Radio Cammarata - "Qua e là" di Armando Geraci, domenica 23 gennaio

ritratto di Pino Lo Presti

Versione stampabile

" La questione del Depuratore e dintorni"(la economia edilizia ha compresso quella turistica?)

Torcivia, Franco, Rasa, G. Lapunzina

Assessore ai LL.PP., ing. Nicolò Torcivia
Quello che è successo è che correttamente le autorità preposte alla tutela hanno rilevato che il refluo in mare non rientrava nei parametri previsti dalla legge; non solo ma che - a tutta evidenza -erano stati immessi in mare fanghi, reflui, senza i trattamenti prescritti.
Quindi l'intervento delle autorità è stato corretto e tempestivo.
Questo chiaramente non esime l'Amministrazione comunale da rilievi perché è chiaro che al di là di tutto - nonostante la gestione del trattamento dei reflui sia stata già da tempo affidata alla A. p.s. - che l'Amministrazione ha comunque il compito della sorveglianza. Evidentemente qualcosa non ha funzionato in questo campo.
Quindi, lungi da me il fare "difese d'ufficio" di posizioni indifendibili. Tuttavia rimane un fatto.
Nel momento in cui il depuratore è stato consegnato alla APS, esso poteva già con facilità essere considerato come uno strumento che aveva in parte fatto il suo tempo dal punto di vista della funzionalità nel trattamento del reflui.

Tant'è che la Amministrazione - prima ancora che venisse consegnato l'impianto - aveva provveduto a fare un progetto, d'ufficio, con alcune consulenze esterne, di ammodernamento dell'impianto di Sant'Antonio; e questo progetto aveva ricevuto già un finanziamento intorno ai 2 milioni e passa di euro.
Quando poi il depuratore - unitamente agli altri servizi - è stato consegnato alla APS, lo è stato assieme a questo progetto.
Dagli incontri ai quali ho partecipato anch'io, a Palermo, è emerso un fatto: il depuratore di Sant'Antonio - nonostante che potesse essere ammodernato e rimesso parzialmente in efficienza secondo il progetto -, tuttavia non avrebbe "mai" potuto, da solo, assolvere alla spinta volumetrica che proviene dai nuovi insediamenti e ancor più, evidentemente, da quelli futuri.
Da anni, tutti sanno infatti che ne è stato messo in cantiere un nuovo - in un altro sito: "San Nicola" o "Torre Tonda" -, che dovrebbe avere una potenzialità per un numero di abitanti non è inferiore ai 20/5.000. È chiaro che quella realizzazione alleggerirebbe notevolmente il volume trattato dal depuratore di "Sant'Antonio".

Questo progetto però - ci è stato dimostrato dai tecnici della A.p.s. - non si configurava come una soluzione totalmente condivisibile, perché - nonostante vi si prevedessero trattamenti di tipo più moderno, e cioè con le cosiddette "maniche organiche" - l'impianto (che avrebbe dovuto affiancare quella attuale) sarebbe stato comunque, in prospettiva, insufficiente alla bisogna perché l'impianto attuale è già obsoleto per tanti motivi (anche dal punto di vista strutturale: ci sono vasche che sono incrinate), e in una situazione di degrado alla quale la A.p.s. non ha assolutamente mai messo mano.

"È venuto fuori che noi avremmo dovuto, potuto utilizzare il finanziamento ... (che non si deve perdere chiaramente)... si è pensato di fare adeguare dalla A.p.s (che poi dovrebbe comunque gestire, in ogni caso, l'impianto: sia in queste condizioni che in quelle di "rifunzionalizzazione" futura), farlo adeguare tecnicamente in maniera tale che, comunque (siccome è il Comune l'unica autorità che è depositaria di questo finanziamento), il Comune possa - sulle indicazioni di migliore adeguamento e ammodernamento dettati dalla A.p.s. - provvedere" ( n.d.r. - riporto letteralmente questo passaggio perchè non l'ho capito, e me ne scuso).

