La Barbarie! (2° parte)

ritratto di Pino Lo Presti

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(ancora volendo è però possibile trovare qualche inquadratura buona)

Nel consueto incontro di Crm, alla Villa, di inizio d’anno, tra la informazione locale ed il Sindaco, il 2 gennaio, posi la questione del degrado del “decoro” architettonico del centro storico.
Così rispose l'assessore al Centro Storico, Roberto Corsello:

Il degrado non dipende solo dalla volontà della Amministrazione ma da chi compie certe cose!

Se ci sono abusi in tal senso basta segnalarli, saranno immediatamente repressi, però intanto secondo me è un problema culturale quello che sta alla base, e che è molto più complesso.

Un Regolamento c’è, è nel Piano Particolareggiato del Centro Storico il quale vieta di utilizzare materiali diversi da quelli espressamente indicati; nessuna ipotesi di alluminio anodizzato può essere pensata nel centro storico.

Lo strumento c’è, l’abuso purtroppo è sempre abuso”.

Faccio notare che gli abusi sono enormi e diffusissimi; impedirli non dovrebbe rappresentare un costo particolare per l’Amministrazione ma un atto di volontà politica.

Risposta:
Gli abusi vanno repressi, vanno combattuti; la prevenzione della posa di un infisso in alluminio anzichè in legno obiettivamente è difficile perchè è difficile pensare che ci possa essere qualcuno che sta tutti i giorni a controllare tutte le case del centro storico.
Sono d’accordo con te che è una vergogna, una vergogna di proporzioni immani ma ripeto è francamente difficile pensare ad una prevenzione capillare di questo fenomeno
”!

Dichiaro pubblicamente il mio sincero affetto per l’amico Roberto, ma anche che, come assessore al Centro storico, mi lascia molto perplesso!
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Come fa un paese che vorrebbe essere turistico (che - si dice - abbia un centro storico tra i “Cento Borghi più belli d’Italia”), che addirittura talvolta nel sonno farfuglia di ambire ad essere inserito nella lista dei “Patrimoni dell’Umanità”, e, alla base, non avere una idea chiara e “attiva” di ciò in cui dovrebbe consistere questo suo “Patrimonio” ?

Una città intera tutta protesa, truccata alla meglio (e spesso con pessimo gusto) - con i suoi “operatori economici” in testa -, solo a “promuoversi”, solo a “piacere”, indifferente a chi sia il “cliente” (basta che sia in qualche modo “riconoscente”), nella inconsapevolezza di ciò che intanto, con questa pratica, del suo vero Patrimonio inesorabilmente perde, ... se fosse un o una minore, che si approccia alla vita, diremmo che non ha avuto dei buoni genitori (delle Istituzioni, nel nostro caso) che gli hanno insegnato chi fosse.

Si pensa si faccia turismo costruendo alberghi che “ospitino”, ad un prezzo al ribasso, dei “portatori di carte di credito” - ceduti , a “un tanto” a “vagone”, da agenzie specializzate in questo tipo di traffico umano -, e niente affatto non dico migliorando ma almeno conservando ciò da cui dovrebbe derivare il valore del “prodotto”.

Non c’è Marchio di Qualità senza Identità!

Come si fa ad ottenere un marchio di qualità per qualcosa senza sapere quali sono le qualità di quella data cosa, quel loro particolare insieme che ne costituisce l’Identità?

Da quanto è avvenuto sul nostro territorio e da quanto avviene, e sotto vari aspetti, nel nostro centro storico, non sembra che se ne sia veramente consapevoli; tanto da non rendersi veramente ancora conto delle condizioni pietose in cui le abbiamo ridotte: quelle qualità e quella Identità.

Cefalù, città di “cultura”? Ma dove, ma quando? Dubito che per la maggior parte dei suoi abitanti e amministratori questa parola significhi qualcosa di diverso o in più dal ricordo scolastico di qualche data o nome della storia.

Tutto questo non è (cambia solo la “scala”) come una “enorme scritta”, peraltro di discutibile gusto, su un “monumento storico? O, come un “alleggerimento renale” - dopo qualche birra - ai suoi pedi? Non è anche peggio di “un calcio ad una vaso di fiori sul Corso”?

Che facciamo: chiudiamo chi vi abita, fuori e lo facciamo entrare solo ad orari stabiliti e accompagnato (il ticket magari lo facciamo pagare solo ai non nativi)?

