"Area Miccichè" : quando il sequestro fa solo clamore
5 Febbraio 2011, 16:48 - Saro Di Paola [suoi interventi e commenti]
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Sono passati un anno e due mesi da quando, il 3 dicembre del 2009, vennero posti sotto sequestro “l’area Miccichè” e “l’ecomostro di sette piani” che, da circa un trentennio, svetta all’interno di essa.
C’è voluto il recente, clamoroso, “sequestro” del depuratore di S.Antonio per farmene ricordare.
Sì, perché, ad oggi in quell’area, nulla è accaduto che, di quel “sequestro”, possa farci ricordare.
Ad oggi, in quell’area, non si avverte uno solo di quegli effetti per i quali il sequestro era stato apposto e che il sequestro medesimo avrebbe dovuto, o forse e soltanto potuto, dispiegare.
Ad oggi, in quell’area, non v’è, addirittura, un solo segnale che possa ricordare a noi cittadini che quel sequestro ci sia stato e che, nonostante il tempo ne abbia strappato gli avvisi, con tutta probabilità, dovrebbe, ancora, esserci.
Anzi no!
Di segnali che ci ricordino che quel sequestro ci sia stato ve ne sono.
Sono le tavole che vennero alzate e piantate a bandiera sulla staccionata in legno per affiggerne e renderne pubblico l’avviso.
Oggi, dopo 14 mesi, solo a rileggere (www.laltracefalu.it/node/1702 )
quanto, nella “relazione circa le opere urgenti da svolgersi in quell’area”,
ebbe a scrivere, sciocchezze a parte, il dott. Stefano Blasco che, allora, venne nominato “custode” del sequestro,
ci si rende facilmente conto di quanto, quel sequestro sia stato improduttivo, inefficace, se non, addirittura,inutile.
Ovviamente clamore a parte!
Solo a considerare, carte alla mano,
che l’unico effetto che il sequestro avrebbe potuto, e potrebbe, dispiegare sarebbe quello,
veramente paradossale,
di fare ricadere sul Comune, se non, addirittura, sul custode,
quelle responsabilità civili e penali che si verrebbero a configurare nel caso di danni a terzi e che, senza il sequestro, non sarebbero potute ricadere su altri che non fossero i legittimi proprietari dell’ecomostro e dell’area;
solo a riflettere,
su quelle che sono le più probabili, se non le uniche, potenziali cause di pericolo per la pubblica incolumità ;
solo a riconoscere
la minaccia di pericolo nella marcescenza delle “impalcature lignee”, nel deterioramento e nella “precarietà degli ancoraggi” delle stesse ai vari piani dell’ecomostro;
ci si rende facilmente conto di quanto immediato sarebbe dovuto, e dovrebbe, essere l’intervento del Comune per scongiurare quei
pericoli per la pubblica incolumità che il sequestro,
nonostante il clamore,
non è, affatto e neanche, servito a scongiurare.
Mutatis mutandis, quanto detto per il “sequestro” dell’area Miccichè può valere per il “sequestro” del depuratore di S.Antonio.
Oppure no ?
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Ovviamente si
E' come se ti sequestrassero l'autovettura consentendoti di continuare ad utilizzarla oppure la casa abusiva con te dentro che ci abiti..
Caro Saro, la strada è molto lunga e in salita....
Mauro Caliò
Sul sequestro occorre distinguere
se trattasi di sequestro preventivo o di conservativo.
Il primo infatti ha la finalità (come dice la parola stessa) di prevenire il perpetuarsi della fattispecie di reato evitando che le conseguenze di esso possano essere ancora più gravi.
Il sequestro conservativo mira invece a costituire un vincolo giudiziale sul bene, affinchè esso funga quale garanzia per il pagamento di spese processuali, pena pecuniaria o risarcimento danno alla parte civile, qualora l'imputato si presume possa disfarsene e non onorare i suddetti impegni (in parole povere è una specie di ipoteca).
In entrambe le ipotesi viene sottratta la libera disponibilità del bene ad un soggetto indagato/imputato di reato.
Ciò non toglie che possa essere affidato alla custodia dello stesso indagato, il quale ha comunque l'obbligo di richiedere all'autorità giudiziaria il permesso per eseguire qualsiasi attività di manutenzione ordinaria o straordinaria, in questo modo si esercita un controllo sul corretto operare del custode.
Per l'area in questione penso, non avendo letto le carte, che si sia trattato di sequestro preventivo, volto ad impedire che le parti pericolanti della struttura potessero fare danno a terzi. La custodia è stata affidata, non all'indagato, bensì ad un pubblico ufficiale (comandante della Polizia Municipale) con lo scopo suppongo di fare eseguire a questi quelle opere di bonifica che eliminassero il pericolo.
Questo non significa che debba essere il Municipio di Cefalù a pagare tali spese di riparazione, poichè esse, in pendenza del procedimento penale, sono anticipate dallo Stato Italiano (cd. spese di giustizia), il quale poi una volta che si arriva alla sentenza di condanna si rivale sull'imputato.
