Per non dimenticare

ritratto di Rosario Lapunzina
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Ci sono precise responsabilità di chi ha permesso che si concentrasse tutto il refluo sull' unico impianto.

ritratto di Rosario Lapunzina

Richiesta analisi microbiologiche

Al Dipartimento Provinciale ARPA
c.a. Do.. Librici
P A L E R M O

All’Agenzia Regionale rifiuti ed acque
c.a. Ing.Loria
P A L E R M O
V.le Regione Siciliana, 2246

Oggetto:richiesta analisi microbiologiche depuratore di Cefalù e S.Ambrogio;

Il sottoscritto Lapunzina Rosario n.q. di Consigliere Comunale, nell’ambito dell’espletamento del mandato, ha avuto modo di verificare, che già da qualche settimana, il depuratore S.Antonio e quello di S.Ambogio emettono cattivi odori con presunti superamenti dei limiti tabellari .
Pare infatti che buona parte del refluo dell’impianto del depuratore S.Antonio di contrada Presidiana, non venga trattato nelle vasche di sedimentazione ma semplicemente clorato e pompato a mare.
E’ per tale motivo che preoccupato per il malfunzionamento degli impianti di depurazione, nell’interesse dei cittadini rappresentati, con la presente, chiede di effettuare nei luoghi di cui in premessa, urgenti analisi microbiologiche nonché accertamenti utili a fugare la preoccupazione per un’eventuale inquinamento delle acque .

Cefalù,31/07/2009

Il Consigliere Comunale
(Rosario Lapunzina)

ritratto di Rosario Lapunzina

Comincia il processo al sindaco per inquinamento

11/06/2005 - Comincia il processo al sindaco per inquinamento

Cominciato davanti al giudice Sabina Raimondo il processo contro il sindaco Simona Vicari per inquinamento. I fatti risalgono al 20 luglio del 2000 quando al depuratore di Presidiana arriva la guardia di finanza per alcuni controlli insieme ai tecnici del laboratorio di igiene e profilassi di Palermo. Si accorgono che il depuratore non funziona correttamente e le acque reflue anziché essere trattate e poi smaltite vengono semplicemente fatte passare attraverso una griglia e successivamente gettate in mare. Dopo avere fatto l’ispezione sono stati effettuati due prelievi a monte della vasca ed alla sua uscita che poi finisce nel pennello a mare. I tecnici e le fiamme gialle hanno notato la presenza di schiuma sul mare e il cattivo odore nella zona. Secondo i finanzieri il depuratore al momento dell’ispezione era fermo da circa un anno. Nel corso della prima udienza è stato ascoltato il maresciallo della guardia di finanza Maiocca Pasquale e la dottoressa Angaria Amalia del Lip di Palermo. “L’impianto – ha detto il finanziere – era fermo da un anno. Le vasche erano vuote. Le vasche d’ingresso erano senza liquame depurato. Le acque reflue di tutto il comune arrivavano all’impianto e venivano immesse direttamente a mare”. I finanzieri hanno fotografato tutto ed ora le immagini sono sul tavolo del giudice. Fotografata anche la schiuma sul mare. “le acque reflue del Comune – ha continuato il finanziere – arrivano al depuratore a mezzo di una griglia. Il grosso veniva fermato e il restante senza depurazione veniva immesso direttamente a mare. Il depuratore ha un pennello ma noi abbiamo verificato che lo scarico avveniva sugli scogli”. Sul fatto che l’impianto fosse fermo da tempo ha riferito anche la dottoressa del Lip che ha preso parte ai prelievi. “Non era funzionante da mesi – ha detto al giudice – perché nelle vasche c’erano delle incrostazioni. Dallo stato in cui si trovava non era funzionante da diversi mesi”. (Franco Pollicino)

ritratto di Rosario Lapunzina

Depuratori, Sicilia maglia nera -adesso l'Europa chiede il conto

Repubblica 23 Luglio 2010

OLTRE il 40 per cento dei Comuni italiani in cui non funzionano fogne e depuratori sono in Sicilia. L'ultimo allarme sull'inquinamento delle acque nell'Isola arriva direttamente dalla Commissione europea. La Corte di giustizia comunitaria esaminerà la situazione nelle prossime settimane, ma la Sicilia rischia sanzioni milionarie. Una cifra che l'esecutivo di Bruxelles potrebbe decidere di prelevare decurtandola dai fondi europei.

