La “Cabina di Regìa” sul turismo - qualcosa è accaduto: assenti parecchi “attori”
6 Dicembre 2010, 05:36 - Pino Lo Presti [suoi interventi e commenti]
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La Trascrizione dell’incontro di giovedì 2, alla Sala delle Capriate
Patanella
Questa sera, la richiesta di partecipazione era a tutte le associazioni di categoria: gli albergatori, le associazioni culturali, sportive e sindacali su un discorso, sulla partecipazione, intrapreso già con Luciano Luciani - per quanto riguarda l’Unesco -, e con le associazioni sportive, per quanto riguarda l’Osservatorio.
L’assenza degli albergatori fa dire all’assessore: chi molto spesso preferisce esprimersi -probabilmente anche per un fatto di timidezza - sui mezzi d’informazione ... salvo, poi, nei momenti partecipativi - come questo voleva essere -, non essere presente!
Mi interrogherò su questa che indubbiamente è una questione da affrontare. Gli albergatori e le categorie produttive sono quelle che per prime hanno stimolato questo intendimento, e che sicuramente, domani, avranno motivo di chiarire la loro assenza.
Questa idea di fare una “cabina di regia” è nata da esponenti del mondo produttivo, esperti del settore (come: Salvo Naccari, che ho qui accanto) per dare “il colpo d’ali” alla città di Cefalù.
Credo che gli egoismi e le posizioni acquisite dalle proprie realtà imprenditoriali non siano pronte per condividere con la città. Dovrò fare fare uno sforzo, in più, per vedere come farli collaborare; è questo il compito della politica e di chi assume responsabilità all’interno dell’Amministrazione.
Questa realtà deve essere in qualche modo ufficializzata.
Sto pensando, con gli uffici, in che modo deliberare - come Giunta - la sua nascita; se attraverso la consulenza gratuita dei soggetti che ne fanno parte, o se attraverso un vero e proprio Comitato spontaneo. Vedremo come strutturare questa realtà, che si pone l’obiettivo di dare “il colpo d’ali”.
Questo però implica la consapevolezza che Cefalù non è Roccapalumba (il paese di mio nonno; non è un paese dove qualcuno, e in particolar modo la Corte dei conti, può ritenere che le “luminarie di Natale” siano una “spesa facoltativa e non obbligatoria”, e quindi: che non vada fatta! Porto l’esempio delle luminarie perché è un esempio lampante, imminente.
Faremo un Natale al buio, a meno che i commercianti non vorranno sostenere questo costo. Io - a titolo personale - sono già impegnato per dare un sostegno e i commercianti, perché qualcuno immagina che Cefalù non sia capoluogo. Cefalù e Taormina sono due realtà competitive - nel panorama internazionale del turismo -, dove, tutto ciò che serve “a portare” turisti, a creare accoglienza, non solo non è una spesa facoltativa ma è un dovere farla e sostenerla. Poi bisogna vedere “come” fai la spesa - se sperperi danaro pubblico ... e, allora, quella spesa “obbligatoria” è criticabile -, ma se la spesa la sostieni secondo i criteri della pubblica amministratore, cioè efficienza- economicità-trasparenza, non credo che ci sia Corte dei conti, o chicchessia, che possa criticare una spesa fatta per sostenere l’accoglienza e quindi il turismo nella città di Cefalù!
Tutto ciò lo dico perché si prepara un anno, il 2011, molto duro per la città di Cefalù.
La Corte dei conti ha ritenuto che le casse del comune siano rasenti il dissesto finanziario, per un deficit non creato da questa amministrazione ma al quale questa amministrazione -dice la Corte dei conti -, non ha posto un argine.
Poi, mi chiedo come si sposano la Relazione della corte dei conti con, invece, la Premialità - riconosciuta dalla Regione - di € 202.000, che indica Cefalù come il quarto comune virtuoso della Sicilia.
Veramente vorrei capire: questa amministrazione viene premiata per la sua capacità di far spese in maniera trasparente, efficiente, secondo principi di economicità - e si definisce come il quarto comune della Sicilia -, dall’altro lato il controllore - che è la Corte dei conti - ci dice, invece, che “non hai fatto nulla per pagare i debiti e porgli un argine”!
In questa Italia si pone sempre il problema di “chi controlla il controllore”. Quindi vorrei capire, di questo arbitro, se è un arbitro indipendente; se si limita a valutare le carte - con l’obiettività che compete al ruolo -, o se, a volte, si lasci prendere da una “omologazione ... per cui non c’è differenza tra un soggetto e l’altro”!
Una delle battaglie che ricordo, dei primi tempi, qui a Cefalù fu il farmi comprendere che Cefalù ha una sua individualità, una sua anima, una sua caratteristica; i cittadini del centro storico ancor più forse perchè più di tutti sopportano il disagio di questo modo di affrontare il fenomeno turistico, secondi soltanto a Sant’Ambrogio che è una realtà raramente nelle attenzioni di questo Comune, che vive di luce propria, e alla quale certamente dovremmo dare di più.
Istanze che ho poi compreso e fatte mie.
Credo che lo stesso sforzo dovrebbe essere fatto per farlo capire anche al di fuori delle mura di Cefalù. Per fare questo, ho pregato un amico che è Salvo Naccari, dirigente alla Regione, collaboratore di tanti assessori; si occupa di marketing, di pianificazione territoriale e turismo, ultimamente in contatto con il ministero del turismo, con la ministra Brambilla. Tutto quello che ci può portare contatti e alla compartecipazione economica da parte dello Stato, della Regione, alle iniziative turistiche - che comunque devono partire dal territorio - non può che essere un bene.
L’ho chiamato per darmi, in un certo senso, una mano; capire. studiare. osservare e vedere cosa possiamo aggiungere rispetto a quello che “parte” dalla realtà territoriale. Credevo e continuo a credere che la partecipazione, attraverso una struttura che può essere la “cabina di regia” - o come la vogliamo chiamare (non uso il termine Osservatorio perché c’è poco da osservare sul turismo; bisogna agire, perché il turismo significa il 50% della capacità produttiva di questa realtà, non solo di Cefakù ma di tutto il comprensorio.
