Riconoscere il “Dissesto” è un bene o un male? - C.C. del 24 e del 25

ritratto di Pino Lo Presti

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(le foto sono insieme del 24 sera e del 25)

Davvero sarebbe stato mio desiderio riportare in maniera oggettivamente fedele quanto ascoltato e udito in questi ultimi due - come in tutti gli altri - Consigli comunali, ma mi risulta impossibile

anche il farne un riassunto nel linguaggio - come usato in quell’aula -; specie, come ora, quello contabile e finanziario, con tutta la sua sintassi amministrativa. Non ho gli strumenti, nè la forma mentis, nè il tempo.

E, però lo stesso mi piacerebbe raccontare quello che comunque mi è sembrato di vedere, anche se questo purtroppo mi espone nella soggettività.

Mi sembra di aver capito, in questo tempo che frequento i Consigli comunali, che i conti del Comune non vanno bene.

Pare che il problema non sia nato con la precedente Amministrazione ma sembra certo che questa ci avrebbe messo sostanziosamente del suo.

Il problema, d’altra parte pare che non stia soltanto nel fatto che ci troviamo pieni di debiti, ma - e forse le due cose sono in parte collegate - anche in quello che il rispetto delle regole della amministrazione contabile ha lasciato e lascia molto a desiderare.

D’altra parte tutta la struttura amministrativa, sino ai singoli uffici, appare mal messa, poco coordinata, con molte zone di vuoto; in cui un lettera dal protocollo all’ufficio ha potuto impiegarci 15 giorni, una interrogazione del Consiglio aver risposta dopo uno o due anni, o una volontà di governo non essersi trasformata in atto amministrativo reale e ciò, ancor più, sia per autonomie degli uffici, sia per una certa assenza, a loro, di direttive.


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Qualcuno che aveva i titoli per farlo ha scritto di “marasma finanziario”!

Dunque non solo debiti ma anche una situazione in cui una macchina, un pò scassata organicamente - che di per sè già non risponde bene ai comandi -, è guidata senza seguire proprio bene le regole (almeno quelle contabili e finanziarie) da qualcuno della chiarezza delle cui idee non discutiamo.

- il consigliere Rasa sul finire della sera del 25, stava veramente male.

In tutta questa “disamministrazione” (ma potrebbe anche essere diversamente, mutando gli ipotetici beneficiari) vi sono categorie che non pagano quanto richiesto, altre che pagano ma gli viene chiesto poco, ed altre che non pagano affatto perchè non glielo si chiede proprio.

Ciò mentre altri pagano carissima (anche per il 30/40& che si perde) un’acqua che non si beve, carissimo un servizio rifiuti che lascia a desiderare, o un parcheggio - in buona parte della città - che non si capisce in cambio di chè, etc...

Nonostante Cefalù dovrebbe essere un paese ricco, siamo a servizi del tutto insoddisfacenti e con un debito vicino agli 11 milioni di euro.
E’ colpa della crisi internazionale, nazionale, regionale, provinciale o vi sono anche delle ragioni specifiche locali, cefaludesi: siamo sicuri che negli ultimi lustri siamo stati amministrati bene?

Da Ispezioni ministeriali, da Sentenze della Corte dei Conti, sembra proprio che vi siano delle responsabilità: di chi, certo è tutto da stabilire.

Un’altra cosa che mi sembra di aver visto è una Opposizione sempre tesa a richiamare l’Amministrazione al rigore delle norme giuridico-tecnico-amministrative, e a quello della gestione della spesa e della riscossione.

Voleva tagliare le gambe alla Amministrazione per costringerla alla immobilità e così alla perdita di consensi? Voleva addirittura, per far ciò, annichilire la città stessa? Certi momenti si raccoglieva l’impressione che la Opposizione assomigliasse tanto a certe figure ciniche della Santa Inquisizione.

Mi è sembrato invece di aver visto una Amministrazione che ha cercato - forse per eccesso di pudore (per aver condiviso qualche altra amministrazione precedente) - piuttosto di tacere e procedere nell’andazzo più che di volere dare una decisiva svolta. Anche perchè non è sembrato che ciò per cui essa potesse veramente avvenire - cioè l’accertamento, la chiarezza, la trasparenza - fosse tra gli obbiettivi primari appunto della Amministrazione.