O cominciamo a chiedere alla politica di essere un azione “di servizio” al bene collettivo (se infine si è d’accordo che vi sia qualcosa di comune in un comune viaggio) e non più “il complice” dell’interesse o dell’ignoranza privati?

Caro Roberto qui non si tratta che non tutti i giorni può esserci qualcuno che controlla per prevenire la posa di una finestra di alluminio anzichè di legno; qui c’è l’assenza più assoluta di ogni controllo e cura da parte di una Amministrazione pubblica.

-da quel famoso giorno di pioggia torrenziale nessuno è mai passato a ripulire questo scarico

-e queste strutture non dovrebbero essere state smontate?

- e questo “rifiuto ingombrante” regalatoci dal primo sherbeth non è un vergogna? E, pure col nostro stemma!

-e non è questa la vera “Pietra della Memoria” della Marina? Quanta storia, quanta vita di uomini di mare in quei solchi! Eppure giace lì misconosciuta, abbandonata.
Siamo proprio pazzi!
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Finchè si può ancora ricavarne qualche cartolina, c’è speranza, tanto quello che conta è l’Immagine (basta non avvicinarsi troppo) !

-dal confronto con la precedente (del 2005) si può avere contezza del fenomeno dell’insabbiamento segnalato dall’ing. Di Paola

ritratto di Giuseppe Aquia

Eccezzionale!!!!!! pino

Eccezzionale!!!!!! pino complimenti a te per il reportage ed hai nostri amministratori per il menefreghismo totale di tutto complimenti vivissimi.

ritratto di Saro Di Paola

DA LONTANO...... PER FORTUNA...

La "cortina a mare" è il più straordinario "PROSPETTO" di Cefalù.
Per i proprietari delle case e dei magazzini è, però, un RETROPROSPETTO!
E' o non è "ARRIERI I MURA"?

Da lontano, "La Barbarie" non si nota.
PER FORTUNA!
Da lontano sulla barbarie prevale LA STRAORDINARIETA' DELL'UNICUM !
PER FORTUNA!

Speriamo che almeno questa "STRAORDINARIETA' DA LONTANO" LA NATURA LA PRESERVI!
A NOI E AL MONDO INTERO !

Purtroppo,però, quella lingua di sabbia, oramai, si vede anche da lontano!
Con gli ombrelloni, in estate, SAREBBE SCONVOLGENTE!

Ma che purtroppo e purtroppo !
M'è venuta un'idea !
Stavolta non mi faccio "fottere" da nessuno!
La concessione demaniale corro a chiederla io.
Non solo FILE DI OMBRELLONI, pure LE CABINE mi farò autorizzare !

ritratto di Pino Lo Presti

"Prima" ci sono io

ci avevo già pensato io, Saro!

ritratto di Gianfranco D Anna

Assessore Corsello, chi deve agire?