Alcune cose le abbiamo fatte.
Mi piace ricordare sopra ogni cosa “Sole xp, sviluppo eco-sostenibile e legalità”: tre giorni di dibattiti dal 16 al 18”, luglio, purtroppo senza una lira del comune (altri, prima di me, facevano spese di 3/400.000, con tanta allegria). A me rimane il demerito di non pagare i loro debiti!
In quella occasione abbiamo portato a Cefalù l’amministratore delegato di Banca etica, diversi studiosi della politica, dell’ecologia, dell’ecoturismo (auto elettriche, cibo a kilometri zero, pannelli solari ecc...) quindi si è parlato di come preparare un turismo diverso, più appetibile. Il turista che viene vuole sì sentirsi come a casa sua ma soprattutto respirare aria pulita.
Patanella cita l’esempio di un imprenditore giovane che tra le altre cose riesce vendere tutta la sua produzione di fave biologiche, a oltre cinque euro, in Francia che dice: “però mi danno perché per portarlo in Francia, su trasporto gommato, lo sforzo che io faccio per una cultura biologica, si perde con l’inquinamento dei camion. Sarebbe auspicabile che quello che io produco venisse consumato qua”!
Patanella prosegue:
Questi sono fenomeni che dobbiamo mettere sotto la lente dell’ingrandimento e capire come sviluppare cicli virtuosi!
Siamo riusciti, contro ogni aspettativa, a realizzare, per la festa del SS. Salvatore, appuntamenti, dal 2 al 6, con un impegno, da parte del Comune, di 4.500 euro per il solo costo della SIAE, di cui 2.800 per la banda musicale.
Il festival della lirica - mio orgoglio personale - portando Martinucci (che l’anno scorso era all’Opera di Parigi), il maestro Ballo (che oggi a Recanati ha ricevuto un importante riconoscimento). Lo Sherbeth, durante il quale quest’anno per la prima volta, non ha piovuto (sembra poco); e, da ultimo, grazie a tutti voi le Cefaludiadi.
Tutto questo per dire che non sempre è necessario avere le risorse; è sufficiente avere l’unità giusta per condividere le scelte. Ci sarà pure “un giudice a Berlino” che ci ascolti e faccia giustizia sul nostro operato; lo troveremo e Salvo - per questo - ti chiedo di starmi accanto nei prossimi mesi: speriamo questo giudice di trovarlo a Roma, poi vedremo il 14 dicembre cosa succede, ma questa è un’altra storia.
In ogni caso la professionalità prescinde dai rapporti che si possono avere.
Luciano Luciani è sempre stata una persona di sinistra e però gode di ottimi rapporti nel mondo del centrodestra.
Da questo punto di vista, quelli che siamo qui, questa sera, “siamo la cabina di regia sul turismo di Cefalù”, pronti ad aprirci a nuovi momenti, nuovi incontri. Se, poi, gli albergatori, le attività produttive, i ristoratori, i pochi critici che ci sono a Cefalù (perchè di solito gente aperta, disponibile alla collaborazione) ...
Marsala chiede del Presidente del Distretto
Patanella chiede, a sua volta, se si riferisca al “Fiduciario”
Marsala conferma e si chiede come mai, anche se gli albergatori hanno voluto boicottare (cosa che Patanella esclude) l’incontro, un Responsabile del genere non sia venuto.
Patanella
Domani sicuramente si dirà che sono mancate le telefonate, però anche voi non le avete avute ma siete qua.
Penso piuttosto che se qualcuno dice: è bene che gli albergatori si assumano le proprie responsabilità ed inizino a pagare i debiti con la città (perché questi ci sono) ...!
Loro dicono: “ma ce ne chiedono 900 mentre noi ne dobbiamo 600”!
Intanto le 600.000 li si devono pagare. Sono momenti di crisi economica, nessuno punta la pistola al petto di nessuno, ma nessuno può pensare che gli altri paghino il prezzo del deficit che altri hanno creato. È bene che ciascuno faccia la sua parte.
Se non si vuole contribuire a creare sviluppo, che almeno ci si assuma la responsabilità e si inizi a pagare quanto è dovuto. Se pensano che, boicottando Vito Pantanella, ci sarà qualcuno che, per questa sola ragione, sarà - con loro - tenero e non gli farà pagare il dovuto, lì, purtroppo, sbagliano, perché io sono assessore al turismo (e ho anche la delega agli affari legali) ma c’è un assessore al bilancio - che peraltro è anche un ispettore della Regione - che la vede e ha posizioni molto più decise delle mie.
Quindi non è boicottando Pantanella, o mandando un segnale al Sindaco, che questo può far cambiare idea all’Amministrazione rispetto all’azionare dei diritti creditori che l’Amministrazione vanta a tutela dell’interesse di tutti cittadini. Ripeto, sta a noi non sperperare queste risorse. Credo che lo abbiamo fatto bene, credo che possiamo continuare a farlo se condividiamo il percorso con le associazioni. Mi fa piacere che ci sia il sindacato perché significa avere dei lavoratori della propria parte.
Da parte mia e dei presenti c’è la volontà di indicare un percorso di unità, capace di quel colpo d’ali che l’Unesco ci chiede.
Luciani
Sono molto preoccupato.
Non credo sia stata boicottata la riunione, forse è peggio: una sorta di disinteresse.
Ti avevo invitato a Rimini dove l’istituto che rappresento dove, oltre all’esposizione dell’arredo degli alberghi (https://www.qualecefalu.it/lac/node/3090),abbiamo fatto una manifestazione con 100 operatori di 10 paesi del Mediterraneo. Abbiamo incontrato le associazioni, le istituzioni, gli albergatori, gli industriali del ramo, di questi paesi; una serie di incontri di lavoro.