In caso di condanna, le multe potrebbero essere di due tipi: una specifica per ogni centro urbano inadempiente, l'altra tendente a colpire l'inefficienza dell'intero sistema fognario regionale. Sui 178 Comuni italiani finiti sotto accusa, ben 74 sono in Sicilia. Dai grandi centri urbani alle città costiere, non si salva quasi nessuno. Palermo, Catania e Messina con i loro hinterland fanno registrare problemi per quanto riguarda i depuratori per le acque reflue e il completamento dei collettori fognari.

Ma anche i centri turistici costieri non sono a norma e inquinano i loro mari: a Cefalù come a Trabia, a Sciacca come a Porto Empedocle, gli investimenti sulle strutture di depurazione sono risultati insufficienti.

L'elenco dei Comuni arriva da una richiesta di accesso ai documenti avanzata dall'eurodeputato del Pd Rita Borsellino.

«Quella dei depuratori è un'emergenza su cui la Regione continua ad accumulare ritardi su ritardi», denuncia la Borsellino.

«Per il settore idrico la Sicilia ha a disposizione più di un miliardo di euro di fondi europei, ma tra i progetti avviati non c'è traccia di interventi per il trattamento delle acque reflue urbane». La procedura di infrazione nasce dalla violazione della normativa comunitaria emanata nel 1990 sulle misure da attuare per evitare l'inquinamento delle acque. Ancora oggi non è stata decisa una strategia unica a livello regionale. Per la fascia costiera tirrenica gli interventi dovrebbero riguardare un sistema di collettori che dovrebbero raccogliere le acque reflue di diversi centri urbani, ma il progetto è ancora sulla carta. Per accelerare gli investimenti ed evitare le sanzioni della Corte europea, il 24 giugno scorso gli esperti della Regione hanno incontrato a Roma il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo. Al momento, però, manca una strategia definitiva.

Che la situazione fosse allarmante lo aveva già denunciato Legambiente nel suo rapporto "Mare Nostrum 2010", pubblicato poche settimane fa. La Sicilia è risultata la regione in cui si registra il servizio di depurazione più deficitario: nell'Isola sono 2,3 milioni - il 54 per cento della popolazione - i cittadini che riversano i propri scarichi non depurati in mare. Dice Sebastiano Venneri, vice presidente nazionale dell'associazione: «La Sicilia purtroppo fa da apripista in questa procedura d'infrazione: quasi il 30 per cento dei depuratori censiti in Sicilia sono risultati inattivi».

«È una situazione che abbiamo preso in mano solo da 4-5 mesi», si difende Pier Carmelo Russo, assessore regionale all'Energia. «Aspettiamo un intervento sulla vicenda da parte del Commissario per la tutela delle acque, ci stiamo attivando per cercare di evitare le sanzioni».

ritratto di Rosario Lapunzina

Cefalù, depuratore mette a rischio turismo 27/9/2006

Non dovrebbe succedere, ma succede da anni e quest’estate la soglia di tolleranza è stata superata, e di molto: i miasmi provenienti dal depuratore di Cefalù (sulla carta seconda stazione turistica siciliana dopo Taormina) assediano residenti e vacanzieri al punto che è sorto un comitato spontaneo di protesta. L’impianto, con la vasche di raccolta e le condutture che immettono i liquami nel “pennello a mare”, è sulla costa, tra la periferia del vecchio borgo e il porto di Presidiana, in un’area soggetta ai capricci dei venti. Se soffia il maestrale, i cattivi odori invadono una certa porzione di territorio, se incombe lo scirocco, la puzza aggredisce altri siti. In ogni caso il problema si scarica con cadenza ordinaria sul centro storico, che è poi la meta privilegiata dei visitatori oltre che essere densamente popolato dagli abitanti del posto. Peraltro - sottolineano gli aderenti al gruppo “Amici della Giudecca” (il rione più esposto) - è il primo insostenibile, cattivo biglietto da visita per i diportisti che approdano a Cefalù. L’assessore comunale all’ambiente, Cesare Augusto, ha detto al comitato di protesta che si cercherà di inserire il problema all’ordine del giorno della prossima giunta, con l’obiettivo di fare uno storno di bilancio per tamponare l’emergenza. Eventuali interventi, però, non sono prevedibili prima di ottobre. E intanto i turisti scappano.