Non si può ormai piangere sul latte versato. La scelta del sito "S. Antonio" fu una scelta - non so se obbligata ma comunque fu una scelta - che oggi risulta penalizzante per la comunità, perché in caso di un qualunque malfunzionamento - come si è verificato tante volte nel tempo - non fa e non farebbe altro che immettere reflui "non-trattati" in uno specchio d'acqua troppo a ridosso del centro abitato; con problemi anche per le strutture turistiche che vi gravitano. Bisognerebbe pensare ad una diversa soluzione.
Io mi sono permesso di suggerire che: nel momento in cui potesse essere attuato finalmente l'impianto di Torre Tonda, prima o dopo bisognerebbe pensare ad una soluzione definitiva e cioè quella di trasformare "S. Antonio" in un'enorme, semplice "vasca di raccolta"; con una centrale di pompaggio che dovrebbe trasferire questi liquami (una volta sollevati dai "volumi" che provengono dalla parte occidentale della città) a un nuovo impianto ad est della città, nella zona del "ripascimento".
È chiaro che questa non è una decisione che si può prendere alle spalle, sulla pelle della città; una soluzione del genere penso occorra sempre condividerla con la città.

Toni Franco, consigliere comunale PD
Questa del depuratore di Sant'Antonio è una vicenda che abbiamo posto molte volte all'attenzione.
In questa città finalmente, forse, cominciano a saltare "tappi" - non solo di fognature - ma anche nel senso che stanno cominciando ad emergere delle novità. Saranno anche tristi ma, secondo me, sono anche delle necessarie - per quanto dure - novità.
Cogliendo qualcosa di quello che diceva l'assessore Torcivia, credo si sommino - su questa vicenda - azioni sciagurate precedenti, molto precedenti e anche molto più recenti.

Quelle "molto precedenti" sono anzitutto - come diceva l'assessore -, quelle di una "localizzazione" nella quale non si è tenuto minimamente conto del fatto che la città avrebbe dovuto necessariamente avere una piccola, contenuta ma necessaria, espansione anche verso est - come ci ricordava anche l'architetto, professor Pasquale Culotta. Necessariamente non si poteva andare a piazzare un depuratore in una zona, tra l'altro, di particolare pregio naturalistico come è quella in cui è stato piazzato.
Il depuratore, secondo me, già partiva non-dimensionato (rispetto a quella che era la reale entità di Cefalù, soprattutto nel periodo estivo); in più si sono andate sommando, nel corso degli anni, varie azioni sciagurate come quelle di continuare a permettere allacciamenti non solo di nuovi insediamenti abitativi ma anche di grosse strutture alberghiere e di altre realtà che non si possono definire esattamente "alberghiere" (forse "vagamente" turistiche); si tratta di insediamenti di carattere "abitativo": come quello di "les oranges"; una vicenda che, nel 2002 in particolare, ha inchiodato il Consiglio comunale, per molte ore, in una triste nottata per Cefalù.

In periodi più recenti - più d'una volta - abbiamo sollevato le nostra perplessità e opposizione alla continua facilità con cui l'Ufficio urbanistica di questo Comune ha continuato a rilasciare licenze edilizie, permettendo nuovi allacci a un depuratore a cui arrivavano i reflui ormai di tutta una città! E, ciò sempre con la vaga formula, "nelle more", nella attesa cioè della costruzione di questa "fata Morgana" del depuratore di Torre Tonda (cosa che, di fatto, il Comune di Cefalù non ha mai avuto la possibilità di realizzare).
Non si è mai posto il problema del "contenimento" - se non di un vero "blocco" - della espansione edilizia di questa città; addirittura, in tempi molto recenti, è venuta fuori una vicenda (che è tuttora in corso) veramente tristissima: quella della realizzazione di oltre un centinaio di nuclei abitativi, in contrada Cippone, con un allacciamento (che poi sarebbe dovuto essere gestito da privati) che comunque andava a finire sempre in questo depuratore.
Ecco, alla luce di tutte queste vicende - delle quali non è necessario entrare nel dettaglio (anche perché sono cose che riguardano ormai la storia di Cefalù) - credo che quello che è avvenuto, il "sequestro" (che naturalmente non blocca l'attività del depuratore - non può farlo -, e che consegna il depuratore comunque nelle mani della Aps), credo sia un passo necessario per una cosa che è fondamentale: l'accertamento delle responsabilità.
Bisogna accertare le responsabilità di chi ha potuto permettere che un peso notevolissimo di reflui si riversasse sul depuratore compromettendone in maniera irreversibile il funzionamento; non credo si trattasse di fatti isolati: quelli accaduti nelle varie estati.
Quest'ultima, è accaduto anche che, ad una ispezione, si sia trovato in sito soltanto un'operatore. Poco importa che fosse di nazionalità italiana o un extra comunitario, ciò che conta è che la Aps non ha gestito al meglio il depuratore. Un depuratore che già - prima della gestione Aps - partiva compromesso!