La cosa che mi ha dato fastidio - appunto quella foto - come se quella foto rappresentasse appunto che hanno risolto il problema. Siamo in un mondo diverso, sono preoccupato perché ci sono molte divisioni al loro interno, sono preoccupato perché noi disponiamo diverse quote nel distretto - hai fatto bene a fare quella precisazione “fiduciario” (tra l’altro, quella proposta venne proprio da noi, da Enzo Cesare, alla riunione, per sbloccare questo tentativo di “madonizzare” il distretto turistico - dove non ci doveva metter mano nessuno se non in una forma subordinata -, perché “noi siamo” il Polo!
E quindi c’è una sorta di preoccupazione; noi, tra l’altro, come forum, o istituto, siamo presenti nel sistema azionario del distretto, e forse se qualcuno pensa che la cosa è fatta e comunque possa essere sottoposto psicologicamente agli interessi che da 10 anni gravitano, contro cui ho sempre lottato, perdendo. Non mi piace chi sale sul cavallo del vincente, “pro tempore”. Però è lui che si siede sul cavallo e non fa, tra l’altro, gli interessi di Cefalù: noi siamo andati a perdere. Quindi c’è una situazione assai complessa, dove bisognerebbe fare anche una riflessione, perché - se poi tu attacchi - allontani di più!
Per quello che mi riguarda, come Istituto Fernando Santi, noi siamo un organismo di turismo sociale, iscritto all’albo, partecipiamo alle missioni della “ministra”; abbiamo fatto una sua prima missione negli emirati arabi - era per lei la prima esperienza -.
Penso che dobbiamo fare uno sforzo, appunto al di là della politica, per fare un salto di qualità. C’è una situazione disastrosa dappertutto, tagli ovunque anche su comparti che producono posti di lavoro, fatti economici per il comparto del turismo; non è una cosa che riguarda i titolari degli alberghi perché se si viene a Cefalù non è perché c’è l’albergo ma perché c’è un sistema o comunque un sistema che va migliorato. E, allora, bene i sindacati, bene tutti, ma dobbiamo far capire soprattutto un aspetto gli albergatori: devono avere un territorio accogliente.
Vedi Napoli, il turismo sta morendo perchè i luoghi non sono decenti.
Rimini, Riccione , io non vi riesco a farvi un bagno però inanto hanno quello che hanno. Non so se riusciamo a fare un salto di qualità; per quello che mi riguarda, come Istituto F. Santi, e anche come Forum, noi siamo pronti a dare il nostro contributo sia a livello nazionali che regionale.
Carmelina - Proloco di S. Ambrogio
Sono nuova a questo tipo di incontri.
Da quattro anni lavoro a Sant’Ambrogio; è molto diverso da Cefalù.
Ultimamente siamo stati su molti giornali: New York Times, Observer, riviste ma nessuno qui si interessa; sono stata a un incontro di turismo mondiale in Inghilterra e non c’era, con mia sorpresa, niente di Cefalù, non c’era “un tocco” delle Madonie.
A Sant’Ambrogio c’è stato un cambiamento molto importante, ma tutto è stato lavoro mio e dei soldi che ho raccolto per i bidoni della differenziata, le panchine che abbiamo fatto, i balconi fioriti, pulito le strade; credo che bisogna fare esempi e non parlare. Io non ho tempo per parlare, lavoro ogni giorno. Per quattro anni ha lavorato, notte e giorno. Questa è la prima volta che vengo qui. Prima facevo riunioni con 2/3 persone, adesso abbiamo fatto una Proloco con 50 soci, il Vespa club, una associazione onlus che si occupa degli ecosistemi della zona.
Sono veramente stanca adesso perché non ho avuto aiuto. Io non sono una persona importante; posso portare avanti il paese per fare vedere che possiamo cambiare il turismo in Sicilia, turismo dove le persone vogliono posare il piede sulla natura e non su posti cementati.
Aiutare questi piccoli posti della Madonie, che è “la Sicilia”. Ci sono state persone a Sant’Ambrogio, per due mesi, un signore che viene da due anni, uno politico del Belgio consulente di Tony Blair, che mi ha detto: “Carmelina tu hai un lusso”! Io ho detto che lo sò ma se vado a Cefalù, e dico che lavoro a Sant’Ambrogio, mi dicono “lì non c’è niente”, apposta: questo è il lusso del nostro futuro, non gli alberghi. Il 96% delle persone che vengono da fuori, in Sicilia, vogliono fare una vacanza che ha un valore, un senso: il futuro è questo. I siciliani sono nati su questa terra e pensano che un turismo rivolto alla campagna sia un turismo povero. Ma le persone che vogliamo che vengono qui hanno già vissuto l’oltre e ora vogliono tornare a quello che abbiamo noi, perché loro non ce l’hanno più. Queste persone hanno un rapporto di grande rispetto per questi luoghi e le persone, come accade per Sant’Ambrogio, e lo stanno, nei loro confronti, hanno le persone del posto, i quali hanno un riscontro che mai possono avere in altro modo. Ma nessuno ci aiuta con dei progetti.
Le persone Sant’Ambrogio hanno visto che io non sono lì per approfittare ma per fare qualche cosa, per aiutare i ragazzi - più di tutto - il 50% dei quali sono senza lavoro in tutte le Madonie.
Patanella
Aiutare, concretamente, da parte nostra come può concretizzarsi?
Carmelina
Un aiuto per fare in modo che in paese sia tutto in ordine.
Ogni giorno telefono per avere una stanza, un locale. Abbiamo fatto un convegno di turismo responsabile - il migliore in vent’anni - sono stata nello studio del Sindaco, per pregarlo, per darci una stanza dove mettere 40 persone. Una stanza per la Proloco non c’è.
Abbiamo chiesto aiuto pure per pitturare le panchine ma dal Comune gli hanno chiuso il telefono.
Raccolgo soldi organizzando piccole passeggiate e le persone che vengono da fuori - e loro ci credono in questo, le persone di qui no - ci danno i soldi per le panchine.
Siamo andati alla Sovraintendenza, due anni fa, per chiedere l’autorizzazione a pitturare, il muro all’uscita di S. Ambrogio, perché è grigio, con un tema diverso ogni anno: i fiori delle Madonie, etc ...; loro hanno detto “che bella idea” ma il muro è del Comune. Ho telefonato al Comune per l’autorizzazione precisando che sarebbe stato senza spese per loro ma mi è stato chiuso, ancora una volta, il telefono. Questa è la triste realtà di questo paese.