La cortina delle case del centro storico che si affacciano sul golfo di Cefalù è una delle immagini simbolo di questa nostra città, è una fotografia che tutti, cefalutani e turisti, abbiamo almeno una volta scattato, è una delle cartoline che hanno fatto il giro del mondo facendo conoscere ovunque Cefalù.
A tal riguardo, trovo inaccettabili le Sue parole, Avv. Roberto Corsello, in quanto è Lei l’Assessore alla “Viabilità, traffico e politiche del centro storico” nonché l’Assessore alla “Legalità, trasparenza, comunicazione e informazione”.
Certamente Assessore quando Lei afferma «Il degrado non dipende solo dalla volontà della Amministrazione ma da chi compie certe cose!» - immaginando che volesse dire che combattere il degrado non dipende solo dalla volontà dell’Amministrazione - ha ragione ma essendo Lei l’Assessore al ramo non può “permettersi” di dire «Se ci sono abusi in tal senso basta segnalarli, saranno immediatamente repressi, però intanto secondo me è un problema culturale quello che sta alla base, e che è molto più complesso».
Lei per primo, Assessore Corsello, deve segnalare gli abusi.
Lei ha gli strumenti per agire: dal "Codice dei Beni culturali e del paesaggio " (noto come "Codice Urbani") emanato come D. L. 22 gennaio 2004, n. 42 e successive modificazioni ed integrazioni, che nella Parte Terza si occupa dei Beni paesaggistici sino ad arrivare al Regolamento contenuto nel Piano Particolareggiato del Centro Storico.
Riguardo a quanto Lei, Assessore Corsello, dichiara «… la prevenzione della posa di un infisso in alluminio anziché in legno obiettivamente è difficile perché è difficile pensare che ci possa essere qualcuno che sta tutti i giorni a controllare tutte le case del centro storico.», mi permetto di farLe notare che non è necessario mettere una persona a fissare h24 le abitazioni, non è necessario – in questo caso – piazzare delle telecamere fisse h 24 sulle case perché l’abuso, anche se compiuto dall’oggi al domani, resta lì, in bella vista.
Pino Lo Presti con questo reportage fotografico Le ha già fornito tutta la documentazione occorrente. Salvi le foto sul suo PC, compari le foto del 2011 con quelle del 2005 e faccia ciò che le compete in qualità di Assessore al ramo.
Lei per primo, Assessore Corsello, deve, quindi, prodigarsi per sconfiggere questo malcostume.
Chi possiede quelle abitazioni, chi abita in quelle case, chi lavora in quelle attività commerciali ha il diritto di migliorare il confort, la vivibilità degli edifici posizionando pompe di calore per climatizzare gli ambienti, sostituendo i vecchi serramenti con nuovi infissi che possano garantire una migliore tenuta nei confronti delle dispersioni termiche, eseguendo lavori di ripristino di intonaci, di sostituzione dei pluviali etc. ma ha anche il dovere di non alterare, se non addirittura stravolgere, l’immagine di quelle case e, di conseguenza, l’immagine di Cefalù.
Se queste persone non hanno questo senso del dovere, se non hanno consapevolezza del patrimonio che possiedono o vivono, se in loro non vi è ancora un senso di identità, di appartenenza alla nostra - e loro - Cefalù, allora, è Lei, Assessore, che deve agire sensibilizzando sull’impiego di tecnologie in grado di garantire nel contempo il rispetto delle peculiarità di un centro storico con il diritto al confort (un esempio le pompe di calore senza unità esterna: costo medio 1000-1200 €), informando sulle possibilità che la normativa in materia di detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica offre per eseguire interventi che garantiscano un risparmio energetico, proponendo eventuali incentivi comunali per favorire gli interventi di restauro e di risanamento conservativo, vigilando su tutto il nostro centro storico e, se necessario, denunciando gli abusi.

ritratto di Pino Lo Presti

Grazie Gianfranco

ormai disperavo che esporsi all'astio di tanta gente potesse essere di qualche utilità per qualcuno o qualcosa.
Architetti, operatori turistici, politici ... ma di che si occupano?

Non so perchè ma in questo momento mi viene la strana curiosità di sapere cosa ne pensano consiglieri come Rasa, Mangano, Cassata, Messina, Sideli, Brocato, Greco ... soprattutto i consiglieri di "Maggioranza", "giovani idee", "casa per casa", "cefalù al di sopra di tutto", visto che sono consiglieri, cosa hanno "consigliato" e "consigliano" al Sindaco al riguardo?

Ma forse loro - come tanti altri - non "guardano" blog come laltracefalù, o sono impegnati su altri temi; non si spiegherebbe altrimenti come una intervista invece al consigliere Rasa dell'anno scorso (su cefalunews) avrebbe raggiunto in un solo giorno 30.000 (trentamila) accessi e qui dopo due giorni non si arriva a 500 e senza reazioni.

ritratto di Saro Di Paola

PIU' REALISTI DEL RE !

Le argomentazioni del prof. D'Anna sono ineccepibili.

Però, dobbiamo essere PIU' REALISTI DEL RE.

Ipotizziamo, infatti, che ,per ogni difformità rispetto a quanto previsto dalle norme del Piano Particolareggiato del Centro Storico e, quindi, per tutti gli abusi edilizi che sono stati commessi sulla "cortina a mare" il sindaco emetta le ordinanze per reprimerli,
quali sarebbero, secondo voi, gli effetti delle ordinanze medesime, con i tempi della Giustizia che affliggono le cause civili-amministrative e con i "meandri della Legge" nei quali la difesa dell'abusivo può insinuarsi ?
Secondo me le ORDINANZE NON AVREBBERO EFFETTO ALCUNO!

Ciò, non perchè io sia pessimista, ma perchè sono realista!