Ricordi confusi: un emendamento Calabrese-Lapunzina, bilanci di previsione - che dovrebbero essere presentati ad inizio anno - presentati invece in autunno, l’Opposizione che si affaccenda a depennare voci finanziarie da capitoli di bilanci per dare una veste accettabile a ciò che la legge la obbliga ad approvare (pena “andarsene a casa”, ma solo i consiglieri) - una miniera enorme, inesplorata sino in fondo, di “debiti fuori bilancio”, di enormi spese giudiziarie per contenziosi tutti persi e così via di stupefacente!

Nonostante, abbia ancora il ricordo di una voce che diceva che Cefalù non aveva più bisogno di vendere i suoi Beni perchè i conti stavano tornando a posto (si parlava di “spalmaggi” sul triennio e di altri miraggi), che il dissesto finanziario del Comune fosse - stando così le cose - difficile da evitare era chiaro da tempo.


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Ieri sera, 25 novembre 2010, mai il fantasma del “fallimento della Ditta “Comune di Cefalù” aveva assunto nell’aula consiliare tanta consistenza.
C’è stato un punto in cui non si è potuto più “giocare” con le carte.

Una sentenza della Corte dei Conti (alcuni dicono “consigliava”, altri “obbligava”) a rivedere i conti del 2008, prima di chiudere quelli del 2009. Per quanto il Segretario abbia ben consigliato l’aula e la Opposizione si sia dichiarata disponibile a lavorare pure il sabato e la domenica, dalla Maggioranza si è atteso invano una proposta di lavoro. Per cui, essendo tra l’altro in “minoranza”, ha visto bocciata la delibera sul rendiconto 2009

Si è fatto pressione, sulla “minoranza” persino dicendo che, se non lo si fosse approvato, si sarebbe perduto un certo “mutuo Parlato” ma sembra pure che questo non sarebbe stato, in ogni caso, concesso.

Ieri sera, 25, si doveva approvare un passo successivo, quale credo che sia la “Salvaguardia degli equilibri di bilancio”.

La Maggioranza era al gran completo (9), ma al dunque non se l’è sentita di approvare da sola questa misura. La responsabilità per non aver ottemperato alle osservazioni della Corte dei Conti sarebbe stata eccessiva.
Quindi, dopo una riflessione svolta in luoghi molto lontani da orecchie indiscrete (avendo ottenuto una “sospensione” dei lavori dell’aula), per bocca di Mangano, la Maggioranza, rientrata, si rivolge a coloro che siedono al banco della Opposizione, chiamandoli alla loro responsabilità di “amministratori” , ad un passo (è nella loro espressione ormai) dalla completa incarnazione dell’ - ormai quasi - ex fantasma del “dissesto finanziario”; con tutto quello che ne conseguirebbe per la Città di Cefalù tutta!

Che fare? E’ parso che, a livello contabile, non ci si potesse aspettare un miracolo dal Ragioniere anche perchè, dati i tempi, lui avrebbe avuto le mani legate.

Giocare di anticipo; questa la proposta che è sembrata emergere dalla Amministrazione: vendere i “veri gioielli” di famiglia affidandosi ad agenzie specializzate (come certamente non è l’Ufficio Patrimonio) sia per i tempi sia per l’individuazione dei migliori clienti.

Questa sera, 26, si dovrebbe discutere di questa proposta, il 30 novembre è dietro l’angolo.
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Da cittadino, mi chiedo:
quando una cosa non va è meglio “tagliarla” o tenersi una infezione, col rischio di un aggravamento, o - nel migliore dei casi - per molti anni avanti ancora?
Pagare 1000 oggi è meglio che pagarne 5000 nei prossimi dieci anni (col rischio che possano diventare 10.000)?

