In ultimo, un augurio speciale a questa Cefalù
10 Gennaio 2011, 02:00 - Pino Lo Presti [suoi interventi e commenti]
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(all’interno “Pietre” non meno “della Memoria”)
C’è qualcuno che scherza con la parola Identità - riferita ad un qualcosa di interiore di una persona o di una cultura collettiva - ritenendo più seria quella di Marchio - riferita a un qualcosa di esteriore - di un prodotto, da vendere al mercato.
Certamente un “Marchio” di Cefalù che corrispondesse alla “Identità” avrebbe maggiori probabilità di essere vincente, come una frutta gustata a suo tempo, colta da un albero cresciuto su una terra non toccata dall’avidità e dallo sfruttamento - magari di un contadino che si conosce -, lo ha su una frutta maturata nei frigo e venduta in una confezione di plastica, proveniente da una coltivazione intensiva, magari di una multinazionale, in un anonimo supermercato.
Io, alla fine, non posso sapere da solo quale è la Identità di Cefalù, posso solo immaginarla mossa dai sentimenti del mio personale passato.
Anche se queste immagini non appartenessero alla propria famiglia - come non appartengono alla mia -, però credo che lo stesso esse potranno risultare “care” a molti cefalutani.
Io credo proprio che l’Ulivo sia un elemento della nostra identità collettiva - con tutta la saggezza della vita che gli uomini vi hanno ricavato attorno - ed anche del nostro paesaggio.
Anche a un “Marchio” turistico non farebbe male un richiamo a questa qualità del “prodotto”.
Eppure si fa quotidianamente strage di ulivi sul nostro territorio, proprio in nome del turismo: uno strano turismo!
La gente poi non li raccoglie più le olive perchè quasi non conviene più (dato il rapporto costo/mercato); ancora molti resistono giusto per “usare in casa” l’olio “nostru”, forse per mantenere chissà ancora un flebile “filo” con la nostra madre terra attraverso un suo nutrimento particolarmente pregiato, forse il più distintivo del bacino del Mediterraneo in cui noi siamo al centro.
L’Ulivo è - non senza ragione - un emblema biblico. Dovremmo avere più cura e considerazione dei nostri ulivi e del suo prodotto e della saggezza ed umanità che queste hanno prodotto nei millenni e ancora possono nell’uomo.
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Questi gli attuali sistemi
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la memoria della terra
caro Pino, come sempre le tue foto parlano..
Certamente i valori della terra sono fondamentali da ricordare e soprattutto da tramandare. Lo "spirito" di ogni luogo, la sua essenza, il cosiddetto "genius loci", fatto anche dal fondersi della natura con l'opera dell'uomo (se fatta con consapevolezza), ci trasmette la storia della nostra terra e dei nostri avi.
Storia che abbiamo il dovere di tutelare e di raccontare. Mi dispiace non conoscere più le verdure selvatiche, che pur potrebbero contribuire a mantenerci in salute e spendere meno al supermercato; spero che i miei figli potranno sapere cos'è un frantoio, di quelli veri. Un compito, quello della memoria storica, che spetta ad ognuno di noi nel suo piccolo, ed insieme come comunità, portare avanti.
ALIVI E UOGGHIU
Ammastrata r’alivi,
a zappata r’alivi,
alivi ‘nciuri,
alivi maturi,
alivi malati,
a musca r'alivi,
u bagnu pa musca,
a stimata r’alivi,
i macini r’alivi,
annata r’alivi,
annata scarsa r’alivi.
alivi sicchi ‘nt’albiru,
alivi sicchi comu l’uossa,
i primi uossa,
nnà buotta r’acqua pì fari unciari alivi,
alivi unciaru,
alivi all’albiru,
alivi ‘ntierra,
a scala pi sbuddari alivi,
a canna pi cutulari alivi,
u panaru pi cuogghiri alivi,
a cartiedda p’alivi,
u saccu p’alivi,
accampata r’alivi,
a cugghiuta r’alivi,
a sbuddata r’alivi,
a cutulata r ‘alivi,
a cucciata r'alivi,
alivi bianchi,
alivi niuri,
passuluna,
alivi pi falli schiacciati,
alivi pi mittilli sutta sali,
alivi pi falli arrustuti,
alivi sutta sali,
u 'nziriddu,
alivi salati,
alivi sutt’uogghiu,
alivi cunzati,
ciauru r’alivi,
alivi ‘ntè sacchi,
alivi ò trappitu,
macinamu uoggi,
macinamu rumani,
uogghhiu nuovu,
ciaru r’uogghiu nuovu,
buonu ittò,
scarsu ittò,
a dui ri niettu sparti ra sagnatura,
a sirici,
a diciruottu,
a vinti,
u cafisi ‘ruogghiu,
l'untru ri piecura,
uogghiiu ‘ntò cafisi,
uogghiu ‘ntà giarra,
uogghiu pà casa,
uogghiu pi binniri,
u cuppinu pi l’uogghiu,
u mutu pi l’uogghiu
a buttigghia pi l’uogghiu,
u gghialuoru,
uogghiu buonu,
uogghiu arraggiatu,
uogghiu chi pizzica,
a fiezza r’uogghiu,
u nuozzulu,
i cuoffi ru trappitu,
……………………
……………………
……………………
Parole e modi di dire che in pochi abbiamo sentito, che sentiamo dalla bocca di pochi.
Oramai!
Parole e modi di dire che non sentiremo più.
Profumi e sapori che siamo in pochi ad avere sentito.
Oramai!
Parole, modi di dire, profumi, sapori che i più non hanno mai sentito,che i più non sentiranno.
Mai!
Arie di vita che in pochi abbiamo respirato.
Sensazioni di festa che in pochi abbiamo vissuto.
Oramai!
Arie e sensazioni che i più non vivranno.
Mai!
A VIRDURA SARBAGGIA
A cardiedda,
a cicuoria,
a purciddana,
a ddica,
i vurrania,
i coluzzi,
i colazzi,
i sparici,
i britti,
i puorri,
i tadduzza,
i cavulicieddi,
u finucchieddu,
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Grazie Saro
sapresti pure fare un elenco dei vari tipi di oliva?
CONOSCO SOLO 4 VARIETA'
Caro Pino, mi cogli impreparato.
Conosco soltanto :
alivu ri Francia (frutto piccolino e rotondo, in genere uno due alberi per ogni "piezzu r'alivi")
alivu ra Grecia (il frutto più grosso che ho visto a Cefalù, ne ho visto un solo esemplare in contrada Magarà)
alivu nustrali (il più diffuso, il più antico, l'albero più bello nella corteccia e nella forma "ammastratu a paracqua")
ugghiastru (alivu sarbaggiu, frutto più piccolo di l'alivu ri francia ma ovale)
Certamente ve ne saranno altre varietà.