un bacino vasto ed indifferenziato di potenziali “turisti”; i primi il passa-parola tra “visitatori” più qualificati benchè più ristretti di numero.

Ci preoccupa in questo senso la caustica risposta del dott. Pes al breve intervento del prof. Antonio Franco sull’accenno da questi avanzato circa la inconsistenza storica della relazione tra Ruggero ed il Molo.

( Aurelio Pes)
Che a Cefalù ci sia stato il naufragio e quindi l’arrivo dal mare di Ruggero - vi assicuro - a me non me ne frega un fico secco; a me interesse ciò che è accaduto da questa falsificazione.
Quardate che il 98% della cultura importante è fondata sul falso, una grandissima studiosa ha scritto un libro “L’arte della falsificazione dell’Arte”.
(...)
Volete un esempio? Il 98% dei mosaici di Monreale sono “falsi” perchè rifatti alla fine dell’800 da Giuseppe Patricolo, che li ha rifatti interamente, e per fortuna, perchè se avessimo ragionato con i criteri nostri, di cui oggi abbiamo avuto qualche avvisaglia, sarebbe tutto scoperto il patrimonio murario di Monreale.
(...)
E se è fondata l’idea del Molo - che peraltro ho avuto io - se è fondata sulla menzogna o sulla falsificazione mitologica della storia, tanto meglio! Intanto questa falsificazione ha consentito a Cefalù di essere una delle più importanti città di Europa
!
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Il Convegno

Diversamente da come mi aveva detto l’assessore Patanella nella intervista del 7 febbraio, non c’erano le ultime classi di tutti i licei ma solo gli allievi dell’Istituto ospitante a partire dalle prime classi.

Diversamente da come pubblicamente annunciato, non c’era nè il Sindaco Guercio nè il Vicesindaco Corsello, nè l’arch. prof. Marcello Panzarella tuttavia sostituito dall’ottimo ing. Rosario Di Paola.

Diversamente da quello che si era pensato si è parlato poco di Cefalù, e della storia di Ruggero.

Diversamente da quello che ci si sarebbe potuto aspettare, non c’è stato alcun “dibattito” circa la più opportuna collocazione della Pietra della Memoria!

Il prof. Frisella non si è espresso, il prof. Musco ha semplicemente convenuto sulla necessità della valorizzazione della leggenda, che vuole lo “sbarco di Ruggero” alla Marina.

Sulla particolare individuazione ottimale del luogo proprio in quel punto sul Molo si è espresso invece - come anticipato (tuttavia non motivandola)- il dott. Pes.
L’autore, Salvato, ha spiegato che le ragioni del posizionamento dell’Opera stavano nel rapporto visuale diretto che si doveva (secondo la idea con cui la aveva concepita) creare con Porta Pescara (così da, poi - dopo sbarcato - idealmente si potesse pensare fosse entrato in Città).
L’ing. Di paola, molto modestamente ha letto un suo commento su “laltracefalu” in cui, sul piano di una sua soggettiva poetica, vede bene che - oltre che con Porta Pesca - “Ruggero” dialoghi visivamente con la Cattedrale da cui Gesù Salvatore si è fatto incontro (la seconda figura del Gruppo scultoreo) ad avvolgerlo, al suo arrivo, con il suo abbraccio-mantello-vela protettore.
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Nota:

Patanella ovviamente non vede controindicazioni alle posizioni di Pes, Salvato e Di Paola ma ricordiamo che da politico aperto alla condivisione democratica, come si è sempre posto, aveva però di recente ricordato (https://www.qualecefalu.it/lac/node/3741):

Credo che il cittadino di Cefalù abbia tutto il piacere e il dovere di non vedersi imporre questa, o un’altra Opera, da un Vito Patanella che un anno fa disse “facciamo stà cosa”, o - oggi - da tutta una Giunta e da un Sindaco che sposano questo progetto. Una scelta deve essere fatta con piacere e con il tempo necessario perchè si possa compiere il dovere di criticarla prima di condividerla e sposarla eventualmente poi.
Perché se il progetto è “Cefalù - città di Ruggero”, Cefalù non è nè Vito Patanella, né Pippo Guercio, né Roberto Corsello, nè Salvo Salvato; Cefalù è 14.000 cittadini che poi dovranno eventualmente portare avanti il concetto, l’idea di “Cefalù - Città di Ruggero”.
A questo punto, quando alcuni cittadini si pronunciano sul problema dell’impatto volumetrico e spaziale o psicologico dell’Opera con i luoghi di un Centro Storico come quello di Cefalù, che dicono: attenzione questa è un’opera moderna, e va ad incidere e ad impattare con nove secoli di storia e di immagine, non prendiamola alla leggera, ragioniamoci; io mi sono fermato perché mi sono detto: “ è bene ragionarci”!