Pur non essendo uomo di Legge, sono, infatti, convinto che LE ORDINANZE SINDACALI sarebbero, dai privati, IMMEDIATAMENTE IMPUGNATE con la più ovvia delle motivazioni : il Piano Particolareggiato del Centro Storico con tutti i suoi vincoli non è più efficace da circa venti anni.

ritratto di Gianfranco D Anna

Ing. Di Paola mi spiace contraddirLa

Ing. Di Paola,
Lei ha ragione nel dire che “ il Piano Particolareggiato del Centro Storico con tutti suoi vincoli non è più efficace da circa venti anni” ma, mi spiace contraddirLa, il Regolamento Edilizio del Comune di Cefalù adottato con delibera n. 59 del 24.03.1979 è sempre valido e con esso tutte le sue norme edilizie (ho perso tempo a risponderLe perché volevo procurarmi una copia del suddetto Regolamento e, soprattutto, perchè volevo una conferma a questa mia affermazione da parte di altri architetti).
Ad ogni modo, al di là delle violazioni alle indicazioni contenute, in particolare, nel Titolo III – Disciplina della Fabbricazione, Capo I – Aspetto dei fabbricati ed arredo urbano, del Regolamento Edilizio in materia di infissi, intonaci, tubazioni, canalizzazioni, etc…., dalle foto di Pino – ma soprattutto di presenza – emergono chiare ed è facile individuare quelle aggiunte di corpi di fabbrica, di volumi, di aggetti, di sporgenze, etc. anche molto recenti, che, se prive delle regolari autorizzazioni, andrebbero immediatamente denunciate da parte del Sindaco e sanzionate così come previsto dalle leggi vigenti in materia edilizia ed urbanistica nonché dal Titolo IV del suddetto Regolamento.

Al più presto pubblicherò quelle parti del Regolamento Edilizio che danno indicazioni sul modo in cui “assicurare l’estetica ed il decoro dell’ambiente”.

ritratto di Saro Di Paola

EGREGIO PROF. D'ANNA

nonostante sia stato uno dei consiglieri che nel 1979 ebbe ad approvare quel regolamento non lo ricordo nei dettagli.
Non sono, perciò, nelle condizioni di poter muovere un sia pur minimo appunto a quanto da lei scritto.
Ciò, pur ad ammettere che di appunti se ne possano muovere.

Il fatto che il regolamento edilizio non sia scaduto come i vincoli del P.P.C.S nulla, però, cambia rispetto alla questione di fondo :

quanti infissi e/o verande in alluminio verrebbero rimossi dopo l'ordinanza del Comune ?

quanti anni dovrebbero passare perchè le sentenze di demolizione di quelle "aggiunte di corpi di fabbrica, di volumi, di aggetti, di sporgenze" diventino esecutive ?

nel caso il proprietario, dopo la sentenza definitiva, non demolisse chi e con i soldi di chi eseguirebbe la demolizione ?

ritratto di Gianfranco D Anna

Stimato Ing. Di Paola

Stimato Ing. Di Paola
La prego, anzitutto, e La invito a chiamarmi semplicemente Gianfranco e La ringrazio per l'attenzione che mostra per i miei interventi e/o commenti.
Ultimamente, nei suoi interventi in merito alle "barbarie" in oggetto, in merito al sequestro del depuratore, in merito agli interventi da porre in atto per tutelare il nostro patrimonio, la nostra Cefalù, noto un velo di "rassegnazione" che non trovavo in Lei fino a poco tempo addietro e che pur non essendo io proprio un giovane, visti i miei prossimi 39 anni, non voglio e non posso accettare.
L'ho sempre vista e La considero tutt'ora un "combattente" attento, accorto e preciso, una risorsa importante per Cefalù, un punto di riferimento in queste nostre discussioni.

ritratto di Saro Di Paola

GRAZIE GIANFRANCO,

mi permetterai anzitutto di dirti di chiamarmi Saro.

Dal mio punto di vista, il mio atteggiamento rispetto al merito delle questioni che tu hai ricordato è diverso.

In merito alle "barbarie" sono perfettamente d'accordo con te che hai "notato un velo di rassegnazione".