- il rappresentanti dei “precari” comunali che sono tra coloro più a rischio

Il “dissesto” significa che viene uno da fuori con la facoltà di “esecutore fallimentare”, che quindi alza le aliquote al massimo, mette in mobilità il personale in esubero, vende quello che gli pare, etc... per pagare fin dove si può i debiti del Comune verso i creditori, pubblici e privati.

E’ vero, ma quando se ne va, si ricomincia finalmente senza più “peccati” sulle spalle, liberi da un Karma e anche - il che non è da sottovalutare - con qualche dubbio in meno avendo individuate cause e responsabilità ed eventualmente anche qualche amministratore o funzionario da citare in danno.

I cittadini - non ho ben capito - se complessivamente pagherebbero di più nell’uno o nell’altro caso, in termini economici e in termini di perdita di Beni collettivi; l’unica differenza che ho capito è che, nel caso del Commissario, è lui a decidere cosa vendere, nel caso invece in cui l’Amministrazione volesse giocare - come su accennato - “di anticipo”, sarebbe Lei a decidere cosa e, in un certo qual modo, anche a “chi” vendere, ma al prezzo di rinunciare alla chiarezza sulle “colpe” - se ve ne sono - di qualcuno, nel presente e nel passato.

Da cittadino, vorrei sapere, intanto, dove pago di più per poi potere valutare se mi può stare anche bene - al limite - pagare un qualcosa in più per una “passione” per la “chiarezza” e la individuazione delle responsabilità.

Perchè in tutto questo - questo è l’unica cosa che sono sicuro di aver capito - non possono non esserci delle responsabilità!

Non accertarle anch’esso è un prezzo che bisogna mettere nel conto del nostro futuro!

ritratto di Giuseppe Aquia

dissesto finanziario

COMPLIMENTI PER QUESTO BELLISSIMO ED ESAURIENTE INTERVENTO!!!!!!!!A MIO MODESTO PARERE IL MALE MINORE SAREBBE DICHIARARE IL DISSESTO FINANZIARIO E COMINCIARE SIN DA ADESSO AD ESTIRPARE LE FOGLIE SECCHE CHE IN QUESTO COMUNE A PARTE I DIPENDENTI, VE NE SONO MOLTI,SONO 3 ANNI CHE NON SI FANNO LAVORI IN QUESTO PAESE, PER (DICEVANO LORO)AGGIUSTARE I CONTI COMUNALI, SONO 3 ANNI CHE TUTTI STRINGONO LA CINGHIA, SOPPORTANDO STRADE ROTTE INVIVIBILITà TOTALE, IMMONDIZIA ALL'ECCESSO, STRADE COMUNALI FRANATE, SEMPRE IN VIRTù DI UNA FANTOMATICA AGGIUSTATINA DEI DEBITI???? MA DI QUESTA NEMMENO L'OMBRA!!!!!!! ADESSO DICONO CHE I DEBITI SONO TRIPLICATI!!!!! COME MAI GLI ASSESSORI CHE NEMMENO STANNO A CEFALù CONTINUANO, (IN QUESTO MARASMA FINANZIARIO) A PERCEPIRE LO STIPENDIO SICURAMENTE NON GUADAGNATO VISTO I RISULTATI?PERCHè IL SINDACO DI CEFALù CHE AVREBBE DOVUTO SALVAGUARDARE TUTTO IL PAESE NON HA MAI FATTO CENNO A QUESTO DISASTRO?ANZI HA SOLO FATTO INTENDERE IN OGNI INTERVISTA LE COSE POSITIVE (A SUO DIRE)CHE SI STAVANO FACENDO ANCHE A LIVELLO ECONOMICO FACENDO INTENDERE CHE NON VI ERA PIù BISOGNO DI VENDERE IMMOBILI? CONCORDO IN TOTO COL QUESTO VOSTRO PASSAGGIO MOLTO IMPORTANTE.Da cittadino, mi chiedo:
quando una cosa non va è meglio “tagliarla” o tenersi una infezione, col rischio di un aggravamento, o - nel migliore dei casi - per molti anni avanti ancora?
Pagare 1000 oggi è meglio che pagarne 5000 nei prossimi dieci anni (col rischio che possano diventare 10.000)?

ritratto di Nicola Pizzillo

RISCHIO DISSESTO FINANZIARIO

Come ebbi a scrivere il 02/10/2009 su Cefalunews, stante l’attuale situazione debitoria del nostro Comune, anche quest'anno si paventa la possibilità che venga dichiarato lo stato di DISSESTO FINANZIARIO del nostro ente ai sensi degli articoli 244 e seguenti del D.lgs 267/00 (Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali).