Ma la realtà è che, come amministratore - che fa un’altra professione (quella di avvocato) -, ho il dovere di chiedermi se una scelta urbanistica ed artistica - come questa - la possa fare io da solo, senza invece interrogarmi, chiedere l’appoggio, la consulenza, il parere dei cefalutani o cefaludesi, e degli esperti del settore.
A questo punto, ho chiesto al Sindaco e a Roberto Corsello di sposare l’idea di un Convegno con persone che “sanno leggere e scrivere” - rispetto a questi temi - assieme ai quali dibattere e capire se la scelta di quel luogo è quella giusta
!

Dall’intervento dell’ing. Di Paola abbiamo però appreso qualcosa di un certo rilievo e che ci mancava.
Ci era stato detto precedentemente dalla sig.a Patrizia Agozzino, co-titolare assieme a Salvo Salvato delle “Nobili Officine Federiciane” di Palermo, che esisterebbe una lettera, firmata dall’ arch. prof. Pasquale Culotta, indirizzata alla Sovintendenza di Palermo, nella quale lo stesso sottoponeva al Parere la proposta di allocazione del Gruppo scultoreo proprio dove ora la si vorrebbe allocare; proposta che poi ebbe Parere favorevole.

Ciò che non sapevamo, sino al Convegno dell’11, era che la allora Sindaco Simona Vicari avrebbe invece voluto collocarla tra i due archi che proprio il Culotta aveva fatto creare a partire dal muro del Collegio di santa Maria, come parte terminale o iniziale della “Passeggiata sugli scogli” all’interno del progetto di restauro delle Mura megalitiche (qualcuno potrà precisare meglio).
Il Culotta si sarebbe opposto - a quanto riferisce Di Paola - a questa iniziale intenzione e, proprio lui, avrebbe perciò indicato quel punto in quell’angolo del Molo.

Di rilievo, circa i criteri della individuazione esatta del posizionamento dell’Opera proprio in quel punto specifico , è anche questo passaggio della intervista che feci a Salvato e alla Agozzino il 23 dicembre:

( Salvato)
C’è stata una approvazione della Sovraintendenza con tanto di nomi e cognomi su quel luogo. A me il luogo non mi interessava; interessava l’approdo. Interessava l’Arco, Porta Pescara... quindi c’è questo giochetto ma è tutto giustificato: la dott.ssa Davì, direttori dei musei di Palazzo Abbatellis ... direttori hanno scritto che là andava bene.Capito? Quindi a me non interessa questo discorso; a me può interessare un fatto legato alla iconografia dell’Opera, cioè a me può interessare se mi sono avvicinato alle persone che abitano a Cefalù e vogliono, rivedono delle cose ...
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Tornando al Convegno

Per il resto è stato un massacrante (quasi tre ore) ed un pò confuso ascolto di lezioni (pessima acustica tra l’altro) in perfetto stile universitario troppo ampie rispetto allo stringente tema di cui stiamo parlando (la collocazione) irrilevante rispetto alla stessa storia di Ruggero e molto vago riguardo all’interesse a coinvolgersi che avrebbero dovuto avere in tutta la storia i ragazzi.

Per la cronaca: i ragazzi non sono stati affatto “attenti” come riportato dall’amico Giacomo Sapienza, tanto che lo stesso Assessore ha dovuto richiamare i ragazzi invitando chi non fosse interessato ad andarsene.

( Curiosità: Venerdì 11 scorso, attorno alle 20,30, incontro l’amico Giacomo Sapienza che andava di fretta. Come spesso accade, curiosi entrambi di notizie, l’uno chiede all’altro: “dove stai andando”? “Sto andando a scrivere un articolo sul Convegno di questa mattina”. “Ma se non c’eri”! dico io. “Me l’hanno raccontato” è stata la sua risposta.
Invidio il caro amico Giacomino per questa sua capacità
).

In ogni caso questa la sintesi dei contenuti degli interventi di Pes, Frisella e Musco.

Il dott. Pes ha sostanzialmente ha ripreso i contenuti e i ragionamenti dell’ “Anno Ruggeriano” così come nella Premessa ricordato attraverso le parole di Patanella nella intervista dell’11dicembre 2009 e il succinto resoconto dell’intervento di Pes al Convegno del 27 gennaio 2010.
Per il resto è solo da riportare una certa sua confusione: “coloro che si oppongono all’Arte, all’Arte moderna - come in questo caso - in particolare oggi sono gli stessi che poi distruggono le colline, ed il paesaggio tutto attorno, con una disordinata espansione edilizia”, indicando - giustamente disgustato - immediatamente fuori il Plesso scolastico “La collina del disonore”.

