Quando lo sporco di una città è “troppo”
13 Dicembre 2010, 03:12 - Pino Lo Presti [suoi interventi e commenti]
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La giornata di sabato scorso, questo lo spettacolo del tratto di mare di via Giudecca
Nonostante le esose tariffe della depurazione, sembra usuale “sversare” direttamente in mare le acque di fogna di tanto in tanto.
Uno schifo per chi vive da quelle parti e per i numerosi visitatori che arrivano con i pulman da est, e per tutti coloro che dovrebbero godersi quella passeggiata panoramica.
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Forse sarebbe il caso.....
che qualche Consigliere Comunale ponesse una domanda\interrogazione a chi di competenza....forse
Interrogazione già presentata a Ottobre 2010
Oggetto: interrogazione urgente con risposta scritta ed orale
Il sottoscritto Rosario Lapunzina n.q. di capogruppo del Partito Democratico,
premesso
1. Che nell’anno 2007, l’allora Responsabile del Servizio Idrico Integrato, con una propria nota del 30 luglio prot. n. 343/UT, evidenziava la “grave situazione sotto il profilo del corretto funzionamento dell’impianto di depurazione amplificato dall’aumento delle portate che si riscontrano, come evidenziate anche dal Responsabile dell’Ufficio Comunale Depurazione, anche da portate anomale sotto il profilo della qualità dei reflui”; ponendo l’accento sul fatto che “ le attuali criticità e funzionamento ai limiti dell’impianto hanno evidentemente delle refluenze e delle implicazioni nello sviluppo edilizio ed urbanistico della città per cui è opportuno attenzionare severamente le problematiche di cui sopra”.
2. Che in data 29/07/2010 ha avuto luogo, presso il depuratore comunale di Cefalù un accertamento, nell’interesse della sanità pubblica e a tutela dell’ambiente, effettuato congiuntamente dal Nucleo Mobile della Guardia di Finanza afferente alla Tenenza di Cefalù, dall’Ufficio Locale Marittimo di Cefalù e dal Dipartimento di Prevenzione Medico – Area igiene pubblica dell’A.S.P n.6 di Palemo. Che dette operazioni di controllo hanno consentito di accertare (come risulta dal verbale, del 05/08/2010) che “ l’impianto risultava by – passato (cioè scaricava direttamente a mare senza alcun trattamento depurativo) e nella stessa occasione veniva accertata la presenza di numerosi fanghi sedimentati ispessiti nella parte del depuratore non funzionante e che quindi poteva trattarsi di probabile smaltimento a mare di detti fanghi ivi stoccati”.
3. Che in data 05/08/2010 il Nucleo Mobile della Guardia di Finanza afferente alla Tenenza di Cefalù, l’Ufficio Locale Marittimo di Cefalù e il Dipartimento di Prevenzione Medico – Area igiene pubblica dell’A.S.P n.6 di Palemo hanno provveduto ad effettuare, presso il depuratore comunale di Cefalù, una nuova ispezione che (come risulta dalla nota che l’A.S.P. n.6 ha inviato al Sindaco di Cefalù in data 13/08/2010, prot. n.1586, ha fornito i seguenti risultati:
All’interno dell’impianto era presente un unico operatore non qualificato, di nazionalità egiziana;
Il gestore dell’impianto (la società A.P.S. s.p.a) aveva provveduto all’invio delle acque di scarico grezze, provenienti dalla rete fognaria comunale, alla parte dell’impianto trovata non funzionante al momento del precedente sopralluogo, senza effettuare le operazioni di sedimentazione nonché di smaltimento dei fanghi in eccesso trovati nelle varie sezioni operative, quali vasche di digestione e di clorazione. Infatti si notava che i fanghi in eccesso venivano trascinati dalle acque reflue immesse in dette sezioni fino alla vasca di accumulo posta a valle dell’impianto di trattamento e, da questa, scaricate direttamente a mare;
Una pattuglia della Locomare di Cefalù effettuava rilievi fotografici della zona circostante il punto di scarico del collettore sottomarino, situato in una zona antistante il porto di Presidiana. Dalle foto scattate è risultata evidente la presenza di schiume e fanghi in sospensione presenti sul pelo d’acqua trasportati dalle correnti sia all’imbocco del porto di Cefalù, sia nelle zone circostanti.