Ci sono inoltre da accertare responsabilità - e pressanti - di chi ha potuto permettere che si continuasse questa irrefrenabile espansione edilizia di Cefalù; come se Cefalù avesse dovuto campare solo sul cemento.
Ho scritto anche delle cose molto pesanti.
Oggi, rileggevo un mio intervento, dell'ottobre del 2009, in cui parlavo dei famosi "sniffatori di cemento di Cefalù" riferendomi a persone che, in questa città, operano sempre - e semplicemente -per andare a sfruttare le ultime zone sfruttabili di questa città anche se magari coincidono con quelle più belle di Cefalù.
Nessuno si pone il problema della "riconversione" di questa città, sia sul piano edilizio che sul piano della tutela ambientale.
Bisognerebbe chiedersi non solo quali sono le responsabilità ma quanto questa azione meritoria della Guardia di Finanza - e soprattutto dalla Procura di Termini - stia dando fastidio a chi invece, in questa città, vorrebbe o voleva continuare ad espandere cemento edilizio.
Questa credo che sia una cosa fondamentale da chiarire; perché questa città ha bisogno di una svolta anche su questo piano!
Purtroppo non basterà soltanto promettere una struttura - come quella del depuratore di Torre Tonda - che poi, di fatto, sarà pure difficile, nel breve, realizzare.

Gaetano Lapunzina, consigliere provinciale del PD
Parlando in generale di gestione del servizio idrico, e di Aps, riguardo anche al futuro, forse non molti sanno che il giorno 27 è convocata un'assemblea dei sindaci su una proposta di un nuovo modello organizzativo del Servizio nella provincia di Palermo, in quanto la Aps è in liquidazione.
C'è un contenzioso, c'è una procedura arbitrale.
C'è un forte contenzioso che fa capo al pagamento dei canoni di concessione, al fatto che Aps ha rivendicato aumenti della tariffa idrica e di depurazione - già è molto alta; e i cittadini lo sanno -, che era stata conteggiata su un volume di consumo ipotizzato, che Aps giudica insufficiente: vende cioè poco (acqua) rispetto a quanto "dovrebbe" introitare.
C'è un grosso contenzioso e la APS è in liquidazione.
Qualche settimana fa il Presidente della Provincia "ha parlato" di un nuovo Sistema che dovrebbe poggiare su una società con Aps, i creditori di Aps e l'Amap; di inserire cioè, in una società che gestisce il servizio idrico nella Provincia di Palermo, i creditori di una società in liquidazione.

Abbiamo chiesto - come gruppo di Opposizione, così come tanti sindaci hanno chiesto (anche il Segretario provinciale del Partito democratico che è Sindaco di Altofonte) -,che - ad una settimana dall'assemblea dei Sindaci - il Consiglio provinciale si occupi di questa materia, perché non ci si può basare su notizie giornalistiche su una proposta che ancora "non c'è"!
Si va all'assemblea dei sindaci, giorno 27 (parteciperà anche il Comune di Cefalù), senza una proposta!
Aps sicuramente ha gestito male - questo riporta alla luce anche il "passaggio" che un po' incautamente si è fatto - ma non cancella le responsabilità per uno sviluppo di una città che è avvenuto senza un corrispettivo sviluppo dei servizi.
Non si può immaginare di sviluppare una città senza che nel frattempo si sviluppino i servizi che sono a supporto di questo incremento: quello che diciamo da anni, su cui purtroppo non siamo stati ascoltati.