Come si arriva alla dichiarazione di dissesto e quali sono le conseguenze che essa determina?
Innanzi tutto al dissesto, che è equiparabile ad una dichiarazione di FALLIMENTO di una impresa privata, si arriva quando non si possono ripianare i DEBITI LIQUIDI (concretamente determinati nel loro ammontare) ed ESIGIBLI (non sottoposti a termini non ancora scaduti) attraverso i meccanismi contabili ordinari dell’ASSESTAMENTO DI BILANCIO (art. 193 T.U.) e del RICONOSCIMENTO DEI DEBITI FUORI BILANCIO (art. 194 T.U.).

La dichiarazione di dissesto finanziario deve essere deliberata dal Consiglio Comunale, previa acquisizione della relazione dei Revisori dei conti che illustrano lo stato di dissesto, dopo di che la delibera viene inviata al Ministero dell’Interno che la pubblica sulla gazzetta ufficiale, affinchè sia resa nota ai terzi, altra copia va trasmessa alla Procura regionale della Corte dei Conti perché accerti la responsabilità del dissesto.

Successivamente il Presidente della Repubblica con suo D.P.R. nomina un ORGANO STRAORDINARIO DI LIQUIDAZIONE, scelto tra magistrati, funzionari pubblici e dottori commercialisti, che dovrà curare il pagamento di tutti i debiti pregressi alla stregua di un curatore fallimentare, contraendo un mutuo finanziato dallo Stato ed alienando i beni comunali non necessari per il funzionamento dell’ente; la procedura si conclude dopo aver dichiarato lo stato di “ente sano” per la gestione corrente.
Durante la procedura di dissesto l’ente locale:
- non può più approvare un proprio bilancio;
- non può subire azioni esecutive nuove e quelle intraprese vengono sospese e non si tiene conto dei pignoramenti eseguiti dopo la dichiarazione di dissesto;
- vede i suoi debiti pregressi esenti dalla produzione di interessi e rivalutazione monetaria;
- deve deliberare ai livelli massimi di legge le tariffe relative ai tributi (imposte, tasse, oneri di urbanizzazione e canoni o diritti) e ai canoni patrimoniali;
- è obbligato a coprire integralmente tutti i costi di gestione dei servizi erogati a domanda individuale;
- deve rideterminare la pianta organica del proprio personale in rapporto alla popolazione e provvedere alla messa in disponibilità del personale in esubero;
- non può contrarre nuovi mutui se non quelli finanziati dallo Stato o dalla Regione.

Come si vede la situazione che si verrebbe a determinare è molto gravosa per un Comune ma forse resta l’unica strada percorribile per riportare in sesto i conti.
L'indebitamento di un Ente è una situazione fisiologica fino a quando agli impegni di spesa corrispondono altrettante entrate. Se invece le spese sono eccessive e sopratutto impreviste, prive di copertura, come lo sono i famigerati DEBITI FUORI BILANCIO, entriamo in un fase patologica che necessita un intervento draconiano, per debellare il male.
Si sarebbe potuto, in alternativa, vendere nell'anno trascorso i beni immobili di proprietà comunale già individuati o comunque metterli a frutto, per esempio dandoli in affitto, ma nulla di tutto questo è stato fatto ed allora che fare perseveriamo in queste politiche vacue?
Ai nostri rappresentanti in Consiglio, spetta di di prendere una decisione che fa tremare le gambe, sarebbe il caso che preventivamente venisse resa edotta la cittadinanza, al fine di condividere questo cammino e sopratutto evitare contestazioni di piazza in futuro.
Che il Signore li illumini e ci assista!