In merito al sequestro del depuratore, personalmente, non ritengo che nel mio atteggiamento vi sia rassegnazione.
Vi è un anelito alla verità dei fatti ed il desiderio che gli atti delle Istituzioni abbiano la VALENZA VERA PER LA QUALE IL LEGISLATORE quegli atti ha concepito.
Sono, però, un anelito ed un desiderio che ritengo di avere avere sempre avuto anche quando ti sembravo più "combattente"

In fondo in fondo, caro Gianfranco, la ratio dei miei atteggiaggiamenti è, sempre, in quel volere essere "più realista del re" come ho scritto nel titolo di un mio commento.
GRAZIE!

ritratto di Gianfranco D Anna

Dal Regolamento Edilizio

Estratto da:

REGOLAMENTO EDILE DEL COMUNE DI CEFALU'

Adottato con delibera n. 59 del 24.03.1979 riscontrata legittima dalla C.P.C. il 04.01.1980 con provvedimento n. 20106/00719 e adeguato alle prescrizioni del decreto dell’Assessore Regionale del Territorio ed Ambiente n. 156/81 del 14.05.1981 – Riveduto e corretto a cura dell’U.T.C. –

TITOLO III
DISCIPLINA DELLA FABBRICAZIONE

CAPO I – ASPETTO DEI FABBRICATI ED ARREDO URBANO

Art. 23 - Aspetto e manutenzione degli edifici

Gli edifici sia pubblici che privati, e le eventuali aree di servizio degli stessi, devono essere progettati, eseguiti e mantenuti in ogni loro parte, compresa la copertura, in modo da assicurare l’estetica ed il decoro dell’ambiente.
Nelle nuove costruzioni o nella modificazione di edifici esistenti, tutte le pareti esterne prospettanti su spazi pubblici e privati, anche se interni all’edificio, e tutte le opere ad essa attinenti (finestre, parapetti etc.) devono essere realizzati con materiali e cure di dettagli tali da garantire la buona conservazione delle stesse nel tempo. Nelle pareti esterne, come sopra definito, è vietato sistemare tubi di scarico, canne di ventilazione e canalizzazioni in genere, a meno che il progetto non preveda una loro sistemazione che si inserisca armonicamente e funzionalmente nelle pareti con preciso carattere architettonico. Le tubazioni del gas, telefoniche ed elettriche non devono essere poste sulle pareti esterne se non in appositi incassi, tali da consentire una idonea soluzione architettonica.
Ogni proprietario ha l’obbligo di mantenere ogni parte del proprio edificio in stato di normale conservazione, in relazione al decoro e alla estetica dell’ambiente. Ogni proprietario ha l’obbligo di eseguire i lavori di riparazione, ripristino, intonacatura delle facciate e delle recinzioni.
Quando le fronti di un fabbricato sono indecorose, il Sindaco, sentita la Commissione Edilizia, ordina al proprietario di eseguire i necessari lavori di cui al precedente comma entro un termine non superiore a mesi tre, decorso il quale i lavori saranno eseguiti d’ufficio; per il recupero delle spese relative si applicano le disposizioni di legge vigenti.

Art. 25 - Arredo urbano

L’esposizione anche provvisoria al pubblico di mostre, vetrine, bacheche, insegne, emblemi commerciali e professionali, iscrizioni, pitture, fotografie, cartelloni pubblicitari etc., è subordinata in tutto il territorio a concessione da parte del Sindaco.
Gli interessati dovranno farne domanda presentando un disegno firmato da cui risulti definita l’opera che si vuole realizzare, con la precisazione, anche attraverso opportuni dettagli, dei materiali e colori da impiegare, nonché di ogni particolare costruttivo. Dovrà inoltre essere dimostrato, attraverso schizzi prospettici o fotomontaggi, l’inserimento dell’opera nell’ambiente architettonico e paesaggistico.
E’ tassativamente vietata ogni opera o iscrizione che nuoccia al decoro dell’ambiente, turbi l’estetica, alteri elementi architettonici o paesaggistici, o il diritto di veduta del vicino.
Nel centro storico sono consentite soltanto insegne a muro in materiale tradizionale con ferro, legno, ottone, bronzo etc., anche luminose, a luce bianca, comunque con disegno non contrastante con l’ambiente storico. L’installazione dovrà essere fatta, in ogni caso, in modo da permettere la massima facilità di pulizia e manutenzione.