Mai ho chiesto soldi, solo un appoggio.
Sono andata dal Sindaco, tre anni fa, dicendo di sapere che “non avete soldi” chiedendo solo un’indicazione su come fare per i permessi, ma niente. Sono andato in Inghilterra e loro li mi ascoltano. Abbiamo prodotto pure un documentario ma qui pare che nulla succede. E, questo signore, politico, del Belgio che era li ha detto “spero che alla fine ti aiutino”.
La mia è una storia diversa da quella degli albergatori di Cefalù e tutto il resto.
Ma anche quel tipo di turismo che poi potrebbe diventare qualificante perciò solo. Che loro sperimentano un’assoluta solitudine
Adesso vogliamo portare una Relazione alla Regione per essere riconosciuti come Pro-loco. Devono investire soldi perché c’è un frantoio che si deve sistemare.
Patanella avendo avuto conferma che a quella richiesta di autorizzazione non è seguita dall’Ufficio del Comune alcuna risposta, invita la signora a rifare la domanda direttamente a lui.
Arduino chiede se avevano individuato un luogo dove avere quella stanza.
Carmelina
La scuola elementare “del San Raffaele”, dove abbiamo fatto il convegno del turismo responsabile; dopo abbiamo chiesto per la camera, con una domanda scritta, sei mesi fa; dal Comune hanno detto di aver ricevuto questa lettera e che l’hanno mandata al San Raffaele. Chiamo tutti i giorni, ma dall’altra parte il Responsabile non vuole rispondere.
Patanella invita a presentare, come Proloco, un’istanza per avere questi locali e poi un’istanza per l’autorizzazione - con un progettino - per la decorazione di quel muro.
Carmelina
Per Natale, stiamo pensando di fare un Presepe lungo le strade. Abbiamo diverse associazioni e in un piccolo borgo c’è interesse; la base è unire le persone ascoltare; queste cose si fanno per il paese, per i giovani perché il futuro è loro e con il turismo possono avere un futuro.
La mia idea è non aspettare il pubblico, il Comune, perché l’Amministrazione ha già tanti problemi qui in Sicilia, ed è meglio andare avanti nel nostro piccolo nel fare un cambiamento, perché non succede mai andando a battere alla porta di qualcuno. Quello che mi stupisce è che impossibile avere una panchina a S. Ambrogio mentre a cefalù si fanno quattro alberghi nuovi. Non ha chiesto tanto. Questa è una cpsa sulla quale si deve riflettere per il turismo in futuro.
Guarcello
La signora ha due vantaggi rispetto alla città di cui pure fa parte. Il primo è la coesione sociale che c’è all’interno di quel borgo e che invece a Cefalù non c’è. Il secondo vantaggio è che ha una visione.
La signora ha una visione di sviluppo del suo territorio e la porta avanti senza attendere nessuno, anche perché, non essendo di qui, ha una sua idea della responsabilità personale, che applica e che non ha chi troppo spesso intraprende in turismo; è la prova ne è che questa sera non vi sono gli imprenditori turistici. Significa che questo turismo non è maturo, perché un turismo maturo non ha necessità di inviti “ad personam”. Un turismo maturo, nel momento in cui si apre una discussione - o si vuole aprire una discussione all’interno della città -, non aspetta chiamate “ad personam”, si presenta!
Ora, spesso sfugge che una delle caratteristiche che deve avere una impresa, per portare avanti la sua attività, è la fiducia. Se io faccio l’imprenditore in un contesto che non ha fiducia in me, avrò alte possibilità di fallire. Se lei fa un giro per la città, anzi un giro per il centro storico, e domanda ai cittadini di Cefalù se si fidano del loro turismo, la risposta che riceverà è negativa. Perché da quel turismo il cefalutano ha solo problemi, non vantaggi. Domanda: per quale ragione noi abbiamo un Istituto alberghiero, apprezzato nel territorio, i cui giovani diplomati non lavorano a Cefalù o nel suo territorio - vanno a lavorare fuori -; quale è la ragione?
Noi abbiamo a disposizione un’Ente di formazione che sforna personale qualificato in un Distretto turistico come quello di Cefalù e della Madonie, ma questo personale non lavora in questo Distretto turistico!
Spesso questi imprenditori turistici di Cefalù - e non lo dico per spirito polemico (anzi spero che diventino tutti miliardari in modo che assumano tantissima gente, paghino tante tasse e portino benessere alla città) di seconda o terza generazione non si chiedono abbastanza il perché, trent’anni fa, quando si apriva la porta i turisti vi entravano a frotte.
Ora la gestione del turismo è una scienza e non si può affrontare in maniera superficiale. E, sulla mancanza della visione del turismo - che ha portato a questo turismo - vi sono responsabilità politiche e non.
Il futuro è quello che ci diceva la signora di Sant’Ambrogio: non è la costruzione di altri posti letto. Qual è la percentuale di posti letto che rimangono vuoti durante l’anno, e poi abbiamo dati davvero realistici su cui possiamo basare un’analisi della situazione economica di questo comparto? In un contesto così economicamente depresso, dove anche per trovare lavoro come lavapiatti occorre la raccomandazione (ho una fila, alla Camera del lavoro, di gente che domanda a chi si deve raccomandare per essere assunto dal Club, una volta aperto; e, già si sono fatti il giro “delle sette chiese”! Quando il lavoro si trova con la raccomandazione, è a rischio la dignità!
Patanella
Questo anzi vuol dire che nessuno gli ha “promesso” lavoro.
Guarcello
Eppure le posso dire che se si facesse il giro dei cassetti degli uffici del comune di Cefalù, li troverebbe piene di curricula, pronti per il Club. Le “sette chiese” non rispondono perché già sono piene.
Il sistema identico a quello con cui sono state fatte le assunzioni al San Raffaele.
Il Comunicato parla dello “scopo” ma qui mancano le “basi” per arrivarci.