Pietro Rasa, consigliere comunale del Pid
L'argomento è chiaro e vecchio. Un argomento dove noi dobbiamo mettere in parallelo due cose: il depuratore e lo sviluppo edilizio che Cefalù - come poco fa diceva il consigliere Franco - ha avuto.
È chiara una cosa: che certe licenze edilizie sono state date "con particolari prescrizioni", per case che dovevano avere "i loro" pozzi neri, dovevano avere "il loro" punto di sfogo delle acque fognarie, ma molti hanno confluito nella rete fognaria. C'è stata una denunzia - che nell'ultima consiliatura fece proprio Saro di Paola - dove evidenziava questa situazione in cui c'erano delle richieste di attaccarsi alla rete fognaria, mentre in realtà nella concessione edilizia questo non era previsto; e quindi c'è questa situazione dove zone di ville e villini sono diventate zone residenziali!
È chiaro che di questa mancata urbanizzazione della città, secondo me, ne paga pure il depuratore. Mancata urbanizzazione significa che sono stati costruiti a Cefalù, nel corso degli anni passati, quartieri dormitorio, quartieri dove non è possibile avere un centro commerciale, negozi, la possibilità di sfoghi per la gente che vi abita; il chè comporta sì problemi per il depuratore ma anche per il traffico in quanto la maggiore concentrazione economica è al Centro e quindi questa gente "scende a Cefalù" - diciamo: in centro - per potere soddisfare le proprie esigenze.

È chiaro che il depuratore è insufficiente; come poco fa era stato detto dall'assessore, deve trovarsi la soluzione di un altro depuratore che vada ad alternare, a migliorare la situazione fognaria di Cefalù.
Speriamo che questo venga fatto, perché, in realtà, c'è stata una crescita - diciamo - errata; non c'è stata una crescita parallela.

Armando Geraci
Al di là del pregresso, nel contingente come si pensa che si potrà fare per far ripartire il depuratore in maniera tale che quando arriverà l'estate il mare, almeno, possa essere fruibile e vi si possa fare il bagno? In questo modo, penso, sarà sicuramente chiuso alla balneazione!

Ing. Torcivia
Certo questo è un pericolo che non è così tanto ipotetico. È un pericolo reale!
Però vorrei tornare a quel discorso che avevo introdotto quando si è parlato di un progetto di adeguamento.
La Aps - dai colloqui serrati che abbiamo avuto a Palermo - ha dimostrato che non era da scartare totalmente il progetto (per quanto riguardava le soluzioni, chiamiamole tecniche) ma era soltanto da ampliarlo dal punto di vista del volume trattato.
Con le "membrane organiche" infatti non solo si migliora il trattamento delle acque (migliorando il refluo che poi viene comunque immesso in mare) ma si abbatte notevolmente, oltre che la carica batterica (che è quella più pericolosa), anche il carico inquinante "chimico"; entrambi sono i due parametri diciamo "pericolosi" da tenere sotto controllo nel refluo finale .

Per cui era stata prevista una vasca, di ottocento metri cubi, che la Aps ha dimostrato dovere portarsi a 2.300/500 m³ per un trattamento complessivo.
Inoltre bisogna tenere conto di un fatto: non è che - nel mentre si fa il nuovo impianto (o meglio "si adegua" il nuovo impianto realizzando, all'interno della stessa area in cui si trova l'attuale -soprattutto nella parte ovest - delle vasche) -, si può sospendere il servizio; perché il depuratore comunque deve ricevere e trattare al meglio - sia pure con le sue insufficienze tecniche e strutturali -quello che arriva a "S. Antonio".