In caso di riparazione o modifiche di marciapiedi o piano stradale che richiedano la temporanea rimozione di mostre, vetrine od altri aggetti occupanti il suolo o lo spazio pubblico, gli interessati sono obbligati ad eseguire la rimozione e la ricollocazione in sito con le modifiche resasi necessarie, tutte a loro spese e relative responsabilità. Ove non ottemperino il Sindaco potrà ordinare la rimozione d’Ufficio a loro spese.
Agli edifici è imposta la servitù di apposizione di numeri civici e delle targhe stradali o tabelle indicanti il nome delle vie o delle piazze.
L’apposizione e la conservazione dei numeri civici e delle targhe stradali sono, a norma di legge, a carico del Comune. I proprietari dei fabbricati su cui sono apposti numeri civici o targhe sono tenuti al loro ripristino quando siano distrutti o danneggiati per fatti ad essi imputabili.
Il proprietario è tenuto a riprodurre il numero civico in modo ben visibile sulle mostre o tabelle applicate alle porte quando queste occupino interamente la parte della parete all’uopo destinata.
Negli edifici sulla cui copertura siano installate o debbano installarsi più antenne radio o televisive, il Sindaco ha facoltà di prescrivere una unica antenna centralizzata.
La concessione dell’autorizzazione delle opere di cui ai commi precedenti nelle zone demaniali o soggette a particolari vincoli sarà rilasciata, previa intesa con le autorità competenti, ai sensi delle norme vigenti.
Quando non nuocciono al libero transito e non impediscono la visuale in danno dei vicini il Sindaco può autorizzare, dietro pagamento della relativa tassa e con l’osservanza delle condizioni che riterrà opportuno caso per caso, l’apposizione a porte e finestre di tende aggettanti sullo spazio pubblico.
Le tende, le loro appendici ed i loro meccanismi non possono essere situati ad altezza inferiore a m. 2,20 dal marciapiede. Sono vietate le appendici verticali anche in telaio o in frangia che scendano al di sotto di m. 2,20 dal suolo, salvo casi speciali in cui una minore altezza, a giudizio del tecnico comunale, non nuoccia al decoro della località né alla libertà di transito e visuale.
Tutto quanto costituisca o completi la decorazione architettonica dei fabbricati, i frammenti antichi, le lapidi, gli stemmi, le mostre, i graffiti e qualsiasi altra opera di carattere ornamentale o che abbia forma o interesse storico non potrà essere asportato, spostato o comunque modificato senza la preventiva autorizzazione del Comune, nei casi previsti dalle disposizioni vigenti, della Soprintendenza ai Monumenti.
Nel caso di demolizione o trasformazione di immobili, il Sindaco potrà prescrivere che gli oggetti su menzionati, anche se di proprietà privata, siano convenientemente collocati nel nuovo edificio o in luoghi prossimi o conservati in raccolte aperte al pubblico, o effettuare tutti i rilievi o calchi che ritenga opportuno nell’interesse della cultura pubblica.

TITOLO IV
SANZIONI E DISPOSIZIONI TRANSITORIE

Art. 51 – Sanzioni

Per le violazioni delle disposizioni del presente regolamento, salvo le pene speciali che fossero stabilite da altre leggi e regolamenti, si provvederà con l’osservanza delle norme stabilite dalle leggi vigenti in materia edilizia ed urbanistica.
Se la violazione si riferisce ad occupazione di suolo o spazio pubblico, ovvero ad esecuzione di lavori vietati o per i quali sarebbe occorsa l’autorizzazione comunale, l’intimazione del Sindaco comporta l’obbligo per il contravventore di cessare immediatamente dall’occupazione, di desistere dagli atti vietati demolendo i lavori e rimuovendo gli oggetti e i materiali, nonché di provvedere all’immediato ripristino dello stato quo ante, restando responsabile pienamente dei danni non eliminabili.
Se la violazione consiste nella mancata esecuzione dei lavori e nel mancato adempimento di atti obbligatori, l’intimazione del Sindaco comporta l’obbligo della esecuzione per il contravventore.
In ogni caso di inadempienza il Sindaco può disporre la decadenza delle autorizzazioni e la sospensione dei servizi prestati dal Comune al contravventore, e può inoltre deferire i Tecnici responsabili ai rispettivi consigli degli ordini professionali.

ritratto di Pino Lo Presti

Cosa si prevede

quando non si adempia a tale Regolamento, per chi invece è preposto alla sua applicazione (Sindaco, Assessore, Funzionario comunale)?