Allora, se si vuole lavorare per creare delle basi condivise, per parlare di quella che deve essere la visione dello sviluppo di questa città....
Lì bisognerebbe parlare, per esempio, anche del Piano regolatore e di come si disegna il futuro economico della città; perché, in altro modo, non c’è possibilità di discutere di sviluppo del turismo ...!
Patanella
Bisognerebbe anche verificare se non sia divenuto inadeguato!
Guarcello
Perché quando ci riempiamo la bocca di risistemare il Lungomare e poi vi facciamo costruire gli alberghi ...
Patanella
Probabilmente non è a conoscenza della mia idea sul Lungomare; per me va abbattuto, i resti a mare e ripascimento della spiaggia.
Guarcello
Quindi vediamo prima se il problema del turismo cefaludese è che occorrono altri posti letto; io non sono convinto, vediamo i dati!
Patanella
In quale direzione immagina uno sviluppo del turismo?
Guarcello
Si guardi alle spalle; la mia visione personale è che Cefalù deve essere il lab di questo network che è le madonie, centro di servizio degli altri comuni, la gente la dobbiamo far girare sul circuito della Madonie. Qui il settore alberghiero, dal mio punto di vista, è saturo; quello che dovevamo costruire lo abbiamo già costruito. Se non tuteliamo il territorio non è rimasto di cosa devono venire a fare qui. Di Rimini in giro ce ne sono quante ne vogliamo; di Sant’Ambrogio ce n’è solo uno, che va a finire sul New York Times.
Di questo dobbiamo discutere se dobbiamo discutere di turismo, seriamente, e non di altro. Dopodiché, aggiungo, da sindacalista, che è mai possibile che i costi per sostenere la concorrenza li dobbiamo affrontare pagando il 30% in meno i lavoratori?
Barranco
Ho fatto anch’io impresa ... e poi lei mi contraddice, se la pensa diversamente. Io non penso di avere le capacità di entrare a case delle persone e comandare a casa delle persone, e quindi - voglio rispondere alla sua domanda - lei mi deve dire a me, come sindacato, chi io devo assumere a lavorare? Io a casa mia assumo chi voglio a lavorare! Se io del mio albergo, se io della mia attività - come lei vuole sostenere tra le righe - mi voglio fare un consenso, sono fatti miei. Se il mio albergo un domani fallisce, sono delle responsabilità che io ho preso con la mia tasca. Se domani, un dipendente - cosa che non succede nella mia attività (ma, come lei sta dicendo - e non lo so se lo sà: se lo dice con prove -c’è un dipendente che accetta quello che io gli dico, o quello che gli propongo sotto forma contrattuale - è una responsabilità che ci prendiamo entrambi...
Guarcello
Questo è proprio il deficit culturale che io indicavo, della gestione del turismo in questa città
Barranco
Allora, ribadisco: sin quando si parla di cosa pubblica è un conto, quando si parla di cosa personale, lei non è che può dire a me, proprietario - perché ho preso uno o due milioni di euro li ho investiti in un’attività - ....
Patanella interviene correggendo e riportando ai tre argomenti principali proposti da Guarcello
A me piace soprattutto il ragionamento sulla fiducia - che è basilare -, poi c’è il ragionamento sulla qualificazione professionale. E’ paradossale che in una città come Cefalù, dove c’è la Università del turismo, il Corso universitario e l’Istituto alberghiero, però poi, paradossalmente, queste professionalità non vengono utilizzate, sul territorio. Abbiamo bisogno di capire perché non vengono utilizzate!
Lui dice (di Barranco) “io sono l’imprenditore, non posso fallire quindi posso pagare quel prezzo, tu hai accettato, siamo liberi di metterci d’accordo”!
Però questo va bene nella misura in cui però rispetti quei minimi salariali che non è che “non sta” nel contratto che si firma ma “sta” nell’articolo 36 della Costituzione che impone. Il salario che tu devi garantire devi essere pari alla dignità e al lavoro che ti viene offerto. Quando tu dai un salario - ancorché tra le parti concordato - che sia al di sotto di quella dignità che il lavoro merita, tu stai “non” facendo un torto a quella persona ma stai facendo un torto a te stesso e ai tuoi figli perché stai - ecco il deficit culturale - educando quella società a sottomettersi a regole che non la fanno crescere ma che creano sotto-sviluppo.
Allora il discorso tuo va bene ma, se tu non sei in grado di sopportare il mercato e la concorrenza, non fare l’imprenditore perché lo devi fare con le stesse regole con le quali giocano tutti. Purtroppo Cefalù, sotto questo profilo, è un’oasi felice perché quelle sacche di svalore, di cui tu parli, ci saranno sicuramente ma sono assolutamente inferiori a quella che è una media regionale.
Il che non significa che non le devi eliminare!
Barranco
Ma questo non è un problema che possiamo risolvere noi con questa regia; questo è un problema a carattere nazionale, non è nei compiti della nostra regia.
Oggi, è più che mai importante risalire ai problemi più importanti
Uno, io, nell’associazione culturale che ho presentato ieri, ho menzionato un problema importantissimo di tutto il centro-sud noi (non siamo arrivati al tracollo ma quasi vicino,) per il problema dell’ecologia: uno dei problemi più importanti che le nostre realtà, del centro-sud, sta vivendo.
Noi, come Cefalù - secondo me -, essendo che abbiamo un deficit altrettanto importantissimo con l’Ato, oggi dobbiamo partire da “queste” cose: non da un problema che può essere carattere nazionale e quindi noi qui non siamo nelle potenzialità di poterlo risolvere. Noi qui dobbiamo avere o dobbiamo mettere su un tavolo delle problematiche che “possiamo risolvere”, il problema ecologia, raccolta differenziata...potrebbe essere un problema che tutti insieme possiamo risolvere.
Guarcello
Perchè sia chiaro: per quanto riguarda questi aspetti del mondo del lavoro, io non sono d’accordo che si debbano raffrontare soltanto a livello nazionale
Pantanella
Non sono per niente marginali
Guarcello
Io penso che un’Amministrazione abbia il dovere di preoccuparsi della qualità della vita dei cittadini edei lavoratori e chiunque deve o ha una responsabilità amministrativa seria se deve fare carico.