Il cattivo funzionamento dell’impianto di depurazione veniva a creare “esalazioni mefitiche appestanti l’aria ed avvertibili ad un centinaio di metri dall’impianto, creando, di fatto, nocumento alla salubrità degli ambienti di vita, tenuto conto che la zona è urbanisticamente a discreta intensità abitativa e che il luogo è il punto di arrivo di molti pulman turistici”.
4. Che, in data, 17 settembre 2010, l’Agenzia Regionale per La Protezione dell’Ambiente (A.R.P.A) ha provveduto ad effettuare alcuni campionamenti presso il depuratore di S. Ambrogio che hanno avuto un esito classificato come tossico. In tale circostanza è stato accertato, altresì, che “ dai parametri esaminati si deduce che il campione analizzato NON rispetta i limiti di cui alla Tab. 3 dell’All.5 del D.L.vo 152/06 per: ODORE, BOD5,AZOTO AMMONIACALE e ESCHERIA COLI (3500000 UFC/100ml)
constatato
Che l’accertata immissione, nel mare antistante al porto di Cefalù e alla frazione di S. Ambrogio, di sostanze inquinanti, a causa della mancata effettuazione dei procedimenti di depurazione delle acque reflue, può comportare fenomeni di eutrofizzazione e/o la contaminazione chimica e biologica;
Che l’eutrofizzazione consiste in una crescita eccessiva di alghe che si ha quando, specialmente nella stagione estiva, si verifica una proliferazione algale, la cui successiva marcescenza determina un consumo totale dell’ossigeno disciolto nell’acqua, facendo prevalere forme microbiche capaci di produrre (come è stato accertato nel caso del depuratore di S. Ambrogio)sostanze, come l’ammoniaca, che hanno un odore sgradevole e sono tossiche per tutto l’ecosistema acquatico;
Che la contaminazione chimica è causata da scarichi civili e produttivi non depurati in modo adeguato, mentre la contaminazione microbiologica consiste nella presenza di cariche microbiologiche che possono contenere anche specie patogene per l’uomo, determinando una grave fonte di inquinamento che può determinare l’insorgenza di seri rischi per la salute;
atteso
Che, come si legge nella nota, prot. n.21819 del 27/09/2010, a firma del Sindaco e del Responsabile del S.I.I. inviata alla società Acque Potabili Siciliane s.p.a “ non si può fare a meno di notare che, dopo un anno e mezzo di gestione, improvvisamente, Codesta Società ha iniziato ad inviare a pioggia, con cadenza quasi quotidiana, comunicazioni analoghe per contenuti, inerenti picchi di carichi idraulici, riscontri di materiali anomali etc., e, comunque, tutte la cui conseguenza finale scaturisce, probabilmente, nello scadimento di qualità del refluo licenziato. Sorprende, inoltre, che tale diligenza
E costanza avvenga soltanto dopo i recenti plurimi sopralluoghi interforze cui è stato oggetto il depuratore di S. Antonio,con i ben noti esiti”.
Che la società A.P.S., oltretutto, non ha ottemperato all’obbligo, previsto dalla Convenzione di Gestione agli artt. 4 – 6, di effettuare il monitoraggio ed il tracciamento delle reti e effettuare, preliminarmente, l’inventario definitivo della consistenza da approvare, in sede di Contraddittorio con il Comune di Cefalù;
ritenuto
a) Grave il comportamento dell’ Amministrazione comunale e di qualche funzionario che ‘ distrattamente’ hanno continuato a rilasciare nuovi permessi a costruire in una situazione che già da diversi anni appariva fortemente critica (come dimostra la sopra citata nota n. 343/UT del 30/07/2010), a causa del sottodimensionamento del depuratore di S.Antonio e del notevole sviluppo edilizio del territorio di Cefalù; autorizzando, in tal modo, la costruzione di edifici reali sulla base della promessa di realizzazione di un secondo depuratore che, ad oggi, è rimasto soltanto un ‘fantasma’;
b) Scandaloso, quanto è stato appurato dai sopralluoghi interforze effettuati presso il depuratore di S.Antonio e l’impianto di S. Ambrogio;
c) Gravemente lesivo dell’ambiente e delle attività legate al turismo, alla balneazione e alla pesca, il comportamento posto in essere dalla società Acque Potabili Siciliane”;