ritratto di Rosario Lapunzina

Cefalù, un'estate da turarsi il naso 24/08/2002

L'UNITA'

Il depuratore è vecchio e perde liquami in mare aperto: residenti e turisti vittime di emicranie da maleodore Cefalù, un’estate da turarsi il naso

CEFALÙ (Palermo) Per abituare l'olfatto al puzzo che saliva dall'abisso, Dante e Virgilio - nell'XI canto dell'Inferno - si accostarono al coperchio della tomba di papa
Anastasio II.
Turisti e residenti di Cefalù non hanno la stessa vocazione dei due poeti e molto più prosaicamente percorrono a passo svelto e con un fazzoletto davanti al naso
le strette viuzze della cittadina normanna.
Un'estate da incubo per chi ha deciso di soggiornare a Cefalù - una sirena adagiata sul mare chiusa alle spalle dal Parco delleMadonie, a una cinquantinadi chilo-
metri da Palermo - che ha dovuto fare i conti con gli insopportabili miasmi emessi dal depuratore. Un impianto vecchio di trent'anni e che nelle ultime stagioni ha
tradito la sua inadeguatezza. Ma oggi la misura è colma tanto che è sorto un comitato spontaneo di protesta. Fioccano gli esposti in Procura e scappano i turisti.
Si sono ritrovati in tanti un paio di sere fa alla Giudecca - l'antico quartiere nella zona della marina, a poche centinaia di metri da dov'è collocato il depuratore
della discordia - per affrontare la questione.
Portavoce di quella che è stata battezzata «Associazione amici della Giudecca» è il dottor Mario Cirincione, primario al Niguarda di Milano, che per il secondo
anno consecutivo si rivolge al Comune di Cefalù. Senza esito però. E pare che il pennello a mare del depuratore sia rotto, con fuoriuscita di liquami vicino la costa, fra
la stessa Giudecca e il porto di Presidiana.
Ma la situazione è disastrosa anche in contradaMazzaforno - a una manciata di chilometri da Cefalù in direzione Palermo e dunque ben lontana dal depuratore, che
invece guarda verso Messina (e dunque lacittadina normanna è fra due fuochi…) -e le spiagge affollate di turisti si riempiono di liquami maleodoranti con scarichi fo-
gnari direttamente in mare.
L'ultimo allarme all'inizio di questa settimana: in acqua una grande scia di liquami dirigeva verso i campeggi e i lidi della zona. Ma torniamo al centro storico di Cefalù. Non avendo avuto finora risposte convincenti - e l'insopportabile fetoreche si spande per tutta la zona vecchia della città toglie ogni dubbio in merito - il dottor Cirincione, dopo due anni di proteste, si è rivolto infine ai carabinieri. Nella sua denuncia - inoltrata pure al sindaco Simona Vicari di Forza Italia, rieletta da poco - non usa mezzi termini e chiede se l'attività del depuratore è in regola con le vigenti norme e se esiste un monitoraggio della sua attività, se il depuratore è dotato di mezzi tecnici atti ad abbattere le esalazioni prodotte e se qualcuno è pronto a sottoscrivere che queste siano innocue.
«Inoltre - dichiara Cirincione - qui si vive con una bomba ecologica in casa, i residenti soffrono di emicranie e disturbi neurove getativi vari e non sappiamo se questimia-
smi sono anche teratogeni (la possibilità di sviluppare tumori congeniti o altro, ndr)».
A dar manforte a Mario Cirincione anche Letizia Cicconi, diessina, assessore per il centro storico di Roma con delega all'ambiente, in vacanza a Cefalù. I due, all'unisono, raccontano che all'incontro avvenuto pochi giorni fa alla Giudecca si è presentato Augusto Cesare, An, assessore per l'ambiente del Comune siciliano, che ha promesso l’interesse del Consiglio comunale per riuscire a stornare da qualche parte del bilancio i soldi - o quantomeno una parte di questi - per affrontare in futuro il problema depurazione. Ma la seduta programmata è saltata per mancanza del numero legale. Intanto, a due passi dal depuratore c'è l'area di sosta per i pullman che trasportano i turisti in città.
Tutti a piedi verso il centro storico,fazzoletto alla mano..