Bisogna fare “Attenzione” - ci richiamava Pes - nello stesso tempo però, con passione, ci sollecitava a non indugiare ancora in sciocche resistenze nell’accettare nel nostro grembo “La Pietra”.
Guai - ammoniva - se lo stesso atteggiamento si fosse avuto, ai tempi, per la Cattedrale!

Personalmente aggiungerei: l’arte e la natura sono la nostra ricchezza - siamo d’accordo - ma oggi ciò da cui dobbiamo guardarci è la nostra fretta di sbilanciarci - troppo autoindulgenti - verso “la sua monetizzazione” (poi tutta da verificare) in danno proprio alla natura e all’arte quale può essere nel nostro caso - ad esempio - un unicum paesaggistico e architettonico quale può essere l’unità urbanistico-spaziale della Marina.

Siamo d’accordo: la Pietra della Memoria non è affatto un problema in sè (essa, da sola, è capace già di costituire una “attrattiva turistica”), il problema è se con una “affrettata” scelta della sua allocazione si può o no creare danno piuttosto a quell’unicum la cui “valorizzazione” avrebbe piuttosto come priorità assoluta quello del ripristino del decoro architettonico se non di un vero e proprio restauro.
Mi fanno sempre una certa impressione - devo dire - quelle donne “sporche” che per farsi più attrattive si ungono di abbondanti creme ed indossano vistosa bigiotteria!

Il ragionamento economico fu centrale poi del tutto nell’ottima lezione del prof. Frisella, il quale giustamente spiegò, che nell’epoca della globalizzazione, la caratterizzazione delle radici in una territorialità dei prodotti, ne assicura una maggiore riconoscibilità e quindi commercializzazione (non ho capito solo perchè questo varrebbe solo per il Mediterraneo).

Dopo averci detto, il primo che siamo ricchi di radici, il secondo che - se le sappiamo commercializzare - possiamo diventare ricchi, il terzo - il prof. Musco -

ci ha ricordato che è nel nostro DNA (non ho capito che c’entrava Ruggero) di meridionali quello di protendere al “pensare” piuttosto che al “fare” ed è da questa nostra propensione l’origine di molti nostri guai.

Graziosamente - dopo la pesantezza (se non altro per la lunghezza) - dei due interventi precedenti, ha inteso svegliare l’attenzione dei ragazzi parlando in lingua siciliana sin dal primo momento.
Ci ha pure ricordato come altri grandi scultori siciliani abbiano perciò avuto più fortuna all’estero.
Dunque non perdere tempo a pensare ma agire; non opposizione a ciò che può portare ricchezza specie quando essa è naturalmente legata alla sua identità storica.
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Conclusione

Erano già passate le 12.30 quando, esaurite le presentazioni iniziali di Salvato e Patanella, le “lezioni magistrali” e il contributo del Di Paola, si invitavano gli astanti a dire la propria.

Sarà stato anche per rispetto agli esausti ragazzi presenti che Antonio Franco, da professore di Storia antica si è limitato a quella osservazione subito censurata dal Pes, e da consigliere comunale a semplicemente ricordare che sarà poi il Consiglio comunale a trarre le conclusioni finali sia sulla allocazione del Gruppo scultoreo sia sul Progetto “Città di Ruggero” che sta intorno e alla base dell’Opera e all’interno del quale essa trova il suo proprio senso.

Su questo Progetto che ben si sposa con quello dell’Anno Ruggeriano, e che vede in entrambi - in diverso modo - la firma di Aurelio Pes, c’è naturalmente un grande interesse e favorevolmente si nota l’adesione entusiasta di associazioni, artisti ed artigiani locali a costruire una tre giorni di eventi celebrativi della inaugurazione della Pietra della Memoria.

Perchè le sue linee non restino, per i più, vaghe dichiarazioni di intenti (come restò il Progetto dell’ “Anno Ruggeriano”) nel prossimo Consiglio comunale è stato iscritto all’O.d.g. il seguente Punto 8 “Relazione degli Assessori alla Cultura e al turismo in merito al progetto “ Cefalù Città di Ruggiero” nell’ambito del quale è anche prevista la collocazione di una Statua dedicata a Re Ruggiero II°”

ritratto di Mauro Caliò

Se per voi è proprio un problema

sarei onorato di poter collocare l'opera del maestro Salvato a casa mia e aprirla in visita a chi vorrà apprezzarne la pregevolezza.
Mauro Caliò

ritratto di Vincenzo Gerone

Apprezzabile il commento di

Apprezzabile il commento di Pes che dice che se avessimo avuto lo stesso atteggiamento non avremmo permesso la costruzione della Cattedrale.
Con questo atteggiamento, oggi, o non ci sarebbe stata o sarebbe sorta a casa di qualcuno disposto ad aprire le porte di casa sua..