Patanella
Secondo me, in un primo momento c’è un ragionamento da fare sul Piano regolatore, un ragionamento che - per sintesi - chiamiamo “ecologia”, e il ragionamento sulla fiducia.
Sono dei temi sui quali noi, come turismo - come gruppo che intende lavorare in questa direzione -, dobbiamo indicare una strada.
Cioè a me un Piano regolatore che non conosco (parliamoci chiaro - se non per le 2/3 cose che ho visto presentare in convegni, dove ho partecipato) Ma è un Piano regolatore che ormai è datato, perché parte con la prima amministrazione-Vicari - quindi parliamo del 2003 (sono passati sette anni) -, che ora andrà in discussione etc.., etc ....
Siamo sicuri che questi strumenti urbanistici - che arrivano così in ritardo sui tavoli di chi poi deve decidere - non siano poi talmente inattuali da, quasi quasi, farceli mettere da parte e discuterle d’accapo? Secondo me il dibattito, da questo punto di vista, va affrontato.
Noi rischiamo che appena il Piano regolatore - e quindi le tavole - vengono a conoscenza dei cittadini, ci affaticcheremo a discutere su c”osa è bene, cosa è male” ma di “quel“ Piano regolatore!
Io credo che dovremmo avere il coraggio di dire: riscriviamo un Piano regolatore.
Magari - di quello - ci sono alcune cose che possono andar bene ma sono certo che sarà “datato”. Può essere che mi sbagli.
Secondo argomento: fiducia.
Probabilmente l’argomento fiducia è anche la risposta al terzo: perché tanta gente professionalizzata poi non lavora a Cefalù?
Perché quel patto sociale - che si basa sulla fiducia - all’interno di questa città non c’è. Il cefaludese non si fida del cefaludese, non si fida: nella gestione del rapporto di lavoro, non si fida per come viene trattato dal suo concittadino; quindi diventa più produttivo, più capace, se va fuori!
Di contro, un imprenditore preferisce pigliarsi - per tante ragioni - un lavoratore di lLascari, di Palermo, ecc ... piuttosto che un cefaludese; perché ritiene che quel patto - che tu non lo dici, ma è - un patto scellerato: quello dei € 350 mensili
Guarcello
Lo dice la legge non lo dico io.
È poi ci lamentiamo che a piazza Duomo non c’è un cameriere che parla tre lingue e ... e parliamo di turismo!
Patanella
Certo è infatti
Barranco
Ma io ho lavorato a Firenze, in piazza della Repubblica, al Gllj caffè (uno dei locali più importanti d’Italia), e forse ero quello - che non parlava nessuna lingua, parlavo soltanto l l’italiano - ed ero quello che produceva di più; perché la sera, quando si facevano le chiusure di cassa, ero quello che produceva di più. Questo non significa completamente niente!
Marsala
Per 13 anni, ho gestito un albergo, sulle Madonie, alla corte del - secondo me - più grande albergatore che le Madonie hanno mai avuto, che è Mimmo Mogavero. Grazie alla sua cordialità, al suo modo di darsi alla gente, era sempre strapieno, inglesi tedeschi, francesi, di qualunque lingua (Piano torre, piano Zucchi).
Do ragione a quello che dici tu: dobbiamo avere una cultura diversa del turismo a Cefalù. La cultura deve partire, in primis, non dai camerieri ma dai vigili urbani. Alcune volte vedo certi atteggiamenti dei vigili urbani - c’è gente che purtroppo non sa tenere nemmeno la penna in mano, e facciamo una figura proprio....!
Sono piccole cose. come anche, nella comunicazione (io mi occupo di editoria, principalmente di editoria turistica; da 10 anni, vado alla Bit di Milano e vedo tante cose), e, non ultimo, sto facendo un lavoro - quasi da tre anni -, con l’aiuto della buon’anima di Nico Marino, dove ho riscoperto il turismo di una volta. Ce l’ho qui in borsa questa rivista e dico che, una volta, con poco, a Cefalù, si riusciva a fare un turismo qualitativo, e anche non qualitativo, però riuscivano a farlo: vedi la famosa Sax, e tante tante altre cose.
E, sono d’accordo principalmente con l’assessore quando dice che il nostro problema principale oggi, a Cefalù, è quello di riuscire a creare dei servizi a questo turista, oltre - attenzione - a qualificare chi fa turismo (dall’albergatore al ristoratore); però, sai,a volte, il turista ha bisogno di qualcos’altro.
Una volta ho visto la moglie di un prefetto seduta a tavola, accanto suo marito; arrivò mio suocero, prese la patata e gliela imboccò. Io mi preoccupai, lei invece l’apprezzò in un certo senso. Era un gesto molto educato però l’apprezzo, confidenziale.
Ora il discorso, secondo me, il problema principale di Cefalù è quello di non dolere assomigliare a Rimini , anche perchè, in ogni caso, a Rimini creano servizi, creano delle situazioni per cui, bene o male, attira un certo turismo; compensano quello che qui abbiamo con dell’altro.
Il problema di Cefalà, secondo me, è uno solo, quello di cominciare a lavorare a portare gente ancora qua.
L’altro giorno ho detto a mia moglie che io il Lungomare lo farei saltare. Io, quando ho visto la foto di com’era il lungomare... certo il Sindaco buonanima Giardina ha avuto allora le sue buone ragioni, però...
E’ bene che noi ci sediamo, con te presente che rappresenti i lavoratori che sono di vitale importanza.
Io, per 14 anni, ho gestito un albergo, mai una vertenza, li ho sempre trattati bene; perché io li considero al mio pari: io mangiavo con loro!
Noi dobbiamo avere, intanto, delle persone qualificate e, se non sono qualificate, le dobbiamo qualificare; e dobbiamo essere noi a farlo.
Allora, se noi ci sediamo e lavoriamo per Cefalù, cominciamo a ri-crescere piano piano. Però se noi dobbiamo creare un altro Osservatorio, come quella dello sport (da un certo punto di vista, ci stiamo divertendo, stiamo facendo delle cose: le cefaludiadi, già è un primo passo.