d) Offensiva per l’immagine internazionale di Cefalù, nonché altamente pericoloso per la salute dei cittadini, l’accertata immissione in mare di liquami non trattati dagli impianti di depurazione nonché la presenza di “esalazioni mefitiche appestanti l’aria ed avvertibili ad un centinaio di metri dall’impianto, creando, di fatto, nocumento alla salubrità degli ambienti di vita, tenuto conto che la zona è urbanisticamente a discreta intensità abitativa e che il luogo è il punto di arrivo di molti pulman turistici”;
e) Non rispettosa del proclamato principio del “Comportamento etico”,cui la società A.P.S. dice di ispirarsi, la gestione della rete fognaria e dell’attività di depurazione dei liquami, posta in essere nel Comune di Cefalù;
f) Indebito il pagamento delle ingenti quote tariffarie, pretese in pagamento dai cittadini di Cefalù, per il servizio di depurazione dei liquami, a fronte del fatto che è stato accertato, dalle forze dell’ordine, che l’impianto destinato a tale scopo è stato, per lunghi periodi, mal funzionante, inattivo o del tutto “by – passato”;
visto
Il pronunciamento della Corte Costituzionale che, con sentenza n. 335 dello 08/10/2008, ha sancito che la quota di depurazione, in quanto corrispettivo di prestazione contrattuale e non tributo, non e' dovuta in caso di assenza del servizio;
Il Decreto Legge 208/2008, convertito nella Legge 13/2009, all'articolo 8 sexies reso attuativo dal Decreto del Ministero dell'Ambiente del 30/9/2009 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'8/2/2010), il quale prevede che debbano essere rimborsate le quote pagate per la depurazione nei casi in cui non vi sia un impianto attivo o se esso sia temporaneamente inattivo; decurtati, rispettivamente, gli oneri derivanti dalla eventuale progettazione/realizzazione/ completamento di un impianto nuovo o quelli connessi alla temporanea inattività di quello esistente;
valutato
insostenibile il protrarsi dei metodi di gestione del servizio posti in essere, attualmente, dalla Società Acque Potabili Siciliane
interroga la S.V. per conoscere:
1) Per Quale motivo il Comune di Cefalù ha continuato a rilasciare, nel tempo, permessi a costruire nonostante fossero già note le gravi refluenze che il sottodimensionamento dell’impianto di S.Antonio crea nello sviluppo edilizio ed urbanistico della città;
2) Se prima della cessione della rete idrica e fognaria il Comune ha preteso l’inserimento nel piano di investimenti, da effettuare a spese della società Acque Potabili Siciliane, un impegno vincolante e con scadenze precise per la realizzazione di un nuovo impianto di depurazione e per la manutenzione e l’implementazione di quello attualmente esistente;
3) Quali iniziative intende adottare nei confronti della Società Acque Potabili Siciliane s.p.a. al fine di ottenere la risoluzione del contratto di gestione per palese inadempienza degli obblighi contrattuali e tutelare la salute dei cittadini e dei visitatori e il buon nome e il prestigio di cui, nonostante tutto, Cefalù continua a godere nel mondo;
4) Quali azioni intende porre in essere, anche di carattere legale, per ottenere la sospensione del pagamento, da parte degli utenti, degli oneri di depurazione e il rimborso delle quote già pagate nei casi di inattività dell’impianto esistente;
5) Per quale ragione Ella non ha ritenuto opportuno informare l’opinione
Pubblica circa i gravi comportamenti posti in essere, nella gestione del
servizio, dalla società Acque Potabili Siciliane s.p.a.
Il Capogruppo
(Rosario Lapunzina)
non so se è utile...
non so se è utile, ma se non ricordo male,venti anni fa questo depuratore era gia sottodimensionato per l'utenza.
ANSA :AMBIENTE: DEPURATORI GUASTI, RIFIUTI INQUINANTI A CEFALU'
(ANSA) - PALERMO, 8 OTTOBRE 2010 -
Durante l'estate nel mare di Cefalu' sono stati scaricati reflui e liquami con sostanze inquinanti. Sulla vicenda, rivelata da un'interrogazione delcapogruppo del Pd Rosario Lapunzina, la Procura della Repubblica di Termini Imerese ha promosso un'inchiesta. Le cause sono state individuate nel sottodimensionamento dei due impianti di depurazione di Presidiana e di Sant'Ambrogio che non hanno potuto cosi' trattare gli scarichi prima del riversamento in mare.