ritratto di Leonardo Mento

Sarebbe opportuno.....

non votare più quei consiglieri che hanno fatto mancare il numero legale alla seduta consiliare che doveva "trovare" le risorse per gli interventi al depuratore.

ritratto di Rosario Lapunzina

A Cefalù un depuratore da 5 milioni di euro

Madonienews 11 Ottobre 2005

Sarà piazzato in località torretonda e servirà un carico di 12 mila abitanti nelle località di Capo Plaia, Settefrati e Mazzaforno

Il progetto per il secondo depuratore di Cefalù ha ottenuto il via libera dalla conferenza di servizio, che si è tenuta al Castello Ortolani di Bordonaro, sede di rappresentanza del Municipio.

Il nuovo impianto sarà localizzato in contrada Torretonda nell’area del dismesso inceneritore. Il costo complessivo dell’opera pubblica è pari a 4 milioni e 950 mila euro ed è stato finanziato per 2 milioni di euro dall’Assessorato Regionale al Territorio e Ambiente. La restante parta arriva dalla struttura commissariale per l’emergenza rifiuti e tutela delle acque con assegnazione dei fondi fatta dalla Provincia di Palermo, nell’ambito dell’accordo quadro di programma 2004-2007.

“La conferenza di servizio chiude un lunghissimo e travagliato iter per il nuovo depuratore lungo 25 anni”, dice con soddisfazione il sindaco Simona Vicari, “che ci consentirà la crescita di Cefalù con i dovuti servizi ma soprattutto di garantire sempre più la tutela dell’ambiente e del mare risorsa della nostra città”.

L’avvio del procedimento risale, infatti, all’agosto 1990 con l’inserimento dell’opera nel Piano regolatore della rete fognaria (Parf). Tra rimodulazione del progetto, nuova localizzazione su territorio comunale, proposta nel 2001 dal sindaco Vicari, si è arrivati alla definitiva approvazione dell’opera.

Il depuratore di Torretonda servirà una vasta zona della cittadina turistica, particolarmente sviluppatasi in questi ultimi decenni, ed in particolare le contrade Settefrati, Capo Plaia e Mazzaforno. Quest’ultima contrada attualmente afferisce i reflui sull’impianto di depurazione di Presidiana.

Il progetto porta la firma dell’ingegnere Pasquale Giardina. Potrà assorbire un carico antropico di 12 mila abitanti con possibilità di ampliamento con un modulo di pari potenzialità. Il refluo trattato, arriverà a mare, attraverso una condotta sottomarina lunga circa 1000 metri dalla costa e a 15 metri di profondità.

Le prossime tappe per l’impianto di Torretonda passano dal parere tecnico del responsabile del procedimento e dei lavori pubblici del Municipio, Matteo Crisà, poi il pronunciamento del Consiglio Comunale per la variante allo strumento urbanistico che interessa la localizzazione degli impianti di sollevamento; Quindi la trasmissione degli atti al Commissario per l’emergenza rifiuti per il perfezionamento del finanziamento ed infine il bando di gara per l’appalto che dovrebbe arrivare entro il 2005.

ritratto di Rosario Lapunzina

A Gennaio partiranno i primi cantieri

Madonienews 14 Dicembre 2004

Cefalù, il piano delle opere da realizzare con i fondi dell’Ato

Sono oltre 6 milioni di euro i finanziamenti dell’Ato idrico che arriveranno al comune di Cefalù per il triennio 2004-2007. “Tutti i progetti presentati”, afferma il sindaco Simona Vicari, “sono stati ritenuti dalla provincia di Palermo, autorità d’ambito, idonei e quindi finanziati. Otteniamo queste risorse”, aggiunge, “grazie ad una vasta ed attenta programmazione con cui abbiamo pianificato il miglioramento della rete idrica e fognaria ma soprattutto per l’impegno profuso a tutela dell’ambiente e del mare, risorsa unica per la nostra città”.