Io sono un professionista che si è messo in pensione dopo 43/4 anni di attività, e mi chiedo: sì vero Cefalù ha avuto uno sviluppo notevole negli ultimi 20/5 anni, ma i cefaludesi avevano forse deciso di sospendere di fare il pranzo, la cena, la colazione, di comprarsi i beni necessari o voluttuari? Insomma, in definitiva, cosa sarebbe avvenuto nell'economia (un'economia che non è riuscita, in questa città, a svilupparsi nel campo in cui, pure secondo me, ha la sua massima vocazione, cioè quella turistica), ma che comunque ha dovuto in ogni caso "sopperire"?
Certo, queste sono scelte che attengono alle responsabilità di amministrazioni passate. sicuramente, ma attengono anche al non decollo dello sviluppo turistico (il quale, fra l'altro - attenzione -, non è dimostrato che avrebbe, in ogni caso, bloccato lo sviluppo degli insediamenti; perché vorrei capire cosa "si intende", cosa "si fa", quando "si fa" sviluppo turistico).

Certo, Cefalù negli ultimi 20/5 anni, con un Centro storico che, via via, sta veramente diventando - quello forse sì - un dormitorio (perché, a Cefalù, il Centro storico - se uno lo analizza senza schieramenti preconcetti - sta diventando "preda" di acquisizioni che non sono certo dei cefaludesi (i quali, residenti nel centro storico, non possono continuare...).
Insomma le famiglie si sviluppano, nascono i figli, nascono nuovi nuclei familiari che hanno bisogno di un'abitazione; quanti di noi sanno benissimo che, alle volte - proprio per i prezzi eccessivamente elevati (in un mercato immobiliare che è al di fuori dei mercati immobiliari normali dell'interland) -, si sono trovati a dovere sopperire alla impossibilità di acquisire appartamenti a Cefalù; e, quindi, rivolgersi a Lascari, Campofelice, a zone che offrivano un mercato immobiliare un po' più modesto, un po' più accessibile! Ma allora cosa si sarebbe dovuto fare?
A Cefalù, se non ci fosse stato un "deprecabile" - se vogliamo (dal punto di vista della cementificazione del territorio) -, se non si fosse potuta attuare una economia alternativa sul cemento, sulle case, sulle costruzioni ... che cosa si sarebbe potuto fare?
Chi ha inventato - me lo chiedo - chi ha suggerito, chi ha potuto avere la possibilità (e non l'ha potuta attuare) di trovare alternative a questa soluzione "deprecabile" ma indispensabile?
Come si sarebbe potuto mangiare, lavorare, sviluppare Cefalù?
Signori miei, non bisogna essere ipocriti; sì, bisogna dire "è deprecabile", però nessuno ha portato una bacchetta magica dicendo: ecco, io farei questo!
Non sto difendendo nessuna amministrazione, né passata, né presente, né future; perché sto soltanto analizzando lo stato delle cose!

Armando Geraci
Mi sembra che si sia svicolato dalla mia domanda.
Chiedevo di sapere se già il Sindaco ha intimato alla Aps di fare i lavori per far ripartire ...

Torcivia
Li abbiamo convocati e ci andremo personalmente.
Adesso il Comune ha finalmente avuto un Ingegnere capo; ma anche quello che finora ne ha supportato la mancanza, Cirri stesso, Bonavirii, io, il Sindaco, andremo perché quel progetto - che ci avevano prospettato - lo si attui nel più breve tempo possibile.
Però occorre avere quella correttezza e rispetto dell'intelligenza di tutti, occorre pensare che questo progetto non sarà realizzato tra il lunedì e il martedì di una settimana prossima ventura, ma occorrerà che passi almeno un tempo tecnico - che io ritengo non inferiore ai tre mesi - perché il nuovo adeguamento possa entrare concretamente in funzione. Non si tratta di inventare nulla; tutto c'è già - dal punto di vista tecnico -, non ci sono soluzioni da inventare, è tutto pronto. Devono soltanto realizzarsi delle opere strutturali, edili; poi - per quanto riguarda la parte impiantistica - si "acquista", senza bisogno di doversela inventare.

Franco
Ringrazio l'ing. Torcivia perché con un solo intervento è riuscito a fare la sintesi di tutti gli errori che sono stati commessi nella gestione dell'espansione di Cefalù!