Gli accertamenti sono stati fatti tra luglio e settembre e hanno messo in luce una serie di gravi criticita' nel corretto funzionamento dei depuratori. Una pattuglia della ''Locomare'' ha anche effettuato rilievi fotografici della zona circostante il punto di scarico del collettore sottomarino. ''E' risultata evidente - sottolinea Lapunzina - la presenza di schiume e fanghi in sospensione presenti sul pelo d'acqua trasportati dalle correnti sia all'imbocco del porto di Cefalu' sia nelle zone circostanti''.
Il problema non e' nuovo. Gia' in passato erano stati riscontrati problemi analoghi. Per contenere la quantita' diliquami inviati ai depuratori e riversati in mare senza un
trattamento adeguato l'amministrazione comunale aveva gia' emesso una direttiva perche' fossero limitate le licenze di nuovi insediamenti. Ma proprio ieri e' stata approvata una delibera con la quale la giunta da' invece via libera a due grosse lottizzazioni nelle zone di Cippone e Sant'Oliva su terreni che in passato sono stati attraversati da incendi
(ANSA).
il paradosso di questo depuratore
Tutti sanno da decenni che averlo in queste condizioni non serve a niente, anzi, se non ci fosse sarebbe meglio. Nel senso che, concentra tutti i liquami e li sversa in mare in una zona vicinissimo la costa.Per assurdo,
molto ma molto meglio sarebbe stato, in attesa di un impianto correttamente dimensionato e funzionante, attivare un pennello, non certo di dimensioni ridicole come quello di S. Ambrogio, per allontanare da riva i liquami e sfruttare le naturali capacità di diluizione del mare!( e ciò anche in considerazione del fatto che i nostri reflui sono principalmente di natura organica).
Vedo, finalmente, più interesse.....
Riinvio un mio intervento dell'ottobre 2010 sul depuratore:
Dal numero delle letture.........
Inserito da Leonardo Mento il Ven, 08/10/2010 - 19:43
vedo scarso interesse da parte dei residenti alla questione o "caso" depuratore di Cefalu. La zona è stata "erroneamente" definita:
"infestata da esalazioni mefitiche che hanno appestato l'aria"
in quanto è da "sempre" ovvero dalla costruzione, interessata da:
"esalazioni mefitiche che hanno e continuano ad appestare l'aria"
parlo con cognizione di causa in quanto "parte lesa" per gli effetti del depurartore. Ho casa in via Candeloro ed essendo il vento dominante di Cefalù il Levante, l'effetto mefitico che appesta l'aria, si riversa su tutta la parte bassa del paese.Anni fà insieme dal altri (pochissimi) del nostro Rione La Giudecca, siamo ricorsi alla magistratura, per denunciare lo stato dell'inquinamento ambientale causato dal depuratore. Facemmo supplenza della politica che per mesi si era astenuta dal prendere ogni azione per risolvere il problema "du fetu" che appestava la città anche la famosa Piazza Duomo.Dopo la nostra denuncia vi furono molte persone che si offessero e la cosa mi costò cara in termini di relazioni, ma non importa. "Panta rei" ma non qui.... tutto continua come sempre...vergogna.
p.s. comunque grazie per l'interrogazione
Purtroppo tutto continua come sempre......Comunque riporto di seguito una parte di un articolo del Giornale di Sicilia del 22 agosto 2002 dal titolo "Cefalù, cattivi odori del depuratore"...." Per il futuro, intanto l'amministrazione pensa di affidare la gestione dell'impianto all'AMAP. Non è d'accordo però, il consigliere della margherita Rosario Lapunzina: Non ci sono progetti e programmi per il depuratore. Su una somma di quattrocentomila euro che la giunta vuole liberare, solo 25 mila saranno finalizzati al depuratore. Non servono nemmeno per comprare l'ossigeno. E poi è stata data una consulenza a un tecnico che nel suo curriculum non sembra avere esperienza in fatto di depuratori".
Consigliere Lapunzina, scopro dall'articolo del giornale che anche Lei nel 2002 si interesso del depuratore, pertanto mi sembra di capire che Lei sia l'unico esperto politico in materia di depuratori, pertanto......