Allora se noi creiamo un altro Osservatorio - anche del turismo o cabina di regia -, e ognuno di noi porta un qualcosa che sia utile alla città di Cefalù, allora che ben venga. Però se noi ci dobbiamo sedere e dobbiamo creare sempre “tù-tù”, noi non marceremo, non cammineremo verso nessun posto!
Ho lanciato uno slogan a tutti gli albergatori, ristoratori; un giorno, ci siamo seduti, e ho detto: finora Cefalù ha dato tanto a tutti, ora è venuto il momento che noi dobbiamo dare tanto alla città proprio di Cefalù. Noi ci dobbiamo “prestare” per la città ... cominciando anche dalle cose minime dell’educazione civica, fosse anche la cicca di una sigaretta.
Quando io vado a vedere Lucia Bosè, Walter Chiari, Domenico Modugno, cioè personaggi che sono venuti a Cefalù, allora significa che Cefalù vale; ed è quello che noi dobbiamo fare capire non alla genite di qui, in primis, ma alla gente di fuori; la gente impazzisce per Cefalù.
Barranco
Secondo me, la gente di fuori riconosce le potenzialità di Cefalù ... è gli abitanti che non conoscono le potenzialità della nostra città.
Li Vecchi
A me, per indole, piace essere polemico, certe volte. È una di queste volte ,l’occasione per esserlo.
Premesso che mi auguro - così come lui abbia fatto domande e abbia portato ai nostri occhi problemi di questo paese - credo che li abbia portati anche agli occhi di qualcun altro: denunciando, in qualità di Sindacato, quello che doveva denunciare.
Sono quasi convinto che l’abbia fatto.
Anche perché, se così non fosse, vuol dire che i sindacati diventano complici del sistema. Primo.
Secondo.
In tutti gli interventi si è palesato una cosa, che a Cefalù è mancato un progetto di turismo, in questi anni.
Lo dissi 15 anni fa a Simona Vicari quando si insediò come Sindaco di questo paese: ci sono 15.000 abitanti che sono convinti di avere la ricetta per potere trovare il piatto unico che possa essere risolutore, la ricetta risolutrice del problema del turismo a Cefalù. Fondamentalmente invece è mancato un progetto comune, dove sono mancati gli attori. Attori che stanno mancando anche questa sera. Per questo mi piace il nome “cabina di regia”, perché questa deve essere a punto, un embrione, un laboratorio dove si sperimentano progetti ed iniziative per il futuro.
Mi spiace che manchi una grossa parte degli attori, perché se non sono presenti gli albergatori - e qui voglio essere polemico - vuol dire che o non hanno un progetto comune per lo sviluppo di questa città e dello sviluppo dell’economia di queste città (che poi deve passare attraverso la sostenibilità, la compatibilità, il rispetto dell’ambiente, la consapevolezza del fatto che ci siano turisti che vengono a Sant’Ambrogio perché a Sant’Ambrogio trovano quello che non si trova da nessuna altra parte), ma mancano indubbiamente gli attori.
Ora. io l’appello lo voglio fare proprio a quel settore perché, dicevamo, o hanno già delle ricette precostituite - e quindi stanno snobbando questo Osservatorio - o altrimenti c’è dell’altro.
Come dicevi tu gli assenti hanno torto.
Speriamo che gli assenti possano (grazie anche a tutto quello che faremo - con i mezzi di informazione - per parlare di quello di cui si è discusso questa sera), spero che possano diventare attori e, insieme a noi, possono scrivere questa sceneggiatura del film che già, di sicuro, ha una scenografia bellissima; credo che quella c’è l’ha data la natura: dobbiamo essere bravi però a salvarla a salvaguardarla.
Patanella
Due aspetti.
Il primo aspetto, che è assolutamente nuovo - e che lui ha sintetizzato bene in una parola -, io era un anno che la cercavo, questa parola, che è “fiducia”. Manca la fiducia, il patto sociale che sottende ad un popolo (non parlo né di nazione, né di città, ma di un popolo). In questa città non c’è fiducia, non c’è solidarietà, non c’è progetto comune.
Ma lo dico con rammarico, ma non per questo come colui che esce sconfitto.
Perché devo dire, sono contento; aver trovato, dopo un anno, la parola che mi mancava significa rilanciare - e quindi anche con l’accordo (anche come cabina di regia) -, su un tema fortissimo che è alla base del progetto che vogliamo sottoporre. Perché se noi immaginiamo un percorso di progetto, questo progetto lo dobbiamo costruire sulla fiducia. Fiducia significa far comprendere, da subito, per esempio - per quanto ci riguarda -, che non abbiamo ricette precostituite che vogliamo imporre alla città. Ma, abbiamo la voglia di ragionarne e crearle insieme.
Fiducia vuol dire che, comunque, tra di noi - tra chi è presente, tra chi vuole tornare ad essere presente -, ci sono tre valori base sui quali non possiamo transigere.
Uno, lo ha indicato lui, è la tutela dell’ambiente, in tutti i suoi aspetti, dalla capacità di dare il servizio e accoglienza, e quindi raccolta differenziata, ma anche vigile urbano.
Non so se i fatti sono esattamente quelli raccontati, ma pensare di trattare un extracomunitario in regola, così come è successo, è una cosa che, intanto come amministratore, mi dispiace ma ancor più come cittadino di questa nazione. Che ancora certi valori non facciano parte della nostra coscienza, del nostro patrimonio ... mentre “fanno parte” del nostro patrimonio genetico perché noi siamo stati “extracomunitari”. Noi abbiamo fatto la ricchezza della nostra Regione grazie ai nostri nonni che sono andati in quei paesi, e oggi ciò che abbiamo ricevuto di buono non lo stiamo restituendo, ma questo è un altro argomento.
Quindi partire dal ristabilire il patto sulla fiducia tra i cittadini, che è forse quello che - giorno per giorno - mi sono accorto di aver guadagnato rispetto a quella ostilità e quello sbigottimento iniziali verso il palermitano che arrivava qua; e, piano piano, ad uno a uno, credo di aver conquistato; e quella parola è quella che diventa un po’ il valore fondante della cabina di regia, insieme alla tutela dell’ambiente, insieme al ragionamento sul piano regolatore.