Torcivia
Sarebbe ridicolo sottacerli, purché non li si sfrutti in maniera strumentale!

Franco
"Strumentale" nò, però ti dico che - a mio giudizio (ed è la mia posizione ma credo sia una posizione abbastanza condivisa in questa città) -, il problema del turismo, come lo ha impostato tu, sia appunto la sintesi degli errori che sono stati commessi in questa città.
Il fatto che il turismo debba "equivalere" allo sviluppo edilizio, all'impiantistica alberghiera, alla cementificazione di questo territorio ...

Torcivia
Non puoi mettermi in bocca cose che io non ho detto: o non mi sono spiegato o non mi si è capito!

Franco
Certo, posso anche non capirlo. Il problema però che tu hai posto è quello del fatto che questa città doveva pur stare a tavola ...

Torcivia
Ho fatto soltanto una constatazione

Franco
Non ho detto che tu eri d'accordo con tutto quello che è successo; sto dicendo che, in questa città, effettivamente, si è svolto tutto in questo modo, negli ultimi anni, sia l'espansione edilizia, sia l'impostazione del turismo volta alla realizzazione esclusivamente di impianti e di strutture che, spesso e volentieri, sono rimasti vuoti perché non erano dimensionati a quelle che erano le reali necessità di questa città. La espansione edilizia - è soltanto una "balla" quella che è andata a colmare esigenze da parte della città (perché, in gran parte, ha creato secondo, terze e quarte case - anche ingigantendo la speculazione che si è sviluppata intorno a loro) - credo che non abbia assolutamente rispecchiato qual'era la vocazione di Cefalù.
La vocazione di Cefalù era una vocazione di sviluppo turistico e non c'entra nulla con la cementificazione del territorio; questa ha invece danneggiato pesantemente il nostro territorio, togliendo quelli che erano forse gli spazi anche più belli di questa città; non si è mai proposta di rispettare una vera e propria pianificazione, perché il piano regolatore - che è tuttora vigente fino a quando non ce ne sarà uno nuovo -, è una sorta di colabrodo nel quale i Consigli comunali, negli anni, hanno potuto fare varianti e contro-varianti, hanno potuto entrare e uscire da quel piano regolatore rendendolo assolutamente inservibile, facendolo diventare qualcosa alla quale si poteva bene adattare la politica di espansione edilizia di Cefalù o anche realizzando cose in barba stesso a quello che era l'originario impianto di quel piano regolatore.

Quindi io ritengo che questa città abbia avuto un gravissimo danno dall'espansione edilizia, un gravissimo ed insanabile danno, molto più grande delle prospettive lavorative che ha offerto in questi anni; perché le prospettive lavorative hanno riguardato soltanto una parte di questa città. Ci sarebbe da aprire un capitolo grandissimo anche sul tipo di utilizzo della manodopera che è stato fatto in questa città, sulla sicurezza dei cantieri e su tante cose che sono state realizzate, sulla professionalità di chi ha realizzato anche strutture edilizie che, a distanza di 5/10 anni, sono già da manutendere: c'è quindi, c'è tutto intorno, un business che gira in questa città e sul quale ci sarebbe da poter discutere confrontandoci molto, molto fortemente.
Io ritengo che questa città ha tradito le attese e le vocazioni che essa aveva.
Non si è mai posta il problema su come invece avviare una legittima e necessaria ma contenuta espansione - per quelle che erano le effettive necessità - conservando le risorse per quelle altre potenzialità che essa ha avuto e ancora forse ha.
Questa città invece è stata privata dei servizi, ha avuto palazzi realizzati senza neanche gli allacciamenti fognari, ha realizzato opere - come questo depuratore - che sono assolutamente sottodimensionati. Ora io mi chiedo: chi ha la bacchetta magica per poter risolvere questo problema; la Aps è una realtà che va - come diceva giustamente Gaetano Lapunzina - verso lo scioglimento, come si può pensare di potere imporre alla Aps di realizzare opere che non sono state realizzate nell'arco di decenni in questa città?
Io questo credo che ci sia un limite grandissimo - e una responsabilità - da parte della Giunta Guercio, la quale, negli ultimi anni - in questi anni in cui è stata al governo della città -, ha continuato a rilasciare autorizzazioni a costruire senza prendere assolutamente in considerazione il fatto che questa città quel peso edilizio non lo può assolutamente sopportare.