Nell'ipotesi di assoluzione, invece, le spese restano sul groppone dello Stato, che se poi riflettiamo siamo sempre noi, solo che il nostro pagamento avviene indirettamente con il prelievo fiscale (Irpef, Iva ecc.) operato su tutti i cittadini della Repubblica italiana; esso difatti costituisce la principale posta in entrata nella formazione del bilancio nazionale, dal cui cap. 1360 si impegnano, poi, le somme per spese di giustizia.
Qualsiasi interrogativo sullo stato del procedimento, in particolare sui lavori di messa in sicurezza dei luoghi, potrà essere evaso soltanto dall'autorità giudiziaria, sempre che gli atti non siano ancora coperti dal segreto istruttorio e dietro apposita richiesta da parte del nostro Comune o della stampa, motivata da ragioni di pubblico interesse.
INECCEPIBILE!
Caro Nicola,
ragioniamo su quanto tu hai, così esaurientemente, scritto.
Dovendosi escludere, come tu hai escluso, che, nei due casi del "MUTATIS MUTANDIS", il sequestro sia di tipo conservativo, non può che trattarsi di sequestro mirato a "prevenire il perpetuarsi della fattispecie di reato evitando che le conseguenze di esso possano essere ancora più gravi".
Ebbene, a parte la considerazione, sin troppo ovvia, che, nei due casi, ad oggi, il sequestro non sia AFFATTO SERVITO A "PREVENIRE IL PERPETURASI DELLE FATTISPECIE DI REATO" per le quali i sequestri sono stati apposti,
per il fatto stesso che il sequestro faccia "obbligo di richiedere all'autorità giudiziaria il permesso per eseguire qualsiasi attività di manutenzione ordinaria o straordinaria" e cioè, per il fatto stesso che, prima di eseguire qualsiasi opera, i due beni dovranno essere DISSEQUESTRATI.
non ritieni che gli stessi abbiano fatto SOLTANTO CLAMORE ?
Grazie, per il contributo che hai dato, con il tuo qualificato commento tecnico.
Caro Saro
per poter dare un giudizio, che non sia frutto di emotività, forse mi ripeto, ma si dovrebbe leggere l'incartamento giudiziario.
Sarebbe opportuno, pertanto, che i soggetti legittimati (Parte offesa, custode) richiedano notizie all'Autorità procedente (PM o Giudice) e, una volta acquisita l'autorizzazione alla loro divulgazione, ne rendano edotta la collettività, stante il rilevante interesse pubblico che tale problematica riveste.
Mi riservo di esprime una valutazione all'esito di tali informazioni.
saluti
N.P.
PARAGONE AZZECCATO!
Caro Nicola,
ho guardato ai due sequestri non da uomo di "legge" e, neanche, me lo consentirai, con emotività.
Ai due sequestri ho guardato da cittadino che si interroga sugli accadimenti della sua città,da uomo della "strada" che sugli stessi ragiona alla luce delle "carte" -gli avvisi dei sequestri- di cui, proprio per strada, ha preso visione e delle altre carte che, sinora, sono state rese pubbliche -risultati delle analisi per il depuratore e relazione con richiesta al sindaco di propria ordinanza da parte del custode nominato per l'area Miccichè-.
Pur avendo il massimo rispetto per la tua "riserva di valutazione" mi permetto di sottoporti una mia ulteriore riflessione.
A mio giudizio, il fatto stesso che il depuratore sia stato sequestrato e, nel contempo, "riaffidato" a chi lo gestisce e quell'altro fatto che il custode dell'area Miccichè, per evitare il "perpetuarsi della fattispecie di reato" null'altro abbia potuto fare se non una relazione al Sindaco con richiesta di apposita ordinanza, HANNO,di fatto, VANIFICATO L'ISTITUTO DEL SEQUESTRO PREVENTIVO e quell'altro DELLA NOMINA DEL CUSTODE che per l'impossibilità di assolvere alle incombenze del ruolo, a mio giudizio, sarebbe dovuto essere il Sindaco.
Al riguardo una domanda mi è venuta, e mi viene, spontanea :
il custode che venne nominato nella persona del responsabile di un servizio comunale è rimasto tale anche dopo che il responsabile medesimo si è trasferito in altra sede ?
In altre parole, caro Nicola, personalmente la penso come Mauro Caliò.
Con il suo paragone, a mio giudizio, Mauro "ci ha azzeccato".
blalblabla
siamo stanchi di leggere sempre scuse la parola esatta è DEMOLIZIONE e creare un grande parcheggio solo per i residenti pagando una quota minima al mese per il mantenimento dello stesso e così il centro storico sarebbe finalmente libero dalle auto l'unica soluzione secondo me bella di questo spazio prendiamo lo spazio per qualcosa di utile ai residenti solo esclusivamente ai residenti anche noi vogliamo il centro storico libero ma dateci il posto dove parcheggiare e saremo i primi a libere Cefalù dallo smog e dall'estetica di auto a volte parcheggiate per anni perché inutilizzate occupando suolo pubblico gratuito!!!