Poi se gli albergatori hanno un progetto, una idea, una voglia di partecipare e produrre bene; e lo stesso vale per il ristoratore, i commercianti, e così via ... anche se, questa sera, i commercianti sono rappresentati ampiamente dall’Arcom. Bene, se non ce l’hanno, siccome chi amministra non si può sottrarre alle sue responsabilità (salvo che non si dimetta, cosa che non ho intenzione minimamente di fare), ribadisco, vado avanti, come spero vadano avanti quelli che stasera ci sono e tanti altri che dovranno arrivare.
Perché la lezione che si dà Carmelina, quando ci dice: io ho chiesto ascolto ma le cose le ho fatte; io sul New York Times c’ero!
Carmelina, nella sua timidezza, non dice “io”, dice “Sant’Ambrogio”.
Quindi è decisamente “oltre” rispetto alle livello medio della politica. Non dice “io” - nonostante intuiamo tutti che è lei che si è fatto il mazzo -, dice “Sant’Ambrogio”.
Allora se noi non apprendiamo questa lezione, se io - in questo caso - non apprendo questa lezione, sarei miope e immeritevole del ruolo che ho.
Tra l’altro, c’è il discorso Unesco che dobbiamo fare, perché rischiamo una cosa gravissima cioè di perderci la faccia come città di Cefalù, perché il ragionamento sulla tutela Unesco va avanti, incontriamo partner importanti, diciamo che Cefalù partecipa a un progetto ma se il progetto è Luciano Luciani, Vito Pantanella e la città non c’è, e l’imprenditoria non c’è, e le forze sociali non ci sono, e l’associazionismo non c’è, l’Unesco - alla fine, quando verrà qua a fare la Audit - dirà: ma chi siete?
Gli raccontiamo che la discussione si è fermata a un manifesto sullo Sherbeth?
(Rivolto a Barranco) Lui che è stato il provocatore della prima ora - che ha poi portato all’Osservatorio dello sport - anche qui rischia di essere “il provocatore” con la l’associazione che ha fatto “Cefalù nel cuore”.
Perché tutto il mondo voleva conto e soddisfazione del perché lui avesse fatto questa Associazione..
Barranco
Ma io penso che come libero cittadino, posso.
Patanella
Ma io spero che ce ne siano altre 100, perché è segno di vitalità e voglia di partecipare e quindi non lo attaccherei per quello che ha fatto, ma neanche lo premierei; direi semplicemente che sia di esempio, come il Forum delle associazioni e così via.
Barranco
Assessore, io vorrei cogliere l’occasione per dire una cosa importantissima.
Io parlo di progetto-ecologia ma già, diciamo che, questo progetto è in uno stato di avanzamento, abbastanza avanzato - posso dire -; io, lunedì mattina (e poi relazionero al prossimo incontro che avremo), lunedì mattina ho un appuntamento con il Presidente dell’Ato, il quale lo ritengo Presidente, diciamo, dell’Ente di categoria, quindi di competenza.
Stiamo preparando insomma questa campagna di sensibilizzazione per la raccolta riciclata,
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Egregio Assessore Patanella,
Egregio Assessore Patanella,
Non le devo nemmeno rispondere perché lei sa già che mi trovavo a Parigi (promozione, ostriche e sancerre), come sa già le mie idee in proposito.
A proposito di “Cabina di Regia e dintorni”, dalla trascrizione degli interventi che leggo su questo blog, ricavo ed aggiungerei che prima di tutto occorre fronteggiare l’annoso nodo del coinvolgimento emotivo di tutti gli attori.
Nello stesso tempo premere per la neutralità degli intenti, cosa molto difficile nel nostro paesino e facilmente desumibile dal contenuto degli interventi.
Ella può farsi carico, se vuole, di guidare un processo di scambi profondi propedeutici alla ripresentazione di un nuovo incontro sulla cabina di regia del turismo.
Una missione che implica modestia, disponibilità e confronto.
Una strada orientata al rispetto delle esperienze e dei contenuti di cui gli albergatori sono portavoce.
Anche se le perfomance di molti di noi albergatori o operatori del turismo, ( maturate sul campo come strumenti operativi e tecnici, fondanti per la legittimità del proprio ruolo) ormai non sono più sufficienti.
Il turismo (come ho già detto) non è più un piatto di spaghetti in tavola e un tetto sulla testa.
Sono prodotti turistici originali e innovativi dove bisogna esaltare il fascino e approfondire l’emozione di ciò che la natura e la storia ci hanno consegnato.
Il turismo non è solo albergo .…. è un territorio accessibile, pulito e sicuro.
Bisogna, quindi, distinguere il piano della realtà da quello dei desideri e concepire il concetto moderno di “turismo” all’insegna di un progetto “Cefalù” che, evidentemente, non può non considerare la creazione di un organismo (la cabina di regia) di progettazione e pianificazione di tutte le azioni che potranno rendersi necessarie per un vero e proprio programma di rilancio dell’economia cefaludese.
Ma, egregio Assessore, a mio modesto avviso questi incontri bisogna programmarli e organizzarli bene, non basta mettere una sigla “La cabina di Regia” ad una idea di struttura che economicamente non ha risorse.
Senza soldi non si risolvono i problemi ….
Sarebbe quindi auspicabile che il capitolo del turismo venisse finanziato con un fondo di dotazione adeguato all’investimento necessario per fare tutto ciò che c’è da fare, oltre evidentemente ad avvalersi della consulenza e del coordinamento degli albergatori.
Le aspetta, egregio assessore, davvero un buon lavoro !
Ps: sui debiti degli albergatori verso il Comune ... mi sono già espresso tante volte ed ho detto come stanno veramente le cose, cioè che sicuramente il Comune deve rimborsarci quanto da noi versato e non dovuto ...
Pps
Pps: da domani sono in Germania würstel e birra ........ arrivederci a tutti