Torcivia
Una domanda.
Secondo te, nel momento in cui si fosse potuto "l'auspicabile", si fosse verificato quello che anch'io auspico, l'auspicabilissimo "sviluppo turistico", questo avrebbe bloccato gli insediamenti: sì o no?

Franco
Si tratta di politiche territoriali, io posso decidere non di bloccarlo ma di contenerlo.

Torcivia
Significa che una "domanda" l'accetto e due no?

Franco
Si è mai posta, l'edilizia di Cefalù, il problema di una riconversione nel senso anche del restauro e riqualificazione del Centro storico? Perché si è andato sempre a costruire fuori dal Centro storico appesantendo il peso sul territorio?

G. Lapunzina
Le argomentazioni dell'assessore Torcivia meritano riflessioni che potrebbero durare mesi.
Errori ne sono stati fatti perché a Cefalù certamente era necessario costruire, ma l'edilizia doveva avere un fine e il fine era il turismo.
Io non so quanto l'edilizia a Cefalù abbia avuto come finalità il turismo, o quanto non sia stata "fine a se stessa".
Poco fa, il consigliere Rasa parlava di zone di espansione.
Io vorrei dire che il PRG di Cefalù prevede delle zone, cosiddette F5, che sono zone turistico-stagionali; quante di quelle zone turistico stagionali oggi sono invece zone, a tutti gli effetti, utilizzate per tutto l'anno, con "abitabilità" concessa, dall'ufficio, per tutto l'anno, e, quindi, zone nelle quali - parlando di depurazione - si scarica 365 giorni l'anno?
Cominciamo a porci queste questioni, cioè la corrispondenza fra Piano regolatore di Cefalù e situazioni abitative...

Torcivia
Una domanda si impone: esiste una legge con la quale si potrebbe impedire - a chi avesse costruito in zona F5 - di abitarvi soltanto nei mesi estivi e di pretendere di imporgli di chiudere la casa in settembre, ottobre ...

G. Lapunzina
Allora dico che "questo strumento" non è corrispondente, non è aggiornato alle esigenze del tempo: non lo è!

Per cui, certamente - se si prevedeva uno sviluppo di Cefalù con determinate caratteristiche - quello sviluppo è cambiato -. Io credo che - lo dico solo come cenno - chi si oppone a un certo tipo di sfruttamento del territorio non si oppone al turismo; Cefalù doveva essere "votata" al turismo, al turismo di qualità, viceversa la edilizia è stata un "fine a se stesso"; vorrei vedere quanti a Cefalù sono occupati nell'edilizia, nel tempo, quanti occupati nel turismo. Purtroppo, credo se Cefalù oggi piange la sua condizione è perché uno sviluppo turistico non c'è stato.

Ma torno ad Aps e all'Ato idrico.
Purtroppo è fallito un modello, attraverso il quale si dovevano realizzare - ed era il bando di gara che si aggiudicò allora l' Aps: in trent'anni, 830 milioni di opere pubbliche di cui il 45% finanziate dalla comunità europea e il resto... - questo era il piano di gestione, con 324 milioni nei primi cinque anni. Di queste opere non è partito nulla!
Noi oggi siamo passati, come servizio idrico, da una tariffa di 0,11 ad una tariffa di 0,71 - soltanto per effetto dell'entrata in vigore del potabilizzatore -, e poi ad una tariffa di 1.30 che è quella praticata da Aps; tariffa, rispetto alla quale, l'Aps dice che non riesce a gestire, in quanto una tariffa insufficiente. Infatti, forse non molti cittadini sanno, e neanche molti amministratori sanno che in, questo momento, la Provincia regionale di Palermo, con proprie risorse, ha dato all'Ato idrico, per il sostentamento dell'Ato idrico, 4 milioni di euro di anticipazione di cassa, 4 milioni di euro che nel momento in cui questa situazione andrà ad assestarsi io credo che dovranno essere ripartiti; non se li potrà piangere la Provincia regionale e certamente dovranno essere ripartiti tra i comuni.