I 6 milioni e 413 mila euro saranno impiegati per il cofinanziamento del secondo impianto di depurazione in contrada Torretonda (3 milioni di euro oltre ai 2 milioni di euro di un precedente finanziamento), per il completamento della rete fognaria in contrada Pisciotto (800 mila euro) e per l’adeguamento del depuratore nella frazione di Sant’Ambrogio (394 mila e 574 euro). Sempre su Sant’Ambrogio il Comune aveva ottenuto, nei mesi scorsi, un altro finanziamento di 1 milione e 699 mila euro dal Cipe per la costruzione di nuove condotte di alimentazione e distribuzione dell’acqua.

Nel settore idrico sono 4 gli interventi pianificati ed inseriti nel finanziamento dell’Ato 1 finalizzati: al completamento della rete idrica cittadina (351 mila euro), all’installazione di nuovi contatori (14 mila e 527 Euro), alla realizzazione di aree di salvaguardia per le opere di captazione (18 mila 592 euro). E, inoltre, per la costruzione della rete urbana di distribuzione denominata: Alta, Bassa e Sud Ovest e delle reti extraurbane denominate: Mazzaforno, S. Lucia, Costa Ponente, Torretonda e Prima Croce (901 mila e 330 euro). Infine, è stato finanziato l’intervento per la manutenzione degli impianti di sollevamento (932 mila 484 euro).

Il primo cantiere ad essere aperto nel 2005 sarà quello del depuratore di Torretonda dove il comune di Cefalù vanta un ulteriore finanziamento dell’Assessorato al Territorio e Ambiente per 2 milioni e 065 mila euro. Saranno necessari 24 mesi per completare l’opera.

Elena Piro

ritratto di Rosario Lapunzina

Il depuratore della vergogna da sempre

27/09/2002 - Vicari: sostanza sconosciuta uccide i fanghi del depuratore e provoca la puzza

Il primo cittadino, in una intervista a Cefalunews, interviene sui guasti e la puzza al depuratore. “Fino a quando c’è stato Gucciardo – dice - non abbiamo avuto problemi. Quando è andato via sono arrivati i problemi”. Al depuratore di Presidiana, infatti, la depurazione avviene con i fanghi che depurano i reflui. Ma nell’ultimo periodo, proprio i fanghi, sarebbero stati trovati morti per due volte. “Lo abbiamo capito – prosegue il sindaco - grazie al ritorno di Gucciardo che ci ha fatto fare la convenzione con l’Amap”. Proprio nel corso delle prime analisi sarebbero stati trovati i fanghi morti. “Quando abbiamo rifatto le analisi – aggiunge il primo cittadino - abbiamo appreso che erano nuovamente morti. Per questo abbiamo chiesto analisi più approfondite per sapere perché muoiono. Vogliamo sapere quale sostanza li uccide. Probabilmente è una sostanza che immettono nel depuratore le attività produttive. Noi stiamo facendo alcune verifiche. Quando sapremo cosa uccide questi fanghi diffideremo tutte le attività che la producono perché non la potranno più immettere nel nostro depuratore. Darò loro solo venti giorni di tempo per adeguarsi altrimenti chiuderò le loro attività produttive”.

ritratto di Rosario Lapunzina

26/04/2003 - Piazza Duomo: puzza dal depuratore

Arriva il caldo e ritornano i cattivi odori dal depuratore di Presidiana? Cittadini sul piede di guerra oggi pomeriggio, in piazza Duomo, quando si sono visti avvolti dai cattivi odori provenienti dal depuratore di Presidiana. Su tutti è arrivato l’incubo del disservizio estivo che ad agosto ha visto fuggire dal centro storico diversi turisti ed altri li ha fatti protestare con mascherina alla bocca durante i lavori del consiglio comunale. Nelle scorse settimane i cattivi odori avevano costretto i tennisti a sospendere gli allenamenti sui campi dietro al cimitero.

ritratto di Rosario Lapunzina

22/07/2004 - Torna la puzza dal depuratore

Torna la puzza dal depuratore. A segnalare il disservizio diversi residenti di via Giudecca allarmati per il ritorno di quel cattivo odore che arriva dal depuratore. Le prime segnalazioni nella serata di ieri. Diverse quelle arrivate nella mattinata e nel pomeriggio di oggi. Ogni anno con l’arrivo dell’estate torna l’incubo depuratore per i residenti nella zona. Due anni è arrivata anche una protesta da parte di turisti e residenti della zona. Dal comune erano arrivate rassicurazioni che tutto sarebbe stato messo a posto