Quindi una riflessione seria sul futuro di questo modello di gestione, oltre che sulle varie problematiche, si impone. Perché se non si realizzano oggi gli investimenti necessari - che da tempo rinviamo - perché sono state date autorizzazioni a costruire (legittime per chi li ha richieste), ma l'autorizzazione, pur se la zona è edificabile, non si può rilasciare se non si può scaricare, se non c'è una possibilità di allacciare in maniera efficace ai servizi: questa è la responsabilità.
In questi anni, a Cefalù, ci sono stati anche consulenti esperti del servizio idrico, pagati fior di migliaia di euro, che hanno gestito le autorizzazione allo scarico; come sono state concesse queste autorizzazione allo scarico con un depuratore che non era adeguato?

Geraci
I turisti lamentano invece che a Cefalù non ci sono gabinetti pubblici: forse perché il depuratore non funziona?
(tutti ridono)

Torcivia
Non c'è da ridere; è inutile che facciamo, oggi, il rilievo, che è legittimo. I gabinetti pubblici, mancavano 10, mancavano 20, mancavano 30 fa!

Fatta questa considerazione, non v'è dubbio che questa città ha bisogno di puntare ai servizi.
Torno a dire - ma non è una difesa - che la recente cementificazione (se mi permettete, credo di avere sufficientemente mostrato - almeno spero -, sensibilità che mi autorizza a dirlo) è condannabile, che la cementificazione selvaggia è certamente condannabile; però sono tanti gli elementi, perché ha fatto comodo a tutti, a tutti quanti i cefaludesi, per esempio che non sia stato fatto un rinnovamento del Piano regolatore.
Il Piano regolatore vorrei ricordare che è nato nel '68, approvato nel '74, un Piano regolatore che non solo era già vecchio quando è nato ma che nel frattempo non è stato sempre rispettato in toto. È chiaro, oggi è facile dire ma ha fatto comodo a molti proprietari terrieri nelle zone "a macchia di leopardo" che hanno avuto anche loro responsabilità di carattere politico e che oggi non vengono ... si sono tirati fuori in un dimenticatoio direi sia generazionale che storico.
Oggi passa il tempo e quindi facendo leva sulla poca memoria delle persone si salvano dal giudizio un sacco di persone.

ritratto di Leonardo Mento

ANDREMO, FAREMO....

FAREMO, ANDREMO,FAREMO, ANDREMO,PUNTEREMO, REMOOOOOOOO....

ritratto di Leonardo Mento

‎Assessore Torcivia...

non me ne voglia, ma cercherò settimanalmente di ricordarLe l'impegno preso, per evitare giudizi futuri o poca memoria.

"Torcivia"
"Li abbiamo convocati e ci andremo personalmente".
"Adesso il Comune ha finalmente avuto un Ingegnere capo; ma anche quello che finora ne ha supportato la mancanza, Cirri stesso, Bonavirii, io, il Sindaco, andremo perché quel progetto... - che ci avevano prospettato - lo si attui nel più breve tempo possibile."
"Però occorre avere quella correttezza e rispetto dell'intelligenza di tutti, occorre pensare che questo progetto non sarà realizzato tra il lunedì e il martedì di una settimana prossima ventura, ma occorrerà che passi almeno un tempo tecnico - che io ritengo non inferiore ai tre mesi - perché il nuovo adeguamento possa entrare concretamente in funzione. Non si tratta di inventare nulla; tutto c'è già - dal punto di vista tecnico -, non ci sono soluzioni da inventare, è tutto pronto. Devono soltanto realizzarsi delle opere strutturali, edili; poi - per quanto riguarda la parte impiantistica - si "acquista", senza bisogno di doversela inventare"
"Oggi passa il tempo e quindi facendo leva sulla poca memoria delle persone si salvano dal giudizio un sacco di persone."